Dr Antonio Ferro - Psicologo Psicoterapeuta

Dr Antonio Ferro - Psicologo Psicoterapeuta Psicologo Psicoterapeuta Ipnoterapeuta individuale, di coppia, familiare. EMDR.
Riceve ad Agrigento, Canicattì, Palermo e ONLINE.

Per verificare se si è stati ammessi al bonus psicologo 2025 e consultare l'elenco dei beneficiari, è necessario acceder...
07/12/2025

Per verificare se si è stati ammessi al bonus psicologo 2025 e consultare l'elenco dei beneficiari, è necessario accedere al sito ufficiale dell'INPS (www.inps.it). Una volta effettuato l'accesso all'area personale con SPID, CIE o CNS, si troverà l'esito della domanda e, se la richiesta è stata accolta, il codice univoco assegnato.
Questo codice è fondamentale per utilizzare il bonus e prenotare le sedute.

Nel silenzio della  , la mente finalmente si libera dal bisogno di correre. I pensieri, che durante il giorno bussano im...
29/11/2025

Nel silenzio della , la mente finalmente si libera dal bisogno di correre. I pensieri, che durante il giorno bussano impazienti, ora trovano uno spazio più ampio per distendersi. È in questo momento che puoi osservare te stesso con più gentilezza: ciò che oggi hai fatto è abbastanza, ciò che non hai fatto può attendere, e ciò che senti merita , non giudizio.
La notte è una piccola terapia quotidiana: il corpo rallenta, il respiro si fa più morbido, e il cervello si prepara a riorganizzare e ricordi, come chi riordina una stanza dopo una lunga giornata. Dormire non è solo riposare: è un atto di fiducia, un modo per dirti che puoi abbassare la guardia senza perdere te stesso.
Concediti questo spazio. Lascia che la stanchezza diventi un ponte, non un peso. E mentre chiudi gli occhi, ricorda che ogni notte è una : quella di un domani che potrà essere affrontato con più lucidità, più forza e, soprattutto, più verso te stesso.

Buonanotte, davvero.

“Rispetto. Generare relazioni autentiche” - Servizio Diocesano Tutea Minori dell’Arcidiocesi di Agrigento
28/11/2025

“Rispetto. Generare relazioni autentiche” - Servizio Diocesano Tutea Minori dell’Arcidiocesi di Agrigento

In occasione della Quinta Giornata di preghiera per le vittime di abusi si è svolto a Villaseta un incontro dal titolo “Rispetto. Generare relazioni autentic...

Ogni   è un piccolo esperimento di  : la mente si risveglia e, per un attimo, è sospesa tra ciò che siamo stati ieri e c...
28/11/2025

Ogni è un piccolo esperimento di : la mente si risveglia e, per un attimo, è sospesa tra ciò che siamo stati ieri e ciò che possiamo scegliere di essere oggi. È in questo spazio sottile che nasce la interiore: la possibilità di cambiare tono ai pensieri, di accogliere nuove, di guardare alle stesse situazioni con uno sguardo più gentile.
Nella giornata che inizia, anche un solo gesto consapevole (un respiro più profondo, un pensiero più leggero, un’attenzione in più verso se stessi o verso gli altri) può orientare il percorso in una direzione diversa. È nei piccoli inizi che si muove la forza silenziosa del .

24/11/2025

Il 24 novembre 2025 si è tenuto nella chiesa Santa Croce (Villaseta) di Agrigento, in occasione del la V Giornata nazionale di preghiera per le vittime e i ...

22/11/2025
21/11/2025

🙏 RISPETTO – Generare relazioni autentiche.

L’Arcidiocesi di Agrigento e il Servizio Diocesano Tutela Minori invitano tutta la comunità diocesana a un incontro di riflessione e confronto in occasione della V Giornata nazionale di preghiera per le vittime degli abusi.

📅 Sabato 22 novembre, ore 17:30
📍 Chiesa di Santa Croce – Villaseta (Agrigento)

Un momento per fermarsi, ascoltare e costruire insieme relazioni autentiche, fondate sul rispetto reciproco e sulla cura dell’altro.

Interverranno:
• S.E. Mons. Alessandro Damiano, arcivescovo di Agrigento
• Rossana Carmagnani, filosofa e psicologa
• don Vittorio Rocca, docente di teologia morale

Modera Antonio Ferro, del Servizio Diocesano Tutela Minori.

