Comitato Salute Pubblica Bene Comune

Comitato Salute Pubblica Bene Comune Salute e sanità pubblica, sociale.

Risorse gravemente insufficienti per gli operatori sanitari. Non sanno né riconoscere e remunerare in modo equo il loro ...
13/11/2025

Risorse gravemente insufficienti per gli operatori sanitari. Non sanno né riconoscere e remunerare in modo equo il loro lavoro, né programmare il lavoro stesso per rendere il servizio più efficiente e i turni del personale meno pesanti.
Perché non dovrebbero andarsene nel privato dove, quasi sempre con gli stessi soldi nostri, vengono trattati meglio?
La questione in Regione, ma tanto, sappiamo già che ci dicono che siamo noi che buttiamo fango sulla loro scintillante e incriticabile politica sanitaria!!!

👨‍⚕️👩‍⚕️ HONSELL (OPEN): LE RISORSE PER IL PERSONALE SANITARIO RESTANO INSUFFICIENTI A GARANTIRE ATTRATTIVITÀ E STABILITÀ DELLE PROFESSIONALITÀ

"Oggi in Consiglio Regionale, nelle sessione dedicata al question time degli assessori alle interrogazioni dei Consiglieri, ho posto all'Assessore un'interrogazione sulle linee di del per il 2026, elaborata grazie anche all'analisi svolta insieme all'Associazione . Come mai di fronte ad un numero di dimissioni volontarie di oltre 300 lavoratori della all'anno, negli ultimi anni, sono confermati sulle spese per il anche nel 2026? Per quali motivi la Regione, mentre da un lato considera una priorità fronteggiare la carenza di medici e infermieri, dall’altro stabilisce rigorosi limiti di spesa per il personale a cui le Aziende dovranno attenersi? E ciò, nonostante una sentenza della affermi che le Regioni a statuto speciale che coprono le spese sanitarie con risorse proprie non siano tenuto ad osservare tetti di spesa.
L’assessore Riccardi ha difeso i tetti di spesa, precisando che sono aumentati del 6% più delle altre regioni e ha detto, riferendosi alla Corte Costituzionale, che se non avessimo vinto quella sentenza avremmo avuto meno soldi per il personale.
Ma era stata la Regione Sardegna a costituirsi in giudizio, non certo il FVG.
Comunque, la quantità di mezzi finanziari assegnati alle risorse umane sono del tutto insufficienti per attrarre e mantenere professionalità sanitarie nella nostra regione, nonostante non manchino i soldi.
Infatti, per il 2026 la regionale ha assegnato alla spesa sanitaria 3 miliardi e 720 milioni di euro, con un aumento rispetto alla dotazione del 2024 del 17% (540 milioni di euro), ma per il personale la cifra fissata per il 2026 è pari a 1.175.959.780 euro, con un aumento poco più del 3% (36 milioni di euro) in due anni.
Troppo poco, anche se i soldi non sono tutto.
Infatti la fuga di medici e infermieri è causata anche da altri fattori, come le scarse prospettive di carriera, il clima lavorativo opprimente, i deficit organizzativi, la mancanza di trasparenza. Problemi questi di cui le Linee per la gestione non parlano, limitandosi ad annunci generici piuttosto che misure concrete di attrattività."
Così si è espresso , Consigliere regionale di .

13/11/2025

👨‍⚕️👩‍⚕️ HONSELL (OPEN): LE RISORSE PER IL PERSONALE SANITARIO RESTANO INSUFFICIENTI A GARANTIRE ATTRATTIVITÀ E STABILITÀ DELLE PROFESSIONALITÀ

