D.ssa Enza Sansone - Specialista Ostetricia e Ginecologia - Psicoterapia

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D.ssa Enza Sansone - Specialista Ostetricia e Ginecologia - Psicoterapia Laurea Medicina. Specialista Ostetricia e Ginecologia. Specialista Psicoterapia della Gestalt

04/07/2025

✨ La tua salute parte dall’ascolto. Del corpo. E della mente.
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GIORNATA MONDIALE PER LA CONSAPEVOLEZZA SULL'AUTISMO. 2 APRILE 2025 Promossa dall’ONU nel 2007.L'Autismo fa parte dei “D...
02/04/2025

GIORNATA MONDIALE PER LA CONSAPEVOLEZZA SULL'AUTISMO.
2 APRILE 2025
Promossa dall’ONU nel 2007.
L'Autismo fa parte dei “Disturbi evolutivi globali dello sviluppo psicologico”.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, riguarda 6 persone su 1000 abitanti. Colpisce prevalentemente i soggetti maschili con un tasso dalle due alle quattro volte superiore rispetto al sesso femminile; si manifesta quasi sempre entro i primi 3 anni di vita.
Le cause rimangono ancora poco chiare. Nella maggior parte dei casi il disturbo è dovuto ad una anomalia genetica, dovuta a una mutazione spontanea del DNA, oppure trasmessa per via ereditaria; può essere anche legato a una lesione congenita di strutture del sistema nervoso centrale in via di sviluppo, per cause vascolari, infettive o tossiche.
E’ un disturbo dello sviluppo neurologico altamente variabile, che appare durante l'infanzia e caratterizza tutta la vita dell’individuo. Vi può essere una grave compromissione intellettiva e neurologica, altre volte non ci sono alterazioni.
Caratteristiche principali: deficit nell'interazione sociale, deficit nella comunicazione, interessi e comportamenti limitati e ripetitivi. In genere vi è una chiusura nei confronti del mondo esterno, dovuta al bisogno di proteggersi da stimoli ambientali troppo intensi, spesso percepiti come dolorosi.
In Italia vi sono varie associazioni che si occupano di attività di ricerca, istruzione, formazione e cura delle persone con autismo.
Rain Man, il film in cui Dustin Hoffman interpreta una persona autistica.
Astrid e Raphaëlle, la serie televisiva poliziesca in cui Sara Mortensen interpreta il personaggio di Astrid Nielsen, affetta da autismo.

06/03/2025

8 MARZO: FESTA DELLA DONNA
Le donne devono sempre ricordarsi chi sono, e di cosa sono capaci. Non devono temere di attraversare gli sterminati campi dell’irrazionalità, e neanche di rimanere sospese sulle stelle, di notte, appoggiate al balcone del cielo. Non devono aver paura del buio che inabissa le cose, perché quel buio libera una moltitudine di tesori. Quel buio che loro, libere, scarmigliate e fiere, conoscono come nessun uomo saprà mai. (Virginia Woolf)

11/02/2025

6 febbraio GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LE MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI
La mutilazione genitale femminile è una violazione dei diritti umani che lascia cicatrici fisiche, emotive e psicologiche profonde e perenni a bambine e donne.
Questa terribile pratica, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, riguarda più di 230 milioni di ragazze e donne in oltre 30 Paesi africani e asiatici: Africa sub-sahariana, in Medio Oriente (Iraq, Kurdistan e Yemen) e in Asia (Indonesia). La pratica è quasi universale in Somalia, Guinea e Gibuti, con livelli superiori al 90%, ancora abbastanza diffusa in Eritrea, Sudan, Egitto, Sierra Leone, Mali mentre è presente in non più dell'1% delle ragazze e delle donne in Camerun e Uganda..
In Europa, si stima che oltre 600.000 donne siano portatrici di mutilazioni genitali.
In Italia ce ne sono circa 87.000, di cui 7.600 minorenni (gli ultimi dati disponibili sono del 2019). La legge 7/2006 vieta le mutilazioni genitali femminili e prevede misure di prevenzione e assistenza. Tuttavia, mancano dati aggiornati sull’efficacia degli interventi.

