13/08/2020
DOC da contaminazione e Coronavirus: l’incubo diventato realtà!
Cos’è il DOC da contaminazione
Tra tutti i disagi psicologici di cui l’uomo può soffrire, quello più toccato dalla contingente emergenza sanitaria da Covid-19 è il Doc da contaminazione. Ancora più dei problemi ipocondriaci.
Chi soffre di questo disturbo – in periodi non a rischio epidemia come quello attuale – ha una particolare forma di disturbo ossessivo compulsivo (DOC) consistente nell’esigenza continua e compulsiva di lavarsi e decontaminarsi. Il terrore è appunto quello di un potenziale contagio, sia mediante agenti patogeni biologici (virus, batteri, parassiti, particolari alimenti), sia mediante veleni presenti nell’ambiente o tossine
Le ossessioni di contaminazione e le relative compulsioni di pulizia possono essere così intense da portare a comportamenti veramente esasperati, di cui l’esempio più iconico è il compulsivo lavaggio delle mani fino a spellarsi letteralmente la pelle e procurarsi arrossamenti e lesioni. Ma le compulsioni del DOC da contaminazione non finiscono qui. Ecco una veloce lista dei comportamenti più frequentemente messi in atto:
Lavarsi ripetutamente le mani ogni qual volta si tocca un qualsiasi oggetto oppure lavarsi ogni qual volta si ha la “sensazione” di sporco.
Non toccare gli oggetti o le persone.
Stare a debita distanza dagli altri.
Disinfettare continuamente gli oggetti o sé stessi (ad esempio mediante docce prolungate e lavaggi ripetuti e compulsivi di tutte le parti del corpo). Oppure mediante disinfezione continua degli oggetti che frequentemente si toccano o maneggiano (ad esempio disinfezione del cellulare, della tastiera del computer, delle maniglie della porte, ecc.).
Uso di guanti, fazzoletti, mascherine o altri presidi precauzionali che evitino il contatto fisico diretto con gli oggetti, con le maniglie delle porte, i vestiti. In genere la carta e gli asciugamani sono usati in quantità “industriali”.
Paura e relativo evitamento di tutti i luoghi “medicalizzati” o “sanitari”, come ad esempio gli ospedali, i pronto soccorso, i cimiteri, dove potenzialmente è più probabile contagiarsi per la presenza di malattie infettive.
Lavaggio immediato dei vestiti (o tendaggi, o tessuti presenti in casa) che si pensa possano essersi contaminati ad esempio uscendo di casa. Compreso il disinfettare le confezioni degli alimenti prima di riporli in frigo.
Richiesta di farsi aiutare (in genere fatta ai familiari, ai partner, ai genitori) nel compiere i comportamenti e i rituali di decontaminazione e di pulizia. Spesso consiste in una richiesta di “sostituzione”, ovvero far toccare e fare ad altri (ad esempio fare la lavatrice) ciò che si teme di fare in prima persona per il timore di contaminarsi.
La caratteristica più importante di questi comportamenti patologici è quella di essere apertamente eccessivi, esagerati, amplificati, scollegati da un piano di realistico allarme per il rischio temuto. Lavarsi le mani ogni qual volta si entra in contatto in casa con un oggetto domestico – una forchetta, un libro, una maniglia – è palesemente irrazionale… a meno che non si viva in una baraccopoli senza acqua corrente e con fogne a cielo aperto. La seconda importante caratteristica è che questi comportamenti sono compulsivi, ovverosia sono quasi impossibili da trattenere: la persona si sente assolutamente impossibilitata a non farli, pena il vivere un intenso stato di ansia e di disagio.
Ovvio che in una situazione di emergenza sanitaria come quella attuale e con le misure necessarie e sacrosante messe in atto dalle istituzioni preposte per contenere il rischio contagio, il peggiore degli incubi per un paziente affetto da DOC da contaminazione… si è trasformato in realtà!
Inoltre, questa situazione può terrorizzare al punto da far sviluppare un’ansia da contaminazione imminente anche in persone non precedentemente affette da questo disturbo, che verranno presumibilmente indotte a sviluppare dei comportamenti compulsivi, eccessivi e irrazionali da fobia della contaminazione e del contagio, rischiando così di sviluppare a loro volta un disturbo ossessivo compulsivo.
Il lato positivo…
Per quanto paradossale possa sembrare… è comunque importante saper guardare anche al lato positivo di questa emergenza sanitaria mondiale.
Oggigiorno, le potenziali epidemie virali ci insegnano quanto sia ancora attuale il pericolo biologico di soccombere a microrganismi tanto invisibili quanto letali. E conseguentemente, quanto sia importante l’igiene personale e tutte quelle attenzioni comportamentali che ci ricordano che esiste un mondo invisibile ai nostri occhi, ma estremamente presente in natura. Il mondo dei microrganismi.
È un momento in cui la nostra convivenza civile è messa a dura prova: le restrizioni alla libertà, al movimento e alla vicinanza reciproca minano le nostre più scontate abitudini antropologiche. È quindi importante ricordare che lasciarsi andare ad eccessi e irrazionalità nei comportamenti non avrà esiti “più protettivi” ma contribuirà solo ad aumentare l’ansia e il panico individuale trasformandosi in un disturbo ossessivo compulsivo.