08/11/2025
Gira su Netflix una serie sul grave reato commesso da un uomo nei confronti di una ragazza: Terrazza Sentimento. A prescindere dalla qualità del prodotto, mi colpiscono i commenti. Come sempre la maggioranza punta l’attenzione (e il dito) sulle ragazze.
Facciamo un po’ di ordine e informazione base.
Sì, esistono donne, più o meno giovani, che ancora si muovono nel mondo con il fardello interiorizzato del patriarcato e del maschilismo sessista. Pensano che la propria avvenenza possa servire a conquistare ciò che, sempre la stessa cultura e società, ritiene auspicabile e desiderabile. E fino a qui ci siamo ed è necessario lavorarci. Ma pochi/e riescono a fermarsi e respirare per comprendere che a rimetterci sono comunque sempre quelle stesse donne. E pure le altre, quelle che per qualche motivo, privilegio educativo o di personalità, si muovono in ben altra direzione.
Ma veniamo al punto: una ragazza (sprovveduta, ingenua, arrivista, con poche risorse, aderente al modello base) ha subito una gravissima violenza. Così grave da far dire ai medici di non aver mai visto niente del genere a livello clinico. Torturata, sanguinante, drogata, abusata. Ma niente, il riflettore è su di lei. Nemmeno sangue e dolore permettono di empatizzare.
La colpa è di lei. Il merito è di quelle che da brave e diligenti ragazze nella tana del lupo non ci entrano. Cappuccetto rosso non ci ha insegnato un bel niente. Doveva ascoltare le indicazioni della mamma, che cavolo ti sei infilata in un sentiero che ti avevo detto essere pericoloso? Ed Eva perché, p***a miseria, tra tutto ciò che aveva a disposizione, proprio la mela proibita ha voluto assaggiare?
E torniamo al punto di partenza, all’inizio della ruotina del criceto.
La colpa è di chi subisce.
La colpa è di chi non è sveglia.
La colpa é di chi sa, ma non agisce per proteggersi.
Ovvio che si lavora, anche in seduta, per contattare risorse di autopreservazione e cura di sé, ma in un mondo che rema contro, che ti colpevolizza se ti metti nelle condizioni. E chi fa violenza passa in secondo piano, in una graduatoria che va dal “vabbè ma ovvio che lui fa schifo” al “eh vabbè ma te la sei pure cercata”, fino al delirante “ma un uomo ovvio che pensa di poter fare quello che gli pare”.
Nessuna parola sul potere, su chi fa violenza e chi la subisce, sulla dinamica della violenza di genere.
E anche chi pensa di essere emancipata, senza consapevolezza di quanto anche lei avrà roba su cui lavorare, lancia la mannaia della rivittimizzazione per sentirsi un po’ migliore.
Fino a che non capiremo che esistono nel mondo ruoli di potere e sottomissione, di vittime e carnefici, di contesti ambientali in cui questa giostra si mantiene viva e attiva, non ne usciremo.
Insegniamo alle figlie a stare attente e vigili, in un mondo di lupi, se questa vi sembra la soluzione. Ma non insegniamo a vivere libere e liberi, anche di sbagliare ed essere sprovvedute/i, in un mondo in cui nessuna/o si adopera a non sopraffare e vivere per esercitare potere.
Non insegniamo a essere persone buone, gentili ed empatiche, perché è più importante pensare a sé, a sopravvivere, a scansare i pericoli, che ad amare, rispettare e creare gioia, serenità, amore.
Buona serata 🌺