Studio Cardiologico Dott.ssa D'Asaro

Studio Cardiologico Dott.ssa D'Asaro Lo Studio Cardiologico Dott.ssa D'Asaro è specializzato nella prevenzione, diagnosi e terapia delle malattie cardiovascolari

22/08/2018

Il dott. Lorenzo Menicanti, direttore scientifico di , consiglia una preziosa medicina

In montagna o al mare anche il ❤ va in vacanza! Buona estate!
21/06/2017

In montagna o al mare anche il ❤ va in vacanza! Buona estate!

03/06/2017

L'approfondimento di Insanitas. Parte I.

18/04/2017

IL CONSIGLIO DI EAT: QUALE ATTIVITÀ FISICA SVOLGERE COME STRUMENTO DI PREVENZIONE E TERAPIA

Attività fisica come prevenzione:

Esistono numerose evidenze scientifiche di come la pratica di una regolare attività fisica determini una minor probabilità di ammalarsi di malattie cardio-vascolari, (come aterosclerosi, ipertensione arteriosa) di malattie metaboliche (come diabete e obesità), di malattie psichiatriche (come i disturbi di ansia), di malattie reumatiche e osteoporosi.

Attività fisica come terapia:

Qualora purtroppo la malattia si sia già manifestata, una regolare attività fisica può rappresentare un ottimo approccio di prevenzione secondaria, per far sì che la patologia non si aggravi. Osteoporosi, ipertensione arteriosa e diabete sono le patologie più frequenti che possono trarre beneficio dall’attività fisica.

Ma quale attività fisica?
Attività fisiche aerobiche di tipo moderato:
- Camminare a passo svelto
- Correre
- Andare in bicicletta
- Nuotare
- Ballare
- Fare giardinaggio

Per scoprire gli altri consigli dei nutrizionisti di EAT, visita il sito www.progetto-eat.it

15/04/2017
06/04/2017
28/03/2017

Per la prima volta usate in cardiochirurgia tecniche miste pediatriche e per adulti. La commozione in sala operatoria. «Nella letteratura medica mai un caso simile»

Ancora troppo spesso i pazienti che assumono terapia anticoagulante orale o che dovrebbero assumerla hanno remore sull'u...
18/03/2017

Ancora troppo spesso i pazienti che assumono terapia anticoagulante orale o che dovrebbero assumerla hanno remore sull'utilizzo dei nuovi anticoagulanti orali ritenendo più sicuro il Warfarin.
Facciamo un po' di chiarezza sull'argomento

Linee guida ESC 2016

Antagonisti della vitamina K (AVKs)

Warfarin ed altri antagonisti della vitamina K sono stati i primi farmaci utilizzati a scopo anticoagulante nei pazienti con fibrillazione atriale. La terapia con antagonisti della vitamina K riduce il rischio di ictus di due terzi e la mortalità di un quarto rispetto ai casi-controllo (pazienti trattati con aspirina o nessuna terapia).

Gli antagonisti della vitamina K sono stati utilizzati in molti pazienti in tutto il mondo con buoni risultati come evidente nel braccio warfarin del NOACtrials. L’uso di antagonisti della vitamina K è limitato dallo stretto intervallo terapeutico, rendendo necessario un frequente monitoraggio e altrettanto frequenti aggiustamenti posologici. Tuttavia gli antagonisti della vitamina K in range terapeutico sono efficaci per la prevenzione dell’ictus nei pazienti con fibrillazione atriale.

Anticoagulanti orali non antagonisti della vitamina K antagonisti (NAOCs)

I farmaci anticoagulanti orali non antagonisti della vitamina K (NOACs) comprendono il Dabigatran (inibitore della trombina), l’ Apixaban, l’ Edoxaban e il Rivaroxaban (inibitori del fattore Xa). Questi farmaci sono alternative agli antagonisti della vitamina K per la prevenzione dell’ictus nella fibrillazione atriale.

