Dry Needling dr Lattarulo

Dry Needling dr Lattarulo Il Dry Needling è una tecnica sicura ed estremamente efficace per trattare numerose patologie mesco Che cos’è il Dry Needling? Per cosa è indicato? Come funziona?

Il dry needling (letteralmente “ago secco”) è una procedura, altamente efficace, utilizzata in medicina dello sport, medicina riabilitativa, fisiatria, fisioterapia e terapia occupazionale, per il trattamento di una gran moltitudine di sindromi muscolo-scheletriche e neuro-muscolari, racchiuse all’interno della cosiddetta sindrome da dolore miofasciale [1] [2]. Benché ancora poco diffusa in Italia, è molto utilizzata negli Stati Uniti, in Spagna, in Svizzera e in molti altri paesi, dove da circa un decennio, è una delle terapie riconosciute più efficaci per trattare le patologie per le quali trova indicazione. Viene utilizzato per trattare le patologie dei muscoli e dei tendini, anche quando queste determinano un interessamento delle strutture nervose [3]. Alcuni esempi di condizioni per cui può essere efficace includono: lombalgie/lombosciatalgie (dolori alla schiena anche quando si estendono alla gamba), cervicalgie/cervicobrachialgie (dolori al collo anche quando si estendono al braccio), epicondiliti (gomito del golfista e gomito del tennista), cefalee muscolo tensive, sindrome del piriforme, contratture muscolari, tendiniti, fascite plantare, infiammazioni della cuffia dei rotatori ecc [4] [5] [6] [7] [8] [9]. Vengono inseriti aghi sottilissimi (tanto sottili che si piegano) che vanno a penetrare nei tessuti fino a raggiungere i trigger points (i punti “grilletto”; i punti la cui palpazione evoca dolore). L’inserimento di tali aghi ha lo scopo di interrompere l’interazione disfunzionale della placca neuromuscolare (la giunzione tra nervo e muscolo) determinando un sussulto del muscolo (local twitch response – LTR) a cui consegue il rilasciamento della fibra contratta con conseguente miglioramento del flusso sanguigno e avvio della risoluzione del quadro infiammatorio causato dalla contrattura. [10].
È pericolosa? No. Il dry needling è estremamente sicuro, con una frequenza bassissima di effetti avversi, quasi sempre minori [11]. La possibilità di infezione (benché teoricamente possibile) è estremamente ridotta in quanto gli aghi utilizzati sono sterili e monouso e il medico prima di praticare il dry needling provvederà a pulire e disinfettare la pelle con prodotti disinfettanti idonei. La possibilità di sanguinamento è estremamente bassa; qualora dovesse uscire del sangue sarebbe in quantità di 1-2 gocce. Anche qualora nel corso del trattamento vengano accidentalmente colpiti vasi sanguigni (vene o arterie), al massimo si potrà osservare un piccolo ematoma (livido) che verrà riassorbito spontaneamente nel giro di alcuni giorni. Nel caso in cui venga accidentalmente colpito un nervo (o una radice nervosa) non vi saranno danni allo stesso, l’unica sensazione che il paziente avvertirà è quella di una “scossa elettrica”. In tal caso basterà comunicarlo al medico che provvederà a ridirigere l’ago in modo da evitare il nervo. L’unico tipo di danno descritto in letteratura scientifica, legato al dry needling è la creazione di un pneumotorace. Questa evenienza è possibile quando ci si appresta a trattare muscoli che giacciono sulla gabbia toracica (anteriormente o posteriormente), in quanto è possibile che l’ago venga accidentalmente diretto nello spazio pleurico. Qualora ciò avvenga, generalmente non è necessaria alcuna terapia, ma si ottiene la risoluzione spontanea nel giro di alcune settimane. Nelle mani di un professionista esperto questa evenienza è quasi completamente scongiurabile. Qualora, durante il dry needling o nelle ore successive, insorga difficoltà respiratoria e senso di “fame d’aria” è opportuno consultare un medico per escludere la presenza di un pneumotorace. Cosa posso fare dopo il trattamento per alleviare i sintomi? Benché non necessario, applicare localmente del ghiaccio o una borsa dell’acqua calda per alcuni minuti (non più di 20’) può aiutare a lenire la dolenzia post trattamento. Sia il freddo che il caldo possono aiutare, nessuno dei due è superiore all’altro, il paziente è libero di scegliere quello che “preferisce”. Si tratta di agopuntura? Con l’agopuntura ha in comune soltanto l’impiego dello stesso strumento: l’ago. L’agopuntura si basa su teorie di medicina tradizionale cinese: spesso agendo a distanza da dove esista il problema (ad esempio, per un dolore ad un dente l’agopuntore può andare a trattare con l’ago un punto presente nella mano) il dry needling va, invece, ad agire in maniera diretta proprio sulla struttura coinvolta e responsabile della sintomatologia. [12].
