Psicologia-pordenone-udine

Psicologia-pordenone-udine Se sei arrivato/a fin qui è perché cerchi uno psicologo, magari ne hai già provati tanti, o è la prima volta. Psicologo operante online e di persona

Scegliere me vuol dire affidarsi a un professionista che ha dedicato molti anni della propria vita alla ricerca nel campo dei disagi emotivi.

13/10/2025
12/10/2025

OTTO KERNBERG E L’IDENTIFICAZIONE PROIETTIVA

Otto Kernberg è uno degli psicoanalisti contemporanei più noti ed autorevoli. Affermatosi come una figura di riferimento della psicoanalisi nordamericana, Kernberg è noto per le sue ricerche nell’ambito della clinica psicoanalitica degli stati borderline.

La psicoanalisi di Kernberg rappresenta una sintesi originale tra psicologia dell’io, psicologia delle relazioni oggettuali e teoria del narcisismo. Uno degli aspetti teorici più studiati da Kernberg è il concetto di “identificazione proiettiva”.

La proiezione è un fenomeno studiato già dalla prima generazione di psicoanalisti. Sono stati in particolare Ferenczi e Freud a dedicare i primi studi sul tema.

Secondo Kernberg,
“l’identificazione proiettiva è un meccanismo di difesa primitiva. Il soggetto proietta un’esperienza intrapsichiche intollerabile su un oggetto.”

La proiezione è una difesa rispetto a un contenuto emotivo intrapsichico, considerato intollerabile. Proiettarlo ristabilisce la coerenza interna della psiche, offrendo un’esperienza rassicurante di solidità.

Osserva Kernberg:
“la proiezione stessa, che è una forma più matura di difesa, consiste innanzitutto nel rimuovere l’esperienza intollerabile, quindi nel proiettarla sull’oggetto e, infine, nel separarsi o nel distanziarsi dall’oggetto per rafforzare il tentativo di difesa.”

Kernberg sottolinea la natura separata e fondamentalmente fobica della difesa come mezzo per garantire la sopravvivenza della psiche davanti ad un conflitto intollerabile.

Secondo lo psicanalista cresciuto in Cile, l’identificazione proiettiva sarebbe un meccanismo tipico dell’organizzazione borderline di personalità, tanto da indicarla come elemento prevalente del loro funzionamento e del transfert che riescono a stabilire nel corso del trattamento.

Il prevalere della sola proiezione rimanderebbe a un funzionamento nevrotico, il prevalere dell’identificazione proiettiva avrebbe invece a che fare con una maggiore debolezza dei confini dell’io, profondamente perturbati dai meccanismi di proiezione ed in introiezione.

Anche Melanie Klein aveva sottolineato la natura fondamentalmente violenta dell’identificazione proiettiva, considerandola un processo adeguato solo nelle prime fasi di vita.

Questo concetto oggi rischia di soffocare la fondamentale riflessione clinica sul controtransfert, spingendo i clinici ad attribuire al paziente i propri vissuti come effetto delle loro proiezioni. Questo è molto pericoloso perché determina sostanzialmente una sottrazione dell’analista rispetto alla responsabilità di lavorare sui propri punti ciechi, come sottolineato già da Freud.

L’articolo completo e disponibile sul sito.

Per approfondire:
-Otto Kernberg – “Teoria della reazione oggettuale e clinica psicoanalitica”;
-Otto Kernberg – “Proiezione e identificazione proiettiva: aspetti evolutivi clinici”;
-Thomas H. Ogden – “Sull’identificazione proiettiva”.

08/09/2025

Your Body Remembers What Your Childhood Nervous System Felt

Researchers revealed a fascinating connection between our childhood experiences and our adult bodies. A new study shows that the patterns and signals formed by the nervous system in early life leave lasting imprints that continue to influence the way our bodies function decades later. These neural “memories” are not just in the brain—they are embedded in muscles, organs, and even immune responses, silently carrying the story of our earliest experiences.

The implications are profound. Childhood stress, trauma, or even nurturing environments can shape how we respond to stress, regulate emotions, and maintain physical health as adults. For instance, early exposure to chronic stress may affect heart rate, digestion, and immune resilience long after the triggering events have passed. Conversely, positive childhood experiences can strengthen neural pathways that support emotional stability, learning, and overall wellbeing.

This research challenges the long-held assumption that our adult bodies are entirely separate from our early experiences. Instead, it highlights a deeply interconnected system where mind and body continuously communicate, reminding us that healing and personal growth may involve more than just addressing the present, it may require understanding and nurturing the echoes of our past.

By recognising that our bodies carry the story of our childhood nervous system, we gain new tools for health, self-awareness, and emotional resilience. Every ache, tension, or reaction may hold a clue about the life we lived and the ways we can shape a healthier future.

13/08/2025
30/07/2025
30/07/2025

Indirizzo

Pordenone
33170

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 21:30
Martedì 11:15 - 21:30
Mercoledì 09:00 - 12:00
Giovedì 09:00 - 21:00
Venerdì 09:00 - 12:00

Telefono

+393284157074

Sito Web

http://www.denistam.com/

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Psicologia-pordenone-udine pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Condividi

Share on Facebook Share on Twitter Share on LinkedIn
Share on Pinterest Share on Reddit Share via Email
Share on WhatsApp Share on Instagram Share on Telegram

Digitare