Letizia Tani Counselor

Letizia Tani Counselor Aiuto le persone ad attivare le loro risorse tramite un’accurata attenzione al proprio sentire

      # consapevolezza
10/01/2025

# consapevolezza

L'8 gennaio 1902, a Oak Park (Illinois), nasceva Carl R. Rogers.

La sua esperienza professionale e umana è un'eredità inesauribile a disposizione di tutti coloro che in ogni parte del mondo desiderano costruire relazioni autentiche.

Riportiamo un estratto di una sua lezione (dall'archivio del Center for Studies of The Person, tradotto da Alessandra Benedetta Caporale):

"[...] Un modo sintetico per descrivere il cambiamento che è avvenuto in me è dire che nei miei primi anni di lavoro mi ponevo la domanda: 𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐨 𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐚𝐫𝐞, 𝐨 𝐜𝐮𝐫𝐚𝐫𝐞, 𝐨 𝐜𝐚𝐦𝐛𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚?

Ora formulerei la domanda in questo modo: 𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐨 𝐜𝐫𝐞𝐚𝐫𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐫𝐞𝐥𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐚 𝐮𝐭𝐢𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐫𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐜𝐫𝐞𝐬𝐜𝐢𝐭𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞?

Quando sono arrivato a formulare la domanda in questo secondo modo, mi sono reso conto che tutto ciò che ho imparato 𝐞̀ 𝐚𝐩𝐩𝐥𝐢𝐜𝐚𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐚 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐞 𝐥𝐞 𝐦𝐢𝐞 𝐫𝐞𝐥𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐮𝐦𝐚𝐧𝐞, 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐚𝐥 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐨 𝐜𝐨𝐧 𝐜𝐥𝐢𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐜𝐨𝐧 𝐩𝐫𝐨𝐛𝐥𝐞𝐦𝐢.

È per questo motivo che ritengo possibile che gli apprendimenti che hanno avuto un significato per me nella mia esperienza possano avere un significato per voi nella vostra esperienza, poiché tutti noi siamo coinvolti in relazioni umane [...].

Se riesco a creare una relazione caratterizzata da parte mia: da una genuinità e trasparenza, in cui sono i miei veri sentimenti, da una calorosa accettazione ed empatia per l'altra persona come individuo a sé stante; da una sensibile capacità di vedere il suo mondo e se stesso come li vede; allora l'altro individuo nella relazione: sperimenterà e comprenderà aspetti di sé che prima aveva represso; si scoprirà meglio integrato, più capace di funzionare efficacemente; diventerà più simile alla persona che vorrebbe essere; sarà più autonomo e sicuro di sé; diventerà più persona, più unico e più espressivo; sarà in grado di affrontare i problemi della vita in modo più adeguato e più confortevole.

Credo che questa affermazione valga sia che io parli del mio rapporto con un cliente, con un gruppo di studenti o di collaboratori, con la mia famiglia o con i miei figli.

𝗠𝗶 𝘀𝗲𝗺𝗯𝗿𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮𝗺𝗼 𝘂𝗻'𝗶𝗽𝗼𝘁𝗲𝘀𝗶 𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗮𝗹𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗼𝗳𝗳𝗿𝗲 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮̀ 𝗲𝗻𝘁𝘂𝘀𝗶𝗮𝘀𝗺𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗼 𝘀𝘃𝗶𝗹𝘂𝗽𝗽𝗼 𝗱𝗶 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗲 𝗰𝗿𝗲𝗮𝘁𝗶𝘃𝗲, 𝗮𝗱𝗮𝘁𝘁𝗶𝘃𝗲 𝗲 𝗼𝗿𝗶𝗲𝗻𝘁𝗮𝘁𝗲 𝗱𝗮𝗹𝗹'𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗻𝗼".

Buon compleanno, Carl!

Sognare … 💓 Non è MAI troppo tardi 💪🏻💪🏻
23/01/2024

Sognare … 💓 Non è MAI troppo tardi 💪🏻💪🏻





La stanchezza che proviamo non è
tanto del lavoro accumulato,
quanto di una quotidianità fatta
di routine e di vuoto.
Ciò che più stanca non è lavorare
troppo.
Ciò che più stanca è vivere poco.
Ciò che veramente stanca è vivere
senza sogni.

[Gabriel Garcia Marquez[

22/01/2024

Amare le persone come si ama un gatto, col suo carattere e la sua indipendenza, senza cercare di domarlo, senza cercare di cambiarlo, lasciarlo che si avvicini quando ha voglia, essendo felice con la sua felicità.

- Julio Cortázar
Illustrazione Brunna Mancuso

https://www.instagram.com/dovenonpuoiamarenonsoffermarti/

11/01/2024

Fondamentale avere un ricco ,unico, segreto mondo interiore da nutrire bene
06/01/2024

Fondamentale avere un ricco ,unico, segreto mondo interiore da nutrire bene

Poi ti costruisci un mondo tutto tuo.
E ci vai ad abitare ogni volta che puoi.
Qualcuno la chiama "solitudine".
Per me è il "mio altrove".
Dove spengo il rumore
e alzo il volume
della musica che ho dentro.

Angelo De Pascalis

Andare oltre  oltre oltre oltre oltre …….
03/01/2024

Andare oltre oltre oltre oltre oltre …….

