24/06/2025
Bentornati! Per questo ventesimo appuntamento la 𝐃𝐫.𝐬𝐬𝐚 Daniela Sapio - Una Psicoterapeuta al tuo fianco propone il suo articolo dal titolo 𝐕𝐢𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐧𝐨𝐧𝐨𝐬𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐞: 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐭𝐞𝐠𝐢𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐞𝐥𝐚𝐛𝐨𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐥𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐟𝐚𝐦𝐢𝐥𝐢𝐚𝐫𝐞, in cui spiega come affrontare al meglio il lutto.
Buona lettura!
Quando perdi un padre, una madre, un compagno o una compagna, un fratello, una sorella o un figlio, la tua vita cambia per sempre. La scomparsa di un familiare scandisce un “prima” e un “dopo”: il confine tra la tua vita con quella persona e la tua vita senza quella persona. Niente sarà mai più come prima. Cambia il sapore di tutto ciò che ti circonda: persone, oggetti, abitudini, luoghi; tutto, in te, risente e assorbe gli effetti di un cambiamento inesorabile: il corpo, le emozioni, le cognizioni, i comportamenti.
La perdita di una persona cara è una delle esperienze più dolorose e universali dell’esistenza umana. Nessuno è immune al lutto, eppure ognuno lo vive in un modo unico, intimo, personale. La psicologia ha cercato di dare un senso a questo percorso complesso, sviluppando modelli che ci aiutano a comprendere meglio cosa accade dentro di noi quando affrontiamo una perdita significativa.
𝐋𝐞 𝐟𝐚𝐬𝐢 𝐝𝐞𝐥 𝐥𝐮𝐭𝐭𝐨: 𝐢𝐥 𝐦𝐨𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐝𝐢 𝐊𝐮̈𝐛𝐥𝐞𝐫-𝐑𝐨𝐬𝐬
Uno dei modelli più noti è quello proposto dalla psichiatra Elisabeth Kübler-Ross nel 1969. Inizialmente pensato per descrivere le reazioni dei pazienti terminali, è stato successivamente applicato a chiunque affronti una grande perdita. Le sue cinque fasi non rappresentano un percorso lineare, ma piuttosto delle possibili tappe, che possono alternarsi, ripetersi o coesistere.
1. 𝐍𝐞𝐠𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 – Una difesa naturale che protegge dallo shock iniziale. Il dolore è così grande da risultare inaccettabile: la mente prende tempo per iniziare a comprendere.
2. 𝐑𝐚𝐛𝐛𝐢𝐚 – “Perché è successo?” La rabbia può essere rivolta verso altri, verso sé stessi o anche verso la persona che se ne è andata. È un’emozione che esprime la frustrazione e il senso di ingiustizia.
3. Contrattazione – “Se solo avessi fatto…” È il tentativo di trovare spiegazioni o soluzioni impossibili, nel tentativo di riprendere il controllo.
4. Depressione – Quando la perdita si fa reale e definitiva, può subentrare un senso profondo di tristezza, solitudine, vuoto. Non si tratta di una patologia, ma di una fase fisiologica.
5. 𝐀𝐜𝐜𝐞𝐭𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 – Non significa “stare bene”, ma convivere con l’assenza, riorganizzando la propria vita alla luce del cambiamento. È il momento in cui il dolore inizia a trasformarsi.
𝐈𝐥 𝐥𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐬𝐢 𝐩𝐮𝐨̀ 𝐝𝐚𝐯𝐯𝐞𝐫𝐨 𝐬𝐮𝐩𝐞𝐫𝐚𝐫𝐞?
