16/03/2024
Quando uomini che hanno passato gli anni della loro formazione in un agire estroverso si rivolgono per la prima volta verso l’intimo, verso l’ignoto territorio dell’anima, subito raggiungono il deserto, il vasto nulla. Prima della rinascita giunge la dolorosa consapevolezza di essere stati a lungo morti; prima del sentimento, arriva la spaventosa coscienza di essere stati anestetizzati, di essere intorpiditi. (…)
Non potevamo sapere che facendo i maschi, rimboccandoci le maniche, tirando la pancia in dentro e il petto in fuori, stringendo le mascelle e forzando il respiro, costringevamo tanti sentimenti all’esilio nell’inconscio. E così quando iniziamo il viaggio interiore si teme che se si inizia a sbucciare la cipolla, a tirar via gli strati accumulati della personalità, forse sotto non si troverà nulla. Ci sono buone ragioni per temere una cosa del genere; sarebbe bellissimo se un vento caldo potesse passare sopra le nostre emozioni congelate e portare istantaneamente la gioia della primavera. Per essere liberi, occorre che le porte della prigione vengano spalancate e i sentimenti rinchiusi invitati nella comunità dell’io. visto che ai bambini viene insegnato a non piangere, gli uomini devono imparare a versare lacrime.
Gli uomini hanno molto da piangere prima di poter rinascere.
Sam Keen, The Disappearing Spoon