21/10/2019
⚠️ POST LUNGHISSIMO⚠️
ITALIA VIVA, il nuovo partito di Renzi, ha un nuovo simbolo che è stato "scelto" dalla rete su una selezione di 3 proposte. (Attenzione, scelto! Non Fatto. C'è una bella differenza).
Come è normale che accada, si è fatta tanta ironia su questo nuovo simbolo (penso sia parte del gioco). Qualcuno lo ha associato ad un marchio per assorbenti o prodotti femminili per via della presenza di sfumature tendenti al rosa (quanto amiamo lo stereotipo), altri a confezioni di medicinali o acque naturali.
La verità è che la progettazione grafica in ambito politico è stata e sempre sarà una delle più grandi sfide comunicative che un designer possa affrontare. Un settore dove per accontentare tutti si finisce sempre per far qualcosa che sembra non accontentare nessuno. Qualcosa dove la novità viene sempre presa con molta cautela e dove il piccolo "conservatore" che è in noi deve sempre dire la sua.
Premettendo che un simbolo, come tutto ciò che riguarda la grafica, non debba essere "bello" o "brutto" (parametri che sappiamo essere così soggettivi da avere incidenza pari allo zero sull'efficacia di una strategia visiva), ma deve "funzionare" o "non funzionare". Un prodotto di design dovrebbe essere giudicato soprattutto con canoni oggettivi ecco perché dividerò in differenti categorie la mia analisi semiotica, percettiva e strategica di questo nuovo "logo" che da qui in avanti vedremo sempre più spesso.
💬 NAMING:
Italia Viva si appropria di un naming che vuole monopolizzare un gergo comune per fini politici, come è già stato per la storica "Forza Italia" o "Fratelli D'Italia", ma anche per altri giochi di possessione fonetica come "5 stelle", definizione grammaticale che "ruba" dal mondo della soddisfazione e della qualità (fisica e digitale).
Questa non è una novità in ambito politico. Basti guardare i cugini spagnoli di "Podemos" che prendono una parola di uso comune e la legano al programma e alla missione politica che intendono portare avanti. Non volete rubare le parole? Beh, smettete di usarle.
Tralasciando il "Naming", disciplina che richiederebbe anni di approfondimento, e spostandoci sulla "GRAFICA" (come piace chiamarla a chi non fa questo lavoro). La semiotica dietro al nuovo simbolo Italia Viva sicuramente non sarà perfetta ma fa capire che il nostro paese ha una paura matta del cambiamento e della comprensione dei nuovi linguaggi.
🎨 CROMATOLOGIA:
La politica è un campo dove i colori ricoprono un ruolo fondamentale diventando surrogati dell'ideologia stessa del partito di riferimento (siamo reduci da governi bi-cromatici e quindi penso dia chiaro di cosa parlo).
Come nell'ambito dei servizi di social networking che hanno come missione quella di aggregare quante più persone possibile, Facebook è quello blu, Twitter quello "azzurrino", linkedin un "blu più grigiolino", Snapchat quello "giallo" e instagram era quello "marrone" finché non decise di perdere il suo colore piatto a favore di un "gusto cromatico" che non lo etichettasse con un colore denominabile ma con un gradiente sfumato di varie cromie che potesse rappresentare la varietà di utenti a cui voleva rivolgersi (fashion blogger, food photographer, ragazzini delle medie, modelle etc...).
Penso che la strategia di Italia Viva voglia proprio fare questo, non chiudersi in un colore predefinito sin da subito in un campo dove potrebbe diventare non solo etichetta di ideologie ma soprattutto attrattiva per categorie di persone e di pensiero mono-direzionale. La strategia delle sfumature che variano dal rosa, all'arancio e la presenza del blu cerca di slegare il partito dalla vecchia politica italiana, fatta di colori piatti e ben etichettabili come accade per le squadre sportive.
