Dott.ssa Valentina Seghini Psicologa Psicoterapeuta

Dott.ssa Valentina Seghini Psicologa Psicoterapeuta Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Dott.ssa Valentina Seghini Psicologa Psicoterapeuta, Psicoterapeuta, Via Vincenzo Di Marco, 22, Palermo.

03/12/2025

“Ci sono amori che non finiscono: finiscono le storie, non i legami.”

Qualche giorno fa in seduta una paziente mi ha detto, quasi scusandosi:
“È passato tanto… ma una parte di me lo ama ancora. È normale?”

Ho risposto che sì, è profondamente umano.

In psicologia sappiamo che esistono legami che non si esauriscono con la rottura, perché non erano solo relazioni: erano esperienze formative, pezzi di identità, prime volte emotive, luoghi interni che continuano a vivere anche quando nella realtà tutto è cambiato.

Questi “amori eterni” non sono sempre una patologia, come molti temono.
Sono tracce mnestiche, affettive e corporee che restano nei nostri sistemi di memoria emotiva.
Non chiedono per forza di tornare, nè è fetto che siano stati "sani": a volte chiedono solo di essere riconosciuti, integrati, lasciati andare senza rinnegarli.

In terapia lavoriamo proprio su questo: distinguere il sentimento dal bisogno, capire cosa quell’amore rappresenta oggi, permettere al passato di restare passato, al presente di trovare spazio senza competere con ciò che è stato.

Guarire non significa cancellare,
ma imparare a convivere con ciò che continua a esistere dentro di noi.

✨ Ti è mai capitato di portare con te un amore che, pur finito, continua a vivere in qualche modo?

03/12/2025

📍“Functional freezing” è una risposta del sistema nervoso quando percepisce una minaccia o un sovraccarico emotivo, e si colloca nello spettro delle reazioni fight–flight–freeze–fawn.

In alcuni casi, il functional freezing è una forma depressiva mascherata, in cui la persona appare rallentata, incapace di iniziare anche compiti semplici.

🧠 Nel functional freezing depressivo:
- il sistema nervoso conserva energia
- l’amigdala segnala minaccia o esaurimento
- la corteccia fatica a organizzare azioni
- emozioni e motivazione risultano “congelate”
È un modo del corpo per proteggersi dalla fatica emotiva cronica.

🔍 I segnali da non ignorare sono: la procrastinazione persistente, il pensiero rallentato, la perdita di iniziativa, la difficoltà a provare piacere, la sensazione di guardare la vita da fuori, la tensione interna nonostante l’immobilità.

La persona appare “ferma”, ma internamente c’è un’attività intensa.

🔎Dal punto di vista clinico è utile distinguere questo freeze funzionale da un freeze traumatico o da un ritiro depressivo classico:
qui la mente è presente, ma non riesce a convertire l’attivazione interna in gesto, decisione, azione. È come se la funzione esecutiva restasse online, ma “senza benzina”.

🧠Una parte importante dei pazienti che sperimentano functional freezing presenta caratteristiche di neurodivergenza, spesso non ancora identificate:

🔷️In ADHD, il freeze può essere un collasso del sistema attentivo, non un ritiro depressivo, anche se spesso coesistono.

🔷️Nel profilo autistico il freeze può essere una risposta del sistema a input eccessivi, più che una perdita di motivazione.

🔷️Nei profili misti (AuDHD, tratti subclinici) il Functional Freezing diventa un punto di incontro: sovraccarico + disorganizzazione + difficoltà di autoregolazione → immobilità funzionale.

👁🪡🫂🌿Nel lavoro terapeutico, riconoscere il functional freezing significa: validare il blocco come risposta del sistema nervoso, lavorare sulla regolazione emotiva e sulla riduzione dell’ipercontrollo, reinserire micro-comportamenti che riattivano l’azione, integrare aspetti depressivi, cognitivi e somatici, valutare se necessario supporto farmacologico.

24/11/2025

"Giovedì 27 a Palermo incontriamo l'autrice Marina Balbo, con il suo libro 'La cura dei ricordi' per scoprire come l’EMDR possa trasformare il dolore del passato in consapevolezza e nuova vita. Un percorso di cura psicologica profondo e toccante per affrontare e liberarsi dai traumi sepolti nella nostra mente."

23/10/2025

Conferita la laurea alla Dottoressa Sara Campanella ❤️❤️

21/10/2025

📍Molte persone oggi vivono in una forma di dissociazione silenziosa, funzionale, quasi invisibile.
Non perdono il contatto con la realtà, ma con la vitalità.
Il corpo si ritira, la mente prende il comando, e la vita diventa un copione efficiente ma svuotato.

La dissociazione sottile non è una patologia evidente, ma un modo adattivo di separarsi parzialmente da sé per tollerare stress, dolore emotivo o sovraccarico.
È frequente in pazienti “funzionanti”, capaci di gestire la vita quotidiana, ma che riferiscono un senso di vuoto interno, distanza emotiva o perdita di autenticità.

Spesso la dissociazione sottile nasce da esperienze precoci di non riconoscimento emotivo: quando esprimere i propri stati interni non era sicuro o accolto.
Il soggetto impara allora a separarsi da sé per adattarsi all’altro.
Nel tempo, questa strategia diventa uno schema stabile, interiorizzato: una “sospensione controllata” del contatto emotivo.

Nella teoria polivagale (Porges), corrisponde a una dominanza del sistema vagale dorsale, cioè una risposta di “spegnimento” o freeze per ridurre la minaccia percepita.
Il corpo resta apparentemente calmo, ma è in uno stato di ipo-arousal: ridotta energia, emozioni appiattite, percezione rallentata.

🔹 Segni clinici tipici

Sensazione di “vivere in automatico”, come se le giornate scorressero senza essere davvero vissute.

Difficoltà a riconoscere o nominare le emozioni (“so cosa penso, ma non cosa sento”).

Tendenza all’iper-razionalizzazione come difesa dal sentire.

Riduzione della memoria affettiva: gli eventi sembrano neutri o privi di risonanza.

Distacco corporeo: scarsa consapevolezza delle sensazioni fisiche o dell’affaticamento.

Capacità di “funzionare” anche in condizioni di forte disagio, fino al burnout.

🔷️ In terapia, il lavoro è delicato:
non “riattivare” di colpo, ma accompagnare la persona a riabitare il proprio sentire, a piccole dosi, con sicurezza.
A riconoscere che dietro l’apatia c’è spesso un corpo che aspetta di essere ascoltato.

18/10/2025

Indirizzo

Via Vincenzo Di Marco, 22
Palermo

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 18:00
Martedì 15:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 16:00
Giovedì 09:00 - 18:00
Venerdì 09:00 - 17:00

Sito Web

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