"Oggi in Consiglio Regionale, nelle sessione dedicata al question time degli assessori alle interrogazioni dei Consiglieri, ho posto all'Assessore un'interrogazione sulle linee di del per il 2026, elaborata grazie anche all'analisi svolta insieme all'Associazione . Come mai di fronte ad un numero di dimissioni volontarie di oltre 300 lavoratori della all'anno, negli ultimi anni, sono confermati sulle spese per il anche nel 2026? Per quali motivi la Regione, mentre da un lato considera una priorità fronteggiare la carenza di medici e infermieri, dall’altro stabilisce rigorosi limiti di spesa per il personale a cui le Aziende dovranno attenersi? E ciò, nonostante una sentenza della affermi che le Regioni a statuto speciale che coprono le spese sanitarie con risorse proprie non siano tenuto ad osservare tetti di spesa.
L’assessore Riccardi ha difeso i tetti di spesa, precisando che sono aumentati del 6% più delle altre regioni e ha detto, riferendosi alla Corte Costituzionale, che se non avessimo vinto quella sentenza avremmo avuto meno soldi per il personale.
Ma era stata la Regione Sardegna a costituirsi in giudizio, non certo il FVG.
Comunque, la quantità di mezzi finanziari assegnati alle risorse umane sono del tutto insufficienti per attrarre e mantenere professionalità sanitarie nella nostra regione, nonostante non manchino i soldi.
Infatti, per il 2026 la regionale ha assegnato alla spesa sanitaria 3 miliardi e 720 milioni di euro, con un aumento rispetto alla dotazione del 2024 del 17% (540 milioni di euro), ma per il personale la cifra fissata per il 2026 è pari a 1.175.959.780 euro, con un aumento poco più del 3% (36 milioni di euro) in due anni.
Troppo poco, anche se i soldi non sono tutto.
Infatti la fuga di medici e infermieri è causata anche da altri fattori, come le scarse prospettive di carriera, il clima lavorativo opprimente, i deficit organizzativi, la mancanza di trasparenza. Problemi questi di cui le Linee per la gestione non parlano, limitandosi ad annunci generici piuttosto che misure concrete di attrattività."
Così si è espresso , Consigliere regionale di .

Nostro comunicato stampa in merito al settore materno-infantile dell’Ospedale Civile e al suo destino.
12/11/2025

Nostro comunicato stampa in merito al settore materno-infantile dell’Ospedale Civile e al suo destino.

COMUNICATO STAMPA
Siamo preoccupati e indignati per la leggerezza con cui si affronta la situazione materno infantile dell’Ospedale di Pordenone: non solo i turni ostetrici a 12 ore ma ora l’ipotesi di un trasferimento di Ostetricia a luglio ‘26,
A quasi un anno dalla farsa dell’inaugurazione dell’Ospedale nuovo a PN in v. Montereale, ancora vuoto, troviamo inaccettabile la scelta di trasferire solo l'ostetricia senza la pediatria, visto anche i numeri così alti dei parti nel 2025.
La frettolosa chiusura del punto nascita di S. Vito, esattamente un anno fa, ha generato problemi e disagi generali che Comitati di S. Vito e Pordenone, i Coordinamenti di associazioni, il Comune di S. Vito e diversi Consiglieri regionali avevano denunciato. Ma Riccardi-Fedriga e Tonutti non li hanno mai voluto considerare, spesso deridendo.
Ma ora i nodi stanno venendo al pettine: il Dipartimento Materno/Infantile si chiama così perché è indivisibile il rapporto mamma/bambino. La vicinanza fisica e relazionale della mamma con IL proprio neonato va salvaguardata ad ogni costo per favorire la buona relazione ed attaccamento, ancor più in presenza di problemi di salute del neonato. Riteniamo che, non tenere conto di questi aspetti sia una contraddizione ed ancor più irrispettoso verso tutte le donne e coppie che vivono nella loro vita questo particolare momento della nascita di un figlio.
Ancora una volta gli utenti, anche i più piccoli e indifesi, non sono al centro di questa Sanità! Ma nemmeno gli operatori che invece svolgono un compito così delicato!

Riccardi-Fedriga e Tonutti, basta giocare sulla salute dei cittadini!
Si abbia il coraggio di rivedere scelte tecnicamente sbagliate come quella di concentrare tutte le nascite a Pordenone.


COMITATO SALUTE PUBBLICA di PORDENONE
com.salutepubblicapn@gmail.com

Pordenone 12 novembre 2026

11/11/2025

Copincolliamo da GIMBE, importante e seria fondazione, sempre dalla parte dell’utenza dei servizi sanitari 👏🏼👏🏾👏 grazie❣️


“La salute non è solo l'assenza di malattia o il risultato delle cure che riceviamo. La salute è un bene complesso, influenzato profondamente dalle condizioni in cui viviamo, lavoriamo e invecchiamo.

