Genitori Separati - Associazione Ladudes Family onlus

07/11/2025

Una 𝐝𝐨𝐧𝐧𝐚 di 54 anni di Molfetta è stata 𝐜𝐨𝐧𝐝𝐚𝐧𝐧𝐚𝐭𝐚 a 𝐬𝐞𝐢 𝐦𝐞𝐬𝐢 𝐝𝐢 𝐫𝐞𝐜𝐥𝐮𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 dal Tribunale di Trani per 𝐦𝐚𝐧𝐜𝐚𝐭𝐚 𝐞𝐬𝐞𝐜𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐨𝐥𝐨𝐬𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐯𝐞𝐝𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐠𝐢𝐮𝐝𝐢𝐜𝐞.

Tra il 2019 e il 2020 𝐚𝐯𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐢𝐦𝐩𝐞𝐝𝐢𝐭𝐨 𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐦𝐚𝐭𝐢𝐜𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐚𝐥 𝐩𝐚𝐝𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐯𝐞𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐟𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨, nonostante un’ordinanza del 2017 e una sentenza del 2020 che regolavano il diritto di visita.

Secondo la giudice Sara Pedone, la donna ha posto in essere un «𝐨𝐬𝐭𝐢𝐧𝐚𝐭𝐨 𝐨𝐬𝐭𝐫𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢𝐬𝐦𝐨», accampando scuse poi smentite dal minore stesso, con l’effetto di privare il ragazzo, oggi quindicenne, di tempo e affetto paterno.

Fonte: https://www.molfettaviva.it/notizie/impedisce-al-padre-di-vedere-il-figlio-condannata-una-54enne-di-molfetta/

06/10/2025

🤣

05/10/2025

💍 𝐈𝐥 𝐦𝐚𝐭𝐫𝐢𝐦𝐨𝐧𝐢𝐨 𝐟𝐚𝐧𝐭𝐚𝐬𝐦𝐚 𝐝𝐢 𝐌𝐞𝐬𝐬𝐢𝐧𝐚

Lui e lei si sposano in chiesa, rito concordatario, abiti, fiori, fotografo e commozione.
Tutto perfetto, tranne un piccolo dettaglio tecnico:
👉 𝐢𝐥 𝐩𝐚𝐫𝐫𝐨𝐜𝐨 𝐬𝐢 𝐝𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐬𝐜𝐫𝐢𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐥’𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐦𝐚𝐭𝐫𝐢𝐦𝐨𝐧𝐢𝐨 nei registri dello stato civile.

Passa un anno, la coppia va in crisi.
Lei scopre, al momento della separazione, che, per la Repubblica Italiana, 𝐧𝐨𝐧 𝐞̀ 𝐦𝐚𝐢 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐚 𝐬𝐩𝐨𝐬𝐚𝐭𝐚.
Il prete l’ha unita davanti a Dio, ma lo Stato non ne ha preso nota.

La donna tenta di rimediare con una 𝐭𝐫𝐚𝐬𝐜𝐫𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐭𝐚𝐫𝐝𝐢𝐯𝐚, ma serve anche la firma del marito.
Ma lui risponde:
«No, grazie!». E se la dà a gambe.

Così 𝐥𝐞𝐢 𝐟𝐚 𝐜𝐚𝐮𝐬𝐚 a marito fantasma e prete.
Chiede i danni: sostiene di aver acceso 𝐮𝐧 𝐦𝐮𝐭𝐮𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐩𝐚𝐠𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐦𝐚𝐭𝐫𝐢𝐦𝐨𝐧𝐢𝐨 e di aver sostenuto spese per casa, mobili e cerimonia, confidando in un vincolo che — giuridicamente — non è mai esistito.

Dopo quindici anni di udienze, tre gradi di giudizio e probabilmente più spese legali che bomboniere, arriva l’ordinanza della 𝐂𝐚𝐬𝐬𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐧. 𝟐𝟒𝟒𝟎𝟗/𝟐𝟎𝟐𝟓:
👉 il rifiuto del marito a trascrivere non è illecito — non si può obbligare qualcuno a “sposarsi civilmente” contro la sua volontà;
👉 il parroco distratto non genera responsabilità civile, perché l’omessa trascrizione non ha creato un danno giuridicamente risarcibile.

