Laura Grillo - Psicologa

Laura Grillo - Psicologa Studio di Psicoterapia
Orientamento Psicoanalitico
Psicoterapia integrata della regolazione emotiva

- Diagnosi clinica e sostegno psicologico;
- Trattamenti basati sull'approccio tecnico e teorico proprio della psicoterapia psicoanalitica integrata - IIPP- Istituto Italiano di Psicoterapia Psicoanalitica;
- Socia ordinaria della Società scientifica SiMonT - Società Italiana di Montagnaterapia;

Si riceve su appuntamento:
Palermo - Online

XI Congresso Nazionale MontagnaTerapia 🌲🌱SOCIETÀ ITALIANA DI MONTAGNATERAPIA
13/11/2025

XI Congresso Nazionale MontagnaTerapia 🌲🌱SOCIETÀ ITALIANA DI MONTAGNATERAPIA

10/10/2025

La Giornata Mondiale della Salute Mentale richiama l’attenzione della comunità professionale degli psicologi su una verità sempre più evidente: la salute mentale non è solo un fatto individuale, ma un bene collettivo, che si costruisce nella qualità dei legami, nella sicurezza dei contesti e nella coerenza simbolica delle nostre vite.

L’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana ribadisce in questa occasione il proprio impegno a promuovere la salute mentale come valore pubblico e responsabilità condivisa, nella consapevolezza che le ferite psichiche della collettività attraversano confini e generazioni.

L'orrore che ha regnato per decenni a Gaza interroga profondamente la coscienza collettiva e la psiche del nostro tempo.
Le esperienze di perdita, di separazione e di disumanizzazione che colpiscono intere popolazioni non restano confinate nello spazio in cui si verificano: esse si riverberano nel mondo, generando un’eco psichica globale.
In modo particolare, questa eco raggiunge le nuove generazioni, in Medio Oriente come in Europa e nel mondo, che assistono, spesso in silenzio, ad una frattura del senso e dell’umano.

Le ricerche di Kestenberg (1992), Volkan (2001) e Bar-Tal (2007) hanno descritto con chiarezza come la sofferenza collettiva e la trasmissione intergenerazionale del trauma incidano sui processi di sviluppo emotivo, di appartenenza e di identità.
Ciò che oggi viviamo può essere letto come una forma di sofferenza psichica transgenerazionale, che attraversa confini geografici e culturali e che si riflette nelle relazioni, nei comportamenti e nei vissuti degli adolescenti che crescono in un clima di incertezza e di dolore collettivo.

Come ricorda Judith Herman (1992), “il trauma infrange le cornici di significato che danno coerenza al mondo".
Ricostruire queste cornici è un compito urgente della psicologia e della società civile.
Quando il tempo storico tornerà a placarsi, sarà necessario raccogliere le macerie psichiche — le fratture interiori, i silenzi, le emozioni sospese e, su di esse, ricomporre fiducia, parola e pensiero.
Perché dopo Gaza non ci sarà solo la necessità di ricostruire i luoghi, ma anche, e soprattutto, di ricostruire la mente collettiva, il senso di appartenenza all’umano, la possibilità di immaginare un futuro condiviso.

L’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana intende farsi presidio di questa ricostruzione, sostenendo la riflessione scientifica, la formazione e le pratiche di ascolto che promuovono la salute mentale come fondamento della convivenza e della dignità umana.
La nostra comunità professionale è chiamata a custodire il pensiero e a tenere aperti spazi di elaborazione e di cura, affinché i bambini e gli adolescenti, in ogni luogo, possano tornare a credere nella continuità della vita psichica e nella possibilità di un mondo abitabile.

