03/11/2025
Dott.ssa Silvia Petruzzelli - Biologa Nutrizionista è impossibile non condividere ogni suo post!!!
Sono così interessanti e ripeto a chi mi segue leggeteli con attenzione !!
La Dottoressa è una fonte inesauribile da cui io non smetto mai di imparare ☺️
Ma soprattutto mi fido ciecamente di tutto ciò che ci porta in evidenza frutto della sua cultura e di studi scientifici alla mano
Quindi grazie DOC
Sull’infiammazione c’è veramente tanta confusione.
Cerchiamo di fare chiarezza.
L’infiammazione (o flogosi) acuta è una reazione di difesa dell’organismo, in seguito all’invasione da parte di un agente patogeno o ad una lesione dei tessuti.
E’ un meccanismo dell’immunità innata. Si manifesta con calor, rubor, tumor, dolor, functio laesa (talvolta compromissione della funzionalità).
I problemi insorgono quando l’infiammazione diventa cronica.
Lo stato di infiammazione cronica di basso grado è una condizione sempre più diffusa nella popolazione. Favorisce la comparsa di patologie croniche degenerative quali il diabete, le malattie cardiovascolari, il morbo di Alzheimer e i tumori.
Un biomarcatore dello stato infiammatorio cronico è l’IL-6. I centenari sardi sono caratterizzati da bassi livelli di IL-6, ovvero bassi livelli di infiammazione.
Una condizione di infiammazione cronica di basso grado è presente in caso di aumentata circonferenza vita. Il grasso viscerale è di per sé patologico: infatti gli adipociti rilasceranno citochine pro infiammatorie (che oltretutto favoriranno anche la condizione di resistenza insulinica).
Ricordiamo che l’aumentata circonferenza vita (>102 cm negli uomini e > 88 cm nelle donne), è il 1° fattore della Sindrome Metabolica (una condizione che aumenta il rischio di diabete 2 e malattie cardiovascolari).
Anche lo stress ossidativo conduce a infiammazione, mediante attivazione di numerosi fattori di trascrizione, tra cui NF-kB, il principale mediatore dell’infiammazione.
Un eccesso di radicali liberi porta a stress ossidativo. Ovvero, quando i radicali sono sono eccessivi e i nostri sistemi antiossidanti non riescono a neutralizzarli in maniera efficace. Possono anche causare danni ossidativi ad DNA, inducendo mutagenesi, e causare danni ai mitocondri e ad altri componenti cellulari, favorendo processi degenerativi ed invecchiamento cellulare.
Lo stress ossidativo può essere causato dagli AGEs (prodotti finali della glicazione avanzata), anche di natura endogena, come nel caso di emoglobina glicata elevata.
Gli AGEs sono sostanze chimiche che si formano a seguito di reazioni irreversibili che avvengono tra la molecola di glucosio (oppure altri carboidrati) e le proteine o lipidi.
Infiammazione e permeabilità intestinale
Se c’è infiammazione, il nostro intestino diventa permeabile… e abbiamo il cosiddetto intestino gocciolante (Leaky gut syndrome). Ovvero, le giunzioni strette che tengono insieme le cellule dell’intestino (enterociti) si allentano e fanno passare ciò che non dovrebbe passare. E questo può accadere a seguito di una dieta povera di fibre come è la wester diet.
Ed è così che si scatenano anche le malattie autoimmuni.
A monte il trigger è sempre disbiosi.
La disbiosi intestinale induce infiammazione intestinale (a livello mucosale), che contribuisce alla disfunzione della barriera intestinale, con aumento della permeabilità intestinale, e traslocazione (sempre questo è il meccanismo alla base) di alcuni di batteri in circolo o dei loro metaboliti associati ai microbi, come i LPS (LipoPoliSaccaridi), che vanno nella circolazione sistemica.
Come mai assistiamo a una aumentata prevalenza e incidenza di patologie non trasmissibili?
Il problema alla base è che oggigiorno si mangia sempre peggio e gran parte della gente non conosce (e neppure segue) la vera dieta mediterranea.
Grazie ai suoi componenti nutrizionali, la dieta mediterranea (DM) influenza positivamente il microbiota intestinale, l’equilibrio redox (quindi riduce il riscio di stress ossidativo) e la funzione del sistema immunitario.
E come conservare l’integrità di barriera?
Dando da mangiara ai nostri batteri intestinali.
𝐒𝐚𝐩𝐞𝐭𝐞 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐦𝐚𝐧𝐠𝐢𝐚𝐧𝐨? 𝐋𝐚 𝐟𝐢𝐛𝐫𝐚 𝐬𝐨𝐥𝐮𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐭𝐫𝐨𝐯𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐧𝐞𝐢 𝐥𝐞𝐠𝐮𝐦𝐢, 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐟𝐫𝐮𝐭𝐭𝐚, 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐯𝐞𝐫𝐝𝐮𝐫𝐞, 𝐧𝐞𝐢 𝐜𝐞𝐫𝐞𝐚𝐥𝐢 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐠𝐫𝐚𝐥𝐢 𝐢𝐧 𝐜𝐡𝐢𝐜𝐜𝐨.
Questi batteri, fermentando la fibra solubile, produrranno acidi grassi a catena corta che permettono di conservare l’integrità di barriera.
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