Osteopata D.O. M. R.O.I. Membro del Registro Italiano
degli Osteopati - Tessera n° 217
L'Osteopatia è una medicina non convenzionale riconosciuta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e definita nel 2007 come una medicina basata sul contatto primario manuale nella fase di diagnosi e trattamento. Il report 2012 della Osteopathic International Alliance la definisce come un sistema di cura che attraverso la valutazione, la diagnosi e il trattamento, può essere applicato ad una vasta varietà di condizioni cliniche, entrando a pieno titolo nel concetto di cura della salute supportato da conoscenze scientifiche. L'Osteopatia si basa sul considerare l'essere umano come l'unità di corpo, mente e spirito. Ogni singola parte del corpo è in grado di interagire con l'insieme attraverso il movimento, cartina al tornasole della qualità della vita e della salute. Attraverso la sua valutazione (analisi della postura e palpazione) è possibile individuare gli eventuali disturbi su cui intervenire attraverso tecniche manuali in grado di correggere i disequilibri e ripristinare le condizioni fisiologiche del movimento e quindi della salute. Pur non utilizzando farmaci, rimedi naturali e strumenti medicali o elettromedicali, attraverso la manipolazione dei tessuti, un osteopata è in grado di innescare i processi di autoguarigione di cui è naturalmente dotato l'organismo. Non interviene nel recupero di mobilità persa in seguito a patologie neurologiche od ortopediche, traumi o interventi chirurgici, e non può quindi essere inserita tra gli interventi riabilitativi: è complementare ad altre professioni sanitarie, come la fisioterapia e la medicina convenzionale. I disturbi su cui l'osteopatia può agire interessano l'apparato neuro-muscolo-scheletrico, cranio-sacrale e viscerale. Oltre ad essere un valido contributo e supporto nella cura di molte patologie, l'osteopatia si dimostra efficace anche nelle prevenzione e nel mantenimento dello stato di salute. Il suo valore terapeutico, oltre che ad essere testimoniato dagli stessi pazienti (circa il 7-8% della popolazione ricorre all'osteopatia secondo i dati Istat ed Eurispes 2012), è dimostrato dalle evidenze emerse dalla ricerca scientifica. In Italia sono circa 5mila gli osteopati, di cui circa 1.900 iscritti al ROI.
Sono presente sulla piattaforma www.miodottore.it, per cercare di dare maggiori servizi e facilitare la ricerca della mia attività. MioDottore è parte del gruppo Docplanner, ed è la piattaforma digitale leader in Italia dedicata alla sanità privata e pubblica che connette i pazienti con medici s...
26/07/2023
Sono in ferie!
Ci vediamo lunedì 31 luglio!☺️
…sono arrivati i biglietti da visita nuovi! ❤️
25/03/2023
Corso inserito nel programma formativo della Scuola Regionale dello Sport CONI Comitato Regionale Emilia Romagna Diventa un tutor per l’inclusione nelle palestre e nei campi sportivi! DOCUMENTI: MODULO DA COMPILARE PER L'ISCRIZIONE PROGRAMMA CORSO INFORMAZIONI IL CORSO DI TERRA' IN PRESENZA N.B...
25/03/2023
Riportiamo un bell'articolo di Gianfranco Beltrami uscito in Gazzetta di Parma, in cui si parla dell'Osteopatia
Osteopatia la disciplina «dolce» Manipolazioni per stare bene
L’osteopatia, tecnica nata per ripristinare le normali funzioni dell'organismo, si va sempre più affermando, tanto che un sondaggio del 2020 ha stimato siano circa 200.000,f ra cui molti medici, gli osteopati presenti in 46 paesi del mondo.
In Italia nel 2021 è stata riconosciuta la professione sanitaria dell'osteopata, ottenibile con laurea triennale universitaria abilitante e iscrizione all'albo, che consente di svolgere in via autonoma, o in collaborazione con altre figure sanitarie, interventi di prevenzione e mantenimento della salute attraverso il trattamento di disfunzioni somatiche nell'ambito dell'apparato muscolo scheletrico.
L'osteopatia è una tecnica sviluppata verso la fine dell'800 negli StatiUniti da Andrew Taylor Still e si basa sul principio che le strutture anatomiche e le funzioni fisiologiche dell'organismo umano sono strettamente integrate e che il benessere di una persona dipende dall'equilibrio delle strutture neurologiche, muscolo scheletriche viscerali.
Ho avuto modo di sperimentare fra i primi in Italia, fin dai primi anni Ottanta con importanti collaborazioni, i benefici dell'osteopatia in ambito sportivo e nel trattamento di numerose patologie, toccando con mano vantaggi di una tecnica che non si sofferma solo sul sintomo, ma si approccia alla persona nella sua interezza, considerando il corpo come un tutt'uno e attraverso la palpazione e la manipolazione di quel sistema connettivale, che mette in comunicazione muscoli, ossa, vasi e nervi, stimola l'autoguarigione, sfruttando la naturale capacità del corpo di autoregolarsi e ritrovare così lo stato di salute.