21/09/2025

Una buona parte della seduta di Consiglio dell’Ordine degli Psicologi della Regione Sicilia del 19/09/2025 è stato dedicato a ciò che sta succedendo a Gaza negli ultimi giorni, per non parlare degli anni precedenti.
Sarebbe stato impossibile fare diversamente, perché ciò che accade adesso ci riguarda molto da vicino, in primo luogo in quanto esseri umani, ma anche direttamente come professionisti della salute mentale pubblica.
Abbiamo ritenuto necessario un approfondimento, in continuità con le azioni e la linea comunicativa portate avanti da questo Ordine, nelle ultime settimane.
Durante la seduta del Consiglio, ci siamo collegati online con il dottor Mohammad
Mansur, che vive e lavora tra Nazareth e Haifa e il dottor Alberto Mascena, entrambi direttamente impegnati professionalmente con la popolazione di Gaza da vari anni.
Ascoltare chi è in diretto contatto con il territorio è indispensabile, soprattutto perché la situazione che si è determinata non è facilmente comprensibile con le nostre abituali categorie.
Pensare dopo Gaza, per utilizzare il titolo del libro di Franco Berardi Bifo, è un esercizio a cui tutti dobbiamo prepararci, perché ciò che sta accadendo è uno di quegli eventi che spostano drasticamente la linea di senso e di pensabilità delle cose.
E non riguarda soltanto le persone coinvolte direttamente, ma l’umanità tutta.
In un senso molto radicale, soprattutto per le ricadute che questo ha già e avrà sulla salute mentale di tutti, nuove generazioni in particolare.
Le categorie di trauma o post trauma non sono categorie utilizzabili per comprendere ciò che attraversa quelle persone e quei luoghi, come i colleghi preziosamente ci hanno confermato.
L’esposizione prolungata ad eventi così distruttivi e non terminati oltrepassa le categorie del trauma, e non abbiamo ancora a disposizione nessun termine e nessuna categoria per rendere pensabile la sopravvivenza della mente in queste condizioni. Le dovremo creare.
E come Ordine non possiamo non porci la questione di avviare iniziative di senso, in sinergia con le organizzazioni già attive da anni, non agendo soltanto sull’onda di una, pur comprensibile, rivolta emotiva.
Ci sono infinite cose che si possono fare e dobbiamo e possiamo studiare rapidamente il modo migliore per farle. Ieri è stato un primo inizio, rapidamente ne compiremo altri, perché non c’è più tempo e perché non possiamo stare a guardare.
E dobbiamo anche cominciare a studiare come prenderci cura dell’onda che investe anche noi e i nostri ragazzi.
Non abbiamo ancora deliberato nessuna iniziativa specifica, ma abbiamo tracciato la strada da percorrere, grazie al confronto con i colleghi che conoscono da vicino la realtà di Gaza, che si sono messi a disposizione per affiancarci e che ci hanno chiarito cosa può essere più utile e realistico fare, nell'immediato e in prospettiva futura.

📣 Dal 15 settembre al 14 novembre 2025 sarà possibile richiedere il Bonus Psicologo, un piccolo contributo per chi sente...
09/09/2025

📣 Dal 15 settembre al 14 novembre 2025 sarà possibile richiedere il Bonus Psicologo, un piccolo contributo per chi sente la necessità di intraprendere un percorso psicoterapeutico!

Da quest’anno troverete anche me nella lista degli psicoterapeuti che hanno aderito all’iniziativa 🌱

“Una volta gli chiesi: Perché mi sento così? Cosa c’è di sbagliato in me? Qual’ è il mio problema?Rimase in silenzio per...
31/08/2025

“Una volta gli chiesi: Perché mi sento così? Cosa c’è di sbagliato in me? Qual’ è il mio problema?
Rimase in silenzio per un po’ e poi disse: Il problema, Marsha, è che hai nostalgia di casa.
Così, quando Willigis usò quella semplice espressione, “nostalgia di casa”, improvvisamente capii.
Mi dissi: allora va tutto bene, ho solo nostalgia di casa, non c’è niente di sbagliato in me. Non sono malata di mente. Ho solo nostalgia… è un desiderio.
La notte oscura dell’anima non si disperse esattamente in quel momento, ma sicuramente si alleviò”. (P. 326)

