Olga Chiaia Studio di Psicoterapia Integrata

Olga Chiaia Studio di Psicoterapia Integrata Lo Studio propone percorsi di psicoterapia individuale e di gruppo.

La dott.ssa Olga Chiaia è psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale e Practitioner EMDR. Riceve presso il suo Studio di Psicoterapia Integrata Castalia, o effettua sedute on line qualora non fosse possibile l'incontro in presenza. Si occupa di psicoterapia dell'adulto da molti anni, integrando molteplici approcci, incluso l'EMDR (specifico per l'elaborazione dei traumi) e la mindfulness. Pratica meditazione vipassana e kryia yoga, e promuove la mindfulness tramite corsi e incontri. Ambiti di competenza: depressione, disturbi d'ansia, attacchi di panico, disturbi psicosomatici, ipocondria, fibromialgia, disturbi del comportamento alimentare, problemi di autostima, ansia da prestazione, problemi relazionali (familiari, lavorativi, sociali), disturbi post traumatici, disturbi del sonno, solitudine. Sviluppo del benessere e della creatività, sviluppo della consapevolezza, gentilezza verso se stessi (self compassion). Attività: psicoterapia dell'adulto e del giovane adulto, counseling, formazione, gruppi, tecniche immaginative e di rilassamento, mindfulness.

Il ritorno dei colori 🔆
27/04/2025

Il ritorno dei colori 🔆

20/01/2025

Che cosa sono i rifugi della mente?

I«rifugi della mente» sono luoghi (mentali) in cui ci si ritira quando si vuole sfuggire a una realtà insostenibile perché angosciosa. Per le donne, un «rifugio» può essere un mondo romantico e fiabesco, dove tutto è idealizzato; per gli uomini, la masturbazione con uso di materiale pornografico. Si tratta di zone della mente in cui trionfa l’onnipotenza e, in fantasia, qualunque cosa è permessa. Il sollievo che si ricava dal ritirarsi in questi rifugi comporta però il rischio dell'isolamento e quindi della compromissione delle relazioni con gli altri, e di una perdita di contatto con la realtà, che diventa gravissima nel caso di soggetti con un’organizzazione patologica della personalità (IV di copertina).
Un «rifugio della mente» fornisce al paziente un luogo in cui stare relativamente tranquillo, protetto contro le tensioni, nei periodi in cui ogni contatto significativo con l'analista è vissuto come una minaccia (pag. 17).
L'analista osserva i rifugi della mente come stati psichici in cui il paziente è bloccato, tagliato fuori e impossibile da raggiungere, e può dedurne che questi stati hanno origine nell'azione di un potente sistema di difese. Il modo in cui il paziente vede il proprio rifugio appare dalle sue descrizioni, e anche dalle fantasie inconsce che si rivelano nei sogni, nei ricordi e nei racconti della sua vita quotidiana, che forniscono una descrizione o una rappresentazione del suo modo di vivere, inconsciamente, il rifugio. Immagini tipiche sono quelle di una casa, una grotta, una fortezza, un'isola deserta o luoghi simili, visti come zone di relativa sicurezza. Oppure il rifugio può assumere una forma interpersonale, di solito quella di un'organizzazione di oggetti o di oggetti parziali che offre sicurezza. Può essere rappresentato come un'organizzazione d'affari, un college, una setta religiosa, un regime totalitario, una gang mafiosa. Spesso, nella descrizione, sono evidenti gli elementi tirannici e perversi, ma talvolta l'organizzazione è idealizzata e ammirata (pag. 18).

John Steiner (1993), I rifugi della mente, Bollati Boringhieri, 2021

15/12/2024

Mentre nelle classi delle scuole italiane diminuiscono significativamente gli studenti che “fanno religione”, gli studi di psicoterapia si riempiono

L'angelo ferito di Hugo Simberg, visto a Tampere. Sono tre bambini, sotto un cielo pesante: l'ultimo ci guarda.
09/10/2024

L'angelo ferito di Hugo Simberg, visto a Tampere. Sono tre bambini, sotto un cielo pesante: l'ultimo ci guarda.