Spesso vengono presentate come un rito di passaggio all’età adulta, una prova di appartenenza alla comunità. In molte culture, la “circoncisione femminile” è considerata un requisito per il matrimonio come una garanzia di verginità e onore familiare.
Tali pratiche non sono prescritte nel Corano e nella cultura islamica in genere. Fanno parte di una cultura patriarcale ancestrale, che in questo modo controlla il corpo delle donne. E non sono neppure prerogativa di etnie isolate e senza strumenti culturali. Ricordo il libro “Possedere il segreto della gioia” di Alice Walker (premio Pulitzer per “Il colore viola”). La protagonista, Tisha, africana, ma residente negli Stati Uniti, invece di sentirsi libera dal fatto di non aver subito la procedura da bambina, prova un tale disagio, da scegliere di tornare nel suo paese d’origine per sottoporsi alla infibulazione, cercando di ritrovare così le sue radici.

Le mutilazioni genitali femminili vengono praticate senza anestesia e sono classificate in 4 tipologie principali:

Tipo 1: si tratta della rimozione parziale o totale del glande clitorideo (la parte esterna e visibile del clitoride, che è una parte sensibile dei genitali femminili) e/o del prepuzio/cappuccio clitorideo (la piega della pelle che circonda il glande clitorideo).

Tipo 2: si tratta della rimozione parziale o totale del glande clitorideo e delle piccole labbra (le pieghe interne della v***a), con o senza rimozione delle grandi labbra (le pieghe esterne della pelle della v***a).

Tipo 3: L’infibulazione, la forma più estrema, prevede l’asportazione del clitoride e la cucitura dei genitali esterni, lasciando solo una piccola apertura per l’urina e il sangue mestruale.
Tipo 4: include tutte le altre procedure dannose per i genitali femminili per scopi non medici, ad esempio punture, perforazioni, incisioni, raschiature e cauterizzazioni dell'area genitale.

Le complicazioni immediate della mutilazione possono essere:
- forte dolore
- emorragia
- gonfiore dei tessuti genitali
- febbre, infezioni, ad esempio tetano
- problemi urinari
- problemi di guarigione delle ferite
- Shock
- morte.

Le complicazioni a lungo termine possono includere:
- problemi urinari (minzione dolorosa, infezioni del tratto
urinario);
- infezioni vaginali ricorrenti
- problemi mestruali (mestruazioni dolorose, difficoltà nel
passaggio del
sangue mestruale, ecc.);
- tessuto cicatriziale e cheloide;
- problemi sessuali (dolore durante i rapporti, diminuzione o
assenza del piacere sessuale
- aumento del rischio di complicazioni durante il parto (parto
difficile, sanguinamento eccessivo, taglio cesareo, necessità
di rianimare il bambino, ecc.) e di morte neonatale;
- necessità di interventi chirurgici successivi: le donne con Tipo
3 potrebbero richiedere la deinfibulazione (apertura della
cicatrice infibulata per consentire il rapporto sessuale e il
parto.
- problemi psicologici (depressione, ansia, disturbo da stress
post-traumatico, bassa autostima, ecc.).

06/02/2025

COME RIDURRE L’INTRODUZIONE DI MICROPLASTICHE NEL NOSTRO CORPO.
Da WWF - World Wide Fund for Nature quarta parte: BAMBINI, TRASPORTI, OCCASIONI SPECIALI
https://www.wwf.it/cosa-puoi-fare-tu/ecotips/microplastiche-no-grazie/

BAMBINI:
- no ai biberon di plastica. Evita di usare biberon in plastica, meglio il vetro. Lo sapevi che il biberon può rilasciare fino a 1000 microplastiche per L durante 100 cicli di apertura/chiusura e che con il calore può rilasciare sostanze nocive che costituiscono la plastica?
- bavaglini e stoviglie. Molti ciucci, bavaglini, posate e stoviglie per bambini sono di plastica così i neonati e bambini sono almeno 10 volte più esposti alle microplastiche rispetto agli adulti. Ma le plastiche possono rilasciare sostanze nocive con l’usura che sono dannose per il neurosviluppo dei bambini. Meglio usare ciucci, tettarelle per biberon e set per la pappa naturali senza plastica.
- giocattoli plasticfree Orsacchiotti, guerrieri, fate, automobili, robot sono spesso giocattoli fatti di plastica che, attraverso l’attrito, il calore o la luce, rilasciano microplastiche e i loro additivi chimici direttamente sulle mani e sulla bocca di neonati e bambini, soprattutto gli animali di peluche. Meglio scegliere giocattoli fatti con materiali naturali, senza plastica, come legno, gomma di caucciù.