Tutti NOACs hanno un effetto farmacologico prevedibile, senza necessità di regolare monitoraggio dell’ anticoagulazione.

Apixaban

Nel trial Aristotele (Apixaban for Reduction in Stroke and Other Thrombo-embolic Events in Atrial Fibrillation) apixaban 5 mg due volte al giorno ha ridotto l’incidenza di ictus o embolia sistemica del 21% rispetto al warfarin, combinato con una riduzione del 31% di sanguinamenti maggiori e una riduzione dell’11% nella mortalità per tutte le cause. I tassi di ictus emorragico e di emorragia intracranica, ma non di ictus ischemico, sono risultati inferiori rispetto al warfarin. I tassi di sanguinamento gastrointestinale erano simili tra i due bracci di trattamento. Apixaban è l’unico NOAC confrontato in un trial randomizzato con l’aspirina in pazienti con fibrillazione atriale. In questo studio ha ridotto significativamente ictus e embolie sistemiche (del 55% rispetto all’aspirina), senza o con solo una piccola differenza nei tassi di sanguinamento maggiore o emorragia intracranica.

Dabigatran

Nello studio RE-LY (Randomized Evaluation of Long-Term Anticoagulation Therapy) dabigatran 150 mg due volte al giorno ha ridotto il tasso di ictus e di embolia sistemica del 35% rispetto al warfarin senza una differenza significativa nei principali eventi emorragici. Il dabigatran 110 mg due volte al giorno è risultato non inferiore al warfarin per la prevenzione di ictus e di embolia sistemica, con il 20% in meno sanguinamento maggiore. Entrambe le dosi di dabigatran riducono significativamente l’incidenza di ictus emorragico ed emorragia intracranica. Dabigatran 150 mg due volte al giorno ha significativamente ridotto l’incidenza di ictus ischemico (24% in meno) e di mortalità vascolare (12% in meno), mentre il sanguinamento gastrointestinale è risultato significativamente aumentato. Nel trial è stato riportato un incremento non significativo nel tasso di infarto miocardico con entrambe le dosi di dabigatran, dato non confermato nell’ analisi dei dati sul mondo reale. Questi ultimi dati osservazionali hanno confermato il beneficio di dabigatran confrontato con gli antagonisti della vitamina K già evidenziato nello studio RE-LY soprattutto nei pazienti trattati con la dose più alta del farmaco (150 mg due volte al giorno).

Edoxaban

Nel traial ENGAGE AF-TIMI 48 (Effective Anticoagulation with Factor Xa Next Generation in Atrial Fibrillation–Thrombolysis in Myocardial Infarction 48) Edoxaban 60 mg una volta al giorno e Edoxaban 30 mg una volta al giorno sono stati confrontati con warfarin. Edoxaban 60 mg una volta al giorno è risultato non inferiore a warfarin. Considerando solo i pazienti che hanno concluso lo studio e escludendo quelli che hanno interrotto il trattamento, Edoxaban 60 mg una volta al giorno ha significativamente ridotto i tassi di ictus o embolia sistemica (21% in meno) e significativamente ridotto gli eventi emorragici maggiori (20% in meno rispetto a warfarin), mentre edoxaban 30 mg una volta al giorno è risultato non inferiore a warfarin per la prevenzione di ictus e di embolia sistemica, ma ha ridotto in modo significativo gli eventi emorragici maggiori (53% in meno).