Una professionalità importante che, collaborando con il medico e con tutte le altre figure professionali sanitarie, è in grado di garantire al paziente un percorso diagnostico e terapeutico in assoluta sicurezza.
L'osteopatia non deve sostituire in alcun modo le terapie farmacologiche o specialistiche prescritte dal medico e l'intervento di altre validissime figure professionali, come fisioterapisti, massaggiatori e chinesiologi ma con queste deve integrare le proprie competenze, una volta che insieme al medico è stata fatta la corretta diagnosi e condivisa la terapia.
La diagnosi osteopatica comprende l'anamnesi, la palpazione, i test di mobilità attiva e passiva per identificare parametri associati alla comparsa del dolore, asimmetria, range di movimento, attenta valutazione delle modificazioni dei tessuti come rigidità, edema o fibrosi.
Dopo la diagnosi, la terapia si basa unicamente su manipolazioni manuali per lo più dolci e non invasive che trattano le diverse patologie con l'intento di eliminare quelle alterazioni o blocchi responsabili del dolore o della disfunzione.
Il campo d'azione dell'osteopatia esclude peraltro tutte le lesioni anatomiche gravi, oltre che tutte le urgenze mediche in cui è fondamentale agire tempestivamente, in quanto queste patologie non possono essere combattute con le sole difese dell'organismo, ed esclude anche le malattie infettive, degenerative e genetiche.
Nel mondo sportivo sono campi applicativi dell’osteopatia non solo nell’ambito della cura di diverse problematiche dell’atleta ma anche nella loro prevenzione.
Affidarsi all’osteopata per un atleta significa la volontà di prendersi cura del proprio corpo per ottenere la massima efficienza dell’apparato muscolo-scheletrico ed il massimo delle proprie potenzialità per ottimizzare la prestazione.
Questo vale per gli atleti che praticano le discipline dell’atletica leggera, per ciclisti, tennisti, sciatori, pallavolisti, golfisti, ma non vi è disciplina sportiva in cui non sia importante mantenere il migliore assetto posturale, evitando contratture e disfunzioni che sono causa di infortuni e cali di rendimento.
Tenendo in considerazione tutta la storia personale del paziente, la sua postura, le sue caratteristiche, I’osteopata valuta la mobilità delle strutture articolari ed interviene con le tecniche manuali più opportune, con l’obiettivo di ripristinare la fisiologica ed ergonomica distribuzione del movimento sul piano articolare e miofasciale.
L’obiettivo è di limitare la possibilità di sviluppare sintomi che influirebbero negativamente sulla performance dell’atleta.
Le strutture più frequentemente esposte a sintomi sono il tratto cervicale della colonna vertebrale, il tratto lombare, la spalla, il gomito, i tendini della regione del ginocchio, il tendine achilleo, i tendini che si inseriscono su epitroclea ed epicondilo nel tennis e negli sport di lancio.
La manipolazione del sistema fasciale e delle articolazioni che sono coinvolte nello schema motorio dell’atleta riducono gli attriti e migliorano gli scorrimenti delle fasce muscolari prevenendone l’usura. Il trattamento osteopatico è particolarmente indicato anche negli stati dolorosi che sono la conseguenza di squilibri non ancora evoluti in una vera e propria patologia, quindi ancora recuperabili velocemente come ad esempio i dolori lombari che possono evolvere, se non trattati preventivamente, in protrusioni, sciatalgie ed ernie discali.
Il trattamento osteopatico può inoltre essere di supporto ad altre figure sanitarie per ridurre i tempi di recupero nel trattamento di lesioni traumatiche fra cui distorsioni, stiramenti, contratture, pubalgie, tendiniti, epicondiliti, strappi muscolari, valutando l’atleta al fine di risalire allo squilibrio principale che ha portato il tessuto in questione al sovraccarico e alla infiammazione.
Gianfranco Beltrami
Vice Presidente Federazione medico sportiva italiana, Direttore scientifico Terme di Monticelli.
Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Massimo Marenzoni Osteopata D.O. M ROI pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.
Quando incontri una persona fredda, buia e spenta, riscaldala con le parole, illuminala con un sorriso e accendila … con il tuo ottimismo! Non importa che tipo di malattia ha quell’essere umano, ma che tipo di essere umano ha quella malattia!
Un buon osteopata deve essere molto preparato tecnicamente e professionalmente, occorre – Conoscenza, Sensibilità Manuale ed Intuito Clinico – ma serve solo questo?
