Palermo Problemi d'Ansia e Attacchi di panico Psicologo

Palermo Problemi d'Ansia e Attacchi di panico Psicologo Daniele dr Russo, Psicologo A Palermo, Aiuto Specialistico per disturbi d' Ansia e Panico con rimedi efficaci senza psicofarmaci e garanzia di remissione.

Con oltre 15 anni di solida esperienza clinica sul campo e più di 1500 pazienti soddisfatti, opero a Palermo interventi psicologici per persone che soffono di problemi d'ansia e attacchi di panico, fobie e ossessioni, confusione e stress. Se da ex bambino ferito da un'infanzia difficile sognavo che non avrei mai permesso che anche gli altri bambini soffrissero, questo desiderio infantile, negli anni successivi, unendosi alla competenza è andato a costituire la solida motivazione personale nel mio lavoro: il bene del paziente sopra ogni cosa. Non sono Sigmund Freud ma so quello che faccio e dopo tanti anni di lavoro anche con casi clinici catastrofici posso affermare che se sei in un mare di guai non aspettare a chiamare per fissare un appuntamento. Si riceve per appuntamento
c/o L.go Montalto, 5
3498182809

https://psicologopalermotop.wixsite.com/ansiapanico/attacco-di-panico
30/10/2025

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Ci sono esperienze che spezzano il linguaggio. Non si raccontano, non si spiegano, non si dominano. Accadono dentro, come un cortocircuito invisibile, e da quel momento nulla è più come prima. Il cuore comincia a correre, la gola si chiude, lo stomaco si solleva, il respiro si scompone in frammen...

COSA FARE NELL' IMMEDIATEZZA DI UN ATTACCO DI PANICO Un attacco di panico è un’improvvisa attivazione del sistema nervos...
25/10/2025

COSA FARE NELL' IMMEDIATEZZA DI UN ATTACCO DI PANICO

Un attacco di panico è un’improvvisa attivazione del sistema nervoso autonomo,
ovvero del meccanismo fisiologico che regola la risposta “lotta o fuga” in situazioni di pericolo.
In pochi secondi il corpo accelera, il respiro si blocca, la mente perde il suo orientamento.
Si ha la sensazione di morire, di impazzire o di perdere il controllo.

Inutile prendersi in giro: è una delle esperienze più angoscianti che un essere umano possa vivere.
Solo chi l’ha provata davvero può comprendere fino in fondo di cosa si tratta.

Tuttavia — e questo è il punto essenziale — in realtà nessuna di queste cose accade:
il cuore non collassa, il cervello non si spegne, la persona non impazzisce.
Il panico non è pericoloso, ma è terribilmente spaventoso.
Un episodio acuto dura solitamente dai 5 ai 15 minuti, anche se la percezione soggettiva è quella di un tempo molto più lungo.
Al termine, subentra spesso spossatezza, tremore e incredulità, che possono durare alcune ore.

Sapere cosa fare nei primi istanti è fondamentale per ridurre l’intensità e impedire che la paura dell’attacco ne provochi un altro.

1️⃣ Riconosci il fenomeno, non combatterlo

Il primo errore è cercare di bloccare la crisi.
Ogni tentativo di resistenza amplifica la risposta neurofisiologica:
il corpo interpreta la lotta come un ulteriore segnale di pericolo e produce ancora più adrenalina.

La prima mossa è riconoscere con lucidità ciò che sta accadendo:

“Questo è un attacco di panico. È un picco momentaneo. Passerà da solo.”

Restare dove ci si trova e iniziare a calmare se stessi significa iniziare a riprendere il controllo.
Non è rassegnazione, ma accettazione attiva: consentire alla scarica di esaurirsi fisiologicamente, mentre il sistema nervoso rientra gradualmente in equilibrio.

2️⃣ Rallenta il ritmo, non il respiro

Durante la crisi, il respiro si fa rapido e superficiale.
Non è mancanza d’aria, ma iperventilazione, che altera l’equilibrio dei gas nel sangue e intensifica i sintomi.

Non serve inspirare di più: serve espirare più lentamente.

Esegui così:

Inspira in modo naturale, senza sforzo.

Espira con calma, contando fino a sei.

Tra un respiro e l’altro, attendi un secondo in silenzio.

Questo ritmo comunica al cervello che l’allarme è terminato, riducendo gradualmente tachicardia, tremori e vertigini.

3️⃣ Riporta il corpo nel presente

Il panico provoca spesso una sensazione di irrealtà, come se tutto fosse distante o finto.
È un fenomeno transitorio, noto come derealizzazione o depersonalizzazione.

