Virginia Avveduto - Psicologa

Virginia Avveduto - Psicologa Psicologa-Psicoterapeuta 🧶

Ricevo a Pisa, in via Toti 11
e online su App PerFormat. Il mio modello di riferimento è l'Analisi Transazionale.

Iscritta all'Ordine degli Psicologi della Toscana (n. 9392)

La nuova miniserie di Netflix "Adolescence" sta suscitando un forte interesse per il modo in cui ha affrontato, in sole ...
29/03/2025

La nuova miniserie di Netflix "Adolescence" sta suscitando un forte interesse per il modo in cui ha affrontato, in sole quattro puntate, temi complessi legati all’adolescenza. Un thriller che sta sollevando diversi quesiti su un ragazzino di tredici anni che arriva a commettere il più efferato dei crimini: l’omicidio di una coetanea. Potrebbe essere inteso come un racconto neorealistico contemporaneo diverso dal solito. Infatti, i protagonisti non vivono in condizioni disagiate, come spesso vediamo nei film di De Sica o Pasolini, o in quelli più recenti di Garrone o dei fratelli di D’Innocenzo. Stavolta, il fenomeno di delinquenza giovanile (in tal caso britannica) prende vita da un ambiente familiare e sociale apparentemente “normale”. Eppure, se tra una puntata e l’atra, ci muoviamo tra i vari contesti in cui è cresciuto il protagonista Jamie, ci rendiamo conto che la realtà che ci circonda è talmente complessa che il termine “normale” è privo di significato.
L’autore della serie sostiene di essersi ispirato a fatti di cronaca realmente accaduti; difatti, potrebbe trattarsi di un drammatico affresco contemporaneo che offre molti spunti di riflessione dal punto di vista sociopsicopedagogico. Il merito della miniserie diretta da Barantini è quello di far entrare l’osservatore direttamente dentro la scena, sentendosi così coinvolto da chiedersi “Dove stiamo sbagliando con i nostri ragazzi?”. La sorprendente continuità di un unico piano sequenza in ogni puntata contrasta con la frammentazione della narrazione e dell’esperienza interna del protagonista.
Dinanzi a tali eventi, cinematografici o reali, una reazione comune è quella di cercare dei “colpevoli”, forse per dare un senso a quella che Hannah Arendt definiva “la banalità del male”. Gli stessi genitori di Jamie, durante l’ultima puntata si domandano se hanno colpe o meno. La ricerca del colpevole, in realtà, oltre ad essere sterile, rischia di allontanarci dalla possibilità di riparare, ricostruire e prevenire. Dato che la colpa implica un nesso causale diretto, dinanzi a un fenomeno sociale o psicologico (o, in molti casi, biologico) è impossibile stabilire un rapporto di causa-effetto. Per tale motivo, trovandoci in una rete di concause, è preferibile parlare di responsabilità. Dunque, partendo da tale presupposto, farei delle osservazioni sulle possibili responsabilità della famiglia e della società quando accadono eventi tanto drammatici.

(Continua su Cinematrographe.it. Il link tra i commenti ⬇️)

17/03/2025

🌎 𝑮𝒊𝒐𝒓𝒏𝒂𝒕𝒂 𝑴𝒐𝒏𝒅𝒊𝒂𝒍𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝑫𝒐𝒓𝒎𝒊𝒓𝒆 𝑺𝒂𝒏𝒐
17 𝑀𝑎𝑟𝑧𝑜

𝙎𝙚 𝙣𝙚𝙡 𝙨𝙤𝙣𝙣𝙤 𝙡𝙖 𝙘𝙤𝙨𝙘𝙞𝙚𝙣𝙯𝙖 𝙨𝙞 𝙖𝙙𝙙𝙤𝙧𝙢𝙚𝙣𝙩𝙖, 𝙣𝙚𝙡 𝙨𝙤𝙜𝙣𝙤 𝙡'𝙚𝙨𝙞𝙨𝙩𝙚𝙣𝙯𝙖 𝙨𝙞 𝙨𝙫𝙚𝙜𝙡𝙞𝙖.
Michel Foucault

          Solitamente, siamo abituati ad ascoltare canzoni che descrivono amori tormentati dove la persona amata risulta...
12/02/2025



Solitamente, siamo abituati ad ascoltare canzoni che descrivono amori tormentati dove la persona amata risulta indispensabile per il proprio benessere.