È dolorosa? La penetrazione dell’ago nella pelle è molto poco dolorosa, appena percettibile, quando l’ago va a penetrare attraverso tessuto sano (ovvero non attraversando un trigger point) provoca poco o nessun dolore. Quando, invece, colpisce il trigger point dà luogo ad una contrazione involontaria della fibra muscolare - LTR - ; questa contrazione, generalmente descritta come una “scossa”, un “dolore” od un “fastidio” “simile ad un crampo”, è assolutamente normale e desiderabile in quanto è stato osservato che correla positivamente con la qualità del trattamento e la risposta successiva [11] [13]. Cosa devo aspettarmi dopo il trattamento? Alcuni pazienti riferiscono una riduzione immediata della sintomatologia a cui segue, generalmente, una sensazione di indolenzimento che va sviluppandosi nel corso delle 12 ore successive al trattamento per poi andare migliorando fino a sparire del tutto entro 24-48 ore [14]. Contemporaneamente si osserva, generalmente, un graduale miglioramento della sintomatologia; l’entità di tale miglioramento varia da persona a persona, tuttavia, la maggior parte dei pazienti descrive un miglioramento tra il 30% e il 80% già nel corso delle prime 24-48 ore. Il miglioramento della sintomatologia è, generalmente, più evidente e più repentino se la patologia è acuta, per quelle croniche (che durano da mesi) spesso sono necessari più trattamenti , sebbene, generalmente, già dal primo si notano significativi benefici. In quali condizioni è controindicato? Informa il medico qualora abbia patologie della coagulazione o prenda farmaci che inibiscono o rallentano la coagulazione (cardioaspirina, coumadin, eparina ecc.). Il dry needling è controindicato in caso di infezioni cutanee nella zona da trattare; in caso di patologie infettive sistemiche, cachessia, in presenza di tumori, problemi linfatici o in caso di asportazione di linfonodi; nei minorenni è necessario il consenso di almeno uno dei genitori (o tutori o legali rappresentanti). In caso di dubbio, chiedere al medico prima di iniziare il trattamento. Quando posso riprendere l’attività fisica?
È bene far passare almeno 24 ore prima di riprendere a fare attività, in quanto il muscolo (o il tendine) che viene trattato con il dry needling, viene danneggiato (volutamente) e, pertanto, è più “delicato” nelle prime ore successive al trattamento (motivo per cui rimane la dolenzia). Sparita la dolenzia si può riprendere l’attività normale. Posso associare il dry needling ad altre terapie? Assolutamente si, anzi, il dry needling dà migliori risultati quando inserito in un contesto più ampio di fisioterapia e ginnastica correttiva che vadano a correggere, non solo il sintomo dolore (tendinite o contrattura) ma anche la causa che l’ha determinato. Il medico consiglierà, volta per volta, quello che ritiene essere il resto della terapia da abbinare. Bibliografia
[1]
V. S. Kalichman L1, «Dry needling in the management of musculoskeletal pain.,» J Am Board Fam Med., 2010 .
[2]
W. A. C. T. R. J. Tough EA1, «Acupuncture and dry needling in the management of myofascial trigger point pain: a systematic review and meta-analysis of randomised controlled trials.,» Eur J Pain., 2009 .
[3]
P. K. E. H. B. M. Kietrys DM1, «Effectiveness of dry needling for upper-quarter myofascial pain: a systematic review and meta-analysis,» J Orthop Sports Phys Ther., 2013.
[4]
H. Q. L. Y. G. P. Liu L1, «Effectiveness of dry needling for myofascial trigger points associated with neck and shoulder pain: a systematic review and meta-analysis.,» Arch Phys Med Rehabil., 2015 .
[5]
B. N. W. France S1, «nce for the use of dry needling and physiotherapy in the management of cervicogenic or tension-type headache: a systematic review.,» Cephalalgia., 2014 .
[6]
C. Ong J1, «The effect of dry needling for myofascial trigger points in the neck and shoulders: a systematic review and meta-analysis.,» J Bodyw Mov Ther. , 2014 .
[7]
v. D. Furlan AD1, «Acupuncture and dry-needling for low back pain.,» Cochrane Database Syst Rev. , 2005 .
[8]
2. Dar G1, «The immediate effect of dry needling on multifidus muscles' function in healthy individuals,» J Back Musculoskelet Rehabil, 2015 .
[9]
P. R1., «EFFECTIVENESS OF DRY NEEDLING, STRETCHING, AND STRENGTHENING TO REDUCE PAIN AND IMPROVE FUNCTION IN SUBJECTS WITH CHRONIC LATERAL HIP AND THIGH PAIN: A RETROSPECTIVE CASE SERIES.,» Int J Sports Phys Ther, 2015 .
[10]
O. Turo D1, «Novel Use of Ultrasound Elastography to Quantify Muscle Tissue Changes After Dry Needling of Myofascial Trigger Points in Patients With Chronic Myofascial Pain.,» J Ultrasound Med. , 2015 .
[11]
M. Brady S1, «Adverse events following trigger point dry needling: a prospective survey of chartered physiotherapists.,» J Man Manip Ther. , 2014 Aug.
[12]
M. Zhou K1, «Dry needling versus acupuncture: the ongoing debate.,» Acupunct Med., 2015 .
[13]
H. CZ1., «Lidocaine injection versus dry needling to myofascial trigger point. The importance of the local twitch response.,» Am J Phys Med Rehabil, 1994 .
[14]
R.-F. Á. F.-C. Martín-Pintado-Zugasti A1, «J Back Musculoskelet Rehabil. 2015 Sep 6. [Epub ahead of print],» J Back Musculoskelet Rehabil., 2015 .