TRASPORTI:
- pneumatici pericolosi.
Lo sapevi che gli pneumatici, infatti, sono tra i rifiuti di plastica maggiormente presenti sul fondo del mare e tra le principali fonti di microplastiche in tutto il mondo? Mentre guidiamo, l’abrasione fa sì che si rompano minuscoli pezzettini di gomma: i fuoristrada, ad esempio, perdono circa un chilo di gomma nel corso della loro vita utile (6 anni in media). Guida di meno, meglio fare una passeggiata a piedi o in bicicletta, così inquini meno e fai pure un po’ di esercizio. E per i più pigri meglio utilizzare i trasporti pubblici e le infrastrutture ferroviarie.

OCCASIONI SPECIALI:
- addobbi scintillanti! Per dare un tocco brillante e colorato alle tue feste meglio usare coriandoli e addobbi di carta certificata FSC. Le bombe di glitter, riso finto, coriandoli o cartoline glitterate sono fatti di plastica e alluminio e una volta sparse in giro rimangono nell’ambiente per sempre e possono essere ingeriti dagli organismi acquatici. Scegli alternative naturali per colorare le tue feste di così potrei goderti i festeggiamenti senza preoccuparti dell’impatto ambientale. La natura è piena di colori!
- attenzioni ai palloncini. I palloncini sono divertenti durante le feste per giocare ai gavettoni oppure vederli volare in aria ma per gli animali è un incubo! I palloncini sono fatti di plastica riempiti di elio e viaggiano per centinaia o addirittura migliaia di chilometri per poi atterrare come rifiuti su spiagge, fiumi, laghi, oceani, foreste e altre aree naturali, dove si frammentano lentamente, ma non si degradano mai! Gli animali possono spaventarsi nel vedere i palloncini che scoppiano e cadono in frammenti, oppure possono ingerirli per sbaglio e rimanere aggrovigliati nei lunghi nastri che legavano i palloncini. Scegli dei coriandoli di carta certificata FSC per abbellire le tue feste, per divertirti senza disturbare gli animali.
- eventi. Spesso un evento speciale come il matrimonio, il battesimo o la laurea può essere bello da addolcire con dei confetti, oppure da profumare con dei semi da piantare e far fiorire, ma non per forza dobbiamo usare bomboniere in plastica. Lo sapevi che con il calore e la luce del sole le confezioni di plastica possono rilasciare microplastiche e sostanze nocive nei tuoi confetti oltre che squagliarli? Possiamo scegliere delle bomboniere ecologiche utilizzando dei semplici sacchetti in cotone o juta chiusi con dei nastri colorati per regalare i confetti o distribuire i semi, oppure delle bustine in carta riciclata fatta a mano.