In sintesi: 𝐧𝐞𝐬𝐬𝐮𝐧 𝐦𝐚𝐭𝐫𝐢𝐦𝐨𝐧𝐢𝐨, 𝐧𝐞𝐬𝐬𝐮𝐧 𝐫𝐢𝐬𝐚𝐫𝐜𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨, 𝐧𝐞𝐬𝐬𝐮𝐧 𝐯𝐢𝐧𝐜𝐨𝐥𝐨.
Solo un lungo processo per confermare che, a volte, “finché morte non vi separi” vale meno di “finché l’anagrafe non vi registri”.

Fonte: https://www.corriere.it/economia/finanza/25_ottobre_05/le-nozze-fantasma-di-messina-il-parroco-dimentica-la-trascrizione-il-marito-si-defila-e-la-sposa-fa-causa-per-15-anni-13ac4725-9236-4dc4-be53-af4a1721cxlk.shtml

20/09/2025

📘 Rubrica: Le leggi che non ti aspetti

💍 𝐃𝐈𝐕𝐎𝐑𝐙𝐈? 𝐈 𝐂𝐎𝐍𝐈𝐔𝐆𝐈 𝐕𝐀𝐍𝐍𝐎, 𝐈 𝐒𝐔𝐎𝐂𝐄𝐑𝐈 𝐑𝐄𝐒𝐓𝐀𝐍𝐎.

Pensavi che col divorzio ti liberassi anche di suocera e cognati?
No, affatto.

L’𝐚𝐟𝐟𝐢𝐧𝐢𝐭𝐚̀ (art. 78 c.c.) è quel 𝐥𝐞𝐠𝐚𝐦𝐞 𝐠𝐢𝐮𝐫𝐢𝐝𝐢𝐜𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐮𝐧𝐢𝐬𝐜𝐞 𝐜𝐢𝐚𝐬𝐜𝐮𝐧 𝐜𝐨𝐧𝐢𝐮𝐠𝐞 𝐚𝐢 𝐩𝐚𝐫𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐥𝐭𝐫𝐨.
E non si scioglie col divorzio, ma solo con la morte del coniuge da cui deriva.

📌 Risultato: la tua ex suocera resta giuridicamente tua suocera. Per sempre.

E se ti venisse in mente di sposarla?
Tranquillo, non puoi: l’art. 87 c.c. lo vieta.
Lo stesso vale per cognate e cognati… salvo che, in quest’ultimo caso, tu non convinca il Tribunale a darti una dispensa speciale (art. 87, co. 4 c.c.).

Conclusione: puoi divorziare da tua moglie o da tuo marito, ma non dai suoceri.
Come i diamanti sono per sempre. 💎

👉 Conoscevi questa chicca del codice civile?
Tagga chi pensava di essersi liberato dei suoceri!

06/09/2025

📝 𝐂𝐡𝐚𝐭 𝐖𝐡𝐚𝐭𝐬𝐀𝐩𝐩 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐢 𝐭𝐫𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐢𝐮𝐠𝐢? 𝐅𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐫𝐞𝐳𝐳𝐚.

In questi giorni si è parlato molto della sentenza del Tribunale di Catanzaro che ha dato valore a un accordo tra ex coniugi scambiato su WhatsApp. Titoli roboanti parlano di “𝐫𝐢𝐯𝐨𝐥𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐟𝐚𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚”. Ma le cose non stanno esattamente così.

📌 La chat non è un contratto in sé, ma un principio di prova scritta: consente cioè di ammettere altre prove (ad esempio, la testimonianza) a sostegno dell’esistenza dell’accordo. Il giudice ha solo applicato una norma già prevista dal codice civile (art. 2724).