Per contrastarlo, occorre riattivare la percezione corporea:

tocca un oggetto freddo o ruvido;

guarda intorno e descrivi mentalmente cinque dettagli concreti;

muovi lentamente le dita dei piedi o le mani.

Ogni gesto fisico riattiva la corteccia prefrontale, restituendo la percezione del qui e ora.

4️⃣ Se sei già in trattamento, contatta il tuo professionista

Se sei seguito da uno psicologo o da uno psichiatra, è opportuno contattarlo per riferire l’episodio e valutare insieme come intervenire.
La reperibilità telefonica non è un obbligo previsto per i professionisti, ma avere a cuore la salute dei pazienti significa anche garantire — nei limiti umani e organizzativi — un canale di contatto reale.

Chi scrive fornisce reperibilità telefonica diretta ai propri pazienti affetti da disturbi d’ansia e da attacco di panico, anche in orari serali, perché la tempestività in questi casi può davvero fare la differenza.
E, lasciatemelo dire: se lo faccio io, possono farlo anche i colleghi.
Altrimenti, perché mai avete scelto di fare questo lavoro?

5️⃣ Se non sei seguito, puoi contattare il medico di base

Il medico di medicina generale può essere un primo riferimento utile: conosce la tua storia clinica e, in linea teorica, dovrebbe poter rispondere anche in situazioni di urgenza.
Un suo riscontro può aiutare a escludere altre cause e a orientarti verso un intervento psicologico o specialistico mirato.

6️⃣ Se l’attacco non si risolve, recati al Pronto Soccorso

Nella maggior parte dei casi, un attacco di panico si autolimita in pochi minuti e non richiede cure ospedaliere.
Tuttavia, se i sintomi persistono oltre mezz’ora, o se compaiono dolori toracici, difficoltà respiratorie o perdita di coscienza, è opportuno recarsi al Pronto Soccorso per una valutazione medica immediata.
Nessuno specialista, in quel momento, può sostituirsi a una valutazione sanitaria diretta.

7️⃣ Dopo l’attacco: il passo decisivo

Il corpo si stabilizza, ma la mente resta spesso intrappolata nella paura che la crisi possa ripetersi.
È questo timore — non l’attacco in sé — a trasformare l’episodio in un disturbo da panico vero e proprio.

Una valutazione clinica mirata consente di capire dove il sistema si è bloccato e di agire con tecniche specifiche per interrompere la spirale ansiosa.
Nel mio metodo di lavoro, la priorità è ridurre subito frequenza e intensità delle crisi, restituendo al paziente la capacità di prevedere, contenere e superare gli episodi.
Ma questo è solo l’inizio, non la fine.
L’obiettivo reale è ripristinare la serenità psicologica e fisiologica del paziente a 360 gradi.

Se non sei seguito da alcun professionista

Non amo invitare nessuno a fissare un appuntamento, perché rispetto la libertà di ciascuno di scegliere il professionista che ritiene più adatto.
Tuttavia, nel caso dei disturbi d’ansia e da attacco di panico, se non sei seguito da alcun terapeuta — oppure se, pur essendo in cura, la situazione non sta migliorando — e se lo ritieni cosa gradita, puoi contattarmi liberamente.

Da oltre vent’anni mi occupo di disturbi d’ansia e da attacco di panico; gran parte del mio lavoro è documentato e consultabile online, per offrire a chi cerca aiuto un punto di riferimento serio, chiaro e verificabile.

📞 Dr. Daniele Russo
Psicologo – Disturbi d’Ansia e da Attacco di Panico
📍 Palermo, Largo Montalto, 5
📲 349 81 82 809

Avvertenza

Il presente articolo ha finalità informativa e divulgativa.
Non sostituisce in alcun modo la valutazione clinica, la diagnosi o la terapia psicologica individuale.
In presenza di sintomi persistenti o ricorrenti, è sempre opportuno rivolgersi a un professionista qualificato o al proprio medico curante.

L’autore mette a disposizione un contatto informativo diretto per chi desidera comprendere meglio la propria condizione o ricevere indicazioni sul metodo clinico applicato nei casi di ansia e panico.
Ogni intervento, tuttavia, deve essere personalizzato, strutturato e condotto in sede clinica, all’interno di un percorso definito.

CONOSCI VERAMENTE QUALCUNO CHE - OGGI COME OGGI - IN FONDO A SE STESSO NON SIA TERRORIZZATO? Ho sempre pensato che defin...
21/10/2025

CONOSCI VERAMENTE QUALCUNO CHE - OGGI COME OGGI - IN FONDO A SE STESSO NON SIA TERRORIZZATO?