06/02/2025

COME RIDURRE L’INTRODUZIONE DI MICROPLASTICHE NEL NOSTRO CORPO.
Da WWF - World Wide Fund for Nature Terza parte: PERSONA
https://www.wwf.it/cosa-puoi-fare-tu/ecotips/microplastiche-no-grazie/
- make-up “glietterato”. Lo sapevi che i glitter nel tuo make-up sono microplastiche? Molti trucchi cosiddetti leave-on (come fondotinta, eyeliner, mascara, rossetti, ombretti, deodoranti, lozioni per il corpo e smalti per unghie) li contengono per donare luminosità, per promuovere una sensazione setosa e per controllare l’effetto opacizzante. Ma quando poi ti lavi il viso e il corpo finiscono nello scarico e da lì nell’ambiente, dove vengono ingeriti dagli organismi acquatici filtratori che non li possono distinguere dalle particelle di cibo. I glitter possono farti brillare per qualche ora o al massimo qualche giorno ma nell’ambiente dureranno molto più a lungo. Dopo un singolo utilizzo, migliaia di pezzi di glitter possono passare nelle acque o nel suolo e accumularsi nell’ambiente, e quei pezzi di glitter rimarranno intatti li per secoli.
- outfit sostenibili. Vestire con stile si, ma naturale. Lo sapevi che i tessuti come poliestere, poliammide/nylon, acrilico, elastane sono plastica? Significa che siamo praticamente vestiti di plastica: dalle sneakers ai giubbotti imbottiti, dalla biancheria intima ai costumi. Ogni anno negli oceani finiscono mezzo milione di tonnellate di microfibre di plastica a causa del lavaggio di tessuti sintetici: una quantità pari a oltre 50 miliardi di bottiglie di plastica! Questo perché le microfibre non vengono efficacemente trattenute dagli impianti di trattamento delle acque reflue. Acquista meno vestiti e prediligi tessuti naturali. La moda è temporanea, ma le plastiche no.
- no alle spugne in plastica! Molti hanno l’abitudine di utilizzare la spugna mentre fanno la doccia o un bagno caldo. Le spugne, infatti, oltre a regalare alla tua pelle un piacevole massaggio, possono essere molto utili perché hanno un’azione esfoliante e stimolano la circolazione del sangue, rendendo generalmente più bella la tua pelle. Usa il gu**to di crine o una spugna di luffa al posto della spugna in plastica quando ti fai la doccia. A differenza delle spugne di plastica, le spugne naturali sono più forti di quelle a base di prodotti petroliferi e sono biodegradabili, quindi non rilasciano microplastiche, ma sono più delicate. Così puoi prenderti cura della tua pelle del tuo corpo in modo sostenibile e senza il rischio di irritazioni e allergeni.
- salviette struccanti. Lo sapevi che le salviettine struccanti, nonostante sembrino fatte in tessuto, sono in realtà realizzate con un mix di plastica e materiali sintetici di difficile smaltimento, come tensioattivi, alcol, profumi sintetici o derivati del petrolio? Quindi se le usi e poi le butti nel gabinetto milioni di microfibre sintetiche e sostanze chimiche finiranno poi nel mare! Usa salviettine umidificate riutilizzabili di cotone biologico oppure scegli quelle biodegradabili ma buttale nel secchio.
- creme solari. Protezione di plastica. Sapevi che ci possono essere fino a 100 mila miliardi di microplastiche in una bottiglia di crema solare? Queste agiscono come leganti, controllano la viscosità, l’aspetto e la stabilità di un prodotto, per dare una consistenza piacevole al tatto e assicurare una lunga durata. Ma purtroppo quando ti fai il bagno al mare o la doccia queste plastiche finiscono nell’acqua dove sono molto persistente e tossico per la vita acquatica. Scegli creme solari con filtri UV naturali, così puoi abbronzarti senza causare danni ai pesci e ai coralli.
- sorrisi pericolosi. Un sorriso e una pelle belli e giovani sì ma non di plastica. Lo sapevi che ogni volta che usi una crema antirughe potresti mettere 90mila microplastiche sul tuo viso? Gli effetti di questa esposizione massiccia alle microplastiche a livello cutaneo sono ancora sconosciuti, ma potrebbero passare la barriera cutanea e finire in altri tessuti. Meglio usare creme antirughe naturali: esistono molte alternative naturali per ottenere effetti simili ai prodotti che usano ingredienti sintetici, senza correre rischi imprevisti.
- assorbenti in plastica. Scegli assorbenti riutilizzabili oppure tamponi e pannolini in cotone biologico compostabili, ma poi buttali nel cestino! I classici assorbenti, infatti, oltre a contenere un’alta percentuale di plastica (che li rende praticamente impossibili da riciclare), contengono anche ingredienti aggressivi sulla pelle, come sbiancanti, profumi e sostanze assorbenti. Possono quindi rilasciare microplastiche nel mare e creare spiacevoli irritazioni alla pelle.

