Dott. Davide Greco Psicologo-Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

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Dott. Davide Greco Psicologo-Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale Siamo sempre noi che diamo il potere alle cose di controllarci, non è mai il contrario . Formazione Cognitivo Comportamentale Istituto Tolman

C’era una volta una ragazza che si definiva “ansiosa” prima ancora di dire il suo nome.Un ragazzo che si presentava come...
04/11/2025

C’era una volta una ragazza che si definiva “ansiosa” prima ancora di dire il suo nome.
Un ragazzo che si presentava come “borderline” prima ancora di raccontare cosa amava.
Una generazione che ha imparato a parlare di sé attraverso le diagnosi, come se fossero etichette da indossare per essere visti.
Ma la psicologia non nasce per spettacolarizzare il dolore.
Nasce per comprenderlo. Per accoglierlo. Per trasformarlo.
“Ho l’ansia” non è un marchio, è un messaggio.
Un invito a esplorare cosa ci agita, cosa ci spaventa, cosa ci serve.
Un sintomo non è un’identità: è una porta. E dietro quella porta c’è una storia, non un disturbo.
La terapia cognitivo comportamentale ci insegna che i pensieri non sono verità assolute, ma ipotesi da verificare.
Che le emozioni non vanno censurate, ma ascoltate.
Che i comportamenti non vanno giudicati, ma compresi nel loro contesto.
Parlare di psicologia è bello quando ci aiuta a capire, non a incasellare.
Quando ci rende più umani, non più “strani”.
Quando ci permette di dire: “Non sono la mia diagnosi. Sono la mia evoluzione.”
Se vuoi raccontarti, fallo con amore.
Non con etichette.
Con parole che aprono, non che chiudono.
Perché la psicologia non è uno spettacolo.
È un linguaggio.
E tu sei il protagonista, non il personaggio.
Il vostro affezionato Doc. di quartiere

T: Allora mi sa che abbiamo finito.C: No, no, no, ora ci vediamo tra sei mesi, poi una volta l’anno etc.T: Se un giorno ...
20/10/2025

T: Allora mi sa che abbiamo finito.
C: No, no, no, ora ci vediamo tra sei mesi, poi una volta l’anno etc.
T: Se un giorno dovessi avere bisogno di un “Tagliando”, solo dopo che magari hai usato gli strumenti della terapia e per un motivo qualsiasi sono poco efficaci, ti aspetto con piacere. Come ti senti?
C: Un po’ come quando finisce una serie che mi piace. So che è giusto, ma mi viene voglia di scrivere agli autori per chiedere un’altra stagione.
T: Ti capisco. Anche se temo che Netflix della terapia non abbia ancora inventato il tasto “continua la serie”.
C: Peccato. Avrei fatto volentieri una puntata bonus… magari “C. contro l’ansia – il ritorno”.
T: Con lieto fine, spero.
C: Non sempre, ma almeno con meno panico e più ironia.
T: Direi che è già un grande cambiamento. All’inizio non riuscivi nemmeno a scherzare sull’ansia. Ti sembrava un mostro troppo serio per poterlo prendere in giro.
C: Eh, sì. Ora lo vedo più come… un parente rumoroso. Fastidioso, ma fa parte della famiglia.
T: Ecco, questa è una buona metafora. Non puoi cacciarlo, ma puoi decidere quanto spazio lasciargli in casa.
C: Esatto. Magari lo faccio sedere sul divano, ma senza offrirgli il telecomando.
T: Ottima strategia terapeutica.
C: Però, davvero… mi sembra strano non ve**re più qui. Mi mancherà questo spazio. E anche le tue domande assurde.
T: “Assurde”?
C: Sì! Tipo quella volta che mi ha chiesto: “Se la tua ansia avesse un colore, quale sarebbe?”. Ci ho pensato una settimana intera!
T: E alla fine hai detto “giallo spento”.
C: Sì… ma ora direi “giallo senape”. Più deciso, meno triste.
T: Ottimo sulla carne.
C: Scherzi a parte… grazie. Mi ha aiutata a trovare un modo per non farmi travolgere. E per non sentirmi sbagliata.
T: Hai fatto tu il lavoro, C. Io ho solo tenuto la torcia mentre trovavi la strada.
C: Una torcia un po’ acida, a volte.
T: Fa parte del metodo scientifico.
C: Mi mancherà anche quello.
T: A me mancheranno le tue battute. Ma ricordati: non stiamo chiudendo, stiamo passando il testimone. Ora la terapeuta di C.… è C. stessa.
C: Mi sa che sarà un po’ più ironica, però.
T: E va benissimo così.
C: Arrivederci Sigmund. E grazie per aver sopportato le mie venti “ultime domande” ogni volta.
T: È stato un piacere. E comunque… ti conosco: non saranno le ultime.
C: Mai dire mai.
T: Ciao piccola mia, prenditi il mondo.