Giorgia, invece, con il procedere del suo brano "La cura per me", presenta una prospettiva diversa: non si può far dipendere la propria serenità dalla presenza dell'altro. Non è possibile star bene in una relazione in cui si è disposti a rincorrere l'altro e ad aspettarlo per chissà quante notti (parafrasando il testo), pur di non restare soli e di colmare un vuoto interiore. In tali casi, così come in molte relazioni disfunzionali caratterizzate da dipendenza affettiva, la solitudine viene vissuta come un vero e proprio abbandono. La vera cura consiste nell'accogliere
e accettare la paura della solitudine, riconoscendola come parte naturale della vita.
La solitudine, infatti, non è assenza ma presenza a sé stessi.
Una volta che si ha consapevolezza di questo, non si è più soli. Coltivando questo spazio interiore, sarà possibile trovare il proprio benessere e vivere relazioni autentiche basate sulla condivisione e non sulla necessità.

Sportello di ascolto per Studenti UniversitariTi ritrovi a percorrere i corridoi della tua Facoltà con un forte senso di...
06/02/2025

Sportello di ascolto per Studenti Universitari

Ti ritrovi a percorrere i corridoi della tua Facoltà con un forte senso di disagio. Non sai se hai fatto la scelta giusta e ti chiedi quali altri percorsi sarebbero stati più in linea con le tue attitudini.
Tra lezioni caotiche, esami incerti e docenti distanti, la motivazione vacilla. L'organizzazione complessa e le difficoltà personali, come la gestione delle spese e le tensioni familiari, rendono le giornate ancora più pesanti. Ti dici che è troppo faticoso star dietro a tutto e, pian piano, inizi a ritirarti, salti le lezioni, frequenti sempre meno i colleghi e le aule universitarie. Rimandi gli esami perché non ti senti abbastanza pronto/a, e confidi in una prossima volta in cui potrai affrontare l’esame. I mesi passano e quella “prossima volta” non arriva mai. Oppure, riesci a sostenere gli esami nei tempi previsti ma avverti un notevole sovraccarico e vivi ogni step con grande tensione e fatica.

Se stai vivendo queste difficoltà, uno spazio di ascolto può aiutarti a ritrovare la tua direzione e ad affrontare gli anni universitari con maggiore serenità.

Come Funziona?
-La prima consulenza è gratuita e gli appuntamenti si possono svolgere online o in studio. Si tratta di un servizio mirato e sostenibile in modo da non pesare troppo sul tuo budget.

Come prenotare?
-Scrivimi in DM o via email/Tel/WhatsApp per info e appuntamenti!

Tel: 3892998858
Email: v.avveduto@performatsalute.it

Falsi miti sull’adolescenza🔎L’adolescenza è spesso vista come una fase caotica e imprevedibile, caratterizzata da tempes...
30/01/2025

Falsi miti sull’adolescenza🔎

L’adolescenza è spesso vista come una fase caotica e imprevedibile, caratterizzata da tempeste emotive e ribellioni. Tuttavia, molte convinzioni diffuse su questo periodo della vita sono, in realtà, falsi miti. Vediamone alcuni:

1️⃣"Gli ormoni impazziscono e i ragazzi smettono di ragionare"
➡️È vero che durante l’adolescenza ci sono cambiamenti ormonali, ma non sono questi a determinare le turbolenze e le difficoltà tipiche di tale fase. Un ruolo importante, infatti, sembra averlo lo sviluppo del sistema nervoso, in particolare della corteccia prefrontale implicata ad esempio nella regolazione del comportamento, nella pianificazione e nel ragionamento complesso. L’immaturità di queste aree può portare a scelte più rischiose, ma ciò non significa che gli adolescenti non siano in grado di riflettere o di prendere decisioni sensate.

2️⃣"Gli adolescenti sono immaturi, bisogna solo avere pazienza... prima o poi tutto questo passerà!"
➡️ Trattare l’adolescenza come una tempesta da sopportare passivamente è un errore. Questa fase è cruciale per lo sviluppo del sé e dell’autonomia. I comportamenti trasgressivi e il bisogno di fare nuove esperienze non sono capricci ma parte integrante della crescita. Piuttosto che limitarci a tollerarli, dovremmo fornire supporto e comprensione, aiutandoli a valorizzare le proprie risorse e a incanalare i comportamenti irruenti verso esperienze costruttive.

3️⃣ "Per diventare autonomi, devono imparare a fare tutto da soli"
➡️ L’autonomia non si conquista dall’oggi al domani, né significa indipendenza assoluta. Il percorso di crescita è graduale ed è fatto di tentativi, di momenti di distacco e di riavvicinamenti. Inoltre, è importante che gli adolescenti possano costruire legami significativi con coetanei e adulti di riferimento al di fuori del nucleo familiare, per sviluppare una rete di supporto che li aiuti a crescere in modo adeguato.