È questo il principio dell’approccio internazionale "Health in All Policies" (Salute in tutte le politiche): una strategia che mira a integrare la tutela della salute e del benessere in ogni decisione pubblica. Un impegno che Fondazione GIMBE porta avanti da anni con ricerche e progetti.

Cosa significa concretamente?

Politiche ambientali: ridurre l'inquinamento dell'aria che respiriamo e dell'acqua che beviamo, non solo per proteggere il pianeta, ma per prevenire malattie respiratorie e croniche.

Politiche industriali e del lavoro: garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro, promuovere un equilibrio tra vita professionale e privata e combattere lo stress lavoro-correlato.

Politiche sociali ed economiche: contrastare le disuguaglianze, assicurare alloggi dignitosi e redditi adeguati, perché la povertà è uno dei principali determinanti di cattiva salute.

Politiche fiscali e alimentari: incentivare la produzione e il consumo di cibo sano e scoraggiare quello di prodotti nocivi, orientando le scelte di ognuno i verso stili di vita più salutari.

Istruzione e ricerca: educare i giovani alla salute e al valore del SSN e finanziare la ricerca per la prevenzione, non solo per la cura.

Adottare l'approccio "Health in All Policies" non è solo una scelta etica, ma una strategia intelligente: crea sinergie, previene le malattie, riduce la pressione sui servizi sanitari e migliora l'equità sociale.

È la visione che Fondazione GIMBE porta avanti da anni, con ricerche, iniziative e progetti che promuovono la salute in ogni settore della società.

Oggi, il nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è sotto pressione, indebolito da anni di definanziamento: con la campagna ne chiediamo un rilancio coraggioso, che non può limitarsi a una semplice manutenzione, ma deve puntare a riforme sostanziali.

Il team GIMBE”

Sì può dire, l’avevamo detto?!? Serena Pellegrino e Sebastiano Badin, parlano della situazione venutasi a creare in Oste...
11/11/2025

Sì può dire, l’avevamo detto?!?
Serena Pellegrino e Sebastiano Badin, parlano della situazione venutasi a creare in Ostetricia a Pordenone, dopo la chiusura del Punto Nascita dell’Ospedale Civile di San Vito e del reparto stesso presso il Policlinico San Giorgio, privato convenzionato.

*(ACON) SALUTE. PELLEGRINO (AVS): GIUNTA CHIARISCA CRITICITÀ OSTETRICIA A PN*

(ACON) Trieste, 11 nov - "La situazione del reparto di
ostetricia dell'ospedale di Pordenone, come segnalato anche dalle
organizzazioni sindacali, è ormai insostenibile: i posti letto
sono insufficienti, il numero dei parti da gestire è aumentato in
modo significativo dopo la chiusura degli altri due punti nascita
dell'ex provincia e il personale è sottoposto a turni estenuanti
di 12 ore, spesso senza pause adeguate. È inaccettabile che i
tempi di trasferimento dei reparti nella nuova struttura si
dilatino sempre più, pur dopo l'inaugurazione in piena campagna
elettorale per le amministrative: per questo motivo presenteremo
un'interrogazione all'assessore Riccardi".

Così, in una nota, la consigliera regionale di Allenza Verdi e
Sinistra, Serena Pellegirno e Sebastiano Badin, segretario
regionale di Sinistra italia.

"Si tratta di una conseguenza purtroppo prevedibile. Come
Alleanza Verdi e Sinistra - prosegue Pellegrino - avevamo fin da
subito evidenziato che la chiusura del punto nascita di San Vito
al Tagliamento avrebbe comportato un inevitabile sovraccarico per
Pordenone, che rischia di protrarsi sicuramente fino a giugno".

"Oggi - concludono Pellegrino e Badin -, alla luce dei fatti,
chiediamo con forza che si apra una riflessione seria e
responsabile: è necessario rivedere le scelte compiute e
restituire al territorio un punto nascita pubblico a San Vito al
Tagliamento, in grado di garantire sicurezza, qualità delle cure
e prossimità a un'area vasta e densamente abitata".

