21/11/2023
📍 Amore sano vs Amore tossico 📍
A volte trovare la persona “giusta”, la quale a sua volta pensi che anche noi lo siamo, può sembrare una missione impossibile. Quando accade, dunque, proviamo una forte emozione, tanto che i piccoli inconvenienti della vita sembrano avere meno importanza.
È come se diventassero minuscoli di fronte a una tale fortuna.
Nelle prime fasi di una relazione è frequente quindi vedere tutto rosa. Cosa che di per sé è tanto fantastica quanto pericolosa, in quanto può arrivare a renderci ciechi e impedirci di vedere che la relazione non è sana come dovrebbe.
📌Quando si parla di amore vero?
L’amore è, probabilmente, il sentimento umano più complesso in assoluto. Innanzitutto esso è declinabile in varie forme: da quello di coppia, che prevede una componente sia fisica che emotiva, a quello genitoriale, slegato da ogni vincolo, tanto da poter essere considerato incondizionato.
In generale, l’amore vero si riconosce per il suo non volere nulla in cambio: una persona che ama veramente lo fa spontaneamente, senza un secondo fine. Inoltre, si può parlare di amore vero solo quando esso prevede il rispetto reciproco per entrambi i partner, oltre alla loro felicità, benessere e senso di libertà per essere davvero loro stessi.
Nel caso in cui questi principi fondamentali non vengano rispettati, allora non si sarà più in presenza di un rapporto sano.
👉Sono sette i pilastri che sostengono un amore sano: rispetto, fiducia, onestà, sostegno, equità, identità del singolo e buona comunicazione. Perché una coppia possa costruire un amore sano è necessario che ci sia reciprocità, un dare e ricevere amore nella stessa misura.
1. Rispetto: Il rispetto è la capacità di vedere e accettare la persona così com’è, di essere coscienti della sua unicità. È desiderare di guardarla mentre si evolve seguendo i suoi desideri personali e il suo percorso, non adattandosi ai nostri piani.
2. Fiducia: La fiducia in una coppia consiste nel non dover controllare tutto quello che l’altro dice o fa, sentire che possiamo fidarci di lui/lei per condividere sia i momenti positivi che quelli negativi.
3. Onestà: è importante essere sinceri con noi stessi e con il partner riguardo ai nostri sentimenti. Non ci può essere scambio affettivo se non c’è autocritica.
4. Sostegno: è importante dimostrare sostegno reciproco. Bisogna essere in grado di differenziare le nostre necessità da quelle dell’altro e permettergli di crescere a livello personale e professionale.
5. Equità (equilibrio tra dare e ricevere). Entrambi i componenti della coppia hanno la responsabilità della relazione e se ne devono prendere cura. La reciprocità è alla base di un amore giusto, di un amore sano.
6. Identità del singolo. È fondamentale mantenere identità separate all’interno della coppia, in modo che ciascuno possa mantenere la sua personalità e tutto ciò che lo rende quello che è.
7. Buona comunicazione. La comunicazione è la chiave di qualsiasi relazione. In una relazione di coppia, nella quale aspiriamo a un amore sano, è necessario mantenere una buona comunicazione in qualsiasi momento che abbia a che fare con il dialogo, ma anche con la negoziazione o la riconoscenza. Una coppia è formata da due persone che devono prendere decisioni congiunte e che non sempre condivideranno lo stesso punto di vista. Per poter giungere a un accordo, è necessario dialogare con tranquillità e fiducia.
📌Come costruire un amore sano?
1. Ha molta importanza in una coppia il mostrarsi riconoscenti per le dimostrazioni di attenzione e di affetto, senza darli mai per scontati e riconoscendoli sempre. Questo contribuirà a costruire, vivere e godere di un amore completo.
2. Assumersi le proprie responsabilità: in tutte le coppie ci sono delle responsabilità. Se qualcosa non funziona tra due persone il problema è di entrambe ed entrambe hanno parte della soluzione nelle loro mani. Non necessariamente in proporzioni uguali, chiaro.
Inoltre, quando si parla di assunzione di responsabilità, un altro punto importante è valutare in modo realista cosa possiamo e non possiamo fare. Forse non possiamo comprare un regalo molto costoso, ma forse possiamo farlo con le nostre mani. Forse non possiamo andare a trovare il partner al lavoro, ma possiamo accompagnarlo.