Io penso che la finalità terapeutica perseguita debba prevedere anche l’uso di capacità psicologiche speciali: capacità di ascolto e di partecipazione umana, pazienza, pulizia emotiva personale, equilibrio interiore, flessibilità, capacità di gestione della distanza emozionale, esperienza di vita, modestia e umiltà, capacità di incoraggiamento, in poche parole un buon osteopata deve saper stabilire un rapporto empatico con la persona da curare. Deve essere in grado di cogliere l’essere umano nella sua globalità, nella sua unità di corpo, anima e psiche. Parliamo quindi di osteopatia come di un aiuto totale, poiché le persone sofferenti e disabili, di qualunque natura sia la loro sofferenza e la loro disabilità, hanno necessità di essere aiutate nel fisico e nel morale, debbono imparare non soltanto a superare i loro deficit motori ma ad avere la forza, la volontà, il coraggio di farlo. Occorre loro insegnare che il dolore è l’unico mezzo a disposizione del nostro corpo, per suggerirci, consigliarci, stimolare la nostra attenzione e il nostro amor proprio, è fondamentale imparare a comprenderne i linguaggi e non limitarci solo a respingere o sopprimere il dolore sgradito spesso rivelatore di scomode ma importanti verità!
Ritengo che, sia sopprimere il segnale doloroso (non abbiamo tempo di ascoltare, abbiamo troppa fretta di fare altre cose!), sia ascoltare cosa dice e muoversi di conseguenza, non rappresentino scelte giuste o sbagliate in sé, perché le priorità sono diverse per ciascun individuo e anche per la stessa persona cambiano a seconda dei momenti, ma saper cogliere la differenza è il primo passo verso una trasformazione e un miglioramento della qualità della nostra vita. Come bene esprime il collega Andrea Ghedina: “Il lavoro dell’osteopata si iscrive in una relazione terapeutica di diverso valore, dove io – terapeuta – non guarisco, conscio di non averne il potere, ma bensì accompagno e il corpo diviene territorio di navigazione senza fine, tra le onde, a volte dolci e a volte impetuose del mare dell’esistenza ..”
“ La malattia prima ancora di essere il campo di competenza dei medici è il punto di crisi di una biografia”. Umberto Galimberti – Filosofo
A proposito della Capacità di Ascolto… Lo psicologo Albert Mehrabian, studioso della comunicazione non verbale, ha stabilito che soltanto il 7% di tutte le informazioni che ci arrivano da un discorso passa attraverso le parole; il restante, è comunicazione non verbale, e si divide in 38% che ci perviene dal tono di voce e il 55% arriva dai segnali di mani, occhi, braccia, gambe, piedi ecc. In pratica il corpo parla, ma non sempre ne comprendiamo il linguaggio e spesso ne fraintendiamo i messaggi. Cosi come ampiamente spiegato nel libro dello psicologo Vittorio Caprioglio “Il linguaggio del corpo”, se correttamente codificato tale linguaggio può risultare molto eloquente e raccontare emozioni, stati d’animo, desideri, affinità. Capirne i messaggi significa entrare in sintonia con i pazienti in un modo più profondo. Io amo ripetere che la vera carta d’identità con cui il paziente si presenta è il suo corpo. I diversi distretti corporei ci raccontano ognuno un pezzetto della nostra storia, ma la trama di questo racconto si può cogliere solo guardando le cose come una totalità.
Prestare attenzione a un paziente significa “ascoltare” una globalità di messaggi e per fare ciò occorre una grande pratica. Nessuno di noi è abituato a essere ascoltato e per il momento, tutti abbiamo un enorme bisogno di essere compresi.
Credo che per un corretto trattamento osteopatico sia utile, come primo requisito per un Buon Osteopata, la Presenza. E’ fondamentale essere ben “radicati e centrati” prima di cominciare ad ascoltare. Altro importante fattore, è saper spostare l’ascolto su se stessi e canalizzare l’attenzione totalmente sull’altra persona. Una corretta respirazione aiuta ad allontanare da se ogni preoccupazione o pensiero che possa influire sulla concentrazione che serve nella cura del paziente. Non scordiamoci poi di evitare di rispondere al telefono, inviare messaggi o farci disturbare da altre persone mentre stiamo ascoltando il nostro paziente. La ricerca di un buon equilibrio nelle dinamiche relazionali con il paziente porta ad una maggiore consapevolezza e competenza nel nostro lavoro con risultati evidenti nella pratica quotidiana.
Il Buon Osteopata, proprio perché l’Osteopatia è definita medicina olistica, nella fase diagnostica dovrà tenere conto dell’individuo nel suo insieme fisico, psichico e spirituale, ma anche comprendere il suo rapporto con l’ambiente esterno e le possibili reazioni agli stimoli che da esso gli provengono. In questo gli studi di Epigenetica sono estremamente raffinati e interessanti. Come si legge nel libro “Osteopatia come Medicina di terreno” dei colleghi Osteopati M. Fornari, S. Matassoni e coll., ogni persona ha una propria precisa identità, ma è accomunata agli altri individui per similitudini genetiche, habitat e per abitudini alimentari, occorre quindi differenziare la scelta terapeutica adatta a quel singolo paziente.
Applicare la Medicina di terreno significa anche valutare le nuove patologie che insorgono nel periodo storico: malattie autoimmuni, intolleranze alimentari, stress psichico, alta conflittualità sociale, malattie tumorali con le quali bisogna imparare a misurarsi ogni giorno e che costringono l’osteopata a sviluppare conoscenze sempre più adeguate.