Rivaroxaban

Nel trial ROCKET-AF (Rivaroxaban Once Daily Oral Direct Factor Xa Inhibition Compared with Vitamin K Antagonism for Prevention of Stroke and Embolism Trial in Atrial Fibrillation) i pazienti sono stati randomizzati a rivaroxaban 20 mg una volta al giorno o antagonisti della vitamina K, con un abbassamento della dose a 15 mg al giorno per pazienti con clearance della creatinina stimata tra 30 e 49 ml/min. Rivaroxaban è risultato non inferiore al warfarin per la prevenzione di ictus e di embolia sistemica nell’analisi secondo il principio dell’intenzione al trattamento (intention to treat) per cui i pazienti sono valutati in base al gruppo a cui erano stati originariamente assegnati, indipendentemente dal completamento o meno del trattamento previsto. Nell’analisi dei dati in base al trattamento effettivamente ricevuto dai pazienti che hanno portato a termine la sperimentazione ha raggiunto superiorità statistica con una riduzione del 21% di ictus o embolia sistemica rispetto al warfarin. Rivaroxaban non ha ridotto i tassi di mortalità, ictus ischemico o eventi emorragici maggiori rispetto al warfarin. Vi è stato un aumento degli eventi di sanguinamento gastrointestinale, ma una significativa riduzione ictus emorragico ed emorragia intracranica con rivaroxaban rispetto a warfarin. Tassi di eventi analoghi sono stati riportati nelle analisi post commercializzazione.

16/03/2017

Heart arrhythmia — Comprehensive overview covers symptoms, causes, treatment of this common heart disorder.

02/03/2017
02/03/2017

Sono circa 150.000 gli italiani che ogni anno si sottopongono a un'angioplastica, ma dopo l'intervento non esiste un percorso codificato di visite ed esami. Solo uno su cinque nell'arco di due anni

24/09/2016
Ci vediamo dal 28 al 31 luglio!
27/07/2016

Ci vediamo dal 28 al 31 luglio!

I CONSIGLI DI EAT: UNA DIETA EQUILIBRATA

Un buono stato di salute significa adattare la quantità di cibo che si mangia in modo da raggiungere e mantenere il peso ideale nel corso della propria vita. È necessario, pertanto, un bilanciamento tra porzioni e qualità del cibo e attività fisica praticata quotidianamente.

Talvolta, la buona riuscita di un programma avviene attraverso piccoli trucchi:
- Pianificare i pasti per tempo permette di non mangiare la prima cosa che si trova e che, spesso, è ricca di grassi (formaggi, salumi, ...).
- Mangiare con calma: le persone che mangiano velocemente tendono a mangiare di più. Masticare lentamente permette di capire più facilmente quando si è sazi.
- Ascoltare il proprio corpo: è veramente fame o semplicemente noia?
- Controllare le porzioni: è bene preparare la propria porzione e conservare ciò che non viene consumato (se il piatto rimane in tavola, sarà difficile non consumarlo).
- Mangiare con regolarità: assumente porzioni misurate e associare spuntini pianificati e sani (un frutto o uno yogurt magro) durante la giornata permette di non arrivare troppo affamati al pasto successivo.
- Bilanciare la quantità di cibo con il livello di attività fisica: se durante la giornata non si è svolta attività fisica è utile mangiare meno.

Per scoprire gli altri consigli dei nutrizionisti di EAT, visita il sito www.progetto-eat.it

22/04/2016

AL POLICLINICO SAN DONATO, L’ECCELLENZA CARDIOCHIRURGICA AL PRIMO POSTO

“Il centro di cardiologia e di cardiochirurgia pediatrica all’IRCCS Policlinico San Donato, uno dei primi centri italiani e uno dei primi in Europa, può contare su un’attività di circa 1000 procedure interventistiche cardiochirurgiche o trattamenti di procedure di cardiologia interventistica all’anno in ambito pediatrico. Questo ci permette di affrontare tutti i tipi di patologia, dalla più semplice alla più complessa, dal neonato prematuro all’adulto/anziano con cardiopatia congenita.

L’esperienza accumulata in questi anni - spiega il dottor Alessandro Frigiola, co-direttore dell’area di Cardiochirurgia all’IRCCS Policlinico San Donato - ci consente, inoltre, di portare avanti diversi programmi di collaborazione e di cooperazione internazionale con paesi in via di sviluppo, per incoraggiare la formazione e il trattamento delle cardiopatie congenite. È proprio in questo modo che il Policlinico San Donato è diventato uno dei centri di riferimento per tantissime realtà, non solo europee, ma anche mondiali come Medio Oriente, Africa e Sudamerica, solo per citarne alcuni. Questi paesi si riferiscono a noi anche per la formazione dei medici che vengono in Italia per apprendere nuove tecniche per poi portarle a casa loro con l’intento e la volontà di creare centri autonomi”.