4️⃣"Gli adolescenti odiano i genitori e vogliono solo ribellarsi"
➡️Il conflitto con gli adulti è una parte naturale del processo di crescita, ma non significa che gli adolescenti vogliano tagliare fuori i genitori dalla propria vita. Spesso il bisogno di autonomia coesiste con il desiderio di sentirsi sostenuti e compresi. Anche quando sembrano respingere gli adulti, cercano comunque una guida, pur se in modi indiretti. In tal caso, potrebbe essere utile mantenere un dialogo aperto, senza imporre controlli eccessivi o reazioni punitive.

L’adolescenza non è solo una fase di crisi, ma un’opportunità di crescita per i ragazzi e per chi li accompagna. Essere informati e sfatare questi miti aiuta a costruire relazioni più autentiche e a supportare l'adolescente nel proprio percorso di scoperta e cambiamento.
Quale di questi falsi miti hai sentito più spesso? Te ne vengono in mente altri? Condividilo nei commenti!

(Immagine: "Autoritratto" di E. Schiele)

A partire da fine anno, ci troverete nella nuova sede in via Toti n.11.
04/12/2024

A partire da fine anno, ci troverete nella nuova sede in via Toti n.11.

Pranzo tra le colleghe per salutare la vecchia sede di via 24 maggio: da fine anno saremo in via Toti

Dopo la finale dei 100 metri rana alle Olimpiadi di Parigi 2024, Benedetta Pilato, nonostante il dispiacere per quel cen...
30/07/2024

Dopo la finale dei 100 metri rana alle Olimpiadi di Parigi 2024, Benedetta Pilato, nonostante il dispiacere per quel centesimo di secondo, ha festeggiato il suo quarto posto con un sorriso. Questo ha suscitato dei commenti sorpresi e poco rispettosi da parte dell'intervistatrice Caporale, la quale ha affermato "Ci lasci senza parole... È strano vederti contenta perché tutti si aspettavano di vederti sul podio". Allo stesso tempo, dallo studio televisivo in diretta TV sono arrivate anche le critiche dell'ex atleta Di Francisca, che ha commentato negativamente l'atteggiamento di Pilato. Di Francisca ha sostenuto che un vero atleta non dovrebbe essere felice per un risultato fuori dal podio, innescando una polemica e una reazione di difesa da parte di altri atleti e del pubblico.

Ebbene, la giovane atleta Pilato ha ricordato a tutti noi che il riconoscimento del proprio valore non proviene dagli altri o da una medaglia, ma da sé stessi. Durante la sua vita, Vincent Van Gogh vendette un solo quadro, eppure conosceva bene il valore inestimabile della sua arte; era anche convinto che attraverso i suoi dipinti potesse cogliere la bellezza e la sofferenza del mondo intorno a lui.

Infine, l"atleta Pilato ha detto un'altra cosa molto importante. Era contenta di esserci. Altro riferimento artistico: Jackson Po***ck, noto a tutti per il "drip painting" trovava un senso di libertà e di autenticità nel processo di creazione artistica, spesso senza preoccuparsi del risultato finale o del giudizio degli altri. Dunque, lo scopo sta nella gioia che si può provare durante il processo, al di là dell'obiettivo prefissato.

Grazie Benedetta per averci trasmesso tutto questo.

"Non puoi tornare indietro e cambiare l'inizio, ma puoi iniziare da dove sei e cambiare il finale." – C.S. Lewis
30/07/2024

"Non puoi tornare indietro e cambiare l'inizio, ma puoi iniziare da dove sei e cambiare il finale." – C.S. Lewis

Dott.ssa Virginia Avveduto Iscritta all’Ordine degli Psicologi della Toscana, n. 9392. Il mio modello di riferimento è l'Analisi Transazionale.Svolgo attività di diagnosi, consulenza e sostegno psicologico rivolte ad adolescenti, giovani adulti e adulti. Collaboro con PerFormat Salute Pisa, cent...

13/06/2024

Quando ti senti sopraffattə dai pensieri negativi e intrusivi, invece di lottare contro di essi, potresti provare ad accoglierli e ad osservarli senza giudizio.

Potresti ricordarti che sono transitori e che non necessariamente riflettono la realtà.

Questo permette di ridimensionare la loro intensità e di vederli per quello che sono: semplici eventi mentali che scorrono come il flusso d'acqua di una cascata.

A tal proposito, vorrei citare il testo "Le nuvole" di Fabrizio De Andrè, come metafora della natura transitoria e mutevole dei pensieri di ognuno di noi.

"Vengono, vanno, ritornano
E magari si fermano tanti giorni
Che non vedi più il sole e le stelle
E ti sembra di non conoscere più il posto dove stai.

