Psicologa Pisa - ValentinaCottone

Psicologa Pisa - ValentinaCottone Psicologa
Tecnico della riabilitazione psichiatrica
Esperta e tutor dei processi d'apprendimento

Psicologa
Tecnico della riabilitazione psichiatrica Riabilitazione cognitiva
Esperta dei processi d'apprendimento
Tutor BES, ADHD e DSA

09/11/2025

di Giuseppe Rambaldo Educazione & Pedagogia
di fan

Verissimo!!!
09/11/2025

Verissimo!!!

Differenza tra smartphone e TV ... video molto interessante!
04/11/2025

Differenza tra smartphone e TV ... video molto interessante!

https://www.facebook.com/share/1Fbd4RPnqa/.. L'Atelier della Pedagogista di Lucia Vichi bellissimo!
27/10/2025

https://www.facebook.com/share/1Fbd4RPnqa/
.. L'Atelier della Pedagogista di Lucia Vichi bellissimo!

💡 LA SEDIA DEL PENSIERO
… che non aiuta a pensare.

🌱 “Adesso stai qui, sulla sedia, a pensare. Da solo! Senza giocare.”
Quante volte lo abbiamo sentito dire, o magari lo abbiamo detto anche noi.
Ma fermiamoci un momento e chiediamoci con sincerità e curiosità:
🪑 A cosa può davvero pensare un bambino/a di tre, quattro o cinque anni, seduto da solo su una sedia?
🪑 Ha davvero la capacità di riflettere con consapevolezza e spirito critico, restando immobile e senza giocare — bisogni vitali per la crescita?
🪑 Quanto c’è in questa reazione la mia sensazione adulta di frustrazione, rabbia, impotenza, fatica/stanchezza?

✨ La verità è che prima dei 7-8 anni il cervello infantile non ha ancora sviluppato pienamente le funzioni esecutive necessarie per analizzare, riflettere, comprendere e fare autocritica, pensare astrattamente.
Un bambino non può “pensare” come un adulto. Può sentire — rabbia, paura, tristezza, confusione — con il corpo, può percepire ma non possiede ancora gli strumenti cognitivi complessi per elaborare tutto questo da solo.

👉🏻 Quando lo mettiamo “sulla sedia del pensiero” lo stiamo punendo e lo stiamo lasciando solo con emozioni troppo grandi per essere gestite in autonomia. Quando ci neghiamo emotivamente, offriamo una forma di connessione condizionata: ci sono solo quando ti comporti come dico io.
👉🏻 Lo stiamo privando dell’aiuto di cui ha bisogno per capire cosa è successo e per imparare qualcosa di nuovo da quell’esperienza.
👉🏻 Spesso, invece di riflettere, si sente rifiutato, cattivo, sbagliato. E quello che davvero impara è che “quando faccio qualcosa di brutto, vengo allontanato. Sono solo”.

💭 E se capovolgessimo la scena?
Immagina di essere al lavoro e di commettere un errore in una pratica importante. Davanti ai tuoi colleghi, il tuo capo ti dice: “Adesso ti siedi lì, su quella sedia laggiù, e pensi a quello che hai fatto. Non ti muovere finché non hai riflettuto.”
Come ti sentiresti?
👉🏻 Probabilmente umiliato, giudicato, svalutato.
👉🏻 Non penseresti con lucidità all’errore. Ti sentiresti piccolo, sbagliato, solo — forse infuriato, forse congelato.
👉🏻 E, soprattutto, non impareresti nulla di nuovo, se non la paura di sbagliare ancora e forti emozioni freezzate.

⚠️ Quella sedia non educa: isola. Non insegna: crea vergogna. Non accompagna: allontana.

🌿 Una pedagogia consapevole e pronta ad accogliere l’emotività funziona in modo diverso. La riflessione nasce nella relazione, non nella solitudine.
Si costruisce insieme, quando l’adulto sceglie di re-STARE accanto, di mettere parole a ciò che è accaduto, di legittimare, di accompagnare il bambino/a a comprendere le proprie emozioni e a riparare, non per paura della punizione, ma per empatia.

✨ Il compito dell’adulto non è chiedere di “pensare da solo”, ma pensare con. Non dire “Vai là e calmati”, ma “Sono qui con te mentre insieme attraversiamo questa tempesta. È grande o piccola?”.
🌿 Non allontanare, ma accogliere anche quando si sbaglia — perché è proprio lì che l’apprendimento emotivo diventa reale e profondo.

🪷 I bambini e le bambine non hanno bisogno di una sedia su cui fingere di pensare. Hanno bisogno di uno sguardo e di un corpo pronti ad aiutarli a comprendere, di un abbraccio che li sostenga, di una presenza che insegni loro, giorno dopo giorno, a crescere nella relazione e nella connessione incondizionata.

Atelier della Pedagogista

Bellissimo post! L'Atelier della Pedagogista di Lucia Vichi  ... complimenti!
01/10/2025

Bellissimo post! L'Atelier della Pedagogista di Lucia Vichi ... complimenti!

🌱 CO-REGOLAZIONE E AUTO-REGOLAZIONE 🌱

🌱I bambini non passano da soli dalla tempesta alla calma. Prima hanno bisogno della presenza stabile di un adulto che sappia co-regolare, per poi imparare pian piano le competenze di auto-regolazione.
🤍E quando qualcosa va storto, la riparazione diventa il ponte relazionale ed emotivo che ricostruisce connessione e fiducia.

