Centro clinico di psicoterapia

Centro clinico di psicoterapia Il centro clinico offre differenti interventi di cura alla persona: consulenza-diagnosi-sostegno psicologico,psicoterapia individuale, di coppia, di gruppo

Dott. Irene Nuzzo psicoterapeuta gruppoantropoanalista individuale e di gruppo
Dott. Laura Miccichè, psicoterapeuta sistemico relazionale, psicoterapeuta familiare,terapeuta accreditata per EMDR
Dott. Maria Luisa Traina psicoterapeuta gruppoanalista individuale e di gruppo

01/11/2025

“Lloyd, perché secondo te le foglie diventano gialle d'autunno?”
“Credo che sia per non far provare agli alberi la nostalgia del sole d’estate, sir”
“Ma poi cadono…”
“Non sono loro che cadono, ma gli alberi che le lasciano andare, sir”
“Perchè, Lloyd?”
“Perché gli alberi sono saggi, sir. E sanno che il sole tornerà”
“E con lui anche foglie nuove. Vero, Lloyd?”
“Esattamente, sir.”

LA LUCE DELLE STELLE MORTE — MASSIMO RECALCATI E IL LAVORO INFINITO DEL LUTTOE se il lutto, diversamente da ciò che pens...
01/11/2025

LA LUCE DELLE STELLE MORTE — MASSIMO RECALCATI E IL LAVORO INFINITO DEL LUTTO

E se il lutto, diversamente da ciò che pensava Freud, non potesse mai dirsi compiuto del tutto?
Se ogni lutto, anche quello più elaborato, più “accettato”, conservasse sempre un resto, una scheggia, un punto dolente che continua a pulsare dentro di noi?

Ho sempre pensato che esista qualcosa di irriducibile nel dolore della perdita, una ferita che non guarisce mai del tutto.
Possiamo provare a rimarginarla, a darle un senso, ma resta sempre lì: come una cicatrice che, al cambiare del tempo o delle stagioni, torna a farsi sentire.

Freud chiamava lavoro del lutto quel processo psichico che ci consente di sciogliere l’investimento affettivo verso ciò che abbiamo perduto per poterci aprire di nuovo alla vita.
Ma se questo lavoro non potesse mai arrivare alla fine?
Se fosse, piuttosto, un cammino senza approdo, un gesto interminabile, come respirare o amare?

Forse dovremmo accettare che il lutto non è qualcosa che si supera, ma qualcosa che si trasforma.
Che dentro di noi non muore mai davvero ciò che abbiamo amato: cambia forma, si riconfigura, diventa un’altra presenza.
È un’operazione di metamorfosi, un’opera interiore di trasformazione del dolore in significato, della perdita in creazione.

Il lutto, se resta senza lavoro, ci incatena al passato, ci condanna alla paralisi della malinconia.
Ma se trova una via, se riesce a generare senso, allora può aprirci di nuovo alla vita.

È qui che nasce una nuova forma di nostalgia — non quella sterile del rimpianto, ma quella grata, viva, che illumina come la luce delle stelle morte:
una luce che ci raggiunge da un corpo che non esiste più, ma che continua a splendere.

La nostalgia delle stelle morte è questo: la memoria che non spegne, ma accende;
il dolore che non distrugge, ma trasforma;
il passato che non ci trattiene, ma ci invita ad andare avanti.

Il lutto, allora, non è mai solo perdita.
È anche promessa.
È un ritorno di luce — quella che proviene da ciò che abbiamo amato, e che, anche se non c’è più, continua a mostrarci la via.



In queste righe straordinarie, Massimo Recalcati compie un atto di filosofia poetica e di psicologia umana: ridefinisce il lutto non come un compito da portare a termine, ma come un movimento eterno dell’anima.

L’idea freudiana del “lavoro del lutto” — un processo di separazione e di superamento — qui si rovescia in una prospettiva più profonda, quasi spirituale: il lutto non finisce, continua a vivere dentro di noi.
Non come peso, ma come energia trasformativa.

La perdita, dice Recalcati, non si cancella mai davvero.
Ma può essere trasfigurata.
Può generare valore, riconfigurare la nostra visione del mondo, persino accendere nuova vita.

La sua metafora della luce delle stelle morte è un’immagine potentissima: ciò che non c’è più continua a brillare, a parlarci, a orientare il nostro cammino.
Non è più un ritorno nostalgico verso ciò che è stato, ma un modo per vivere più intensamente ciò che ancora ci resta.

In tempi in cui la società sembra chiedere di “riprendersi in fretta”, di “voltare pagina”, Recalcati ci invita invece a rimanere — ad abitare il dolore, ad ascoltarlo, a farlo diventare parola, opera, gesto, creazione.

Perché il vero lavoro del lutto non è dimenticare,
ma riconoscere la luce che ancora brilla —
anche quando la stella è già spenta.

10/10/2025

Chi ha detto che la vita è breve?
Non è vero niente
La vita è lunga quanto le nostre azioni
generose
quanto i nostri pensieri
intelligenti
quanto i nostri sentimenti
disinteressatamente umani.
La vita
è infinita.

Chi ha detto che la gioventù non dura?
Certo, ci sono anche i vecchi.
Ci sono i nazionalventenni
i mercenari e i razzisti
ci sono gli opportunisti di tutte le età
e i pensionati cronici
che pensan solo alla carriera
ci sono le rughe devastanti
dell'avidità di soldi e di potere.

Ma l'esperienza che non ha corroso
lo slancio
l'ironico disincanto
che non fa amare meno gli uomini
la saggezza
che combatte in prima linea
con gli occhi aperti sul futuro
sono l'alloro e l'elce
verdi
estate e inverno.