06/02/2025

COME RIDURRE L’INTRODUZIONE DI MICROPLASTICHE NEL NOSTRO CORPO. Seconda parte: CASA
Da WWF - World Wide Fund for Nature
https://www.wwf.it/cosa-puoi-fare-tu/ecotips/microplastiche-no-grazie/
Seconda parte: casa
- polvere da incubo. Polvere che fastidio! Spolverare e aspirare regolarmente la casa è importante non solo per avere una casa pulita, ma anche per ridurre la nostra esposizione alle microplastiche. Lo sapevi che la maggior parte dei granelli di polvere nelle nostre case sono microplastiche che possono entrare nei polmoni?
- moquette e tappeti. Per la moquette o i tappeti scegli fibre naturali come pura lana, cotone o juta. I tappeti contribuiscono in modo significativo alla contaminazione dell’aria in casa: camminarci sopra provoca attrito e, poiché sono realizzati in materiali sintetici, rilasciano microfibre di plastica.
- brillante si, inquinante no! Una cucina pulita e brillante è importante per cucinare meglio e in sicurezza, ma senza inquinare le nostre acque. Le spugne e le pezzette con cui laviamo i piatti e puliamo casa sono realizzate con materiali plastici come poliestere e nylon che rilasciano microplastiche ad ogni lavaggio, finendo nello scarico e poi nel mare, dove vengono ingeriti dagli organismi. Prediligi spugne e pezzette fatte in materiali naturali per lavare i piatti e pulire casa, come ad esempio spugne di luffa ricavata dal frutto di una pianta appartenente alla famiglia delle cucurbitacee come la zucca, che possiamo coltivare anche in giardino; spugne in lolla di cocco, cioè l’esterno delle noci di cocco essiccate, che invece di essere un rifiuto trova una seconda vita; spugne in cellulosa e fibra di sisal ricavata dalle foglie dell’agave sisalana, una pianta grassa originaria del Messico ma che è presente anche nell’Europa Mediterranea.
- nuovo bucato! Cambia la tua routine del bucato: meglio lavare di meno e fare lavatrici a pieno carico, a basse temperature, con bassa centrifuga e lasciare asciugare i panni all’aria. Infatti, il lavaggio ad alte temperature, centrifughe e con l’asciugatrice rovinano i capi e determina il rilascio fino a 1 milione di microfibre ogni lavaggio.
- attenzione alle etichette. Impara a leggere le etichette e cerca di evitare i prodotti che contengono microplastiche. I comuni detersivi per la casa spesso contengono microplastiche che vengono aggiunte di proposito nella formula come agenti abrasivi o per controllare l’aspetto e la stabilità di un prodotto. Di solito hanno nomi come butylene, ethylene, styrene, polyethylene, nylon o polyurethane ecc. Scegli detersivi ecologici per la casa realizzati con materie prime di origine vegetale. Ti stupirà vedere quanto è efficace il potere pulente della natura!
- usura degli attrezzi. Per ridurre l’usura degli attrezzi da cucina in plastica ed evitare che rilascino microplastiche, meglio non lavare piatti, bicchieri, posate e i contenitori di plastica in lavastoviglie. Il lavaggio ad alte temperature e ripetuto può deteriorare la plastica di cui sono fatti e determinare il rilascio di microplastiche, che finiscono nello scarico assieme alle sostanze chimiche di cui sono fatte e possono essere ingerite dagli organismi acquatici.

06/02/2025

COME RIDURRE L’INTRODUZIONE DI MICROPLASTICHE NEL NOSTRO CORPO. Prima parte. CIBO
Da WWF - World Wide Fund for Nature
https://www.wwf.it/cosa-puoi-fare-tu/ecotips/microplastiche-no-grazie/
La distribuzione e l’abbondanza di macro e microplastiche nel mondo sono così estese che molti scienziati le usano come indicatori chiave del periodo recente e contemporaneo definendo una nuova epoca storica: il Plasticene. Scopriamo insieme come possiamo evitare le microplastiche nella vita di tutti i giorni.