Marsha M. Linehan è una delle più grandi psicoterapeute e scienziate al mondo, tanto che nel 2018 è stata inserita dalla rivista Time in un numero speciale intitolato “I geni che hanno trasformato il nostro mondo”. Oggi ha 83 anni, insegna Psicologia e Psichiatria presso l’Università di Washington, è una delle più influenti ricercatrici del pianeta, è stata l’inventrice della DBT e dirige la Behavioral Research and Therapy Clinics.
Ma la sua vita non è sempre stata così. In alcuni momenti, la sua sofferenza è stata così invalidante da spingerla a cercare ripetutamente il suicidio e a dover trascorrere due anni in un istituto psichiatrico. Per fortuna grazie alla sua forte tenacia, alla sua spiritualità, all’amore per la scienza e ad una serie di incontri terapeutici fortunati, è riuscita a diventare ciò che è.
Ho letto il suo libro “Una vita degna di essere vissuta” rimanendone incantata e profondamente commossa, dove Marsha si è messa coraggiosamente a n**o e dove lei stessa ha voluto dimostrare concretamente come le soluzioni davvero efficaci per la sofferenza mentale nascano dalla trasformazione creativa della stessa sofferenza che sperimentiamo.
Un libro che è come un dono, un esempio e una direzione che va sempre perseguita, mettendo al primo posto il rispetto e il riconoscimento dell’esperienza emotiva più intima che il paziente puoi portarci, dove lo scarto interessante è sempre tra la verità propria e quella del mondo.
Nelle ultime pagine scrive infatti: “Non penso alle persone come ad un disturbo da curare. Curo un insieme di comportamenti che vengono trasformati in disturbo da altri”. (P. 361)

E quindi quale migliore modo per pensare questo rientro lavorativo alle porte di settembre?
Buon inizio di terapia a coloro che stanno cominciando e a chi riprende da dove ci eravamo fermati! 🌱Da domani, ci vediamo in studio! 🛋️

Con immensa felicità ed entusiasmo apprendo della pubblicazione del nostro articolo sull'ultimo numero della rivista "Ps...
17/07/2025

Con immensa felicità ed entusiasmo apprendo della pubblicazione del nostro articolo sull'ultimo numero della rivista "Psicologi & Psicologia in Sicilia", dell'Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana, che quest'anno aveva per tema il lavoro clinico e la violenza relazionale.
Il nostro contributo, ora consultabile, è stato scritto con i preziosi colleghi Iannitto, Turco e in collaborazione con Barbino, ed è il frutto di un intensissimo lavoro di squadra, non solo nella scrittura, ma soprattutto nell'esperienza che ci ha visti coinvolti qualche anno fa' nello sportello psicologico Reboot Now, nelle scuole secondarie di primo grado della città di Palermo.
Abbiamo provato a rendere esplicite le buone pratiche e le prassi relative agli interventi attuabili nelle scuole al fine di prevenire la violenza relazionale ed in particolare la violenza di genere, oltre che a mettere in evidenza come sia necessario, in contesti complessi come lo può essere la scuola, la co-costruzione di un solido impianto metodologico nella presa in carico e nella gestione di uno sportello di sostegno psicologico che abbia come utenza adolescenti, genitori e personale scolastico.

Introduzione Il contributo che proponiamo nasce all’interno del progetto europeo REBOOT NOW, finanziato dal programma CERV della Commissione Europea e documenta un’esperienza pilota di sportello di supporto itinerante attivata in due scuole secondarie di primo grado nel territorio palermitano ne...

Per chi volesse ascoltare, nella seconda puntata svoltasi a Palermo, abbiamo parlato di Dipendenze Comportamentali e uso...
08/07/2025

Per chi volesse ascoltare, nella seconda puntata svoltasi a Palermo, abbiamo parlato di Dipendenze Comportamentali e uso di smartphone 😉

2. Palermo - Dipendenze - Parla con Noi! Benessere Psicologico - Quattro ospiti, esperti dell'argomento, rispondono al pubblico, per lo più composto da giovani ed insegnanti, presso l'auditorium della Sede Regionale Sicilia. Il focus dell'incontro è rappresentato dalle dipendenze comportamentali. ...

📖 "I ragazzi erano tutti in tiro, erano animati da una sensazione elettrica di sintonia con quella delle ragazze, la sen...
29/06/2025

📖 "I ragazzi erano tutti in tiro, erano animati da una sensazione elettrica di sintonia con quella delle ragazze, la sensazione di trovarsi in una parabola ascendente verso un futuro pieno di successi, e mi sono domandato come potesse essere questo miracolo, questa idiozia di sentirsi così". [...]
A un certo punto mi ricordo di essermi chiesto (sul serio) se non fossi geneticamente modificato, se non avessi una minuscola alterazione del DNA che mi separava appena appena ma in modo fondamentale dalla mia specie. Sembrava che tutti fossero in grado di "accoppiarsi", di unire le loro parti in modi piacevoli e fecondi, ma nella mia anatomia e nella mia psiche c'era qualcosa di impercettibilmente diverso che mi divideva in modo irrevocabile dagli altri"