3. Abitudini consolidate: abbiamo tutti delle idee – prima, durante e dopo l’inizio di qualsiasi relazione – su come debba essere una coppia. Così come ne abbiamo su come dovrebbero essere i nostri amici e familiari.
La maggior parte di noi, inoltre, quando ha un partner, tende a fare confronti con la sua “dolce metà ideale”, cercando di farlo assomigliare il più possibile a questo ideale.
È in questa distanza, quella tra la coppia ideale e quella reale, che generalmente si trovano gli atteggiamenti, i pensieri e i comportamenti dell’altra persona che ci infastidiscono. Ebbene, perché la coppia funzioni, dovremo necessariamente accettare buona parte del contenuto del pacchetto. In alcuni aspetti potremmo giungere a un compromesso, ma in altri non potremo far altro che accettare la situazione o cambiare partner.
Quando dobbiamo fare i conti con le abitudini consolidate, come ad esempio non togliere il piatto dalla tavola dopo mangiato o altre faccende domestiche, possiamo parlare con il nostro partner e chiedergli di cambiare questa abitudine oppure possiamo decidere di non fare niente e accettare la situazione.
Se invece si tratta di una caratteristica del suo carattere, ad esempio che sia più timido di noi, dobbiamo accettarla.
Quello che però non dobbiamo mai accettare sono i comportamenti che attaccano la nostra integrità, quali violenza fisica e insulti, esattamente come faremmo in qualsiasi altro tipo di relazione.
In una situazione ottimale, ovvero all’interno di una relazione funzionale, ogni partner riesce a mantenere un equilibrio tra l’investimento di energie dedicate alla coppia e quelle dedicate a sé stessi. In altre parole, una persona equilibrata conserva un suo spazio personale, indipendente dall’altro/a, e allo stesso tempo dedica tempo e attenzioni al proprio partner.
Questo non accade all’interno di un rapporto di coppia patologico: in questi casi assistiamo, da parte di almeno uno dei protagonisti, a un processo di idealizzazione e a un investimento esagerato di sentimenti, energie e aspirazioni che portano la persona a consumarsi nel tempo.
In questo modo la relazione, invece di diventare un luogo fisico ed emotivo nel quale poter fiorire, svilupparsi ed evolversi insieme, diventa fonte di sofferenza, regressione e fragilità, fino allo sviluppo, nei casi più gravi, di sintomi psichici e spesso fisici.
In una relazione d’amore, l’amore, il rispetto e la stima, sono davvero al primo posto.
👉Per questo è importante dire che se fa male non è amore: il dolore, la sofferenza reiterata, il senso di colpa o il sentirsi inadeguati, non formano parte di questo sentimento.
📌Perché una persona sperimenta tipi di amore “malato”?
Bowlby, con la sua teoria dell’attaccamento, ha cercato di spiegare come alcuni modelli e legami che si instaurano tra genitori e figli, possano influire nelle relazioni di quello che sarà l’adulto futuro.
Secondo Bowlby, i bambini che hanno avuto legami genitoriali sicuri svilupperanno relazioni sane, mentre le persone che hanno avuto legami disfunzionali coi genitori (per esempio non si sono sentiti amati, o si sono sentiti oppressi, o hanno avuto segnali ambivalenti) potrebbero sviluppare dei tipi di relazione malata, a causa del modello che hanno avuto da bambini.
Ovviamente sono molti altri i fattori che possono influenzare le relazioni, tra cui fattori genetici, esperenziali, caratteriali, di sviluppo e che possono portare all’insorgere di relazioni tossiche.
Si entra in questo tipo di relazioni spinti dal bisogno di colmare un vuoto, il bisogno che l’altra persona possa colmare quel senso di vuoto che quasi sempre ha radici altrove, nella propria storia, nell’infanzia appunto.
📌Quali sono le più comuni tipologie di amore malato?
1. Lotta di potere: a volte entrambi i partner cercano di assumere il ruolo dominante, litigando continuamente. È il tipico caso di coppie con figli che considerano la loro unione un “sacrificio” per l’unità della famiglia.
2. Innamorarsi della persona sbagliata: alcuni individui tendono a innamorarsi di persone che in realtà non sono interessate, non fanno per loro, o non sono disponibili. Impiegano moltissime energie cercando di “cambiare” l’altro e di attirare la sua attenzione a tutti i costi. In questi casi spesso l’altro si approfitta dei sentimenti del partner o lo ignora, creando così i presupposti di una relazione tossica.