Superare la perdita di una persona cara non vuol dire smettere di provare dolore per quella perdita, né dimenticare: non svaniscono né i ricordi di e con la persona scomparsa, né il ricordo dei momenti dolorosi connessi alla perdita (ad esempio, la diagnosi in caso di morte per malattia, il momento in cui abbiamo ricevuto la notizia della morte, l’ultimo respiro, le ultime parole, il funerale, la salma ecc). Superare il lutto vuol dire integrare l’esperienza dolorosa della perdita nella nostra coscienza e nella nostra vita, senza perpetuarne l’impatto disgregante e traumatizzante. Significa divenire consapevoli del fatto che quell’evento ha cambiato le nostre vite e non si può pensare alla nostra perdita senza sentire dolore e mancanza; tuttavia, il dolore e la mancanza, in un lutto elaborato, non avvolgono l’intera esistenza della persona sopravvissuta, ma al contrario le lasciano la possibilità di continuare a vivere respirando a pieni polmoni. La disperazione iniziale lascia il posto a un tipo di dolore meno intenso e meno acuto; i ricordi diventano via via più dolci; la rabbia per la perdita lascia il posto alla gratitudine per aver avuto quella persona nella propria vita.
𝐐𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐢𝐥 𝐝𝐨𝐥𝐨𝐫𝐞 𝐬𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐬𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚 𝐢𝐧 𝐬𝐨𝐟𝐟𝐞𝐫𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐩𝐚𝐭𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐜𝐚
Per quanto sia naturale, il lutto non sempre evolve verso un’elaborazione sana. In alcuni casi, può sfociare in un lutto complicato, oggi riconosciuto anche dal DSM-5-TR come 𝐝𝐢𝐬𝐭𝐮𝐫𝐛𝐨 𝐝𝐚 𝐥𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐩𝐫𝐨𝐥𝐮𝐧𝐠𝐚𝐭𝐨. Questa condizione si manifesta quando, a distanza di molti mesi, il dolore resta acuto e pervasivo, impedendo alla persona di riprendere una vita funzionale.
Tra i sintomi possibili: pensieri intrusivi e persistenti sulla persona deceduta, incapacità di accettare la morte, senso di colpa, inutilità, o rabbia incontrollata, ritiro sociale, apatia, disturbi del sonno, dell’alimentazione o della concentrazione, sintomi depressivi o ansiosi.
In alcuni casi, il lutto può innescare disturbi depressivi, disturbi d’ansia, Disturbo da stress post-traumatico (soprattutto in caso di lutti traumatici, improvvisi o violenti), o portare a comportamenti a rischio.
𝐏𝐢𝐜𝐜𝐨𝐥𝐞 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐭𝐞𝐠𝐢𝐞 𝐪𝐮𝐨𝐭𝐢𝐝𝐢𝐚𝐧𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐯𝐞𝐫𝐬𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐝𝐨𝐥𝐨𝐫𝐞
Molto diffusa, ma erronea, è la convinzione che il tempo da solo basti a far guarire tutte le ferite. Il tempo è necessario, ma serve a elaborare il dolore solo se ti dai da fare, solo se ti impegni a vivere - non a sopravvivere - e chiedi aiuto.
E’ importante anche sapere che non esiste un unico modo (e non esistono modi giusti e sbagliati) di vivere il dolore della perdita: per esempio, alcune persone trovano conforto nell’andare a trovare i propri cari al cimitero o nei luoghi che frequentavano insieme; altri hanno bisogno invece di starci lontani. Non giudicare mai chi sta attraversando un lutto: piuttosto, chiedigli come puoi essere d’aiuto e sii pronto a sentire di non sapere qual è la cosa giusta da fare e da dire: è normale.
Qualunque sia il modo che senti più naturale per vivere il tuo dolore, cerca di viverlo e attraversarlo, perché solo attraversandolo, ne uscirai. Se invece cercherai di reprimerlo, di ammutolirlo, di scacciarlo, esso graverà su di te e sulla tua vita.