05/09/2024

- Accorgimenti alpestri
1) In montagna camminare lo sguardo fisso a terra, a dove poggiare il passo. Se si vuole guardare intorno il panorama, fermarsi. Non si sta nella zona pedonale di una città d’arte. Si sta da passanti su sentieri che rasentano precipizi.
2) In discesa fare passi corti: permettono di recuperare l’equilibrio in caso di scivolata. Il passo lungo comporta la caduta. Poggiare tutta la pianta del piede anticipando l’appoggio di tallone. La tenuta del passo sfrutta l’intera suola e aumenta l’aderenza.
Un adagio ingannevole dice che in discesa vanno pure i sassi. Certo, ma bisogna evitare di andare come loro, i sassi.
3) Fa bene imparare i nomi degli alberi del bosco che si sta attraversando. Distinguerli fa percepire il luogo con maggiore definizione. Lo stesso vale per i fiori, gli animali e i nomi delle montagne intorno. La geografia è parola greca che significa scrittura della terra. È bene percorrerla da lettori.
4) Non guardare quanto manca alla cima, al rifugio o al termine della tappa. Conta il passo seguente non il traguardo.
5) Ridurre al minimo il carico infilato nello zaino. Protezione dalla pioggia, dal freddo, il resto è zavorra. Una gita non è un trasloco. Informarsi sulle previsioni meteo, sapendo che si tratta di probabilità e non di oracoli.
Alcuni di questi accorgimenti si possono estendere al di là dell’escursione in montagna.
Erri De Luca - Accorgimenti alpestri, 13 luglio 2021

26/03/2024

𝐂𝐄𝐒𝐒𝐀𝐓𝐄 𝐈𝐋 𝐅𝐔𝐎𝐂𝐎: 𝐋’𝐎𝐍𝐔 𝐀𝐏𝐏𝐑𝐎𝐕𝐀 𝐋𝐀 𝐑𝐈𝐂𝐇𝐈𝐄𝐒𝐓𝐀

Il Consiglio di Sicurezza dell’𝐎𝐍𝐔 𝐡𝐚 𝐟𝐢𝐧𝐚𝐥𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐚𝐩𝐩𝐫𝐨𝐯𝐚𝐭𝐨, nella giornata di lunedì 25 marzo, la risoluzione per il 𝐜𝐞𝐬𝐬𝐚𝐭𝐞 𝐢𝐥 𝐟𝐮𝐨𝐜𝐨 𝐚 𝐆𝐚𝐳𝐚: questa volta, per la prima volta, gli Stati Uniti si sono astenuti dal voto.

I drammatici eventi di guerra che caratterizzano questo nostro tempo impongono una riflessione:

come esseri umani e come psicologi avvertiamo un dovere naturale e professionale di provare a 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐞 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐚 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐫𝐮𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐢 𝐟𝐫𝐨𝐧𝐭𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐨𝐥𝐞𝐧𝐳𝐚, e un approccio alla sofferenza sociale basato sui diritti umani è quanto mai necessario.

Traumi transgenerazionali che colpiscono popolazioni come vittime di una violenza di massa rimandano a traumi di origine: l’Esilio per la popolazione palestinese, l’Olocausto per quella israeliana. Quali fantasie inconsce abitano le menti di chi attacca senza distinguere un nemico da un innocente? Cosa spinge ad aiutare le vittime, ad opporsi al sopruso?

Come psicologi è nostro compito analizzare nel profondo questi temi. Dobbiamo promuovere un pensiero ed un sentire non violento, nonostante il tempo di guerra. 𝐃𝐨𝐛𝐛𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐭𝐨𝐫𝐧𝐚𝐫𝐞 𝐚 𝐢𝐦𝐦𝐚𝐠𝐢𝐧𝐚𝐫𝐞 𝐮𝐧 𝐦𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐝𝐢 𝐏𝐚𝐜𝐞.

22/03/2024
30/12/2023

«L’upupa: Quando ti senti vuoto
apri il tuo cuore
e lascia che il vento lo spazzi.»
Sí, upupa, hai ragione, sono qui lontana da dove
stavo e da quello che avevo, dai lavori che amavo:
non voglio tornare, c’era uno sfondo che bruciava, non
voglio restare, volere è inadatto al verbo restare; mi
abbandono, saprà la corrente cosa fare di me. Mi attrezzo
con la fiducia. Fiducia in niente e in nessuno,
fiducia pura, senza condizioni. E quando sento
il vuoto nel cuore, non lo riempio. Solo, mi siedo e
lascio che il respiro lo spazzi: sembra il vento in un
tempio scoperchiato. I vuoti e i pieni si equivalgono,
sono sensazioni che scorrono. Bellissimo sentire quello
che di solito scartiamo, porta a un punto dove tutto
è passeggero, documento di un passaggio, la carta
sbiadisce, non c’è piú scritto né dolore né gioia, solo
la testimonianza di un transito e di un avventurarsi.
Un’avventura che diventa cosí grande, cosí sconfinata,
che alla fine bisognerà lasciare qui il corpo per proseguire.

Chandra Candiani da 'Questo immenso non sapere." Einaudi

21/07/2023

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Piacenza

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Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
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Telefono

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