05/11/2025
Un’educazione che ha cura non cerca difetti, ma relazioni.
Non accelera, ma attende.
Non etichetta, ma abbraccia la complessità del crescere.
L'Atelier della Pedagogista di Lucia Vichi
🌱 UNO SGUARDO CHE CURA, NON CHE ETICHETTA
Mi fa davvero tanta tristezza vedere come, in molte scuole dell’infanzia, la figura della pedagogista sia ancora percepita come “colei che osserva per valutare” o che accelera il percorso verso una diagnosi.
Come se il problema abitasse a priori sempre nel bambino o nella bambina. Come se il comportamento fosse un sintomo da correggere, e non un linguaggio da ascoltare.
👉 A volte, però, questo sguardo porta a evitare l’unica vera rivoluzione possibile: quella che riguarda noi adulti.
Le nostre corazze.
Il nostro “abbiamo sempre fatto così”.
E in tutto questo… dove li mettiamo i bambini e le bambine?
Qual è il posto che diamo ai loro bisogni, ai loro tempi, alle loro unicità?
Quali valori ci guidano quando incontriamo le loro emozioni, il loro movimento, le loro difficoltà, la loro forza?
Perché devono sempre rientrare dentro le nostre strutture rigide?
Perché, quando non ci rientrano, cerchiamo disperatamente il problema in loro invece di chiederci cosa possiamo trasformare in noi?
🌿
Un’educazione che ha cura non cerca difetti, ma relazioni.
Non accelera, ma attende.
Non etichetta, ma abbraccia la complessità del crescere.
C’è qualcosa di profondamente storto quando il primo pensiero di un sistema educativo è cercare cosa “non va” nel bambino, invece di interrogarsi su cosa non sta funzionando nell’ambiente, nelle relazioni, negli adulti.
La pedagogia non è un sistema di controllo. È un invito alla meraviglia e alla creazione di contesti e relazioni co-regolative.
Un luogo dove ogni bambino e bambina possa sentirsi visto, accolto e rispettato nella propria irripetibile verità.
Atelier della Pedagogista