Ho sempre pensato che definire questo disturbo “attacco di panico” sia un errore terminologico che tradisce la sua natura. Studi epidemiologici mostrano che i disturbi d’ansia — tra cui gli attacchi di panico — emergono prevalentemente in adolescenza e nei giovani adulti. Solo chi ci è passato può capire.

Non è un attacco.
È un’Onda. Arriva senza bussare, ti travolge, ti spezza il fiato, ti fa credere di stare per impazzire o morire. Il problema è che questo sintomo non vuole ucciderti: vuole che tu veda. Nel mio lavoro clinico incontro ogni settimana persone convinte di impazzire, di morire, di perdere il controllo. Ma nessuno muore di attacchi di panico.

Il panico è una forma di intelligenza primordiale: un sistema d’allarme evolutivo che fatica a trovare senso nel ritmo artificiale della vita moderna. È la biologia che non comprende la civiltà. L’adrenalina si accende come se un predatore ti stesse inseguendo — solo che oggi quel predatore è invisibile: è la tua stessa mente. Quando il corpo non trova un pericolo all’esterno, lo costruisce dentro. Il cuore accelera, il respiro si accorcia, lo sguardo si restringe. La mente urla: sto per morire. Ma ciò che davvero accade è più sottile: stai per rinascere. L’Onda non distrugge: purifica.

Ti costringe a fermarti dove da troppo tempo fingi di procedere. Credere di poterlo sconfiggere è fuorviante. Gli studi indicano che l’ansia non è un nemico, ma un messaggero. Medscape +1 Combatterla è come tentare di afferrare il mare con le mani: più ti agiti, più ti trascina a fondo. L’accettazione non è sconfitta: è lucidità, un atto di intelligenza biologica. Il respiro da solo non basta se lo sguardo resta orientato al pericolo. Puoi calmare il corpo, ma se la mente continua a cercare la minaccia, il fuoco si riaccende. Respirare senza comprendere è come spegnere un allarme ignorando l’incendio.

Chi vive il panico non è fragile: è un ipersensibile alla vita. Un radar umano che percepisce ogni minima variazione emotiva, climatica, relazionale. Ma quel radar — se non addestrato — interpreta il battito del proprio cuore come minaccia. E non è vero che il panico arriva dal nulla. Il “nulla” non esiste. Dietro l’Onda c’è sempre una catena invisibile di tensioni: parole non dette, desideri compressi, paure educate al silenzio. L’Onda è solo l’ultima scena di un film interiore cominciato molto tempo prima. Non passerà da solo.

Passerà quando lo ascolterai.

Quando lo riconoscerai non come un nemico, ma come un linguaggio del corpo che chiede presenza. Nel mio lavoro clinico vedo che il ritorno all’“adesso” è la vera via di uscita: nel presente, il panico non può vivere. Ha bisogno di futuro per spaventarti, di passato per spiegarsi. Ma se resti nel corpo, nel respiro, nel tempo reale, si disintegra.

Un esercizio utile — ma non esaustivo — per gestire un’Onda in assenza (o in attesa) di psicoterapia è il seguente: Guarda cinque cose. Tocca quattro superfici. Ascolta tre suoni. Senti due odori. Assapora una cosa. È un’ancora sensoriale che strappa la mente dall’incubo e la restituisce alla materia, alla realtà oggettiva. Prendi una chiave, una moneta, una matita. Descrivila mentalmente per un minuto, come se fosse la prima volta che la vedi: peso, temperatura, colore, bordi. È un esercizio di incarnazione: la coscienza torna al corpo, il pensiero diventa carne.

E in aggiunta: Non chiederti “Perché mi succede questo?”. Dì: “Cosa mi sta segnalando esattamente il mio corpo ora?”. Il corpo non è contro di te. È la tua memoria evolutiva, che parla un linguaggio arcaico e ti chiede solo di ascoltare. L’ansia non è una malattia: è una sensibilità estrema senza direzione. Chi ha vissuto un’Onda ha toccato il confine tra il visibile e l’interiore, tra biologia e sacro. È un’esperienza di disorientamento che, se attraversata, si trasforma in rivelazione. Il panico è un maestro crudele, ma onesto. Ti costringe a smettere di fingere che tutto vada bene. Ti inchioda al presente, ti impone di respirare davvero. Non è una punizione: è un richiamo al reale. Ti dice: “Ricomincia. Ma fallo vivo”.