- attenzione ai contenitori. Quant’è comodo e veloce cuocere nel microonde, ma attenzione al contenitore! Non cuocere nel microonde cibi in imballaggi di plastica. I contenitori per alimenti in plastica (es. ciotole, sacchetti per il riso o per popcorn) con alte temperature possono rilasciare microplastiche e le sostanze chimiche di cui sono fatte.
- dal rubinetto. Meglio bere l’acqua del rubinetto evitando di comprare l’acqua in bottiglie di plastica. Le bottiglie di plastica possono rilasciare fino a 1000 microplastiche per litro durante 100 cicli di apertura/chiusura del tappo!
- no al monouso! Evita i bicchieri monouso da asporto in plastica o polistirolo, soprattutto per bevande calde, meglio usare contenitori di vetro o metallo riutilizzabili. Lo sapevi che durante il tempo necessario per bere un caffè (15 min) lo strato interno di plastica del bicchiere può rilasciare fino a 25mila microplastiche?
- takeaway. Ordini il pranzo o la cena takeaway? Prediligi i ristoratori che usano contenitori in carta o ancora meglio se hai un posto di fiducia, chiedi di riempire il tuo contenitore in vetro. Un pasto settimanale da asporto contenuto in vaschette di plastica può comportare l’ingestione fino a 18.500 microplastiche all’anno!
- plastica o vetro? Plastica o vetro: quale contenitore per alimenti è il migliore? Conserva il cibo prioritariamente in contenitori di vetro perché è sicuro in quanto non rilascia contaminanti. I contenitori in plastica a contatto diretto con gli alimenti possono rilasciare fino a 710 microplastiche e diverse sostanze chimiche soprattutto quando subiscono shock termini ossia quando cibo che contengono è caldo, quando vengono scaldati o usati nel freezer.
- tè al posto del caffè. Il tè è un’ottima alternativa al caffè la mattina o un piacevole momento di relax il pomeriggio, ma senza microplastiche! Le bustine di tè sono sempre più spesso realizzate in nylon, che è una plastica. Una singola bustina di tè in plastica alla temperatura di infusione (95°C) può rilasciare circa 11,6 miliardi di microplastiche nella tua tazza. Meglio quindi, comprare del tè sfuso o in alternativa accertarsi che le bustine siano realizzate in carta.
- sale? si, ma poco. Sale? Poco è meglio non solo per l’ipertensione ma anche perché il sale marino, di lago o di roccia che utilizziamo per cucinare e condire può contenere fino a 681 microplastiche per chilo!
- crostacei e molluschi. Limita il consumo di crostacei e molluschi. Possiamo ingerire circa 53mila microplastiche all’anno dai “frutti di mare” (fino a 27mila microplastiche dai molluschi, fino a 17mila dai crostacei e fino a 8mila dai pesci).
- conservare il cibo. Conservare bene il cibo è importante per limitare gli sprechi, ma esistono molte alternative alla pellicola monouso, come ad esempio gli involucri in cotone e cera d’api riutilizzabili, oppure i tappi adattabili in silicone riutilizzabili. Il cellophane delle pellicole rappresenta il 52% delle microplastiche ingerite dai delfini in mare e il 58% negli estuari dei fiumi, perché gli ambienti costieri e il mare sono i collettori finali di tutto ciò che viene disperso a terra e nei fiumi, compresa la plastica.
- si allo sfuso! Mangia più cibo sfuso ed evita dove possibile quello confezionato. Lo sapevi che anche semplici gesti come aprire una confezione con le forbici o con le mani, stappare una bottiglia, sciogliere un nodo dai nastri o anche stropicciare una bustina possono generare microplastiche che finiscono poi nel nostro cibo?
- e di stagione! Mangia cibo di stagione e limita i prodotti coltivati in serra. I teli di plastica per le serre esposti a sole, vento e acqua possono rilasciare microplastiche e sostanze nocive, come gli ftalati, nella frutta e verdura coltivata all’interno.
- cocktails on the rocks! Cocktails on the rocks sì ma senza plastica. Lo sapevi che i sacchetti in plastica per cubetti di ghiaccio possono rilasciare microplastiche nei cubetti? Meglio fare il ghiaccio nei contenitori di metallo o in silicone.
- no alle gomme. Non mangiare le gomme da masticare, meglio una caramella, una stecca di liquirizia, una foglia di menta o un pezzetto di zenzero per rinfrescare l’alito e dare sollievo alla gola. Le gomme da masticare sono il secondo rifiuto più comune al mondo, sono fatte degli stessi polimeri di plastica di che si trovano negli pneumatici delle auto e nelle bottiglie di plastica e una volta gettate via possono raggiungere gli oceani, dove vengono ingerite dai pesci.