🔰 SIMBOLOGIA:
La lettera "V"capeggia in asse asimmetrico sulla scritta e un semicerchio la sottolinea nella parte inferiore. Entrambi collegati dalla sfumatura di colori. Un segno graficamente astratto che può ricordare una lettera ma anche le ali di un uc***lo che vola su un paese o addirittura sul mondo (se siete terra-piattisti non sarà così ovviamente).
Non è un'aquila, un gabbiano, una rondine o una farfalla ma un'astrazione di un uc***lo indefinito dove, come nel colore, ognuno potrà rivedere il suo modo d'essere. Trasformare quel tratto grafico astratto in un'aquila o un gabbiano è lasciato al libero arbitrio e alla libera interpretazione dello spettatore e dell'elettore. Ancora una volta una scelta "democratica" e non d'imposizione da parte dell'emittente del messaggio.
Questo per la politica è qualcosa di strano e sicuramente nuovo. Veniamo da secoli di simbologia imposta dall'alto, l'aquila, l'ulivo, le stelline in numero esatto, la bandiera sventolante, falci e matrelli etc...
Ancora una volta un esperimento di design democratico che, per un partito che non ha ancora trovato la sua reale posizione all'interno del panorama politico italiano ed europeo, penso rappresenti un'ottima strategia per poter "aggiustare il tiro" in futuro.
La simbologia è quasi "OBAMIANA" (con le dovute distanze), dove si può leggere la lettera "O" per chi è interessato al personaggio, si può vedere la bandiera americana per chi è interessato alla tradizione o un sole che sorge all'orizzonte per chi è stanco e sogna una nuova alba, un cambiamento per le sorti del proprio paese.
✍️ TIPOGRAFIA:
Lettere maiuscole e minuscole non trovano distinzione di dimensione e peso creando un "blocco unico" della parola.
Ancora una volta l'accettazione e la democrazia dominano la composizione grafica. Nessuna lettera o parola vuole dominare o prevalere sull'altra.
Le lettere "a" palesemente minuscole sono allo stesso livello di altre maiuscole come la "I" o la "T". A mio avviso si tratta di un forte messaggio tipo-democratico che mette tutto sullo stesso piano in un'orizzontalità necessaria per la nascita di un nuovo partito politico.
Spostando l'attenzione sulla divisione cromatica tra le due parole, il BLU e il ROSA rafforzano un messaggio importante. Il blu di "ITALIA" è radicato, qualcosa di già visto, è la nazionale di calcio, è palazzo Chigi, è la serietà del paese. Il rosa di "VIVA" è in estremo contrasto quasi a voler rimarcare il significato di "uscire dal torpore" che il partito intende comunicare.
✋ CONCLUSIONE:
Dove voglio arrivare con questo post infinito e soporifero?
Come sempre, da nessuna parte!
Quando in tanti parlano di qualcosa (progettazione grafica in questo caso) è indubbio che si possano sentire tante cazzate (e mi piace). Un simbolo politico è una progettazione che non si fa in 5 minuti e deve tenere in considerazione aspetti socio-culturali che non possiamo nemmeno immaginare.
Mi piace questo simbolo?! Cosa importa? Cambierebbe qualcosa se vi dicessi che mi fa schifo o che è ben fatto?
Questo simbolo è un ottimo esempio di "neonato grafico", di "beta testing" per un partito nuovo che ancora non sa esattamente dove andrà a posizionarsi e che quindi cerca nuova utenza attraverso la simbologia e la democratizzazione del design e del segno grafico.
Probabilmente il partito non lo sarà ma sicuramente il SIMBOLO in questo momento è un ottimo esempio di DEMOCRAZIA... Che forse non è sempre ciò di cui abbiamo bisogno visto quanto ci lamentiamo e tendiamo a "dire la nostra" anche senza averne gli strumenti per farlo.
TANTE BELLE COSE FRESCHE (E VIVE) a tutti.