Centro Psicoterapia Familiare Pescara

Centro Psicoterapia Familiare Pescara Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Centro Psicoterapia Familiare Pescara, Psicoterapeuta, Viale G. Bovio, 94, Pescara.

Il Centro di Psicoterapia Familiare è uno spazio accogliente e contenitivo destinato a individui, coppie e famiglie che vivono difficoltà legate alle diverse fasi del ciclo di vita. Il Centro di Psicoterapia Familiare è uno spazio accogliente e contenitivo destinato a individui e famiglie che vivono difficoltà legate alle diverse fasi del ciclo di vita.

Grazie alle organizzatrici del  di    e , splendide ed instancabili padrone di casa! Grazie di aver accolto noi e l’asso...
30/11/2025

Grazie alle organizzatrici del di e , splendide ed instancabili padrone di casa! Grazie di aver accolto noi e l’associazione per continuare l’infinito e necessario lavoro di divulgazione del benessere psicologico!
E grazie a pubblico che si è lasciato incuriosire dal nostro tema!

31/08/2025

🖋️ «Lo psicoterapeuta, come anche ritiene Carotenuto, ha i pazienti che si merita.

Il che andrebbe ulteriormente considerato dal punto di vista della sincronicità. E allora accade che, con uno psicoterapeuta prossimo a vivere le proprie ossessioni, fobie, depressioni, siano pronti a entrare in analisi paziente ossessivi, fobici, depressi.

Un monito, questo della sincronicità, per lo psicoterapeuta. Se non attraversa i propri fantasmi sino alla fine, come può pensare che il paziente attraversi i propri? Carotenuto la chiama la psicopatologia dell’analista. Certo, appunto di questo si tratta.

La mia psicopatologia alimenta la sincronicità. Mi prepara, per così dire, all’incontro. Il setting è un potente attivatore di sincronicità.»

👤 Giorgio Antonelli - tratto da: "Cosa è uno psicoterapeuta", in "Giornale Storico del Centro Studi di Psicologia e Letteratura", n.2, 2006
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La   🧑‍🧑‍🧒‍🧒 non cura solo la sofferenza dovuta ai   spezzati, ma insegna a costruire insieme un modo nuovo di stare uni...
29/08/2025

La 🧑‍🧑‍🧒‍🧒 non cura solo la sofferenza dovuta ai spezzati, ma insegna a costruire insieme un modo nuovo di stare uniti.

In una terapia familiare, l’obiettivo è aiutare i membri della famiglia a comunicare meglio 📣, risolvere conflitti 🪢 e rafforzare i legami 🖇️.

È uno spazio guidato da uno psicoterapeuta (spesso sistemico-relazionale) in cui tutti i membri coinvolti possono esprimersi in modo sicuro e ascoltarsi a vicenda.

26/08/2025

Rispetto la tua tempesta, ma è tua

Ci sarà un momento, prima o poi,
in cui dovrai guardare negli occhi una persona a cui vuoi bene,
che sia il tuo compagno, un amico, un fratello
e dirgli con dolce fermezza:

“Voglio essere onesto con te.
Da oggi in poi non entrerò più nel vortice delle tue emozioni.
Le rispetto, le comprendo, le onoro persino…
ma sono tue, non mie.

Non posso viverle come se appartenessero alla mia anima,
perché anche io, in questo cammino,
porto con me la mia valigia emotiva,
e quella è l’unica che posso davvero sostenere.”

Se sceglierai di restare nella tua tempesta,
io sarò qui,
a sostenerti,
ma dal mio posto,
dal mio equilibrio.

Non ti lascerò solo,
ma nemmeno mi perderò con te.

Da qui, dal mio centro,
posso essere un faro.
Non un’altra barca che affonda.

Ti voglio bene,
e proprio per questo
devo proteggere la mia pace.

Amare non significa caricarsi sulle spalle il peso della vita altrui.
Amare è camminare insieme,
liberi, leggeri,
ognuno con le proprie tempeste tra le mani.

L’amore non deve ferire più del necessario.
Quando è autentico,
l’amore costruisce.
Non distrugge.

Perché a volte, amare davvero
significa anche saper dire:

“Ci sono… ma senza dimenticarmi di me.”

