30/06/2025
Spesso pensiamo che la forza si veda alla fine. Alla fine di una gara, di una partita, di una corsa. Non a caso, siamo soliti premiarla e classificarla proprio alla fine. Insomma, crediamo che la forza sia un risultato, cioè l’esisto di un percorso. Ed è vero, ma solo in parte.
Sono convinto che esista una forza ancora più grande. Una forza che non si mostra alla fine, ma all’inizio. È la forza di chi ci prova. Di chi sceglie. Di chi si mette in gioco.
In altre parole, è una forza che non si vede nel modo in cui ci relazioniamo col successo, ma con ciò che può ancora succedere. Riguarda, pertanto, il nostro personalissimo rapporto col possibile.
È forte chi si sporge verso il possibile. Chi lo guarda con ottimismo. Chi prova a costruirlo, giorno dopo giorno, per trarne il meglio.
È debole, invece, chi lo respinge. Chi si rassegna all’idea che debba per forza andare male, senza nemmeno aver provato a farlo andare bene. Chi rinuncia, prima ancora di iniziare.
Questo, a ben vedere, è il vero impossibile che dobbiamo sfidare.
Non ciò che non riusciamo a realizzare. Contro l’irrealizzabile, dopotutto, possiamo poco. Mi riferisco, piuttosto, a tutte quelle cose che non proviamo nemmeno a realizzare.
Qui, si vede la vera forza: nella nostra capacità di vincere l’impossibile. Diversamente da come siamo soliti pensare, però, vincere l’impossibile non vuol dire andare oltre le nostre possibilità. O almeno, vuol dire anche questo, ma solo in un secondo momento. Anzitutto, vuol dire andare incontro alle nostre possibilità.
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