Vi aspettiamo per un incontro di ascolto, speranza e impegno condiviso. 💙

12/11/2025

Il 18 novembre 2025 la Chiesa italiana si raccoglierà in preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, una ferita che interpella la coscienza di tutti e chiede di essere guardata con verità, rispetto e responsabilità (qui) . Anche la Chiesa agrigentina vivrà questa giornata con spirito ...

La salute mentale non è un traguardo da raggiungere una volta per tutte, ma un equilibrio dinamico, fragile e prezioso, ...
10/10/2025

La salute mentale non è un traguardo da raggiungere una volta per tutte, ma un equilibrio dinamico, fragile e prezioso, che si costruisce giorno dopo giorno nel dialogo con sé stessi e con il mondo. È la capacità di restare umani anche quando la vita si fa complessa, di riconoscere le proprie vulnerabilità non come segni di debolezza, ma come spazi di autenticità e crescita.
In un tempo in cui la produttività sembra spesso contare più del benessere, prendersi cura della propria mente diventa un atto di resistenza gentile. Significa concedersi il diritto di rallentare, di sentire, di chiedere aiuto senza vergogna. La salute mentale non coincide con l’assenza di dolore, ma con la possibilità di dargli un senso, di integrarlo nella trama della propria storia personale.
Ogni relazione, ogni gesto di ascolto, ogni parola detta o taciuta contribuisce a questo equilibrio invisibile che ci tiene insieme. Coltivare la salute mentale è imparare a riconoscere i propri limiti e, nello stesso tempo, a credere nella possibilità di trasformarli in forza. È ricordare che dentro ciascuno di noi c’è una resilienza silenziosa, che attende solo di essere ascoltata.
Oggi, in questa Giornata Mondiale della Salute Mentale, possiamo fermarci un istante per accogliere ciò che siamo: non perfetti, ma vivi, capaci di speranza. E la speranza è forse la forma più profonda di salute mentale che possediamo.
AF

  d’Assisi è una figura che attraversa i secoli come un simbolo universale di guarigione interiore. Lui incarna il perco...
04/10/2025

d’Assisi è una figura che attraversa i secoli come un simbolo universale di guarigione interiore. Lui incarna il percorso di trasformazione che porta dall’ego ferito al sé riconciliato. Nato in un mondo segnato dal potere e dalla guerra, Francesco vive inizialmente l’illusione della gloria terrena. Ma la sua crisi, quel momento in cui tutto ciò che era “successo” si rivela vuoto, diventa la soglia di un nuovo modo di vedere. La spogliazione davanti al vescovo, il gesto di restituire perfino i vestiti al padre, rappresenta la rinascita dell’uomo autentico che sceglie di essere libero anche dal bisogno di apparire.
Il “poverello di ” non abbraccia la povertà come fuga dal mondo, ma come ritorno all’essenziale: all’essere umano spoglio di ogni potere, pronto ad accogliere la vita in tutte le sue forme. È l’esperienza di chi ha toccato la propria vulnerabilità e, anziché respingerla, l’ha trasformata in compassione. Da questa ferita guarita nasce la capacità di guardare l’altro non più come nemico, ma come fratello (anche quando appartiene a un’altra cultura, un’altra fede, un’altra parte del mondo).
Ed è qui che la figura di Francesco ci parla anche oggi. In un tempo in cui la violenza continua a devastare popoli e coscienze (come accade tragicamente in , dove innocenti vengono uccisi, e la logica del potere calpesta la dignità dei più deboli), Francesco ci richiama alla follia dell’ . Non quella ingenua o romantica, ma la follia di chi sceglie la pace quando il mondo grida vendetta. Il suo incontro con il Sultano, in piena crociata, è un gesto rivoluzionario: l’apertura empatica all’altro, la fede che non divide, ma si fa ponte.
Francesco è l’uomo che ha saputo vedere in ogni volto il riflesso del volto di . E nel Cristo povero, crocifisso, inerme, egli ha riconosciuto la verità ultima della vita: che la potenza di Dio si manifesta nell’amore che si lascia ferire pur di non ferire. È questa la suprema guarigione psicologica (e spirituale) dell’essere umano: uscire dalla logica del dominio per entrare nella logica della compassione.
Solo così il cuore può diventare specchio di Cristo: un cuore che, come il suo, porta le stimmate dell’amore, non per ostentazione, ma come segno di comunione con l’umanità sofferente.
A chi porta il nome di Francesco, auguro di custodire nel proprio cuore la stessa luce che guidò il Santo di Assisi: la luce di un amore che sa farsi pace, che non ha paura della tenerezza, che crede nella forza disarmante della bontà. Che il vostro nome sia ogni giorno un invito a costruire ponti, a lenire ferite, a scegliere la via di Cristo anche quando il mondo sembra perdersi nella violenza.
AF

