01/12/2025
Piccolo vademecum per orientarsi tra le informazioni sanitarie sui social
Qualche giorno fa una paziente, caduta nell’ennesima bufala circolata online, mi ha chiesto una domanda semplice ma tutt’altro che banale:
Come faccio a capire chi è davvero affidabile quando parla di salute sui social?”
Una domanda più che legittima.
I social sono uno strumento prezioso: permettono di diffondere conoscenza, confrontarsi, raggiungere tante persone in poco tempo. Allo stesso tempo, però, danno lo stesso spazio sia alla buona divulgazione sia a contenuti imprecisi, distorti o completamente falsi.
E per chi non ha una formazione medica, è comprensibile che distinguere le due cose diventi complicato.
Osservando i social da medico, ma anche da “utente comune”, ho provato a raccogliere alcuni campanelli d’allarme che dovrebbero mettere in guardia.
È importante sottolinearlo: non è il singolo comportamento a rendere un professionista “non attendibile”, ma la somma e la *ricorrenza* di questi segnali.
🔎 1. Chi propone cure o metodi “che gli altri non ti dicono”
Diffidare da chi parla di terapie segrete, rivoluzionarie o “alternative alla medicina ufficiale”, soprattutto se accompagnate dall’idea che “i medici non ve lo dicono”.
La medicina si basa sulla condivisione delle evidenze, non su segreti rivelati a pochi.
🔎 2. Chi usa toni assoluti: “mai”, “sempre”, “garantito”
La scienza difficilmente si esprime in modo categorico.
Ogni trattamento ha indicazioni, eccezioni, variabili individuali.
Quando qualcuno parla solo in termini assoluti, spesso sta semplificando troppo.
🔎 3. Chi mescola eccessivamente vita privata e professione
Un minimo di umanità nei profili social è normale.
Ma se il racconto personale diventa preponderante rispetto alla professionalità, il confine tra ruolo sanitario e personaggio pubblico rischia di confondersi, e chi legge può percepire come affidabile ciò che in realtà è soprattutto narrativo ed emotivo.
🔎 4. Chi alterna divulgazione a pubblicità di prodotti specifici
Integratori, test, cosmetici, dispositivi: quando un contenuto sanitario è affiancato da promozioni ricorrenti, è importante porsi una domanda sul potenziale conflitto di interessi.
Non è vietato. Non è sempre scorretto.
Ma è qualcosa che può influenzare — anche involontariamente — il messaggio.
🔎 5. Chi investe troppo su contenuti “catching”
Titoli sensazionalistici, promesse rapide, estetica da marketing aggressivo.
Una comunicazione troppo orientata al “colpo d’occhio” spesso non coincide con la qualità scientifica: la medicina richiede tempo, complessità e prudenza.
🔎 6. Chi chiede continuamente interazioni ai pazienti/utenti
Domande, sondaggi, call to action incessanti.
Il coinvolgimento è utile, ma un professionista sanitario non dovrebbe basare la propria autorevolezza sul numero di commenti o like ricevuti.
🔎 7. Chi usa casi singoli e “prima/dopo” come prova scientifica
Le testimonianze e i risultati individuali non rappresentano evidenza.
Mostrare un prima/dopo funziona nel marketing, ma non spiega nulla della variabilità dei pazienti, dei fattori coinvolti o della reale efficacia di un trattamento.
🔎 8. Chi demonizza o esalta singoli alimenti
“Questo fa ammalare”, “questo fa dimagrire da solo”.
La nutrizione non funziona a slogan: riguarda abitudini, contesto, quantità.
La polarizzazione è quasi sempre un segno di scarsa affidabilità.
🔎 9. Chi utilizza in continuazione le recensioni dei pazienti come strumento promozionale
Le recensioni possono essere utili, certo, ma quando diventano l’elemento centrale della comunicazione sui social, rischiano di trasformare la professione medica in un servizio commerciale come un altro.
E la salute merita qualcosa di più complesso.
🔎 10. Chi offre soluzioni semplicistiche per problemi complessi
“Fai questo e risolvi tutto.”
Quando una condizione clinica richiede studio, personalizzazione e un percorso, la risposta non può essere una ricetta valida per tutti.
La semplificazione eccessiva è sempre un segnale da valutare.
In sintesi
I social possono essere uno spazio prezioso per informarsi e avvicinarsi alla salute in modo consapevole.
Ma non sostituiscono una visita, un confronto diretto né un percorso personalizzato.
Affidatevi a chi comunica in modo equilibrato, senza eccessi, rispettando la complessità della medicina — e del paziente.
Quando avete un dubbio o un’informazione vi genera ansia, il consiglio più utile resta sempre lo stesso:
👉 parlatene con il vostro medico di fiducia.