14/11/2025
🩺 14 novembre – Giornata Mondiale del Diabete
Convivere con il diabete non significa solo monitorare la glicemia. Secondo le ultime evidenze scientifiche, si tratta di una malattia multisistemica a tutti gli effetti, che si manifesta somaticamente in tutto il corpo.
Infatti, chi ha una diagnosi di tipo 2 lo sa bene: il corpo cambia, spesso senza fare rumore. Rigidità, dolori muscolari, affaticamento, postura che si adatta male ed aumento di peso. È come se il corpo perdesse fluidità, elasticità, ritmo.
E non è solo una sensazione. La letteratura scientifica mostra chiaramente come il diabete influisca sulla biomeccanica, sul sistema neuroendocrino e sulla regolazione dello stress. Il metabolismo si altera, ma insieme a lui anche il movimento, il tono muscolare, il respiro.
📚 Un recente studio evidenzia come l’osteopatia , grazie al suo approccio che tiene conto della globalità dell’individuo e delle relazioni tra struttura e funzione, possa rappresentare un supporto concreto nei pazienti con diabete di tipo 2.
Il trattamento osteopatico lavora per:
✔ migliorare la mobilità toracica e del diaframma (che incide sulla regolazione metabolica)
✔ ridurre le tensioni viscerali e fasciali che amplificano stanchezza e disfunzioni
✔ favorire i processi di autoregolazione e di recupero fisiologico
Giusto un paio di avvertenze:
1️⃣ L’osteopatia può essere uno strumento efficace, ma deve essere integrata con uno stile di vita sano: alimentazione equilibrata, attività fisica regolare, mantenimento di un peso adeguato e un buon riposo notturno.
2️⃣ Il ruolo dell’osteopata, oltre ad eseguire il trattamento manipolativo, è quello di educare e coinvolgere il paziente in un percorso attivo di autocura e autogestione: il trattamento manuale si affianca a un cambiamento più ampio, dove il corpo torna protagonista della propria salute.
📌 Novembre è il mese della prevenzione.
Se soffri di questa patologia, è il momento giusto di ascoltare meglio il tuo corpo.
Ecco l’articolo di cui ti parlavo 👉🏻 https://www.degruyterbrill.com/document/doi/10.7556/jaoa.2011.111.9.531/html