24/10/2020
Ciò che abbiamo temuto si potesse verificare è puntualmente accaduto. Era questione di giorni, purtroppo.
Lo dico con enorme rammarico per la dedizione e la passione che infondo nel mio lavoro, ma siamo nuovamente giunti ad una situazione tale per cui si sarebbe reso necessario un nuovo stop.
Saranno sospese le attività cliniche non urgenti, sia ambulatoriali che chirurgiche.
L’attività sanitaria pubblica ordinaria subirà nuovamente un forte rallentamento con tutte le implicazioni del caso.
Non voglio discutere di gestione politica centrale, ma in questo post guardo alla mia, alla nostra quotidianità.
Molti cittadini sono stati ligi alle disposizioni in termini di sicurezza ed hanno assunto in questi mesi un comportamento consono e responsabile.
Altri no.
Ai Pazienti chiedo: non chiamate per sapere quando verrete visitati o operati, non lamentatevi con il Personale ospedaliero per ulteriori ritardi. Perché ci saranno. Perché sarà difficile. Perché è estenuante non poter programmare il nostro lavoro con regolarità e serenità mentale.
Quando finirà questo periodo indefinito promettiamo ancora una volta abnegazione e fatica per ripartire e recuperare ciò che si è perso.
Noi, medici ed infermieri, siamo felici e realizzati quando ottemperiamo al compito che ci è stato assegnato, curare ed assistere i Pazienti.
Adesso saremo bloccati ed insoddisfatti, i più fortunati, perché altri saranno dirottati in Reparti Covid.
Un virus circola, è così da sempre, ma facciamoci tutti quanti un piccolo esame di coscienza.
Il sentore comune, in una fetta di popolazione, è che il virus colpisca sempre l’altro, gli altri.
Ma quando gli Ospedali “chiudono”, il virus ha già colpito tutti. E mi fa imbestialire.