09/11/2025

UNA PROPOSTA IMMORALE DELLA DESTRA PER NON RISOLVERE I PROBLEMI DELLA SANITA’ PUBBLICA

Cosa ci si voleva aspettare sulla sanità da una destra che ha sempre favorito i ricchi? Il modello amerikano avanza: chi ha soldi si cura e chi non li ha se la prende in quel posto. Già ora la sanità pubblica fa acqua da tutte le parti e chi ha bisogno di analisi urgenti se le deve pagare. La proposta targata Fratelli D’Italia passa sia per gli appalti, dove la cosa più importante è il guadagno e non la cura. Per giunta con il sistema vigente si rischia che molte gare siano assegnate ad amici e amici degli amici e non a chi ha le competenze e le attrezzature per una buona sanità. Avremo anche nella sanità appalti e subappalti a non finire. L’altra strada proposta sono gli incentivi fiscali ovviamente sempre a carico dello Stato, cioè paghiamo NOI. Chi guadagna sono i privati. Cosa cambierebbe per i cittadini se la proposta passasse? Non avremo certamente una sanità migliore e più rapida ma le aziende private in mano dei “signori della sanità” continueranno a incassare fior di soldoni … nostri ovviamente. Ricordo a tutti che questo modello è stato fortemente voluto, oltre che dai partiti di destra anche dal PD con la scusa che ci sarebbe stata maggiore efficienza.

SANITÀ, LA “RIFORMA” TRUFFALDINA DI FDI È UN REGALO AI PRIVATI

IVAN CAVICCHI – IL FATTO – 05.11.2025

Alla X commissione del Senato, su iniziativa di Fratelli d’Italia, si sta discutendo una riforma della sanità proposta come “riforma dell’assistenza integrativa”. Si tratta di una proposta concepita a normativa vigente, cioè usando le controriforme fatte dal governo Prodi, e segnatamente dalla Bindi negli anni 90, con lo scopo di spingere ancora più avanti la privatizzazione del servizio pubblico fino a portarla alle sue estreme conseguenze. Cioè a completare il lavoro di smantellamento del sevizio pubblico e mettendo tutto quello che si può “a mercato”. Alla sanità pubblica resterebbero gli ospedali di vario tipo, ma mollando al mercato il famoso “territorio” quindi tutta la sanità fuori dall’ospedale. Stiamo parlando di assistenza primaria, domiciliare e ambulatoriale, ma anche di quella residenziale quindi le case e gli ospedali di comunità e infine le famose Rsa. Un business gigantesco fatto da milioni e milioni di malati cronici, di anziani sufficienti e non autosufficienti, insomma da una massa enorme di cittadini La proposta di FdI è una proposta mendace che spaccia per riforma dell’assistenza integrativa ciò che integrativo non è più da un bel po’, ma che è ampiamente sostitutivo. La prima, quella integrativa, dà una mano al servizio pubblico ponendosi come un servizio complementare, ma senza mai prenderne il posto. La seconda sostituisce lo Stato fino a scansarlo, quindi a metterlo fuori gioco. Ma come fare questo ribaltone? Le strade che propone la riforma di FdI sono fondamentalmente due: una di tipo giuridico, l’altra di tipo fiscale. La prima aggiunge gli appalti (out sourcing , concessione, affidamento in house providing ecc.) agli strumenti classici delle “convenzioni” per mezzo dei quali delegare al privato ciò che spetterebbe allo Stato. La seconda strada è una pazzesca operazione fiscale estremamente onerosa per il bilancio dello Stato, ma non quantificata: consiste nella generalizzazione del welfare aziendale o fiscale, quello famoso prima previsto dalla controriforma Bindi e poi ripreso da Renzi con il Jobs Act. Circa gli appalti, le obiezioni sono tante, ma quelle più importanti hanno a che fare tutte con le garanzie che i malati perderebbero e la cui mancanza peggiorerebbe e non di poco la qualità dell’assistenza, ma anche la salute attesa nel corso della vita. È noto che in una gara di appalto il criterio principale per l’aggiudicazione è “il prezzo più basso”. Quindi con l’appalto la cura diventa inversamente proporzionale al profitto. Meno si cura e più si risparmia, più si risparmia e più si guadagna. Quindi, per il malato finora curato gratuitamente dallo Stato in base ai suoi diritti, essere appaltato al privato non è mai un affare. Per quanto riguarda invece il welfare aziendale, la proposta punta anzitutto a rimuovere gli ostacoli che finora lo hanno ostacolato (le dimensioni dell’impresa, il Mezzogiorno, i redditi bassi) e quindi a mettere mano a una montagna di incentivi fiscali di tutti tipi, ma tutti a carico di Pantalone. A eccezione per coloro che sono ancora dentro il mercato del lavoro, oppure ne sono fuori e quindi soprattutto per milioni di pensionati, si propone che lo Stato paghi per conto loro i contributi ai fondi o alle mutue ma per avere servizi privati alle condizioni del mercato. La proposta è semplicemente immorale, indecente e incivile. Essa costa enormemente di più di una buona sanità pubblica, non garantisce la qualità delle cure, le persone sono curate in base ai loro redditi quindi a partire dal presupposto barbarico do ut des: ti curo come mi paghi. E tutto questo perché? Per far guadagnare un mucchio di soldi alla speculazione finanziaria che, come ci spiega Mediobanca, sta investendo ingenti capitali proprio sulla sanità privata.