(Joyce Lussu)

Immagine: Installazione in origami di carta di Michael Pendry - “The Doves”

04/10/2025

Se diventate consapevoli che nessun altro può rendervi felici, perchè la felicità è il risultato dell’amore che viene da dentro di voi, sarete maestri della più grande Arte: la padronanza dell’amore.
I modi per riuscirci possono essere miliardi, ma la nostra missione è gioire di ogni singolo istante della vita.
Sappiamo che prima o poi il nostro corpo fisico cesserà di esistere.
Abbiamo solo poche albe, pochi tramonti e poche lune piene da godere.
Per noi è il momento di essere vivi, di essere pienamente presenti, di gioire di noi stessi e di gioire gli uni degli altri.
L’amore non è un concetto, è azione.
L’unico modo di padroneggiare l’amore è quello di praticarlo.
La pratica crea il Maestro.

(Miguel Ruiz - da “La padronanza dell’Amore”)

Immagine: Dipinto di Paul David Bond Pesqueira

Il dolore si tramanda in famigliadi generazione in generazione, finché non arriva qualcuno che ha il coraggio di sentirl...
04/10/2025

Il dolore si tramanda in famiglia
di generazione in generazione, finché non arriva qualcuno che ha il coraggio di sentirlo fino in fondo. Per molti di noi il vero trauma generazionale è l'evitamento.
Veniamo da famiglie che si comportano come se non fosse mai successo nulla. Da genitori che facevano finta di nulla, come se certe parole non fossero mai state dette, come se certi gesti non fossero mai accaduti.
Ma prima o poi nasce un bambino il cui compito è sentire tutto.
Sono loro i nati con il dono del sentire. Nati per vedere ciò che
gli altri hanno ignorato. Per dare voce a un dolore che non è solo
loro, ma che aspetta da generazioni di essere ascoltato.
E chi nasce con questo dono lo sa: non si può guarire un dolore
che ci si rifiuta di sentire. Significa restare con quello che c'è,
anche quando non ha un nome preciso. Lasciare che la rabbia, la
tristezza e la paura si mostrino, invece di nasconderle ancora.
È doloroso, ma poi qualcosa cambia. Perché è proprio lì che
inizia la guarigione: dal momento in cui smetti di fuggire da te.

Stephi Wagner

È illegale !!!!
03/10/2025

È illegale !!!!

17/09/2025

La vera intimità la si raggiunge
quando due persone condividono,
ciascuna, la verità di sé stessa con l'altra.
Non è da tutti,
non è per tutti.
L'intimità è una conquista vicendevole,
lenta e graduale.
Somiglia ad un assedio delicato.
È rimanere accampati sotto le mura altrui
senza tentare di espugnarle.
A luccicare al sole
non sono le lance e gli scudi,
ma teiere d'argento.
Un invito a sedersi su cuscini di seta,
l'uno di fronte all'altro,
ciascuno a parlare di sé.
La vera intimità è quando due persone
si espongono l'un l'altra
in maniera vulnerabile.
Non è da tutti, non è per tutti.
L'intimità non è da tutti
perché l'intimità è avere cura,
l'intimità è cura,
è l'arte del curare.
La paura di essere feriti,
spesso spinge ad indossare una corazza,
a mantenersi superficiale, distante.
La paura di essere giudicati
spesso impedisce di sperimentare
se, dietro la maschera dell'altro,
esista la compassione.
La paura di essere venduti
al mercato degli inciuci
fa indossare la maschera
più sorridente e silente
che si possiede.
L'intimità non è per tutti
perché avere cura dell'intimità dell'altro
è un gesto di amore,
il più nobile
perché spoglio di egoismo,
di sessualità, di possesso.
È fatto principalmente
di silenzio e ascolto.
Ti offro un tè e tu mi parli di te.
Mi offri un tè ed io ti parlo di me.
Io ti ascolterò in silenzio,
tu farai altrettanto.
E quando le parole si faranno amare
io mi limiterò a porgerti
una zolletta di zucchero.

(Veronica Fortunati)

Immagine: Opera di Duy Huynh - "Selfless Devotion"

12/09/2025

Tutti vogliamo che le cose restino uguali, a volte, anche accettando di vivere nell'infelicità, perché abbiamo paura dei cambiamenti, delle cose che vanno in frantumi.
L'unica sola trappola è lo stare attaccati ad ogni singola cosa, facendoci rimanere fermi e bloccati in una realtà che non ci appartiene più.
Le rovine sono un dono. La distruzione è la via per la trasformazione. Anche in qualcosa di eterno, le trasformazioni saranno sempre presenti.
È questo l'unico modo per evolvere, per crescere e andare avanti. Non esistono altre possibilità.
Dobbiamo accettare ogni singolo cambiamento, anche se questo, comporterà un cambiamento radicale, a volte drastico o che ci farà soffrire.
Ci saranno sempre scelte da fare, strade da prendere e strade da lasciare.
Siamo in una continua evoluzione, in un perenne cambiamento evolutivo.

Se sei abbastanza coraggioso da lasciarti dietro tutto ciò che è familiare e confortevole, e che può essere qualunque cosa, dalla tua casa ai vecchi rancori, e partire per un viaggio alla ricerca della verità, sia esteriore che interiore; se sei veramente intenzionato a considerare tutto quello che ti capita durante questo viaggio come un indizio; se accetti tutti quelli che incontri, strada facendo, come insegnanti; e se sei preparato soprattutto ad accettare alcune realtà di te stesso veramente scomode, allora la verità non ti sarà preclusa.

(Elizabeth Gilbert - da “Mangia, Prega, Ama”)

Immagine: Opera di Vincent van Gogh - "Lavender Fields with a Rising Sun"

02/09/2025

Indirizzo

Largo Montalto 7
Palermo
90144

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