Vanno, vengono
Per una vera, mille sono finte
E si mettono lì, tra noi e il cielo
Per lasciarci soltanto una voglia di pioggia"

Quante volte ti sarà capitato di dirti "Rimando sempre tutto perché sono pigrə, sono fattə così e non posso farci nulla"...
23/05/2024

Quante volte ti sarà capitato di dirti "Rimando sempre tutto perché sono pigrə, sono fattə così e non posso farci nulla", sentendoti anche un po' in colpa o inadeguatə per questo?

Eppure, "Pigrə" è soltanto un'etichetta e, come tutte le etichette incollate da altri fin dall'infanzia, induce ad assumere quel ruolo prestabilito che si aggiunge a tutte le altre convinzioni limitanti su di sé.
E più dai retta a tale etichetta, più ti sentirai frustratə e inadeguatə, rimanendo sempre più incastratə nel mega circuito della procrastinazione.

In realtà, ciò che chiami pigrizia può essere tanto altro. Difatti, alla base della procrastinazione potrebbero esserci stati ansiosi o depressivi, evitamento delle emozioni considerate negative, perfezionismo, paura di fallire o di sbagliare, aspettative molto alte, autosabotaggio; oppure fuga dalle responsabilità, demotivazione, ricerca di gratificazione immediata; o, ancora, stanchezza, burn-out, bisogno di fermarsi.

Una delle interpretazioni del testo della bellissima canzone "Pigro" di Pino Daniele, fa riferimento a una fuga dalle oppressioni della società e al bisogno di fermarsi e di riconnettersi con il proprio mondo interiore.
A volte, la "pigrizia" può essere solo questo, fermarsi, ascoltarsi e, nonostante le tante cose da fare, darsi il permesso di non fare niente.

I figli iniziano ad "essere" non dal momento del concepimento ma da molto tempo prima. Infatti, nascono in forma primord...
12/05/2024

I figli iniziano ad "essere" non dal momento del concepimento ma da molto tempo prima. Infatti, nascono in forma primordiale nella mente dei genitori quando, ancora ignari di tutto, da bambini iniziano a interiorizzare il concetto di cura.

Fin dai primi anni di vita, nella mente di un bambino inizia a strutturarsi un Genitore interno che dà regole, norme, valori, protezione, supporto e affetto. Tale Genitore interno, definito in Analisi Transazionale "Stato dell'Io", nel bambino si manifesta, ad esempio, quando consola il compagno che piange, quando accudisce il bambolotto o il criceto che ha ricevuto per il compleanno, quando mette il cerotto sulla zampa del proprio cagnolino o quando impone delle regole al fratello minore.

Il bambino si fa un'idea di come ci si prende cura di sé e degli altri in base a come le figure significative si sono prese cura di lui. Dunque, da tali modelli interiorizzati inizia a svilupparsi la rappresentazione di sé quale figura di accudimento che a sua volta è stata accudita. E da qui, la rappresentazione del figlio che sarà.
Un figlio riceve in eredità modelli e schemi che, da una generazione all'altra, vengono tramandati e ogni volta rimasticati, rielaborati e restituiti in base ai contesti, alla soggettività e all'unicità di ognuno.

È importante avere consapevolezza dei propri funzionamenti e di tali modelli interiorizzati, affinché, partendo proprio da tale consapevolezza, sia possibile riparare quegli aspetti disfunzionali che possono compromettere lo sviluppo anche di chi non è ancora nato.



L'importanza degli spazi.In natura è possibile notare il fenomeno della "crown shyness"  (timidezza delle chiome), un in...
30/04/2024

L'importanza degli spazi.

In natura è possibile notare il fenomeno della "crown shyness" (timidezza delle chiome), un interessante comportamento degli alberi che, quando sono troppo vicini tra loro, tendono a mantenere degli spazi vuoti tra le chiome.
Secondo alcune ipotesi, ciò ridurrebbe il rischio di diffusione di parassiti o malattie varie, e permetterebbe una distribuzione più equa della luce solare necessaria per la fotosintesi.

Questo fenomeno potrebbe ricordarci quanto sia importante rispettare lo spazio personale di ognuno. Nelle relazioni, infatti, dare valore allo spazio proprio e altrui significa, ad esempio, poter ascoltare i propri bisogni e coltivare il proprio mondo interiore; significa anche poter trovare una giusta distanza con chi abbiamo accanto, in modo da poterlo vedere meglio, conoscerlo e riconoscerlo. In questo modo, è possibile che l'incontro con l'altro diventi una danza basata su intimità, rispetto e reciprocità.
Uno spazio tramite il quale poter ricevere quella luce necessaria per il nutrimento e la cura di ognuno di noi.

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