21/06/2016

Torno a scrivere dopo un bel po' di assenza per lavoro e convalescenza.

Sfruttando il mio recente passato personale: un intervento ortopedico, parliamo della terapia del dolore.

La terapia del dolore è quella branca della medicina che punta ad eliminare (per quanto possibile) il dolore per migliorare il decorso clinico del paziente.

Purtroppo è un aspetto relativamente recente della medicina, un punto forte delle medicine più avanzate che, superata la fase di attenzione alla corretta diagnosi e terapia, data a questo punto per scontata, si preoccupa anche di ridurre al minimo il dolore percepito dal paziente.

Purtroppo molto spesso questo aspetto della medicina viene sottovalutato e si tende a considerare il dolore una parte integrante della medicina e la sofferenza un passaggio necessario verso la guarigione.

In particolare questo discorso si concretizza spesso nelle patologie muscolo scheletriche (siano essere della colonna cervicale, dorsale o lombare, con o senza irradiazione nervosa).
Molto spesso, infatti, a causa di una errata diagnosi non si è in grado di fare la terapia corretta e di conseguenza ci si limita a dare antinfiammatori trattando solo i sintomi cosa che, alla lunga, si rivela anche inefficace.

La conclusione è che si finisce per dire al paziente che dovrà rassegnarsi al dolore e imparare a conviverci.
A volte questo è vero, ma molto spesso non lo è.

Cercate sempre il parere di un professionista serio e competente prima di "rassegnarvi".

Buona giornata a tutti.
Andrea

Parliamo dei muscoli in grado di mimare la compressione del nervo ischiatico:Sicuramente avrete tutti sentito parlare de...
01/05/2016

Parliamo dei muscoli in grado di mimare la compressione del nervo ischiatico:

Sicuramente avrete tutti sentito parlare della lombosciatalgia, ovvero quella sindrome in cui al mal di schiena si associa dolorabilità del nervo sciatico (o ischiatico)...