Questi sono due estratti del romanzo di Peter Cameron "Un giorno questo dolore ti sarà utile", un romanzo forte, densissimo, nonostante la scrittura semplice e leggiadra, che riporta a quei momenti della vita dove lo smarrimento si mescola alla scoperta di sé, spesso nella post adolescenza, in un turbine di emozioni e sentimenti che non sempre trovano un rispecchiamento nell'altro che ci sta intorno, e che dunque sono in grado di produrre "dolore".
Ma di che dolore stiamo parlando? E perché dovrebbe essere utile un giorno? Quando poi?
James ha 18 anni compiuti da poco, è un ragazzo solitario e impegnato ardentemente a difendere il suo disadattamento al mondo, in cui non si riconosce e che osserva da lontano. Profondamente spaventato dal suo possibile ingresso all'università, sembra rimanere sulla soglia delle esperienze e la sua mente vaga, come lui vaga spesso in una New York grigia e indaffarata, accogliendo domande che in maniera sfrontata (e se vogliamo autentica) rivolge agli adulti attorno lui, compresa la sua psichiatra, che lo scruta con curiosità.
Nessuno gli risponde, nessuno lo capisce. Anzi. Il suo solipsismo fervido e dissacrante, ben lontano dallo sguardo passionale del giovane Holden che ci insegnava a prendere la vita guardando dritto negli angoli ciechi, è invece in grado di sminuzzare gli esseri umani, di studiarli analiticamente e di suggerire ipotesi di funzionamento.
Potremmo dire che James è tutti noi o che tutti siamo stati una volta James, tutte quelle volte che ci siamo scoperti diversi e irriducibili, lontani dagli altri, ma non per questo abbiamo rinunciato a cercare la bellezza.
E allora perché il dolore dovrebbe servirci e quando?
La risposta ovviamente c'è, o forse, ce ne sono molte di risposte, se si và oltre il moraleggiante tono della frase, e sono, come spesso accade, da cercare lungo il percorso. Quando? Alla fine della salita, quando guardando dall'alto, il paesaggio spunta per intero.

📖 "Passerà" dice il Capitano Giles al protagonista, aggiungendo poco dopo "...Ma sembrate più vecchio, questo è vero". P...
08/06/2025

📖 "Passerà" dice il Capitano Giles al protagonista, aggiungendo poco dopo "...Ma sembrate più vecchio, questo è vero".

Poche parole che sono in grado di restituire il compimento di un passaggio essenziale della vita, quello dell'entrata nell'età adulta, che non è più il tempo della prima giovinezza "noncurante e fervida", come precisa l'autore, bensì " quel periodo più consapevole e più tormentoso dell'età matura".

"La linea d'ombra. Una confessione" è il romanzo scritto da Joseph Conrad negli ultimi tre mesi del 1916. É un romanzo, si potrebbe dire, di formazione, in quanto il protagonista, dopo aver agito una separazione senza interrogarsi più di tanto, si lancia in maniera altrettanto "poco pensata" in un primo comando di una nave, senza sapere cosa dovrà affrontare e soprattutto senza ottimistica fiducia, al contrario di tutte le attuali narrazioni eroiche. Quasi a ricordarci che la vita a volte si rivela a noi "facendola", prima ancora che "pensandola".
Scopriremo poi durante la lettura quanto sconforto e quanta accettazione dovrà imparare a tollerare, scorgendo in sé la lezione più importante di tutte, ovvero che la paura si attraversa solo con la pazienza.
E dunque con meraviglia e ammirazione consiglio davvero la lettura di questo breve e intensissimo capolavoro, aggiungendo le parole dello scrittore che nella sua prefazione dimostra una profondità così attuale da sembrare portatrice di pensieri universali, capaci di attraversare tutti i tempi e tutte le epoche:

"Quando prendiamo a meditare sul senso del nostro passato, questo sembra riempire il mondo intero in tutta la sua profondità e vastità. Di tutti gli argomenti che un narratore sente più o meno consapevolmente in sé, questo è il solo che allora mi parve possibile affrontare. La profondità e la natura del sentimento con cui lo affrontati vengono espresse forse nel modo migliore dalla dedica che ora mi colpisce come affatto sproporzionata: una nuova testimonianza della schiacciante grandezza che per noi assume la nostra emozione".
Buona lettura.