“Nel nostro reparto - continua - il piccolo paziente è al centro, così come la sua patologia che, quotidianamente, viene discussa dagli specialisti (chirurgo, cardiologo e intensivista). Questo è l’art team. Le soluzioni possono essere diverse: medica, interventistica e chirurgica e si scelgono in base alle caratteristiche del soggetto (patologia, età, tipo di malato) e in base a quelle che danno il maggior beneficio con il minor rischio. Disponiamo di un reparto per le cardiopatie congenite dove cardiologi e chirurghi di grande esperienza lavorano fianco a fianco insieme ai giovani che vogliono imparare e formarsi. Siamo, quindi, in grado di affrontare tutti i tipi di chirurgia - da cuore aperto alla cardiologia interventistica, all’assistenza ventricolare, al ponte (bridge) per un trapianto cardiaco, all’impianto di un cuore artificiale nel bambino - affrontando tutte le difficoltà. Grazie anche all’utilizzo di tecnologie all’avanguardia sia a livello diagnostico sia a livello terapeutico, la nostra Struttura è il centro di riferimento e formazione per molti medici.

Tecnologie diagnostiche, come la ricostruzione tridimensionale del cuore (3D rotational) sulla base del cateterismo, dell’angiografia e della TC grazie alla quale è possibile far ruotare la struttura cardiaca per osservare direttamente il problema e affrontarle con la cardiologia interventistica. La 3D rotational è una metodica nuova, all’avanguardia, che San Donato ha cominciato più di un anno fa e grazie alla quale ha raggiunto un ulteriore livello di eccellenza. Accanto a questa, stiamo mettendo in atto un altro nuovo utilizzo della chirurgia estrema cioè la ricostruzione tridimensionale con un modello delle patologie complesse del cuore del bambino. Stampando un modello di cuore in silicone, è possibile osservarne al meglio l’anatomia interna soprattutto in quei casi in cui vi siano dubbi o in cui l’ecocardiografia non sia sufficiente a mostrarci la struttura cardiaca nella sua interezza. Così facendo, stiamo portando avanti un programma di ricerca simulando l’intervento e scegliendo il più indicato per quel tipo di patologia. Il nostro centro ha la più grande esperienza nella chiusura dei difetti interventricolari grazie all’utilizzo del device, cosiddetto a ombrellino; nell’impianto di valvole polmonari per via percutanea e la prima esperienza italiana - e tra le prime in Europa - per l’impianto a livello della valvola mitrale della protesi di Melody. Al momento, questa procedura è stata effettuata solamente a Boston e, in Italia, solamente nel nostro centro”.

“Stiamo portando avanti - conclude il dott. Frigiola - un grande studio sulla valvola aortica bicuspide nel bambino, anche a livello genetico, per capire da dove deriva l’alterazione e la malformazione di questa valvola. I cardiologi, guidati dal dottor Carminati, stanno attualmente studiando tutta la dinamica diagnostica, la 3D rotational, la stampa 3D e tutta una serie di effetti della circolazione extracorporea sul cervello del bambino. Vi sono numerosi campi, settori e argomenti che stiamo approfondendo, studiando e sui quali cercheremo di comprendere come ridurne mortalità e complicanze”.