Beh il nervo ischiatico, quando interessato, dà sintomi lungo tutto il suo decorso (così come quando si sbatte il gomito e parte la "scossa elettrica" fino al mignolo, lì si è stimolato il nervo ulnare).

Quindi, per analogia, se qualcosa dovesse stimolare il nervo ischiatico dovremmo avere sintomi lungo tutto il suo territorio di innervazione. Invece spesso non è così.

Spessissimo al mal di schiena si associano dolori che coinvolgono la coscia (posteriormente o lateralmente) magari anche fino al polpaccio ma che lasciano completamente indenni il piede.
Questi non sono dolori neuropatici.

E allora che sono? Generalmente - ci sarete arrivati - sono dolori legati a trigger points miofasciali, soprattutto dei glutei (grande, medio e piccolo), del piriforme o del tensore della fascia lata.

Ovviamente il problema è sempre lo stesso, ignoranza in merito a queste situazioni perché, una volta identificate correttamente e trattate, nel giro di pochissime settimane portano alla completa risoluzione.
Quando, invece, lasciate andare possono durare anni...

Anni in cui il paziente viene "rimbalzato" da un medico all'altro, da un esame all'altro, da una terapia all'altra senza mai avere una diagnosi certa o una terapia risolutoria.

Quindi, ricordate: il dolore neuropatico arriva fino alla fine del territorio di innervazione, se così non è fatevi ve**re il dubbio che non possa essere altro.


Buon primo maggio a tutti.

24/04/2016

Cosa sono i trigger points?

I trigger point (punti gr*****to) sono quei punti responsabili della contrattura.
Nel trigger point c'è la lesione responsabile dei sintomi: la giunzione neuro-muscolare disfunzionale.

Detto in maniera semplice, nel trigger point, il fascicolo nervoso che innerva il muscolo determina un rilascio mal controllato della molecola che fa contrarre il muscolo.
A seguito di questo rilascio incontrollato la fibra muscolare rimane contatta tonicamente.

Questa contrattura persistente determina un deficit di circolazione sanguigna in loco (perché la fibra è, appunto, contratta). A questa alterazione della circolazione consegue uno stato di infiammazione e, di conseguenza, dolore.

Il dry needling consente di rilasciare la contrattura agendo proprio sul trigger point in maniera mirata.

Quando il trigger point viene colpito il muscolo ha un sussulto involontario - definito twitch locale - a questo segue il rilasciamento della fibra e, in ultima analisi, della sintomatologia.

Un'altra volta spiegherò come la stimolazione dolorosa cronica determina uno stato di ipereccitabilità dolorosa centrale, l'iperalgesia.

Andrea

Parliamo di cervicobrachialgiaMolto simile alla lombosciatalgia, la cervicobrachialgia è quella situazione in cui si ha ...
23/04/2016

Parliamo di cervicobrachialgia
Molto simile alla lombosciatalgia, la cervicobrachialgia è quella situazione in cui si ha dolore al collo che si estende al braccio.

Esattamente come per la controparte lombare, tipicamente è una situazione determinata da una (o più) ernia discale che va a comprimere una (o più radice nervosa) e determina sintomi neurologici.

Questo è quello che ogni buon medico vi saprà dire, ed è indubbiamente vero, però, anche qui, spesso vi è un ruolo (più o meno determinante, nei vari casi) giocato dai muscoli.

I muscoli che più di ogni altro possono dare sintomi analoghi sono il trapezio, in primis, i retrattori della scapola, e tutti i muscoli della cuffia dei rotatori.

Trigger point a livello di questi muscoli possono dare sintomi simili a quelli delle cervicobrachialgie per due motivi: da una parte i trigger point di questi muscoli (soprattutto quelli della cuffia dei rotatori) hanno distribuzione dei sintomi molto simile, poi, spesso, contratture del trapezio possono determinare la sindrome dello stretto toracico determinando compressione sui nervi e, di conseguenza, sintomi neurologici.

Ancora una volta è una cosa che andrebbe analizzata prima di "rassegnarsi" alla diagnosi di ernia.