06/02/2025

MICROPLASTICHE NEL CERVELLO
Il 3 febbraio 2025, su Nature Medicine, è stato pubblicato un lavoro scientifico, che dimostra la presenza di microplastiche nel cervello (https://www.nature.com/articles/s41591-024-03453-1).
Lo studio ha riguardato campioni di tessuto epatico, renale e cerebrale prelevati tra 2016 e 2024, evidenziando l’aumento delle microparticelle parallelamente all’aumento dell’inquinamento ambientale. I campioni cerebrali provenienti da persone affette da demenza di origine vascolare o altra forma di demenza o Alzheimer avevano un contenuto di microplastiche maggiore rispetto a quelli provenienti da persone senza demenza.
Già da vari anni gli scienziati hanno evidenziato la presenza di microplastiche nel corpo umano in vari tessuti umani: pelle, arterie, vene, midollo osseo, testicoli, utero, apparato gastrointestinale, fegato, placenta e anche nei calcoli biliari, nella saliva, nelle feci, nel liquido spermatico. La concentrazione a livello cerebrale è risultata significativamente maggiore rispetto a quella del fegato e dei reni. Nei campioni di tessuto del cervello del 2024 la quantità di frammenti è risultata pari allo 0,48 % 0,48% del peso del cervello stesso, l’equivalente di un intero cucchiaino di plastica, e del 50% superiore rispetto ai campioni 2016.
In pratica si tratta di particelle di plastica di dimensioni comprese tra 1μm (ossia un milionesimo di metro) e 5 millimetri. Si formano per degradazione di oggetti di plastica provocata dal calore, sole, vento, sale, cloro, prodotti acidi e corrosivi. La provenienza è la più svariata: contenitori per imballaggio, contenitori di alimenti, bottiglie d'acqua monouso, abiti/indumenti, prodotti per l’igiene personale (es. dentifrici, rossetti), polimeri usati per le cure dentali, frammenti di impianti e di protesi. Possiamo inalarli, mangiarli o possono essere introdotti nel nostro corpo attraverso ferite o pratiche chirurgiche.
Sono composti prevalentemente da:
1) Polietilene: è un materiale molto leggero e resistente e uno dei materiali più presenti nella nostra vita quotidiana: costituisce infatti circa il 30% del volume totale della produzione mondiale di materie plastiche. Impiegato per arredo urbano, arredamento d’interni, mobili per il giardino, imballaggi, edilizia, veicoli a motore, elettrodomestici, tubi per il trasporto di acqua e gas naturale, isolante per cavi elettrici e telefonici, borse e buste di plastica, protesi, giubbotti antiproiettile, rivestimento interno di confezioni in cartone per alimenti (ad esempio quelle del latte), flaconi per detersivi o alimenti, giocattoli, pellicole alimentari, tappi in plastica, reti di recinzione, barriere stradali provvisorie componibili "New-Jersey".
In minore misura sono stati identificati altri polimeri:
2) Polypropylene o moplen (PP): i cruscotti degli autoveicoli ed i paraurti, i tappi e le etichette delle bottiglie di plastica, le reti antigrandine, le custodie dei CD, le capsule del caffè, i bicchierini bianchi di plastica per il caffè, zerbin, tappeti, moquette, stuoie, contenitori per microonde, piatti, barattoli per yogurt, giocattoli e valigie, siringhe, contenitori di pillole, secchi e piccole cisterne, ad es. per impianti di depurazione domestici, piscine e laghetti
3) Polyvinyl chloride (PVC): infissi, tubi per edilizia (per esempio grondaie e tubi per acqua potabile), cavi elettrici, profili per finestra, pavimenti vinilici, pellicola rigida e plastificata per imballi, tubi per flebo, sacche di sangue e tubi medici, interni delle auto, paraurti e altri componenti automobilistici, interni delle auto, manti delle coperture mobili industriali, capannoni, teloni per strutture e coperture di automezzi per il trasporto e la logistica (TIR).
4) Styrene-butadiene rubber (SBR) utilizzato principalmente per produrre pneumatici, tubi, tacchi e suole di scarpe, guarnizioni, piste di atletica leggera .

5 febbraio.   WORLD NUTELLA DAYDa https://winenews.it/it/world-nutella-day-dal-primo-vasetto-nato-nel-1964-a-770-milioni...
04/02/2025

5 febbraio. WORLD NUTELLA DAY
Da https://winenews.it/it/world-nutella-day-dal-primo-vasetto-nato-nel-1964-a-770-milioni-venduti-ogni-anno-in-160-paesi_548474/
L’iniziativa del “World Nutella Day” è nata il 5 febbraio 2007 da Sara Rosso, blogger americana appassionata della Nutella di Ferrero
Se Giovanni Ferrero ha di che “sorridere”, essendo il “Paperone d’Italia”, n. 1 dei miliardari italiani, con 43,8 miliardi di dollari - le persone con un patrimonio che supera almeno il miliardo di euro residenti o nate nella Pen*sola, che hanno raggiunto quota 71, secondo quanto stimato da una ricerca dalla società benefit Ener2Crowd, dalla celeberrima classifica aggiornata da “Forbes”, che lo vede n. 26 a livello globale - il mondo si prepara a celebrare la crema di nocciole che, spalmata sul pane, rappresenta il prodotto più iconico dell’azienda di famiglia di Alba di cui è patron, ed uno dei simboli del made in Italy nel mondo: domani 5 febbraio, è il “World Nutella Day”, la Giornata Mondiale della Nutella, inventata dal padre, Michele Ferrero, nel 1964, in pieno boom economico, e che ne registrò il logo - immutato fino ad oggi - lanciando il primo vasetto, di cui oggi se ne vendono 770 milioni ogni anno in 160 Paesi.
Fu, infatti, un successo istantaneo e mondiale, portato al cinema da - Nanni Moretti nel film “Bianca” (nella scena in cui il protagonista Michele Apicella, alter ego del regista-attore, affoga l’ansia in un enorme barattolo alto 1 metro, creato proprio per il set; 1984);
- “cantato” da Giorgio Gaber nella canzone “Destra-Sinistra” (“Se la cioccolata svizzera è di destra, la Nutella è ancora di sinistra”; 1994);
- raccontato nel libro “Il nuovo mondo Nutella. 60 anni di innovazione” da Gigi Padovani (con l’intervento di Clara Padovani e la prefazione dello stesso Giovanni Ferrero, per Rizzoli Bur Edizioni, 2024);
- celebrato dalla mostra “joyn! Un viaggio nel mondo Nutella per i suoi 60 anni”, l’omaggio del Maxxi, il Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma, a cura di Chiara Bertini in collaborazione con Ferrero.