Buongiorno ❤️

molto saggio
02/01/2024

molto saggio

💫💪🏻
02/01/2024

💫💪🏻

Ti capisco perché ti ascolto


Quanti malintesi e quanti conflitti nascono semplicemente dall’incapacità diffusa di “ascoltare” davvero, fare silenzio dentro di sé e aprirsi nei confronti di quello che l’altro vuole dire. Ecco le basi per creare un vero dialogo.

In ogni incontro, casuale o di lavoro, tra amici o sconosciuti, con il partner o un negoziante, non scambiamo solo parole e concetti, ma molto di più.

Sono due interi mondi che si incontrano, per pochi istanti, per anni o per vite intere.

Se non si comprende la ricchezza e la possibile varietà di queste due dimensioni che si incontrano, non si potrà mai capire né accompagnare la complessità delle relazioni che possono nascere.

Quanti malintesi nascono dal non prendere in considerazione che il nostro interlocutore non è necessariamente “fatto” come noi, e che quindi ha una sensibilità, visione del mondo, percezione della realtà diverse dalla nostra. Quanti conflitti nascono dal “non ascolto” più che da reali contrapposizioni, o dall’utilizzo indiscriminato di luoghi comuni mai messi in discussione…

Senza un opportuno allenamento, quando parliamo con gli altri, la maggior parte delle volte non parliamo davvero con loro, ma con l’idea che ci siamo fatti di loro, o con il riflesso di qualche altra figura – spesso la madre o il padre – che con l’interlocutore presente non ha nulla a che fare.

Senza un opportuno allenamento, quando parliamo con gli altri, parliamo in realtà da soli e non ascoltiamo neppure quello che l’altro dice davvero. Non c’è da stupirsi se poi, anche nelle relazioni più importanti, “non ci si capisce”.

Come fare?

Cominciare ad ascoltare. Esercitarsi ed educarsi ad ascoltare l’altro, concentrando davvero l’attenzione su quello che sta dicendo. Di più. Partire dal presupposto che l’altro ha ragione e farsi spiegare bene che cosa intende sino a quando si ha capito il suo punto di vista.

Questo già predispone il dialogo verso una comprensione reciproca invece che verso una lotta senza quartiere per avere ragione, verso un conflitto tra voci che non si ascoltano e quindi, naturalmente, non si capiscono.

Questa inaspettata mossa strategica – simile quella del judoka che usa la forza dell’avversario a suo favore – ha un “effetto collaterale” non irrilevante: permette all’interlocutore stesso di mettere in chiaro le ragioni del suo punto di vista e di verificare quanto siano più o meno verosimili o fondate. Non sentendosi più attaccato, ma invitato a spiegarsi, diventa più disponibile a un incontro.

Ma non è solo nel conflitto che è importante “parlarsi e capirsi“, lo è anche nella normale routine quotidiana, nella vita di famiglia, di lavoro, di coppia, di relazione. Tutto è relazione, la vita stessa è relazione! Quindi, apprendere ad avvicinarci all’altro con il rispetto che merita ogni “alterità” diventa il punto di partenza per instaurare relazioni più armoniose e collaborative, a tutti i livelli, anche nella società e sul pianeta. Bastano pochi accorgimenti e molto allenamento.

La ricetta? Attenzione, ascolto, rispetto, empatia, dialogo. Tutte tappe che costruiscono il sentiero che porta alla capacità di uscire dal soliloquio della propria mente per incontrare davvero l’altro. E’ questo che si chiama comprensione, è questa la base di un vero dialogo.

Non giudicare

Nessuno ama sentirsi puntare addosso un dito giudicante. Dà senso di inadeguatezza, può essere fonte di angoscia, inibizione o rabbia. E’ un atteggiamento che mina ogni possibilità di incontro. L’assenza di giudizio è una delle caratteristiche primarie di uno spazio autentico di comunicazione in cui ci si concede reciprocamente di incontrarsi e accettarsi per “ciò che si è”, senza etichettarsi a priori.

Non interpretare

Ogni tentativo di interpretazione tende inevitabilmente a generalizzare e, in un colloquio, allontana da un contatto più autentico con la persona che sta di fronte, trasmette un senso di fraintendimento e genera facilmente irritazione. Ormai persino dallo psicologo e dal counselor le persone si sentono, giustamente, in diritto di essere ascoltate senza ve**re inserite in “scatolette preconfezionate”.

Non “leggere nel pensiero”

O non avere la pretesa di farlo, soprattutto. Questo vuol dire non dare per scontato che già si sa cosa l’altro pensa, sente, vuole, o non vuole. L’alternativa è chiedere, verificare, esternare l’eventuale perplessità, per non confondere mal di pancia con atteggiamento di ostilità, timidezza con ostentazione, preoccupazione con fastidio. Ancora una volta vuole dire riconoscere all’altro il suo modo di essere e di esprimersi.

Non dare soluzioni

Quando qualcuno racconta un suo problema, spesso ha solo bisogno di sfogarsi e di chiarirsi le idee parlandone. Guai a interromperlo, pur se con la migliore delle intenzioni, per fornirgli soluzioni! Le soluzioni, giustamente, ognuno può trovarsele da solo e il fatto di parlare di quanto sta a cuore è il modo migliore per cominciare. Se vogliamo davvero aiutare chi ha un problema, facciamolo parlare! (dal web)

⭐️💫
02/01/2024

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"Prenditi cura di te.
Tu sei responsabile della tua vita.
Nessuno può salvarti,
nessuno può vivere la tua vita al posto tuo..."

Anita Krizzan

Indirizzo

Pisa
56100

Orario di apertura

09:00 - 17:00

Telefono

+393398767692

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