06/11/2025

Ciao Pino, ci sarai sempre, nei ricordi e nelle tue opere. Oggi davanti a casa tua, davanti alle "casermette", è vivo il ricordo di tanti incontri, ricerche e discussioni dove ci hai insegnato un nuovo metodo d'impegno e partecipazione politica, per la polis. Dove camminare o girare in bici per la città, osservare i tanti e diversi angoli, ascoltare attentamente chi vi abita, confrontando bisogni, sogni e opinioni è stata la chiave di un Comitato di cittadine e cittadini che ha fermato una grande speculazione, consumo di suolo verde e abbandono di un'area urbanizzazione riuscendo a fermare il trasferimento dell'Ospedale in Comina e a riproporre la sua collocazione in centro salvando la gestione pubblica. Al Comitato Salute Pubblica di Pn rimane il tuo disegno per il logo (l'omino che cammina, guarda e ascolta con il sorriso sulle labbra) ma ci rimangono i tuoi contributi scritti e le tantissime vignette satirico. E passando in via Montereale guardando il nuovo edificio dell'Ospedale che finalmente dovrebbe essere aperto, anche se con te abbiamo, da soli, criticato delle scelte progettuali, ti ricorderemo Pino e non smetteremo di credere nella partecipazione popolare come mezzo per cambiare il mondo. Sempre con sorriso, passione e impegno per la comunità

Ciao Pino, immancabile la tua conoscenza del territorio e la tua voglia di lavorare per la comunità.Ciao Pino ci resta i...
06/11/2025

Ciao Pino, immancabile la tua conoscenza del territorio e la tua voglia di lavorare per la comunità.

Ciao Pino ci resta il tuo sorriso e la tua capacità di affrontare i tanti temi della salute/Sanità pubblica anche con ironia

Addio all'urbanista Giuseppe Vespo: è morto all'improvviso, aveva 73 anni | Messaggero Veneto https://share.google/j7vVNgnCdYDPeSx3R

03/11/2025

❌ A dicembre chiuderà.
📣 L’ennesimo regalo alla sanità privata che certamente si può configurare come un risarcimento per la chiusura del Punto Nascita al Policlinico San Giorgio, visto che le funzioni di RSA gli verranno ora regalate.
😡😡😡Dica quel che vuole Riccardi, interpreti pure a loro uso e consumo i decreti, parlano però i fatti di cui tanto si riempiono la bocca: che cos’è se non un ulteriore potenziamento della sanità privata, che perseguono sempre più speditamente da anni, parallelamente allo smantellamento della Sanità Pubblica?!?

Rsa di Roveredo (Pn) regalata ai privati. Ospiti smistati come pacchi postali? – Friulisera https://share.google/Q10AILM5XcoD5T1CM

Indirizzo

Pordenone
33170

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