“Dì quello che vuoi dire
E lascia che le parole escano
Onestamente, voglio vederti essere coraggiosa.”

“Forse c’è un modo per uscire dal gabbione
Dove vivi solo per accontentare gli altri.”

Official music video for ”Brave” by Sara Bareilles​Listen to Sara Bareilles: https://SaraBareilles.lnk.to/listenYD ​Watch more videos by Sara Bareilles: http...

Lei:Ti ho odiato.Ti ho odiato con una violenza che non sapevo nemmeno di avere.Ti ho odiato quando restavi zitto mentre ...
12/09/2025

Lei:
Ti ho odiato.
Ti ho odiato con una violenza che non sapevo nemmeno di avere.
Ti ho odiato quando restavi zitto mentre io urlavo,
quando mi guardavi come se stessi aspettando qualcosa da me.
Mi facevi sentire come un esperimento.
Come se stessi studiando le mie crepe.
Io:
Lo ricordo.
Ricordo ogni parola che mi hai lanciato addosso.
Ogni sguardo che cercava di farmi sparire.
E io non sono sparito.
Lei:
Ti ho provocato.
Ti ho insultato.
Ti ho detto che eri inutile, freddo, arrogante.
Che ti pagavano per farti sentire superiore.
Ti ho detto che speravo di farti male.
Che volevo distruggerti.
Io:
E io ho scelto di restare.
Non per resistere.
Ma per esserci.
Perché dietro ogni colpo c’era una voce che diceva: “Non lasciarmi.”
Lei:
Mi facevi schifo.
Mi faceva schifo la tua calma.
La tua pazienza.
La tua capacità di non reagire.
Mi faceva sentire piccola.
E io odiavo sentirmi piccola.
Io:
Ma non eri piccola.
Eri enorme.
Eri piena di fuoco.
E quel fuoco non mi ha bruciato.
Mi ha mostrato dove faceva male.
Lei:
Poi hai detto quella frase.
Che non ero rotta.
Che ero in lotta.
E io ho pianto.
Perché nessuno mi aveva mai detto che la mia rabbia era degna di essere capita.
Io:
Hai cominciato a dare un nome alle cose.
Alla rabbia.
Alla paura.
Alla vergogna.
Alla solitudine.
E quando le hai chiamate, hanno smesso di comandarti.
Lei
Dare un nome alle cose…
Io:
Aiuta. Sempre.
Lei:
Posso abbracciarti?
Io:
Certo che puoi.
Lei:
Grazie. Per non essere scappato.
Per avermi visto.
Anche quando io volevo sparire.
Io:
Ciao piccola mia.
Prenditi il tuo mondo.

La morte, diceva il vecchio del paese, è una signora che non sa cucinare. Arriva all’improvviso, ti invita a cena, e ti ...
09/09/2025

La morte, diceva il vecchio del paese, è una signora che non sa cucinare. Arriva all’improvviso, ti invita a cena, e ti ritrovi a mangiare aria fritta e ricordi alla griglia. Alcuni la temono, altri ci fanno amicizia: “Ehi Morte, siediti, ti offro un bicchiere di vino, ma lascia che finisca almeno la partita a carte”. Lei non risponde, sorride con tutti i denti (che non ha) e ti prende sottobraccio. Però bisogna riconoscerlo: è puntuale come nessun treno e democratica come nessun governo. Ci porta via, sì, ma in cambio ci regala la possibilità di raccontarci, perché ogni morto diventa una storia, ogni addio un aneddoto da bar. La morte non ha fantasia, e allora gliela regaliamo noi: con poesie, risate e qualche bestemmia gentile. Buon cammino lupo, che la terra ti sia lieve.

