16/09/2025
'Viso pulito, bontà d'animo e gentilezza'.. sono diventati sinonimo di fragilità quando sono una grande ricchezza, che fa paura..
Iniziamo da subito ad individuare e prevenire/risolvere determinate azioni di singoli individui o gruppi; non esiste età, non esiste leggerezza nei confronti di determinate azioni e parole rivolte ad un altro compagno/a, non c'è giustificativo che tenga.
Alle volte la vita di questi bambini sembra essere una scelta tra l'essere vittima o carnefici, davvero vogliamo questo e che poi diventino quello che inevitabilmente ciò implicherà?!
Dobbiamo affrontare la cosa per quello che è, nell'immediato
I GENITORI E LA SOCIETA' TUTTA HA NELLE PROPRIE MANI LE VITE NON SOLO DEI PROPRI BIMBI, MA DI TUTTI I BIMBI!!
“Conservatemi un posto in prima fila a scuola”.
L’ha scritto Paolo, 15 anni, ai suoi compagni di classe.
Il giorno prima di tornare a scuola.
Qualche istante prima di togliersi la vita.
Dicono che l’abbia ucciso il bullismo.
È vero.
Paolo è stato ucciso anche dagli adulti al di fuori della sua famiglia che non hanno saputo proteggerlo.
Hanno ucciso anche la mamma e il papà di Paolo.
Hanno ucciso anche i suoi fratelli.
Perché senza Paolo nulla sarà come prima.
Paolo è stato ucciso dai bulli e dalle famiglie dei bulli.
Paolo è stato ucciso da chi ha sminuito, deriso, ferito, offeso.
Paolo è stato ucciso da chi si è girato dall’altra parte e ha fatto finta di non vedere, di non sapere.
Paolo non diventerà mai grande.
Sarebbe stato un adulto che avrebbe reso questo mondo migliore.
E, invece, sarà per sempre un ragazzo a cui non sono state perdonate la sua gentilezza, il suo viso pulito, la bontà della sua anima.
Una bara bianca in cui il suo corpo vivrà per sempre insieme ai suoi sogni, alle sue speranze, ai suoi sorrisi.
Al suo dolore.
“Che p***e tornare a scuola”.
Ti capisco Paolo.
Che p***e tornare in un posto in cui, invece di costruire il tuo futuro, dovevi combattere contro compagni che ti insultavano e docenti che “non sapevano”.
Perché tra le pagine di un libro e i voti sul registro
il silenzio di un ragazzo che grida il suo dolore non si sente.
Paolo, con gli occhi buoni e la faccia pulita.
Scusaci.
Noi adulti stiamo rendendo invivibile questo mondo per chi, come te, ha cuore ed emozioni.
Per chi non si confonde con la massa che puzza di ignoranza.
Io non sto zitta.
E, come me, non resteranno in silenzio nemmeno altre persone che, ogni giorno, cercano di cambiare il presente per rendere il futuro un luogo accogliente per le anime dolci come la tua.
Non dovevi morire, Paolo.
Non dovevi.
Non è giusto.
Ora, ovunque tu sia, non smettere mai di essere amore.
(Natascja Di Berardino)