Qui di seguito ho elencato delle strategie semplici ma efficaci per attraversare, con il proprio tempo, il dolore:
1. Darsi il permesso di soffrire, senza fretta, senza forzature. Ogni emozione ha il diritto di esistere;
2. Prendersi una pausa dal lavoro e dagli impegni, che duri tutto il tempo che si sente necessario;
3. Mantenere una routine minima, anche semplice: dà struttura alle giornate e aiuta a non sentirsi disorientati;
4. Scrivere pensieri o lettere alla persona cara: aiuta a esprimere ciò che resta dentro;
5. Avere cura del proprio corpo, attraverso il sonno, l’alimentazione e i bisogni primari;
6. Cercare un contatto umano, anche solo con una persona fidata. L’isolamento prolungato può accentuare il dolore;
7. Creare rituali personali, come accendere una candela o visitare un luogo significativo, per mantenere un legame simbolico con chi non c’è più;
8. Parlare della persona che ci ha lasciati, ricordarla, raccontarla;
9. Piangere, liberando tutte le lacrime che aspettano di uscire, prima che si cristallizzino;
10. Passare del tempo con la famiglia riunita;
11. Chiedere aiuto.
𝐒𝐭𝐫𝐮𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐭𝐞𝐫𝐚𝐩𝐞𝐮𝐭𝐢𝐜𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐞𝐥𝐚𝐛𝐨𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐥𝐮𝐭𝐭𝐨
Quando il dolore diventa difficile da contenere, rivolgersi a un professionista può rappresentare un passo fondamentale per la propria salute mentale ed emotiva. Diversi sono gli strumenti che i professionisti della salute mentale adoperano per favorire il naturale processo di autoguarigione dopo un lutto.
𝐏𝐬𝐢𝐜𝐨𝐭𝐞𝐫𝐚𝐩𝐢𝐚 𝐢𝐧𝐝𝐢𝐯𝐢𝐝𝐮𝐚𝐥𝐞: aiuta a riconoscere, accogliere ed elaborare le emozioni legate alla perdita, facilitando la costruzione di un nuovo equilibrio interno.
𝐄𝐌𝐃𝐑 (𝐸𝑦𝑒 𝑀𝑜𝑣𝑒𝑚𝑒𝑛𝑡 𝐷𝑒𝑠𝑒𝑛𝑠𝑖𝑡𝑖𝑧𝑎𝑡𝑖𝑜𝑛 𝑎𝑛𝑑 𝑅𝑒𝑝𝑟𝑜𝑐𝑒𝑠𝑠𝑖𝑛𝑔): particolarmente indicato nei lutti traumatici o improvvisi, l’EMDR favorisce la rielaborazione di ricordi dolorosi “bloccati” nel sistema di elaborazione adattiva dell’informazione ed è un protocollo che si dimostra efficace in un tempo sensibilmente più breve rispetto alle psicoterapie classiche.
𝐌𝐢𝐧𝐝𝐟𝐮𝐥𝐧𝐞𝐬𝐬 𝐞 𝐬𝐞𝐥𝐟-𝐜𝐨𝐦𝐩𝐚𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧: queste pratiche possono sostenere la persona nel contatto gentile con il proprio dolore, senza giudizio e senza forzature.
𝐆𝐫𝐮𝐩𝐩𝐢 𝐝𝐢 𝐬𝐨𝐬𝐭𝐞𝐠𝐧𝐨: il confronto con altre persone in lutto può ridurre il senso di solitudine e favorire l’elaborazione condivisa.
Il dolore del lutto non si “supera”, ma si attraversa. Con il tempo e con le giuste risorse, si può imparare a vivere portando nel cuore il ricordo, l’esperienza, l’insegnamento della persona che abbiamo amato e perso, trasformando l’assenza in una presenza silenziosa, ma piena di significato.
Grazie per la lettura.
Potete contattarla seguendo il link:
https://www.miodottore.it/daniela-sapio-2/psicoterapeuta-psicologo-psicologo-clinico/prato
Fonti:
- Kübler-Ross, E. (1969). On Death and Dying. Macmillan.
- Stroebe, M., & Schut, H. (1999). The Dual Process Model of Coping with Bereavement. Death Studies, 23(3), 197–224.
- Worden, J. W. (2009). Grief Counseling and Grief Therapy. Springer Publishing.
- American Psychological Association. (s.d.). Grief. www.apa.org/topics/grief
- DSM-5-TR (2022). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Text Revision.
- Solomon, R. (2022). EMDR Therapy Treatment for Grief and Mourning.