17/11/2025
I piedi sono gli ultimi della lista. Li infiliamo in scarpe scomode, li costringiamo su tacchi, li dimentichiamo per mesi. E poi ci stupiamo quando tutto il resto fa male.
Ma i piedi non dimenticano. Archiviano ogni passo, ogni trauma, ogni compenso.
Ho trattato un runner professionista che aveva dolore cronico alla spalla destra. Aveva fatto infiltrazioni, fisioterapia, esami. Niente.
Quando l'ho osservato camminare, ho visto che zoppicava leggermente. Lui non se ne era mai accorto. Una vecchia distorsione alla caviglia sinistra, "guarita" anni prima, aveva cambiato il suo appoggio. Il corpo aveva compensato. Prima con il ginocchio, poi con il bacino, poi con la colonna. E alla fine, la spalla aveva ceduto.
Abbiamo lavorato per settimane. Non sulla spalla. Sui piedi.
Quando l'appoggio è tornato simmetrico, la spalla ha smesso di urlare.
Il corpo è una catena. E i piedi sono il primo anello. Se trascuri l'inizio, puoi lavorare quanto vuoi sul resto. Ma non cambierà mai nulla.
Quando è stata l'ultima volta che ti sei chiesto: "come stanno i miei piedi?"