Eventuali trigger point possono essere trattati con miglioramento dei sintomi se non, addirittura, risoluzione completa.

Un'altra volta parleremo delle cefalee e di quanto, anche queste, possano essere determinare da trigger point...

Saluti,
Doc

Un esempio di alcuni trigger points e di come possano mimare lombosciatalgie
19/04/2016

Un esempio di alcuni trigger points e di come possano mimare lombosciatalgie

19/04/2016

Parliamo della lombosciatalgia

Lombo-sciatalgia, ovvero dolore della schiena e del nervo sciatico (o ischiatico).
È il dolore che parte dalla schiena e si estende alla gamba, tipicamente interessando tutto l'arto inferiore, fino al piede.

Ogni bravo medico, dovrebbe essere in grado, esclusivamente attraverso l'anamnesi (la storia clinica e la descrizione accurata del dolore) e l'esame obiettivo di porre il sospetto clinico di ernia discale, potendo specificare quale disco è interessato, in base alla descrizione precisa della sede di irradiazione del dolore.

Ma facciamo un passo indietro: torniamo all'ernia.
"L'ernia" è la fuoriuscita del disco intervertebrale (il cuscinetto posto tra due corpi vertebrali) dalla sua sede normale; poiché tra una vertebra e l'altra escono le radici nervose (dei fasci di fibre nervose che, confluendo, vanno a costituire i nervi), quando il disco intervertebrale ernia può andare a comprimere una delle radici nervose.
Se questo avviene si avrà la sintomatologia tipica della cosiddetta ernia discale.

Se sono riuscito a spiegarmi avrete capito che l'ernia (inteso come l'uscita del disco intervertebrale dalla sua sede normale) e la patologia ernia (intesa come quella sindrome da compressione di una radice nervosa determinata dal disco intervertebrale erniato) non sono la stessa cosa.

Questa cosa, per quanto apparentemente banale, è spesso "dimenticata"...

Il classico caso della persona con mal di schiena (solo schiena, niente gamba) che si sottopone a risonanza magnetica e trova un'ernia, automaticamente viene presunto che l'ernia sia la causa del mal di schiena.

Credetemi, ogni giorno mi capita almeno un caso di questo genere.

Il punto è che la sola presenza di un disco intervertebrale erniato non è sufficiente a fare diagnosi di ernia (patologia); eppure avviene continuamente.

Ancora una volta andrebbe valutata la componente muscolare prima di tagliare corto concludendo con ernia.

Spesso, infatti, questi dolori sono legati solo a " banali " contratture...

Addirittura, e qui chiudo, spesso alcuni trigger point dei muscoli della schiena o dei glutei possono mimare tutto il quadro della lombosciatalgia, essendo anche quelli caratterizzati da dolore alla schiena che si estende alla gamba, spesso fino al piede...
Peccato che questi possono vedere il loro dolore sparire nel giro di poche sedute di dry needling...

Buona serata a tutti,
AL

16/04/2016

Parliamo di lombalgia
Il mal di schiena - lombalgia in medichese - è una delle patologie più comuni in medicina; circa un individuo su tre ne soffre frequentemente e circa il 95% della popolazione mondiale ne soffre almeno una volta nella vita.
È una delle patologie che più frequentemente costringe i pazienti al riposo domiciliare con costi enormi su scala nazionale, soprattutto in termini di giornate lavorative p***e.

Purtroppo molto frequentemente il paziente viene indirizzato a fare una risonanza magnetica e quasi sempre ne viene fuori la diagnosi di ernia e/o protrusioni di uno o più dischi intervertebrali.

Da quel momento in poi il paziente sa che questa ernia (salvo quei rari casi per cui c'è indicazione alla chirurgia) se la porterà a vita e che lui, per sempre, continuerà a soffrire di mal di schiena.

La terapia medica "standard" è la classica iniezione di antinfiammatorio e miorilassante (non faccio nomi commerciali ma tanto li conosciamo tutti).

