Dott.ssa Angerosa Psicoterapeuta

Dott.ssa Angerosa Psicoterapeuta Dott.ssa Rosalba Angerosa
Laureata in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Perugia
Specialis

La dott.ssa Rosalba Angerosa
si è laureata in Medicina e Chirurgia nel 1979 presso l'Università degli Studi di Perugia con la votazione di 110 e Lode,
ha conseguito la Specializzazione in Psichiatria ed è iscritta all' Albo degli Psicoterapeuti presso l'Ordine dei Medici di Perugia. Ha lavorato per oltre trent'anni nel campo della Salute Mentale, assumendo il ruolo di Responsabile dell'Unità di Degenza Psichiatrica dell'Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia e docente di Psichiatria presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia e presso la Scuola di Specializzazione di Psichiatria di Perugia. Attualmente svolge attività libero-professionale di Psicoterapeuta, occupandosi del disagio psicologico individuale, relazionale e familiare sia dell'adulto che in età evolutiva. Nel suo ambulatorio medico la dott.ssa Angerosa tratta prevalentemente di:

- disturbi d'ansia ( con somatizzazioni, attacchi di panico, fobie, ossessioni)
- disturbi depressivi, bipolari e misti
- depressione reattiva (es. a lutti, malattie organiche ) e depressione post-partum e dell'anziano
- disturbi di personalità (es. disturbo narcisistico, dipendente, borderline)
- disturbi dell'alimentazione (es. anoressia, bulimia, disturbo dell'alimentazione incontrollata)
- difficoltà relazionali, conflittualità familiari e nell'ambiente lavorativo
- crisi coniugali, problemi di genitorialità correlati a separazione/divorzio
- crisi adolescenziali, difficoltà scolastiche e blocchi evolutivi
- disturbi del sonno
- disturbi sessuali e di identitità di genere
- dipendenze da alcol, sostanze stupefacenti, gioco d'azzardo
- schizofrenia e disturbi deliranti


La dott.ssa Angerosa, partecipando attivamente a Convegni Nazionali ed Internazionali, è costantemente aggiornata sulle Ricerche Scientifiche inerenti ai trattamenti proposti, di seguito descritti:

- psicoterapia analitica individuale
- psicoterapia di gruppo
- psicoterapia di coppia e familiare
- consulenza psicofarmacologica
- test psicologici e psicodiagnostici
- perizie psichiatriche

PRIMO CONTATTO: solitamente l'iter diagnostico prevede tre sedute:

1) Incontro informativo di conoscenza e consultazione
2) focalizzazione del problema ed esplorazione del disagio del soggetto
3) formulazione degli obiettivi da perseguire e definizione del tipo di intervento più appropriato, che va dalla sola consulenza effettuata alla proposta di iniziare un percorso psicoterapeutico.

16/03/2024

Quando uomini che hanno passato gli anni della loro formazione in un agire estroverso si rivolgono per la prima volta verso l’intimo, verso l’ignoto territorio dell’anima, subito raggiungono il deserto, il vasto nulla. Prima della rinascita giunge la dolorosa consapevolezza di essere stati a lungo morti; prima del sentimento, arriva la spaventosa coscienza di essere stati anestetizzati, di essere intorpiditi. (…)
Non potevamo sapere che facendo i maschi, rimboccandoci le maniche, tirando la pancia in dentro e il petto in fuori, stringendo le mascelle e forzando il respiro, costringevamo tanti sentimenti all’esilio nell’inconscio. E così quando iniziamo il viaggio interiore si teme che se si inizia a sbucciare la cipolla, a tirar via gli strati accumulati della personalità, forse sotto non si troverà nulla. Ci sono buone ragioni per temere una cosa del genere; sarebbe bellissimo se un vento caldo potesse passare sopra le nostre emozioni congelate e portare istantaneamente la gioia della primavera. Per essere liberi, occorre che le porte della prigione vengano spalancate e i sentimenti rinchiusi invitati nella comunità dell’io. visto che ai bambini viene insegnato a non piangere, gli uomini devono imparare a versare lacrime.
Gli uomini hanno molto da piangere prima di poter rinascere.

Sam Keen, The Disappearing Spoon

26/09/2023

Il fallimento è un’esperienza formativa fondamentale se si dà il tempo perché lo possa diventare davvero. A volte i genitori vivono il fallimento del proprio figlio come una catastrofe narcisistica personale ed è per questo che non sono disposti a dargli tempo e a tollerarlo, come se ci fosse un’interferenza del narcisismo delle madri e dei padri sulla vita dei loro figli. Il fallimento implica un incontro con il proprio limite e questo può sempre, se preso dal verso giusto, diventare una possibilità di apertura inedita. Direi anzi che una vera formazione implica sempre questa capacità di trasformare le occasioni avverse, gli insuccessi, gli ostacoli in momenti di crescita.

