27/05/2020
Ernia del disco:
Trattamento intraforaminale percutaneo sintomatico per le ernie del disco e le stenosi foraminali
L’ernia discale è una patologia abbastanza frequente che interessa la fascia di età tra i 30 e i 50 anni; la sede più frequente è quella lombare è seguita subito dopo da quella cervicale. È determinata dalla rottura focale dell’anulus fibrosus che “contiene” il nucleo polposo che solitamente fuoriesce in sede posteriore o laterale. Poiché importanti revisioni casistiche hanno dimostrato che anche i risultati a distanza del trattamento chirurgico non sono scevri da conseguenze, negli ultimi anni tali indicazioni si sono molto ristrette, essendo fondamentalmente riservate ai casi in cui sono presenti paresi/paralisi nervose o sindrome della cauda.
Nel contempo sono state messe a punto altre terapie “mini-invasive” che con accesso percutaneo tendono a “ridurre” il volume discale o a “cicatrizzare” l’anulus fibrosus.
Anche le tecniche mini-invasive sono però gravate da alcune complicanze, la più temibile delle quali è la spondilodiscite.
La revisione epicritica di importanti casistiche, aldilà dei casi che prevedono un trattamento chirurgico spesso in urgenza, ha dimostrato che il trattamento conservativo dell’ernia discale, basato fondamentalmente sulla somministrazione di farmaci anti-infiammatori e miorilassanti, consente di superare l’episodio acuto che spesso resta unico.
Solitamente la sintomatologia tende a ridursi spontaneamente dopo due/quattro mesi.
Questo approccio principalmente “farmacologico” al trattamento dell’ernia discale ha però lo svantaggio di non risolvere rapidamente la sintomatologia dolorosa e la disabilità conseguente e di obbligare all’assunzione di farmaci per molti mesi.
Per superare queste limitazioni e alla luce delle più recenti acquisizioni scientifiche che identificano nei fenomeni infiammatori locali la maggior responsabilità della sintomatologia causata dall’ernia discale, si tratta con approccio percutaneo solo l’epifenomeno infiammatorio senza “toccare” il disco.
Questo approccio terapeutico consente di ottenere un risultato spesso immediato e definitivo sulla sintomatologia e di evitare le complicanze legate al trattamento del disco.
Consapevoli della bontà di questo tipo di trattamento sintomatico dell’ernia discale, avvalorato dall’esperienza maturata negli anni , abbiamo iniziato a trattare con terapia loco-regionale gli episodi acuti, anche recidivanti, di ernia del disco con irritazione radicolare. Il trattamento loco-regionale percutaneo viene eseguito mediante guida Tc o ecografica consente di ridurre il dolore rachideo e l’irritazione radicolare in oltre l’80% dei casi, restituendo il paziente alle normali attività quotidiane. Si utilizzano farmaci quali steroidi ed anestetici ma anche miscele di gas come Ossigeno/Ozono ( quest'ultimo estremamente efficace nel trattare i sintomi dell'ernia discese e la compressione radicolare ).
Solitamente questa procedura viene eseguita monolateralmente ad un solo livello e dura complessivamente circa 30 minuti.
Quando la sintomatologia è bilaterale o vi è il coinvolgimento di più radici è possibile eseguire il trattamento a più livelli nella stessa seduta.
L’effettuazione di questa procedura di radiologia interventistica prevede una visita ambulatoriale di selezione/accettazione del paziente ed una visita ambulatoriale di controllo dopo almeno un mese. Solitamente per risolvere la sintomatologia è sufficiente da uno a tre trattamenti. Le controindicazioni pressoché assolute a questo trattamento sono le patologie da sanguinamento e le infezioni locali o generali.
La presenza di pacemaker o device elettronici (se non sono temporaneamente disattivabili) consiglia di eseguire solo l’iniezione di steroide; l’esistenza di ipertensione e/o diabete induce a ridurre/evitare l’iniezione di steroide.
Per info e appuntamenti : stefano folzani md - 3317403076 - 3382974695 - www.stefanofolzani.it