⚠️Spesso ci aspettiamo che i bambini e le bambine in età prescolastica (e non solo) sappiano calmarsi da soli, dimenticando che la capacità di auto-regolarsi è il frutto di un lungo processo di apprendimento.

🌿Prima di poter gestire le emozioni in autonomia, i bambini/e hanno bisogno della presenza sicura e accogliente di un adulto che li accompagni nel riconoscere ciò che sentono, mettere nome a ciò che vivono nel corpo e nel ritrovare calma.
🫀Questo è il cuore della co-regolazione: un adulto che si siede accanto, con postura accogliente e sguardo connesso, parla con voce calma, abbraccia se richiesto, dà un nome alle emozioni e diventa guida nella tempesta.

🪴Solo dopo molte esperienze di co-regolazione, i bambini e le bambine impareranno gradualmente a inspirare profondamente, chiedere una pausa, allontanarsi da un conflitto o usare strumenti calmanti in autonomia.

🫀E quando inevitabilmente commettiamo errori, la riparazione diventa un gesto prezioso: ricostruisce fiducia, insegna che le relazioni possono cadere e rinascere, e che l’amore non si interrompe davanti alle difficoltà.

🌳 I bambini e le bambine che hanno la possibilità, fin dall’infanzia, di esprimere rabbia, dolore e frustrazione senza essere umiliati o puniti, da adulti sapranno trasformare le emozioni in parole e gesti adeguati.
🪷La loro spontaneità non sarà vissuta come una minaccia, ma come parte autentica di sé.

⚠️Al contrario, chi ha dovuto reprimere le emozioni per paura delle reazioni degli adulti rischia da grande di vivere affetti come esplosioni improvvise o di rimanere intrappolato in una continua sorveglianza interiore e in un costante stato di ansia e allert.

🌱 Per questo la regolazione emotiva nasce sempre dalla presenza stabile di un adulto rispettoso: non colui che zittisce o punisce, ma chi accoglie, accompagna e dà forma alle emozioni con il proprio esempio ed il proprio “STARE”.

🌱 E noi adulti, quanto nelle situazioni quotidiane, sappiamo stare e attraversare l’auto regolazione?
🌱 Dovremmo forse allenarci prima su di noi, abbracciando le nostre emozioni antiche e di oggi?
🌱 Siamo, oggi, esempio di autoregolazione per i bambini e le bambine accanto?

✨ La pedagogia rispettosa e consapevole non costruisce dighe che reprimono, ma ponti che permettono di trasformare l’energia delle emozioni in connessione, fiducia e crescita.

Atelier della Pedagogista

Post muto.
01/10/2025

Post muto.

🌱 Lode e autostima: facciamo chiarezza!.. copiato ed incollato da L'Atelier della Pedagogista di Lucia Vichi, compliment...
07/09/2025

🌱 Lode e autostima: facciamo chiarezza!
.. copiato ed incollato da L'Atelier della Pedagogista di Lucia Vichi, complimenti!

Nell’educazione di oggi è ancora molto diffusa l’idea che l’uso frequente della lode e di espressioni enfatiche (“Bravo!”, “Bravissimo!”, applausi, premi …) possa rafforzare l’autostima dei bambini e delle bambine.

⚠️ In realtà, lodare e rinforzare positivamente un comportamento non significa sostenere l’autostima: significa piuttosto “fissare” la fiducia in sé (ossia il “saper fare”) solo in relazione a quel comportamento o alla performance osservata.

👉 Fiducia in sé e autostima non sono la stessa cosa.
• La fiducia in sé riguarda la convinzione di “saper fare” qualcosa, legata a un’abilità specifica.
• L’autostima è molto più profonda: nasce dal sentirsi amati, accolti e rispettati per ciò che si è, non per ciò che si fa. Amati senza condizioni.

💡 Esempi

🟥 Se un bambino nel suo gioco autonomo costruisce una torre di legnetti e l’adulto esclama: “Bravo, sei stato bravissimo!”, il messaggio che riceve è che vale in quanto la torre è “riuscita bene”.
👉 Questo sostiene la fiducia nelle sue capacità costruttive, legando il suo valore al risultato.
Se invece l’adulto dice: “Hai messo tanta cura nel bilanciare i legnetti e non ti sei arreso quando cadeva!”, il bambino si sente visto per il processo, non giudicato per il prodotto.
👉 Questo nutre la sua autostima: ossia “valgo perché ciò che faccio e ciò che sono viene accolto e riconosciuto”.
🟥 Se un bambino mostra un disegno e sente dire “Bellissimo, sei un artista!” (o non sente nulla e vede l’espressione poco piacevole nel volto dell’adulto) potrebbe pensare che il suo valore come persona stia nel risultato estetico.
👉 Se invece l’adulto dice: “Hai scelto tanti colori diversi, mi piace questa forma che hai disegnato qui”, riceve interesse autentico e non un giudizio.

🌿 Educare all’autostima significa quindi spostarsi dalla lode al riconoscimento: dall’enfasi sul risultato alla valorizzazione del processo, dall’etichetta al dialogo, dall’applauso al contatto autentico.
🪷 Educare all’autostima significa passare dal “Bravo!” esclamato e accompagnato da applauso, al “Ti vedo, ti ascolto, ti riconosco” sussurrato da occhi, corpo e parole nella relazione autentica. Grato di esserci qui e ora, con te.

Atelier della Pedagogista

07/09/2025

Indirizzo

Via Bargagna 60
Pisa
56100

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Sono una persona che ama imparare. Credo che ognuno di noi abbia qualcosa da insegnare e molto da imparare ...

Psicologa

Educatore sanitario (Riabilitazione Psichiatrica)