Per contattare il dott. Frigiola, cliccare al link http://www.sandonato-gsd.it/unita-operative/cardiochirurgia-i.html

07/04/2016

COSA VUOL DIRE FARE CARDIOLOGIA ALL’IRCCS POLICLINICO SAN DONATO

L’Unità di Cardiologia dell’IRCCS Policlinico San Donato gestisce pazienti affetti da patologie cardiache. Il 60% di interventi viene effettuato sulle coronarie in pazienti che si presentano con infarto miocardico acuto, angina stabile o instabile; questi pazienti presentano una patologia coronarica che viene trattata per via percutanea con angioplastica, permettendo la completa e immediata ricanalizzazione del vaso malato in maniera mininvasiva.

Il reparto di Cardiologia è costituito da Unità Coronarica e dal reparto di degenza: in Unità Coronarica afferiscono pazienti critici e pazienti che hanno subito interventi di cardiologia interventistica strutturale quali TAVI (Transcatheter Aortic Valve Implantation) o Mitraclip (trattamento percutaneo della valvulopatia mitralica), nel reparto di degenza vengono ricoverati pazienti non critici provenienti da Pronto Soccorso e pazienti elettivi. La nostra Struttura rappresenta uno dei centri italiani più importanti e riconosciuti sia da un punto di vista operativo che scientifico per la cura delle cardiopatie strutturali in maniera mininvasiva. Se fino a qualche anno fa, l’unica possibilità di cura era la chirurgia - penalizzante per quei pazienti che, per un rischio chirurgico troppo elevato, non potevano beneficiare di questo tipo di intervento - oggi, con queste nuove metodiche si possono, invece, affrontare queste patologie riducendone fortemente i rischi.

“Nel corso degli anni - spiega il dottor Francesco Bedogni, responsabile dell’U.O. di Cardiologia Interventistica all’IRCCS Policlinico San Donato - abbiamo potenziato questa attività curando pazienti provenienti da tutta Italia. Tra i nostri fiori all’occhiello, un posto d’onore lo occupa senz’altro la procedura interventistica di riparazione della valvola mitrale per insufficienza mitralica che, grazie all’inserimento di una clip metallica, permette di riparare la valvola migliorando la qualità di vita dei pazienti. Da un punto di vista della ricerca, attualmente, stiamo prendendo parte a diversi studi internazionali multicentrici di grande importanza; io stesso, ne conduco alcuni nel campo delle cardiopatie strutturali cioè inerenti la sostituzione valvolare aortica e la riparazione mitralica.

Essendo il Policlinico San Donato un IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico), questi studi stanno facendo fare passi da gigante nella sperimentazione di farmaci o di nuovi device da utilizzare in sede di intervento chirurgico. Attualmente abbiamo aderito ad uno studio su un nuovo stent riassorbibile che, impiantato nelle coronarie, agisce in fase iniziale come sostegno dell’arteria venendo poi riassorbito, lasciando il vaso senza alcun device al suo interno”.

“Sia io, sia il mio staff - conclude - siamo, inoltre, molto impegnati anche dal punto di vista delle cooperazioni internazionali in quanto portiamo avanti l’impegno di insegnare al personale medico - soprattutto negli ospedali dei paesi in via di sviluppo (Senegal, Camerun, Bulgaria, Egitto, Iran, Yemen), le più importanti metodiche nel campo della cardiologia interventistica con particolare attenzione sulla tecnica di sostituzione della valvola aortica per via percutanea.

Cosa abbiamo in serbo per il futuro?
Sicuramente, saremo sempre in prima fila per l’interventistica strutturale e, in particolare, per la sostituzione valvolare aortica che, oggi, rappresenta ormai una procedura acquisita e ampiamente consolidata. La riparazione mitralica è una tecnica utile ma spesso palliativa che sta, pian piano, spianando la strada alla sostituzione valvolare mitralica per la quale sono in corso di studio nuovi device. Il nostro, è un ospedale che, ad oggi, può vantare una grande individualità, una grande expertise con Unità Operative dedicate e gestite da grandi professionisti e che continuerà, con passione e dedizione, a portare avanti la sua mission”.

Per contattare il dott. Bedogni, cliccare al link http://www.sandonato-gsd.it/unita-operative/cardiologia-clinica-utic.html

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