La tua voce è la traccia visibile di ciò che vive invisibile dentro di te.Ogni respiro che diventa suono è un atto di fi...
27/08/2025

La tua voce è la traccia visibile di ciò che vive invisibile dentro di te.
Ogni respiro che diventa suono è un atto di fiducia: fiducia nel tuo corpo, nella tua storia, nel tuo coraggio di farti ascoltare.
Cantare non è solo eseguire note, ma permettere alla tua interiorità di fiorire nello spazio, di trasformare le ferite in bellezza, le paure in vibrazione, il silenzio in emozione condivisa.
Sul palcoscenico non sei mai sola: con te ci sono tutte le parti di te stessa che chiedono voce.
Accoglile, lascia che si intreccino al tuo canto, e ciò che donerai al pubblico sarà qualcosa di unico: verità che commuove, presenza che tocca, luce che resta. Continua a credere che la tua voce non sia solo musica, ma guarigione, sia per te che per chi ascolta.

Buon cammino piccola dalla voce di tuono, prenditi il tuo cielo e addormentalo con le tue note.

Provided to YouTube by JVCKENWOOD Victor Entertainment Corp.canta per me · Yuki KajiuraFICTION℗ JVCKENWOOD Victor EntertainmentReleased on: 2008-04-23Auto-ge...

Dopo l'ennesima visita, mi rendo conto che c'è da fare una precisazione . L'AI non è una soluzione a tutti i vostri stat...
19/08/2025

Dopo l'ennesima visita, mi rendo conto che c'è da fare una precisazione . L'AI non è una soluzione a tutti i vostri stati mentali, può essere un facilitatore per quanto riguarda ottimizzare delle attività, ma L’anima non si decifra. Si ascolta.
L’intelligenza artificiale può leggere tra le righe, contare le lacrime, imitare il tono di una voce.
Ma non può sentire il tremore di un cuore che si apre.
Non può restare in silenzio accanto a un dolore che non ha nome.
Non può amare la fragilità che rende ogni essere umano irripetibile.
Uno psicoterapeuta è presenza viva.
È sguardo che accoglie, parola che consola, tempo che si ferma.
È il respiro condiviso nel buio, la mano che non giudica, il passo che si adatta al tuo.
L’AI è uno specchio.
La terapia è un abbraccio.
Tra le nebbie dell’anima, serve chi non ha paura di perdersi con te.
Buon Cammino

Immagina che la vita sia come una lente attraverso cui guardi il mondo.Quella lente non è neutra: è fatta dei tuoi pensi...
13/08/2025

Immagina che la vita sia come una lente attraverso cui guardi il mondo.
Quella lente non è neutra: è fatta dei tuoi pensieri, delle tue emozioni e delle tue esperienze passate.
Se la lente è sporca di paura, rabbia o sfiducia, tutto ti sembrerà più cupo.
Se invece la lente è più pulita e aperta, anche le difficoltà appariranno meno pesanti e più gestibili.
Non possiamo controllare tutto quello che ci succede.
Ma possiamo imparare a gestire il modo in cui interpretiamo quello che ci accade.
Questo non significa “fare finta che vada tutto bene”, ma scegliere consapevolmente come reagire e dove mettere l’attenzione.
Se guardi solo a quello che manca, ti sentirai sempre in deficit.
Se noti anche quello che hai già raggiunto, ti sentirai più stabile e motivato.
In psicologia, questo si chiama ristrutturazione cognitiva: cambiare il punto di vista per cambiare anche l’esperienza emotiva.
E non è un trucco: è un allenamento mentale che, col tempo, diventa naturale.
Non puoi scegliere tutti gli eventi della tua vita, ma puoi scegliere lo stato mentale con cui li attraversi.
E questa scelta può fare la differenza tra sentirti travolto o sentirti capace di navigare la tua strada.

State bene pupetti miei, ci si vede il 18.
Buon cammino😘

24/07/2025

Resistere, sempre e per sempre da una lettura della vita simile ad una guerra interiore. Accettare che le cose accadono invece, da la possibilità di ragionarci nel qui e ora , perdonando il passato che a lungo andare innesca tristezza e rabbia, e non pensando ad un futuro catastrofico. Le nuvole arrivano, le nuvole si fermano, le nuvole se ne vanno, proprio come i pensieri negativi.
Buon cammino.
Il vostro affezionato Doc di quartiere 🌹

Severo, ma giusto 😂
23/07/2025

Severo, ma giusto 😂

Infinitamente grato per questo percorso .In humilitate seduli, per scientiam adiutores semper♥️
17/07/2025

Infinitamente grato per questo percorso .
In humilitate seduli, per scientiam adiutores semper♥️

Indirizzo

Via Dei Nebrodi 44
Palermo
90100

Orario di apertura

Lunedì 08:00 - 20:00
Martedì 08:00 - 20:00
Mercoledì 08:00 - 20:00
Giovedì 08:00 - 20:00

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