Etheria Aforismi 🪶

11/08/2025

Non è un ruolo.
Non è un incarico.
Non si sceglie di essere soglia:
lo si diventa quando si smette di trattenere e si inizia a lasciar passare.
Essere soglia è accettare di non essere la meta, ma il passaggio.
Non il centro, ma il varco.
È quando ciò che hai vissuto — il dolore, la ricerca, il grido, la grazia — si fa spazio per altri.
E accade che qualcuno, nel silenzio del suo cammino, ci passi attraverso.
Qualcuno legge.
Qualcuno ascolta.
Qualcuno si ferma e dice:
“Ecco. Questo mi apre.”
“Questa parola mi chiama.”
“ Questa voce mi risuona dentro.”
E allora tu sorridi.
Non per vanità, ma per verità.
Perché ti rendi conto che non hai spinto, non hai convinto, non hai conquistato.
Hai solo aperto.
Hai solo osato essere vero. Hai solo lasciato la porta socchiusa.
Essere soglia è credere che una parola scritta con il cuore può diventare casa per chi è in cerca.
È lasciare che la propria trasformazione personale diventi testimonianza senza prediche, luce senza riflettori.
E se qualcuno si ferma lì,
e si guarda dentro,
e sente che può proseguire…
allora sì: quella soglia ha compiuto il suo compito. Non per trattenere. Ma per accompagnare.

03/08/2025

- Ma tu esattamente cosa vuoi da lui?
- Niente. È questo il bello: non voglio proprio niente.
- Cioè.. non vuoi stare con lui?
- Io "STO" con lui.
- Sì, ok. Una sera, un pomeriggio. Questo non è stare insieme.
- Ah, no?! A me pare proprio di sì.
- Dai, hai capito.
- No. Sei tu che non vuoi capire. Tutti con quest'ansia di incasellare i rapporti, di dare un nome alle cose. Io e Lui semplicemente STIAMO. Condividiamo del tempo e, in quel tempo insieme, semplicemente STIAMO BENE. E non è questione di sesso. Ci si racconta. Senza filtri. Si ride. Parecchio. Ci si confronta. Si sorride. Si sta. Punto.
- Sì. Ok. Ma poi?
- Poi cosa?
- Poi lui va via e tu sei sola.
- Io non mi sento sola. Mi sento piena di vita. Così mi sento quando va via.
- Maddaiiii, non sai nemmeno quando lo rivedrai, se lo rivedrai.
- Lui non è stupido.
- ?
- Solo uno stupido non torna lí dove è stato bene. Capisci? Ci sono anime che, quando s'incontrano, semplicemente si sentono a casa. È così difficile da capire?
- Per me è assurdo.
- Già, è la cosa più assurdamente sensata che io abbia mai vissuto.

(Letizia Cherubino)

03/08/2025

DECIDERE È UN ATTO DI SEPARAZIONE

Non è una scelta.
È un taglio.
Un addio.

Quando decidi davvero, qualcosa muore.
Un’abitudine.
Un legame che non regge più.
Un pezzo della tua identità
che non ti assomiglia da tempo.

E non c’è niente di romantico nel farlo.
Fa male.
A volte ti sembra di stare sbagliando tutto.
Perché la mente grida: “Torna indietro!”
Ma il corpo…
il corpo lo sa che è l’unico modo
per restare vivo.

Ci sono decisioni che non ti rendono felice.
Ti rendono intero.
Che non portano subito luce.
Ma almeno smettono
di farti tremare le mani ogni sera.

Tagli.
Non per ferire.
Ma per non sanguinare più.

Tagli.
Perché non sei nato per restare in ginocchio davanti a un passato che non ti guarda più.

Decidere è come strapparsi la pelle cucita addosso da altri.
È restare nudi.
Veri.
Anche se fa freddo.
Anche se fa paura.

E poi succede.
Dopo giorni di silenzio,
di dubbi,
di notti intere a guardare il soffitto
come se fosse un giudice:
succede.

Qualcosa respira.
Dentro.
Una voce più antica del dolore.
Una parte di te che non chiedeva vendetta,
ma verità.

Perché non c’è futuro senza un addio.
E certe rinascite
non hanno profumo di fiori,
ma odore di pelle bruciata.