3. Dipendenza affettiva: è il tipo di amore tossico più comune. È una dinamica psicopatologica disfunzionale che colpisce generalmente uno dei due partner della coppia, ma in alcuni casi entrambi possono diventare co-dipendenti. Chi la sviluppa prosciuga le proprie energie per la relazione e si isola dalle altre persone.
📌Come capire quando una relazione è tossica?
👉Ecco ciò a cui prestare attenzione:
* Violenza fisica e verbale
* Litigiosità e tensione
* Manipolazione psico-emotiva: svalutazioni, umiliazioni, denigrazioni, sarcasmo, induzione di sensi di colpa
* Isolamento (un partner viene incoraggiato in maniera subdola a perdere i contatti con amici e familiari)
* Gelosia cieca, ossessività, impazienza, intensità e insistenza (si viene sopraffatti, inondati di chiamate)
* Instabilità (frequenti rotture e riappacificazioni)
*Ansia
* Scarsa autostima �
Un amore tossico viene a crearsi quando i due partner, con le loro caratteristiche disfunzionali, assumono dei ruoli che si completano in maniera patologica.
Anche se uno alimenta la dinamica più dell’altro, entrambi sono responsabili.
📌Perché è difficile lasciare un partner “tossico”?
Sono diversi gli aspetti complicati da affrontare quando finisce una relazione tossica: spesso si vive la rottura come un lutto, che va elaborato passando per un processo lento, costituito da diverse fasi emozionali, che oscillano tra rabbia e tristezza e alterazioni comportamentali.
L’ultima fase sarà quella dell’accettazione, la quale in alcuni casi può tardare molto a presentarsi. Quando finisce un amore tossico è difficile abbandonare l’idealizzazione del partner. Alla base di ciò c’è una parte di noi che rimane fortemente attaccata alla relazione idilliaca dei primi tempi, che non riesce ad accettare che quelle emozioni intense sono finite e che non trova una ragione al perché le cose abbiano preso un’altra direzione. Questo processo interno porta a un turbinio di sentimenti contrastanti come rabbia, paura, nostalgia e solitudine.
La colpa molto spesso prende il sopravvento e ci domina. Per gestire il senso di colpa è necessario ascoltarsi, accettare la propria sofferenza e perdonare sé stessi. Non bisogna auto-criticarsi, né giudicarsi negativamente: ci siamo innamorati di una persona tossica perché probabilmente non eravamo in grado di riconoscere le nostre necessità.
Adesso che siamo consapevoli possiamo imparare una grande lezione: un amore tossico non soddisfa i nostri bisogni ma porta solo a sofferenza.
📌 COME USCIRE DA UNA RELAZIONE TOSSICA?
Uscire da una relazione tossica è difficile, perché si intrecciano complessi meccanismi patologici. Inoltre, spesso si hanno energie talmente basse che non si vede alcuna via d’uscita.
Il primo passo è rendersi consapevoli del tipo di rapporto, accettando che non è sano e che ci sta facendo del male.
Analizzare i comportamenti e rivedere particolari situazioni passate può essere un inizio.
Bisogna anche ammettere senza paura i sentimenti che si provano nei confronti della situazione e permettersi di vivere qualsiasi emozione che sorga, in maniera genuina e sincera. Se c’è del dolore, non va respinto, piuttosto bisogna ascoltare sé stessi e vedere se c’è un messaggio dietro ciò si sente.
Vivere la sofferenza richiede coraggio e resilienza, ma è fondamentale per imparare a riconoscere i propri bisogni.
👉Amare sé stessi è fondamentale. Bisogna recuperare le proprie passioni messe da parte e gli hobby “sacrificati” in nome della relazione. È utile circondarsi di amici e di persone che abbiano atteggiamenti positivi e diversi da quelli del partner.
👉Lavorare su sé stessi con la psicoterapia, correggendo gli schemi comportamentali che conducono alla dipendenza affettiva e a relazioni patologiche, è imprescindibile.
La psicoterapia infatti ha l’obiettivo di permettere alla persona di elaborare il senso di vuoto, la sensazione di abbandono e aumentare l’autostima, portando finalmente il focus su sé stessi e non più su un altro individuo.
Fonte:
Bowlby J. Una base sicura: applicazioni cliniche della teoria dell’attaccamento. Cortina Editori
Fromm E. L’arte di amare. Mondadori editore
Sepe AM, De Simone A. D'amore ci si ammala, d'amore si guarisce. Poni le giuste basi per avere una vita affettiva appagante. Rizzoli