19/04/2023
Come si arriva ai corpi chetonici?
L’organismo inizia ad attingere energia dalle proprie riserve di glucidi contenuti nel glicogeno di riserva, principalmente muscolare ed epatico, mantenendo l’insieme delle funzioni fisiologiche. Il glicogeno muscolare e quello epatico vengono trasformati in glucosio. In seguito, quando le riserve di glicogeno saranno esaurite, gli aminoacidi e il glicerolo derivanti dalle proteine e dai trigliceridi, vengono convertiti in glucosio (gluconeogenesi).
Dopo 2 o 3 giorni si verificherà un terzo fenomeno: la chetosi. Gli acidi grassi liberi derivanti dalla degradazione dei trigliceridi produrranno in questa fase i cosidetti “corpi chetonici” a livello del fegato.
La dieta chetogenica è per lo più utilizzata per perdere peso, soprattutto nei casi di forte sovrappeso e obesità. La strategia keto è apparsa come determinante e prioritaria nelle linee guida della Società Europea dell’Obesità, il cui documento ufficiale, pubblicato sulla rivista Obesity Facts, rappresenta un fondamentale punto di riferimento per i professionisti chiamati a trattare persone con obesità.
La chetogenica ha mostrato numerosi punti di forza, rispetto ai normali schemi ipocalorici, proprio grazie all’azione dei corpi chetonici, capaci non solo di ridurre il senso di fame, ma anche di favorire una maggior perdita di massa grassa preservando quella magra.
Per questo, la task force europea di EASO (European Association for the Study of Obesity) ha recentemente proposto una dieta a bassissimo contenuto calorico, definita VLCKD (Very Low Calorie Ketogenic Diet), come strategia nutrizionale di partenza nella gestione dell’obesità.
Gli studi hanno mostrato che l’impiego di una dieta chetogenica VLCKD comporta non solo una significativa perdita di peso, ma anche un importante miglioramento di tutta una serie di parametri della composizione corporea.
Studio scientifico: “La VLCKD: uno studio sulla sicurezza nella vita reale nel contesto dell’obesità”.
Le diete VLCKD vengono formulate tramite lo sbilanciamento dell’alimentazione verso le proteine, ma in quantità tale da non configurare una dieta iperproteica. L’apporto giornaliero di proteine, quindi, sarà normoproteico, di alto valore biologico e di facile assimilazione (alto coefficiente di assorbimento), permettendo così un risparmio della massa muscolare.
Unito ad apporti glucidici e lipidici predeterminati, tutto ciò costringe l’organismo ad utilizzare i grassi di deposito come principale fonte di energia, realizzando così un dimagrimento selettivo sulla massa grassa e risparmiando la massa magra che comprende muscoli, elasticità della pelle, ossa e varie funzioni vitali.