Ma qual è il suo segreto? “Tutto inizia ad Alba nel dopoguerra, in un piccolo laboratorio di pasticceria della famiglia Ferrero - scrive Gigi Padovani - dal fondatore Pietro al figlio Michele al nipote Giovanni, questa azienda familiare ha continuato a mietere successi, raggiungendo dimensioni globali, ma mantenendo comunque solide radici nel territorio di nascita, le Langhe.
Senza mai perdere di vista la qualità del prodotto, garantita dall’integrazione verticale della supply chain, e attenendosi a rigorosi criteri etici di sostenibilità ambientale e sociale, il Gruppo Ferrero è oggi il terzo attore internazionale nel suo settore (con un fatturato in Italia di 1,8 miliardi di euro, in crescita del +3,5%, secondo il bilancio chiuso al 31 agosto 2024, e con un giro d’affari globale di 17 miliardi di euro, dall’ultimo fatturato disponibile, al 31 agosto 2023, ndr); dimensione raggiunta anche attraverso un’attività di acquisizione strategica che ha creato un vero e proprio “ecosistema Ferrero”.
A tutto questo si aggiunge una comunicazione che ha saputo far diventare Nutella un “lovebrand”, una “madeleine” che sa di famiglia e casa: oggi è un’icona di modernità, amata da milioni di fan e oggetto di interpretazioni artistiche e gastronomiche.
Nel 2024, secondo un’analisi di Glovo oltre 1 milione di prodotti Nutella sono stati consegnati in Italia, pari al 37% del consumo globale sulla piattaforma di delivery.
La città italiana più golosa? È Caserta, che registra un incremento del +229% di ordini. Ma c’è anche una curiosità: l’accoppiata Nutella e pizza è in aumento del 23% negli ordini annuali con Firenze al top per crescita (+447%). Seguono Asti (+295%) e Trieste (+195%).

NUTELLA: CIBO SPAZZATURA
https://www.my-personaltrainer.it/alimentazione/nutella.html
La nutella, al pari di molte altre creme spalmabili e snack vari, può essere inserita nella categoria dei cosiddetti "junk foods": cibo spazzatura.
Ingredienti della nutella (italiana): zucchero (o saccarosio), olio di palma, nocciole (13%), cacao magro (7,4%), latte scremato in polvere (6,6%), siero di latte in polvere, emulsionanti (lecitina di soia) e vanillina.
Possiamo notare la presenza di olio di palma. Sebbene, tramite il suo sito internet, l'azienda si sforzi di avvalorare questo tipo di olio, si tratta di un prodotto piuttosto economico, gravato da pesanti problematiche di natura nutrizionale e ambientale.
Dai calcoli di Verbraucherzentrale Hamburg, organizzazione tedesca che si occupa di consumi e informazione, è stata sviluppata la immagine che segue, che rende evidente a colpo d'occhio le quantità elevate di zucchero (in basso) e di olio di palma (in alto) presenti nell'alimento.

CONTENUTO IN % DI GRASSI SATURI
Olio di cocco 86%
Olio di palma 49%
Nutella 34,5 % (calcolati secondo quanto dichiarato nell'etichetta del prodotto aggiornato in data 5/11/2013)
Olio di soia 14%
Olio di girasole 11,2%
Nocciole 7%

Indirizzo

Via RISORGIMENTO 38 Tel. N. Verde: 800. 999955
Pisa
56126

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