📌 L’efficacia dell’accordo è stata riconosciuta perché non incideva su interessi indisponibili (i diritti dei figli) e non era contrario all’ordine pubblico. Non significa, quindi, che da oggi ogni messaggio WhatsApp tra coniugi valga automaticamente come patto patrimoniale.

📌 Parlare di “rivoluzione” è eccessivo: la sentenza apre un precedente interessante sull’uso delle chat come prova, ma non abbatte i confini già esistenti tra accordi privati e convenzioni che necessitano di omologazione giudiziale.

👉 in conclusione: la tecnologia entra sempre più nei tribunali, ma non tutto ciò che passa su WhatsApp diventa legalmente vincolante.

In estrema sintesi il contenuto dell’articolo de Il Messaggero:

𝐓𝐫𝐢𝐛. 𝐂𝐚𝐭𝐚𝐧𝐳𝐚𝐫𝐨 – 𝐸̀ 𝑣𝑎𝑙𝑖𝑑𝑜 𝑖𝑙 𝑝𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑝𝑎𝑡𝑟𝑖𝑚𝑜𝑛𝑖𝑎𝑙𝑒 𝑡𝑟𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑖𝑢𝑔𝑖 𝑠𝑡𝑖𝑝𝑢𝑙𝑎𝑡𝑜 𝑡𝑟𝑎𝑚𝑖𝑡𝑒 𝑐ℎ𝑎𝑡 𝑊ℎ𝑎𝑡𝑠𝐴𝑝𝑝, 𝑝𝑢𝑟𝑐ℎ𝑒́ 𝑛𝑜𝑛 𝑙𝑒𝑠𝑖𝑣𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙’𝑜𝑟𝑑𝑖𝑛𝑒 𝑝𝑢𝑏𝑏𝑙𝑖𝑐𝑜 𝑜 𝑑𝑒𝑖 𝑑𝑖𝑟𝑖𝑡𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑖 𝑓𝑖𝑔𝑙𝑖. 𝐿𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑣𝑒𝑟𝑠𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑔𝑟𝑎 “𝑝𝑟𝑖𝑛𝑐𝑖𝑝𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑣𝑎 𝑠𝑐𝑟𝑖𝑡𝑡𝑎” (𝑎𝑟𝑡. 2724 𝑐.𝑐.) 𝑒 𝑔𝑖𝑢𝑠𝑡𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎 𝑙’𝑎𝑚𝑚𝑖𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑣𝑎 𝑡𝑒𝑠𝑡𝑖𝑚𝑜𝑛𝑖𝑎𝑙𝑒, 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑟𝑟𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑙’“𝑖𝑚𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑚𝑜𝑟𝑎𝑙𝑒” 𝑑𝑖 𝑟𝑒𝑑𝑖𝑔𝑒𝑟𝑒 𝑢𝑛 𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑓𝑜𝑟𝑚𝑎𝑙𝑒. 𝑅𝑒𝑣𝑜𝑐𝑎𝑡𝑜 𝑖𝑙 𝑑𝑒𝑐𝑟𝑒𝑡𝑜 𝑖𝑛𝑔𝑖𝑢𝑛𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑐𝑜𝑛 𝑐𝑢𝑖 𝑙’𝑒𝑥 𝑚𝑎𝑟𝑖𝑡𝑜 𝑝𝑟𝑒𝑡𝑒𝑛𝑑𝑒𝑣𝑎 𝑖𝑙 𝑟𝑖𝑚𝑏𝑜𝑟𝑠𝑜 𝑑𝑒𝑙 50% 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑟𝑎𝑡𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑚𝑢𝑡𝑢𝑜. 𝐿𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑛𝑢𝑛𝑐𝑖𝑎 𝑎𝑝𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑙𝑒𝑣𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑔𝑖𝑢𝑟𝑖𝑑𝑖𝑐𝑎 𝑑𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑐𝑐𝑜𝑟𝑑𝑖 𝑖𝑛𝑓𝑜𝑟𝑚𝑎𝑙𝑖 𝑡𝑟𝑎 𝑒𝑥 𝑐𝑜𝑛𝑖𝑢𝑔𝑖.