Di questi, il miorilassante è stato recentemente riconosciuto incapace di ridurre la durata o la sintomatologia del mal di schiena; l'antinfiammatorio funziona (e da qui il grande ricorso a questo rimedio) ma tanto vale prenderlo per bocca!
Per via intramuscolare si ha solo beneficio nella rapidità di entrata in circolo (in realtà anche la dose di farmaco è maggiore, di solito, rispetto al farmaco per bocca) ma, non essendo una cosa per la quale la rapidità di azione è di importanza cardinale, non ne vedo il senso. Io preferisco "risparmiarmi la puntura".

In sostanza, quindi, è una terapia al massimo sintomatica.

Torniamo al nostro paziente con lombalgia (ed ernia): qualcuno mi spiega come mai nessuno valuta i muscoli?!?
Nella stragrande maggior parte dei casi questi dolori sono banali contratture muscolari.
Basta mettere le mani e si vede, anzi, si sente.
Oltretutto, ogni buon medico dovrebbe ricordare, che la diagnosi di ernia è in primis clinica: dolore di tipo neuropatico irradiato al territorio di innervazione della radice nervosa compressa dall'ernia.

Ciononostante, anche nei casi in cui questi sintomi manchino le risonanze vengono prescritte e si trovano ernie.

Studi recenti stanno cominciando a mettere in discussione l'ernia come entità patologica e cominciando a ritenerla un processo parafisiologico che rientra nell'invecchiamento della colonna.

Tantissime volte ho " magicamente curato" pazienti con lombalgia, spesso proprio questi che erano entrati nel mio ambulatorio "presentandosi" come portatori di ernia (magari più di una).

Il dry needling è una tecnica efficace nel trattare le contratture (che rientrano tra le sindromi da dolore miofasciale).
E, spesso, porta alla risoluzione dei sintomi nel giro di 24-48 ore.

Per ora basta, spero di aver messo la pulce nell'orecchio per spingervi a NON RASSEGNARVI ALL'IDEA DI SOFFRIRE DI LOMBALGIA A VITA!!!

un altro giorno parleremo del piriforme e dei muscoli glutei e di come contratture di questi possano simulare addirittura la famigerata lombosciatalgia... Ovvero proprio quel mal di schiena con irradiazione alla gamba fino al piede ecc ("classico quadro di ernia").

Buona serata

11/04/2016

Due righe su di me:
Mi chiamo Andrea Lattarulo, sono un medico; lavoro per la Marina Militare italiana.
Mi sono laureato a pieni voti in Medicina e Chirurgia all'Università di Pisa nel 2011, discutendo una tesi in Medicina dello Sport.
Da allora lavoro come medico per la Marina: sono stato a bordo di diverse Navi, ho svolto diverse missioni all'estero e da alcuni mesi sono il medico di una delle più importanti basi della Marina.
Per due anni e mezzo ho lavorato a fianco di colleghi americani in una base multinazionale in Egitto; tra questi ho avuto la fortuna di collaborare con una fisioterapista americana, che da anni praticava il Dry Needling, dalla quale ho appreso la tecnica, che uso da circa tre anni, con grande successo.
Tornato in Italia mi sono reso conto di quanto questa pratica sia sconosciuta e di quanto spesso le persone si "rassegnino" all'idea di soffrire di mal di schiena (piuttosto che di epicondiliti, ernie, ecc).
Sto cercando di diffondere la conoscenza di questa tecnica perché so quanto poco basti per poter curare questo genere di patologie.
Mi trovo sempre in imbarazzo nel momento in cui spiego al paziente la tecnica, perché mi rendo conto di rischiare di apparire come un "commerciante" che cerca di vendere un prodotto.
La verità è che mi sono avvicinato a questa tecnica quando ho visto quanto sia efficace; ed è proprio qui il difficile, riuscire a far capire alle persone quanto sia efficace senza esser preso per il "millantatore di turno".
Spero, attraverso questo canale, di poter permettere alle persone che ho trattato, e che hanno avuto i benefici di cui parlo, di raccontare la propria storia, per consentire la diffusione della conoscenza a beneficio di tutti.
Andrea

11/04/2016

Lo scopo di questa pagina è di diffondere la conoscenza del Dry Needling e di consentire a chi l'ha provato di condividere la sua esperienza e dare, così, un "feedback" sull'efficacia della terapia.

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