🔴🔴 La vicenda della   Sumud Flotilla fermata da Israele in acque internazionali è un gesto che svela, ancora una volta, ...
03/10/2025

🔴🔴 La vicenda della Sumud Flotilla fermata da Israele in acque internazionali è un gesto che svela, ancora una volta, il modo in cui il potere si arroga il diritto di cancellare il diritto. Delle barche che portano aiuti diventano “minaccia”, un convoglio civile che porta aiuti umanitari viene trattato come un bersaglio da neutralizzare. E tutto questo non accade in un vuoto giuridico: accade mentre la Corte Internazionale di Giustizia parla esplicitamente di rischio genocidio, mentre organizzazioni come Amnesty e Human Rights Watch documentano distruzioni sistematiche e assedio deliberato.
Ciò che accade a Gaza non è una “crisi umanitaria” o un “conflitto complicato”: è un genocidio, compiuto da Israele sotto gli occhi del mondo, con la fame usata come arma, i civili trasformati in bersagli, un intero popolo condannato alla cancellazione.
È qui che si consuma il dramma più grave: le istituzioni scelgono di non vedere. Non si tratta di ignoranza, ma di rimozione consapevole. Non nominano il crimine perché sanno che dovrebbero guardarsi allo specchio, chiedersi perché, di fronte a bambini che muoiono di fame o sotto le bombe, il proprio Paese continua a intrattenere rapporti militari ed economici con chi li assedia. L’Italia è emblematica in questa ipocrisia: proclama la necessità di aiuti umanitari, ma permette la prosecuzione dei contratti di armamenti con Israele; dichiara “equilibrio” diplomatico, ma riduce al silenzio la vicenda della Flottilla; rivendica l’ordine pubblico contro chi manifesta, mentre resta cieca davanti al crimine più grave che un popolo possa subire: l’annientamento deliberato.
La società civile italiana, invece, ha deciso di vedere. Lo dimostrano le manifestazioni, i blocchi dei porti, la richiesta di embargo sulle armi. E lo dimostra con forza lo sciopero generale di oggi: un atto che spezza la routine quotidiana e afferma che non possiamo accettare l’indifferenza istituzionale. Fermarsi oggi significa rifiutare il cinismo, rompere la complicità, restituire alla politica quella coscienza morale che le istituzioni hanno tradito. È un atto di resistenza e di solidarietà che ribalta il silenzio: se i governi non vogliono vedere, tocca ai cittadini ricordare loro che la verità non può essere oscurata.
Israele sembra intrappolato in una dinamica che Freud avrebbe chiamato “coazione a ripetere”: il trauma di un popolo perseguitato, anziché trasformarsi in memoria capace di generare empatia, viene convertito in arma di dominio. La vittima di ieri si identifica con l’aggressore e finisce per esercitare sugli altri la stessa logica di annientamento da cui è stata ferita. È un paradosso tragico, ma reale: la ferita non elaborata diventa motore di violenza.
E il resto del mondo? Dissociato. Una parte proclama i diritti umani, l’altra tollera la loro violazione. È la schizofrenia dell’Occidente: difendere l’ordine internazionale quando conviene, sospenderlo quando mette in discussione gli alleati strategici. Questo doppio linguaggio penetra anche dentro di noi, ci abitua al cinismo, ci fa accettare che la vita di alcuni valga meno di quella di altri. È qui la vera sconfitta: nell’anestesia morale che ci fa percepire il genocidio come un “effetto collaterale”, la fame come un “strumento bellico”, l’annientamento di un popolo come un “danno collaterale”.
La Flottilla fermata non è solo la fine di un viaggio: è il simbolo di un’umanità bloccata. Bloccata dalla paura di nominare il crimine per quello che è, bloccata dall’ipocrisia dei governi che predicano pace ma commerciano armi, bloccata dall’incapacità di riconoscere nell’altro la propria stessa fragilità. E mentre si fermano le navi, si ferma anche la possibilità di credere che il diritto internazionale non sia soltanto carta straccia.
In fondo, la domanda che ci resta è semplice e bruciante: quanto ancora possiamo negare di vedere, prima che il silenzio diventi la nostra vera condanna?
AF

Indirizzo

Via Giuseppe Sciuti, 54
Palermo
90144

Orario di apertura

Lunedì 10:00 - 20:00
Martedì 10:00 - 20:00
Mercoledì 10:00 - 20:00
Giovedì 10:00 - 20:00
Venerdì 10:00 - 20:00

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