16/09/2025
Dal pestaggio del branco al suicidio per bullismo: che cosa stiamo sottovalutando nei nostri giovani?
Ospite in collegamento: dott.ssa Gaia Vicenzi, psicologa
Paolo, 14 anni, ha deciso di togliersi la vita. Il bullismo lo perseguitava da anni, spingendolo a cambiare scuola alle medie, per poi ritrovarsi vittima di nuovi insulti al liceo. È successo a Latina, nel piccolo comune di Santi Cosma e Damiano. Nella Capitale, invece, precisamente a Fidene, un bambino di 8 anni è stato brutalmente aggredito da un gruppo di giovanissimi: avevano tutti tra i 9 e 11 anni.
Due casi diversi, almeno in apparenza, ma accomunati da un filo sottile: il dramma delle nuove generazioni. Tra violenza dilagante, episodi di bullismo che non sono più episodi ma fenomeni ricorrenti, solitudine, depressione. Chi dice che è normale cade in un gigantesco errore e chi si volta dall’altra parte, liquidando la questione con la retorica delle “ragazzate”, sta ignorando che il problema riguarda tutti. Soprattutto noi adulti.
Cosa succede ai nostri giovani?
“È come se stessimo assistendo ad una normalizzazione di questi fenomeni, nonostante le campagne di sensibilizzazione – ha spiegato Gaia Vicenzi -. I giovani sono come abituati a sentir parlare di questi argomenti. Per fare un esempio: se sto continuamente accanto ad un allarme che suona dopo un po’ non mi spavento più perché mi sono abituato a quel suono e alle reazioni che scatena”.
Da qui l’importanza delle emozioni, strumenti fondamentali per capire noi stessi e gli altri: “Dobbiamo insegnare ai ragazzi che non vanno represse e non deve esserci giudizio. Le emozioni, di qualsiasi natura esse siano, vanno accolte e raccontate. Non dimentichiamoci anche del dialogo, essenziale per creare un ponte tra adulti e giovani“