Eppure sono le più vere.
Quelle che ti lasciano sporco di coraggio.
E finalmente tuo.

15/07/2025

«L’amore maturo dice: ho bisogno di te perché ti amo». Questa frase di Umberto Galimberti racchiude in poche parole la differenza tra un legame basato sulla libertà e uno vissuto come possesso.

Troppo spesso, nel parlare di relazioni, si usano aggettivi possessivi: “mia moglie”, “mio marito”. In realtà l’altra persona resta sempre distinta da noi, non è una proprietà da reclamare. Anche il matrimonio dovrebbe partire da questo presupposto: Lui o Lei è un individuo, non una nostra estensione.

L’amore non si misura con la quantità di attenzione che riceviamo o pretendiamo, ma con la capacità di arricchire e ampliare la vita di entrambi. Importante è vivere sapendo che qualcuno ci ama: Freud lo aveva già spiegato, senza la consapevolezza di essere amati rischiamo di spegnerci dentro.

Galimberti sottolinea qualcosa che spesso si dimentica: l’amore si nutre di gratuità, non di do ut des. Sino a quando la società vede la generosità come un difetto o un’ingenuità, non si crea lo spazio per un amore autentico.

Vivere l’amore come una pretesa di possesso è l’opposto di ciò che davvero significa amare. Ed è proprio nella consapevolezza della libertà dell’altro che può nascere un legame profondo.

13/07/2025
11/07/2025

AMARE UN GENITORE CHE NON SA AMARE
Lo amavi perché è tua madre (o tuo padre): non avevi scelta.
L'amore per un genitore non si decide, si vive, è biologico, istintivo, inevitabile.
Anche quando loro non sanno ricambiarlo, anche quando il loro amore era vuoto, ma tu eri un bambino e i bambini amano i loro genitori, sempre, anche quando sono mostri.

Anche quando i loro genitori non sanno amare.

Da bambino non puoi permetterti di non amarli: dipendi da loro per sopravvivere.
Il tuo cervello deve convincersi che quell'amore freddo sia normale, che quelle briciole siano un banchetto.

Non hai alternative.
O li ami o muori dentro.
E così scegli di amarli ogni singolo giorno.

Il paradosso più crudele: più loro sono incapaci di amarti, più tu ti sforzi di meritare il loro amore.

Diventi perfetto/a, invisibile, silenzioso/a.

Se solo fossi più bravo/a (pensi) forse mi amerebbero!

Ma non puoi insegnare l'amore a chi non ha mai imparato cosa significhi.

E così cresci diviso in due: una parte di te (il Bambino/a che sei stato) ama disperatamente; l'altra parte sa la verità... che il loro amore è come una stanza vuota.
Ma, ammettere che loro non ti amino davvero, significa ammettere di essere solo/o al mondo.

E' troppo.
Troppo.

Così da adulto impari a vivere nel paradosso: ad amare chi ti ferisce, a cercare calore nel ghiaccio, a vedere amore dove c'è solo dovere, o peggio, indifferenza.
Impari che amare significa soffrire in silenzio; che essere amati è un lusso che non ti puoi permettere.

Ma il tuo corpo ricorda: quando qualcuno ti tratta con freddezza ti senti a casa, quando qualcuno è emotivamente assente, lo riconosci come amore.

E' il paradosso che ti porti dentro: cerchi negli altri lo stesso vuoto che ti ha cresciuto/a, perché è l'unico amore che il tuo sistema conosce.

C'è una responsabilità dolorosa da riconoscere: scegli chi conferma la tua storia; i partner emotivamente assenti non capitano per caso, li riconosci, li selezioni, li tieni perché l'intimità vera terrorizza chi non l'ha mai conosciuta.

Meglio il vuoto familiare che il pieno sconosciuto.

Riconosci l'amore disfunzionale come un segugio, lo fiuti nell'aria, lo vedi in come non ti guardano, in come ti sfamano a briciole, non per masochismo, ma perché il tuo sistema sa navigare il rifiuto, non la presenza: è una competenza traumatica.

Claudia Scarpati su Essere Indaco

Indirizzo

Viale G. Bovio, 94
Pescara
65123

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 19:00
Martedì 09:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 20:00
Sabato 08:00 - 12:00

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