Molti miei pazienti raccontano che, dopo aver attraversato un’Onda, la vita appare diversa: più lenta, più vera, più sensata. Come se, per la prima volta, fossero usciti da un sogno di controllo per entrare nella verità della fragilità umana. La prossima volta che senti il battito impazzire, non chiederti “Perché io?”. Chiediti: “Dove sto andando così veloce da aver perso me stesso?”. Non sei il tuo panico. Sei la nave. E l’ansia è solo un marinaio troppo zelante che grida Iceberg! ogni volta che vede una nuvola. Non eliminarlo: insegnagli a guardare il cielo.

Il panico non vuole la tua distruzione. Vuole la tua attenzione. E quando finalmente lo ascolterai, capirai che era solo la tua vita che bussava. La tua rinascita comincia nel momento in cui accetti di avere bisogno di aiuto — perché la voce del tuo inconscio, del tuo mondo interiore, del conflitto che con elevata probabilità si sta combattendo dentro di te, questa voce non puoi sentirla senza uno specialista serio. La tua rinascita non passa solo attraverso “quattro tecniche alla moda”.

Passa soprattutto dal coraggio di sederti di fronte a uno psicologo che non vuole la tua morte né prosciugare il tuo patrimonio. La tua rinascita comincia tra un respiro e l’altro.

— Daniele Russo

Ci sono pazienti che arrivano dopo anni di visite, esami, terapie fallite e diagnosi parziali senza mai ricevere una ver...
21/07/2025

Ci sono pazienti che arrivano dopo anni di visite, esami, terapie fallite e diagnosi parziali senza mai ricevere una vera spiegazione. Una donna di circa 40 anni, mentalmente integra ma segnata da 15 anni di sintomi cronici, era stata etichettata con “ansia e stress” come ultima e comoda formula medica. Nessuno aveva mai realmente ascoltato il corpo o collegato i pezzi. Quando l’ho presa in carico non ho cercato traumi, ho applicato il mio paradigma clinico e riconosciuto una sindrome da sensibilizzazione centrale.

per saperne di più sul blog:

Ci sono pazienti che arrivano dopo aver attraversato la via crucis di tutti gli specialisti. Che portano con sé cartelle mediche f***e di sigle, diagnosi parziali, terapie fallite.Eppure, nessuno ha ancora dato loro una vera spiegazione. Nessuno ha mai guardato l’insieme. Nessuno ha ascoltato dav...

domenica 20 luglio ore 22 e 30; una paziente che seguo soltanto da una settimana mi scrive.  Ha 24 anni e da tre anni so...
21/07/2025

domenica 20 luglio ore 22 e 30; una paziente che seguo soltanto da una settimana mi scrive. Ha 24 anni e da tre anni soffre di una tempesta emotiva e fisica legata a un disturbo d’ansia con attacchi di panico e sintomi somatici intensi. Ha provato un percorso cognitivo comportamentale che non ha dato nessun beneficio si è rivolta a me solo pochi giorni fa e ieri sera ha avuto una crisi con sintomi da Pronto Soccorso. Le ho risposto, perchè, da sempre offro la reperibilità telefonica per le emergenze. Stamattina mi scrive che "piano piano ho iniziato a stare meglio". per saperne di più sul mio blog:

Quando il corpo è un campo di battaglia Ore 22:30 di domenica 20 luglio. M., una giovane paziente di 24 anni, che seguo soltanto da una settimana mi scrive. Il suo corpo è in trincea. Fiato corto, cuore in gola, mente paralizzata. Una crisi d’ansia con sintomi così intensi da dovere ricorrere a...

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“Le cose o si fanno bene, oppure, non si fanno”.

Questo presupposto, dal mio primissimo paziente ad oggi, mi ha sempre guidato consapevole che dal mio operato dipende la salute e il benessere di un essere umano. Credo sia questa la coordinata di riferimento principale in un lavoro come il mio per garantire la remissione della situazione/problema vissuta dalla persona.

Oramai, dopo più di 400 casi clinici di situazioni anche complesse e catastrofiche - alcuni dei quali - confermati dalle opinioni espresse spontaneamente dalle persone che a me si sono rivolte (Recensioni non comprate e neanche copiate parola parola da altri come molti purtroppo fanno), posso affermare oltre ogni ragionevole dubbio - e senza arroganza e/o presunzione, che sei vuoi risolvere il tuo problema per sempre hai trovato lo Psicologo giusto qui a Palermo.

In uno studio elegante e accogliente opero nel fornire interventi specialistici per disturbi d’ansia e da attacco di panico.