15/08/2025

𝑹𝒊𝒕𝒐𝒓𝒏𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒔𝒖𝒍𝒍𝒂 𝒏𝒐𝒕𝒊𝒛𝒊𝒂 𝒈𝒊𝒂̀ 𝒅𝒂𝒕𝒂 𝒒𝒖𝒂𝒍𝒄𝒉𝒆 𝒈𝒊𝒐𝒓𝒏𝒐 𝒇𝒂, 𝒑𝒆𝒓 𝒍𝒂 𝒑𝒐𝒓𝒕𝒂𝒕𝒂 𝒔𝒕𝒐𝒓𝒊𝒄𝒂 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒑𝒓𝒐𝒏𝒖𝒏𝒄𝒊𝒂 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝑪𝒂𝒔𝒔𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆, 𝒄𝒉𝒆 𝒑𝒐𝒕𝒓𝒆𝒃𝒃𝒆 𝒂𝒑𝒓𝒊𝒓𝒆 𝒔𝒄𝒆𝒏𝒂𝒓𝒊 𝒏𝒖𝒐𝒗𝒊 𝒑𝒆𝒓 𝒊 𝒄𝒐𝒏𝒊𝒖𝒈𝒊 𝒄𝒉𝒆 𝒈𝒊𝒂̀ 𝒑𝒓𝒊𝒎𝒂 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒔𝒆𝒑𝒂𝒓𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒊𝒏𝒕𝒆𝒏𝒅𝒂𝒏𝒐 𝒎𝒆𝒕𝒕𝒆𝒓𝒆 𝒐𝒓𝒅𝒊𝒏𝒆 𝒏𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒍𝒐𝒓𝒐 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒊𝒐𝒏𝒊 𝒑𝒂𝒕𝒓𝒊𝒎𝒐𝒏𝒊𝒂𝒍𝒊.

💥 𝐍𝐨𝐯𝐢𝐭𝐚̀ 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐜𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐢𝐮𝐠𝐢! 💥

La Cassazione (ordinanza n. 20415/2025) riconosce finalmente validi i patti prematrimoniali e coniugali che prevedono il rimborso di somme o beni in caso di separazione o divorzio.

⚖️ Non violano i doveri coniugali durante il matrimonio e tutelano gli investimenti fatti insieme, senza però incidere su mantenimento o diritti dei figli.

💡 𝐎𝐫𝐚 𝐞̀ 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐬𝐭𝐢𝐩𝐮𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐚𝐜𝐜𝐨𝐫𝐝𝐢 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐞𝐯𝐢𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨𝐬𝐢 𝐟𝐮𝐭𝐮𝐫𝐢.

Fonte: https://www.open.online/2025/08/12/cassazione-accordi-prematrimoniali-legittimi-cosa-cambia/

28/07/2025

15/07/2025

Accesso agli atti. Il padre ha diritto di conoscere l’effettiva iscrizione della figlia all’università - TAR Toscana, Sez. IV, sent. 27 giugno 2025 n. 1212

Deve essere accolta la domanda di accesso agli atti presentata dal padre per avere conoscenza dell’effettiva iscrizione della figlia all’università, del dettaglio degli esami sostenuti, con le relative date, e dell’eventuale conseguimento della laurea e della data del titolo, se conseguito, al fine di verificare la legittimità della partecipazione alle spese di mantenimento della stessa, nella prospettiva di procedere giudizialmente ad una eventuale revisione dell’assegno di mantenimento.

L’Università deve ritenere sufficiente, ai fini della prevalenza sull’interesse alla riservatezza della figlia, l’interesse del padre, data l’età adulta della controinteressata (già trentunenne), a sapere se la figlia abbia proseguito il suo percorso di studi universitario, perché tale elemento, senza dubbio, astrattamente incide sulla permanenza dell’obbligo di mantenimento.

https://www.osservatoriofamiglia.it/contenuti/17522120/accesso-agli-atti-il-padre-ha-diritto-di-conoscere-leffettiv.html