29/11/2025
Intelligenza artificiale, una questione ETICA.
(Breve riflessione)
La domanda di questi ultimi tempi non è più se o quando l'intelligenza artificiale potrà sostituire le attività/capacità umane. Perché sul "se" sappiamo già che può sostituire ogni aspetto umano, o quantomeno simularlo, fatta eccezione, attualmente, per la consapevolezza e l'autocoscienza. Rispetto al "quando", sappiamo che la risposta è che la transizione è già in atto.
Piuttosto, la domanda che potremmo porci è: "Come scegliamo di regolare la transizione tecnologica?". Difatti, credo che si stia perdendo di vista il senso delle nostre azioni e il senso di esseri umani. Se il senso è riconducibile alla sola produttività, allora siamo ben lontani dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, adottata in seguito agli orrori della seconda guerra mondiale. Un documento che può essere considerato la base di numerose conquiste civili della seconda metà del '900. Tra questi, per esempio, si legge l'articolo 23 sui Diritti dei lavoratori e sul garantire una protezione contro la disoccupazione. Eppure, nel mese di ottobre, negli Usa sono stati registrati oltre 150.000 licenziamenti, ondata che non accadeva da oltre vent'anni. Tra le motivazioni, vi è l'adozione di tecnologie basate sull'IA per rendere più efficienti i modelli produttivi. Privilegiare l'efficienza, a scapito dell'essere umano, è la premessa inquietante affinché Matrix non sia più fantascienza ma realtà.
E, a proposito del senso delle nostre azioni, sarebbe utile chiederci: qual è il senso di creare un robot antropomorfizzato e sessualizzato apparentemente indistinguibile dall'uomo? Perché non potrebbero avere sembianze neutrali? Probabilmente, ciò ha a che fare con la logica di mercato: oggetti più attraenti e simili a noi, catturano l'attenzione del consumatore. E, ancora una volta, in nome della produttività si mette da parte la questione etica, ignorando così tutte quelle conseguenze che possono essere deleterie per il benessere e le relazioni umane.
Riguardo a quest'ultimo aspetto, stiamo andando incontro anche a una trasformazione delle relazioni che può differenziare maggiormente la rivoluzione tecnologica di questi tempi dalla rivoluzione industriale. Secondo studi recenti, infatti, l'IA può creare vere esperienze intime grazie all'analisi dei dati emotivi e psicologici. È sempre più diffuso tra i giovani, il bisogno di costruire "rapporti" intimi e affettivi con un chatbot. Anche in tal caso, è importante chiedersi da dove nasca questo bisogno, e approfondire le implicazioni psicologiche nocive.
Un tempo, la gradualità degli eventi favoriva l'integrazione tra progresso e una società consapevole; oggi non è più così. Per tale motivo, sarebbe auspicabile che l'AI Act dell'Unione Europea, primo passo importante per la tutela di ognuno, non subisse ulteriori rinvii nell'applicazione delle norme. Non è più un problema di domani, ma un fatto di oggi.
Così affermava Neo in Matrix “Io non conosco il futuro, non sono venuto qui a dirvi come andrà a finire, sono venuto a dirvi come comincerà”.
P.S. Questo testo è stato scritto da un essere umano e non da Chatgpt 😄
(Immagine: "Pandora", 2021)