Andrea Calvi Psicoanalista Scrittore

Andrea Calvi Psicoanalista Scrittore La pagina si propone di condividere e pubblicizzare iniziative e riflessioni riguardanti la cultura e la clinica Junghiana. Dott.

Andrea Calvi, Psicoterapeuta, Analista Didatta presso l’Associazione ARPA, membro IAAP, Docente di Psicologia della religione presso la Facoltà di Psicologia dell’Istituto Universitario Salesiano Torino Rebaudengo, Docente scuola di specializzazione in Psicoterapia IPAP (Istituto di Psicologia Analitica e Psicodramma), Membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione FeNaCoPsi (Federazione Nazionale Comunità ad orientamento Psicoanalitico), Presidente Associazione Tiarè, servizi per la salute mentale.

30/09/2025
05/09/2025

«Non è poco confessare a se stessi il proprio vivo desiderio.
Molti hanno bisogno di un particolare sforzo d’onestà. Troppi non vogliono sapere a che cosa anelano, perché ciò pare loro impossibile o troppo doloroso.
Il desiderio è però la via della vita. Se non ammetti di fronte a te stesso il tuo desiderio, allora non seguirai te stesso ma strade estranee che altri hanno tracciato per te.
Così non vivi la tua vita, ma una vita estranea. Ma chi altri deve vivere la tua vita, se non tu stesso? Scambiare la propria vita per quella di altri non è soltanto una cosa sciocca, ma anche un gioco ipocrita, perché non puoi mai vivere realmente la vita dell’Altro, fai solo finta, inganni l’Altro e te stesso, perché tu puoi vivere solo la vita che ti appartiene.
Se rinunci al tuo Sé, lo vivrai nell’Altro; in tal modo sarai egoista verso l’altra persona, e la ingannerai. Tutti credono che una vita del genere sia possibile, ma è solo un’imitazione scimmiesca.»
Carl Gustav Jung

30/07/2025

⭕ Quel mistero psicologico chiamato "SÉ" (Selbst, la totalità psichica)

🖋️ «Il Sé [Selbst] non coincide con un individuo in particolare. Nessun individuo può vantarsi di possedere il Sé: soltanto il Sé può vantarsi di avere molti individui.

Vedete, nella nostra esistenza il Sé costituisce un’unità estranea. È un centro della personalità, un centro di gravità che non coincide con l’Io; è come se fosse qualcosa di esterno.

Inoltre non è questo o quell’individuo, bensì una connessione con gli individui. Si potrebbe dunque affermare che il Sé sia l’uno, e tuttavia è i molti. Ha un’esistenza paradossale che non può essere determinata e limitata da alcuna definizione particolare.

È un concetto metafisico, ma noi siamo costretti a creare un concetto come questo, se vogliamo dare espressione al peculiare fatto psicologico per cui ci si può sentire come il soggetto e ci si può anche sentire come l’oggetto.

Vale a dire: posso sentire di stare facendo questo e quell’altro e posso sentire che sono condotto a farlo, che ne sono lo strumento. Dentro di me un qualche impulso determina la mia decisione. Sto sentendo un principio che non coincide con l’Io.

Ecco perché spesso si sente dire che in certa misura le persone possono fare ciò che loro aggrada, ma che ciò che è importante viene compiuto dalla volontà di Dio. È Dio a farlo tramite loro. Questa ovviamente è la forma religiosa del riconoscimento della qualità propria del Sé.

Di conseguenza la mia definizione del Sé è quella di un centro non personale, il centro del non-Io psichico - di tutto ciò che nella psiche non è Io - e che è presumibile sia reperibile ovunque, in tutti gli individui.

Lo potete chiamare il centro dell’inconscio collettivo. È come se la nostra psicologia o la nostra psiche conscia ha il suo centro nella coscienza dell’Io.

La stessa parola "coscienza" è un termine che esprime l’associazione dei contenuti di un centro con l’Io, e per ciò che riguarda l’inconscio le cose starebbero nello stesso modo, salvo il fatto che non si tratta ovviamente del mio Io, poiché l’inconscio è inconscio: non è in relazione con me.

Io sono decisamente in relazione con l’inconscio, poiché l’inconscio può influenzarmi costantemente, però io non sono in grado di influenzare l’inconscio.

È proprio come se io fossi l’oggetto di una coscienza, come se qualcuno sapesse di me, senza che però io sapessi di lui. Il Sé sarebbe quel centro, quell’altro ordine di coscienza che per me è inconscio, e non si limita a me, al mio Io: è in grado di includere non so quante altre persone.»

(C.G. Jung - da "Seminari sullo Zarathustra di Nietzsche", Vol. 2)

🖋️ «Ho dato a questo centro il nome di Sé (Selbst), concetto che va inteso come totalità della psiche. Il Sé non è soltanto il punto centrale, ma anche l'estensione che comprende la coscienza e l'inconscio; è il centro di questa totalità, come l'Io è il centro della coscienza.»
(C.G. Jung)
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