Ho da poco finito di leggere "Sii te stesso a modo mio", testo nel quale Matteo Lancini ripropone l'importanza , oggi pi...
18/04/2025

Ho da poco finito di leggere "Sii te stesso a modo mio", testo nel quale Matteo Lancini ripropone l'importanza , oggi più che mai inascoltata, di lasciare che figli, studenti e adolescenti in generale, possano declinare, e "declinarsi", nelle loro attività in cui sono immersi, nella loro azione, senza il controllo e il protagonismo degli adulti, senza quindi quello sguardo che cerca sempre di proteggere e/o di normare, o a volte, di scorgere se stesso.
Di sguardi, compiti evolutivi, impatto di Internet e fragilità si parla tantissimo e molte domande si aprono durante la lettura: cosa significa declinare il proprio intervento nella realtà odierna? Come ci si muove nella "società on-life"? Da dove proviene il bisogno di essere "interventisti" nell'azione educativa o psicologica o genitoriale con gli adolescenti? Quanta fragilità siamo in grado di accogliere come adulti, sia che provenga da noi, sia che provenga dall'altro?
Ma anche, cosa è che ci spiazza di più dell'adolescenza? E la nostra adolescenza, come è stata? Quali battaglie abbiamo affrontato? E le nuove generazioni?
Queste e molte altre domande scorrono nella mia mente, in un processo di riflessione che in realtà porto avanti da diversi anni ormai e che spesso ha trovato possibilità di scambio in diversi contesti, gruppi di colleghi, compagni di viaggio e soprattutto nella stanza di psicoterapia, con i pazienti, i quali sono convinta, siano i più grandi maestri. La possibilità di stare nelle domande e di stare nella fragilità, di sentirla. Alla fine della lettura, quello che mi è tornato in mente è una frase che mi sono trovata a dire, qualche tempo fa', in un'aula universitaria davanti a degli studenti di psicologia: "Forse se siete qui è perché, a ripensarci, avete avuto un'adolescenza non proprio bellissima. Il lavoro con gli adolescenti è durissimo ma è bellissimo. È come stare sulle montagne russe. È come l'adolescenza". Parlavo forse della mia? In ogni caso, trovo più che mai importante oggi il senso di un discorso in cui si possa coltivare quella possibilità di stare, nei bisogni dell'altro, offrendo e non chiedendo, uno sguardo.
Mi convinco sempre di più del fatto che stare nella difficoltà dei più giovani, abbia a che fare con lo stare nella propria difficoltà di adulti, coltivando uno sguardo di sostegno e incoraggiamento (per entrambi).
Consiglio dunque la lettura di questo testo saggio e diretto, concludendo questa riflessione con le parole dell'autore che più mi sono piaciute: "Non tutti maturano lo stesso giorno, non tutti profumano allo stesso modo, non tutti hanno bisogno dello stesso approccio. I nostri figli e studenti sono importanti: meriterebbero di essere conosciuti e rispettati bella loro singolarità e unicità da chi ogni giorno li incontra, li educa , li vorrebbe aiutare a diventare se stessi a modo loro".

Nuove letture 🌱
16/04/2025

Nuove letture 🌱

🎓TFP Didactic training graduate - Livello B La Transference-Focused Psychotherapy (TFP) ideata da Otto Kernberg e dal gr...
18/03/2025

🎓TFP Didactic training graduate - Livello B

La Transference-Focused Psychotherapy (TFP) ideata da Otto Kernberg e dal gruppo del Personality Disorders Institute (Weill Cornell Medical College) di New York è una delle poche psicoterapie evidence-based per il trattamento del disturbo borderline e narcisistico di personalità. In un'epoca in cui definire e definirci sembra essere così importante (e forse lo è in parte), stare a contatto con lo smarrimento e l'irrisolutezza mi sembra un'opportunità troppo ghiotta per lasciarla scivolare così. Questo corso è stato un viaggio intensissimo nella difficoltà di trovare una rotta quando il mare in tempesta entra nella stanza della terapia e avvolge paziente e terapeuta, ma anche quando questo mare appare piatto e dei pesciolini sotto se ne scorge solo una forma e un colore distorti. Ho imparato che non sono le barriere che ci rendono dritti, ma la possibilità di decidere cosa significa per noi superarle. Ci sono domande che rimangono aperte ed è importante che rimangano così, nella continua ricerca di un senso nuovo e unico per sé, sia che si tratti del paziente, sia che si tratti del terapeuta.

Indirizzo

Piazza Alberico Gentili 12
Palermo
90100

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