Massimo Recalcati, “Elogio del Fallimento. Conversazioni su anoressie e disagio della giovinezza”, Margini, 2022 (seconda edizione)

SC

09/09/2023

𝐁𝐫𝐮𝐭𝐭𝐢 𝐬𝐩𝐨𝐫𝐜𝐡𝐢 𝐞 𝐜𝐚𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢

Le bambine stuprate a Caivano e il bambino di un anno che muore nel casertano riportano in primo piano, nei TG e sui giornali, il tema del maltrattamento sui minori.
Le storie che precedono gli episodi, le condizioni di degrado sociale (Caivano) e famigliare (una donna bambina di 19 anni con tre figli) sono quelle di sempre, quelle di cui ci si accorge solo quando il danno è stato già fatto e che a tante altre fanno pensare di cui non ci si accorgerà mai.
C’è stato un tempo, penso, negli anni ‘90 e nei primi anni di questo secolo in cui di questi problemi si era parlato immaginando autorità garanti e interventi a favore dei bambini maltrattati e delle loro famiglie ed io stesso ho diretto per 19 anni un Centro a Roma in cui di questo si cominciava ad occuparsi. Un altro tempo c’è stato però, dopo, in cui a questo problema si è smesso di dare importanza, in cui il ciclone Raggi ha travolto anche la nostra piccola iniziativa ed in cui dei politici di destra e dei giornalisti indegni hanno costruito intorno al presunto scandalo di Bibbiano l’idea f***e per cui i minori maltrattati e le famiglie in difficoltà vanno aiutati evitando di intervenire. “Non si rubano i bambini alle loro famiglie“ gridavano compatti Salvini, Di Maio e la Meloni accusando i servizi sociali di fare il loro dovere e ritardando di qualche altro decennio l’inizio di una vera, forte lotta alle condizioni in cui il maltrattamento si determina.
Assurdo, dico io, che del disagio e della sofferenza atroce di quelle bambine, un disagio ed una sofferenza che duravano da mesi, nessuno si sia accorto. Assurdo, dico io, che nessun servizio si sia occupato di una madre bambina con tre figli e del bambino che è nato in condizioni di degrado famigliare e sociale così gravi.
Brutti sporchi e cattivi, vorrei urlare oggi, non sono i poveri genitori di questi poveri bambini ne’ i servizi deboli, male organizzati e spaventati dall’eco dei processi folli di Bibbiano. Brutti sporchi e cattivi sono i politici, gli amministratori che non affrontano il problema con interventi strutturali, possibili e neppure difficili, e si stracciano le vesti di fronte a quello che è il risultato della loro ignavia. E brutti sporchi e cattivi sono purtroppo anche tanti giornalisti pronti ad esaltarsi inventando b***e (gli elettrochoc sui bambini di Bibbiano!) ed a spargere lacrime indignate sui bambini e sulle bambine uccisi o distrutti dalla mancanza degli interventi che avrebbero potuto e dovuto tutelarli.
Combattere il maltrattamento sui bambini si può. Purchè si decida di farlo. Purchè si abbia il coraggio e la decenza di mettere anche questo tema fra le priorità della politica. E dell’informazione.

05/07/2023
02/05/2023
27/04/2023

Tra i riceventi, anche un bambino (ANSA)

23/04/2023

PSICOPATOLOGIA DELL' ANTIPSICHIATRIA 27 febbraio, 2018 - 11:41 di Francesco Bollorino Queste considerazioni nascono da un piccolo episodio per me illuminante che è accaduto qualche giorno fa. Ogni volta che pubblico un nuovo contributo sulla Rivista, solitamente, lo pubblicizzo attraverso i social ...

05/01/2023

Alle persone tristi consiglio la massima storica "substine et abstine". Reggi la sofferenza e astieniti dal metterla in scena. Gli stoici la indicavano come forma da acquisire per rafforzare il carattere. Io la consiglio per non perdere gli amici che dopo un "Su, forza!" ti evitano per non contaminarsi con il tuo dolore, o più semplicemente perché hanno perso la capacità di partecipare al dolore degli altri (finché non capita a loro).

Umberto Galimberti

Indirizzo

Via Flamini N. 24
Perugia
06135

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