18/10/2025
L’uomo che non sa amare: il bambino che non vuole crescere
Dr. Carlo D’Angelo – Psicologo e Psicoterapeuta
(Voce delle Soglie)
La crisi silenziosa del maschile
Viviamo in un tempo in cui molti uomini non sanno più amare, o meglio: non sanno stare nell’amore.
Si innamorano, si infiammano, desiderano, ma non sanno restare.
Si avvicinano con intensità e poi si ritirano, incapaci di sostenere la vulnerabilità del legame.
Molti di loro — più di quanto pensino — non amano la donna reale, ma la figura che proiettano su di lei:
la madre che non hanno avuto, la madre che hanno perso, la madre da cui non si sono mai staccati.
La donna diventa così il teatro dove va in scena la loro infanzia incompiuta.
Amare come un bambino
Il bambino ama in modo assoluto: vuole tutto, subito, per sempre.
Non tollera la distanza, non conosce il limite, non regge la frustrazione.
Vuole essere amato per ciò che sente, non per ciò che dà.
Quando un uomo non ha elaborato le sue ferite infantili, porta questo modello dentro le relazioni adulte.
Si lega per bisogno, non per scelta.
Cerca fusione, non incontro.
E nel momento in cui la donna — come ogni essere umano — si mostra imperfetta, autonoma, diversa, si sente tradito.
In lui, l’amore si trasforma in rabbia, in accusa, in fuga.
Perché non ama una persona, ma un’immagine.
E quando l’immagine cade, si sente di nuovo bambino: solo, rifiutato, impotente.
La donna come specchio della ferita
Molte donne, di fronte a questi uomini, entrano senza volerlo in un ruolo materno.
Accudiscono, giustificano, proteggono.
Scambiano la fragilità per profondità.
Ma poi si ritrovano esauste, vuote, incapaci di ricevere amore, perché l’altro non le vede davvero: vede solo se stesso riflesso.
Una donna non può amare un uomo che vuole essere amato come un bambino.
Non perché manchi di tenerezza, ma perché l’amore adulto richiede reciprocità, non dipendenza.
Richiede due libertà che si incontrano, non un bisogno che si aggrappa.
L’amore come crescita o catastrofe
Quando l’amore è vissuto come bisogno, è destinato alla catastrofe.
Non perché sia falso, ma perché è immaturo.
È un amore che implode sotto il peso delle sue aspettative:
“Salvami.”
“Non lasciarmi.”
“Amami come non mi hanno amato.”
Ma nessuna donna, nessun partner, può salvare qualcuno dalla sua infanzia.
L’amore non guarisce ciò che non è stato ancora riconosciuto.
Serve prima il lutto, poi la nascita.
Serve la capacità di dire: “Io non ho avuto ciò che desideravo, ma ora sono io a prendermi cura di me.”
Solo allora può iniziare un amore adulto.
Non più catena, ma incontro.
Non più bisogno, ma presenza.
La terapia come luogo del distacco
In terapia, molti uomini arrivano dopo l’ennesima rottura o l’ennesimo silenzio.
Dicono: “Io le ho dato tutto.”
Ma quel “tutto” è spesso una richiesta mascherata: amami come la madre che non ho avuto.
Il compito del terapeuta, in questi casi, non è riempire quel vuoto, ma aiutarli a riconoscerlo.
Non è sostituirsi alla madre, ma accompagnarli nel difficile lavoro di separazione.
È lì che inizia la possibilità di amare davvero: quando si smette di cercare l’amore che consola e si comincia a desiderare l’amore che incontra.
Dal bisogno alla libertà
Un uomo adulto non ha bisogno di una madre.
Ha bisogno di una donna che possa stare accanto a lui, non sopra di lui.
E per farlo deve riconoscere la sua ferita, non negarla.
Amare da uomo significa sapere che l’altro non è qui per salvarci, ma per camminare con noi.
Significa non chiedere fusione, ma presenza.
Significa non dire “tu mi completi”, ma “accanto a te posso restare intero”.
la nascita del maschile amorevole
L’amore adulto nasce quando il bambino interiore smette di comandare.
Quando la forza non serve più a difendersi, ma a custodire.
Quando la vulnerabilità non fa più paura, ma diventa spazio di incontro.
Solo allora l’uomo può guardare la donna e vederla davvero:
non come madre, non come rifugio, non come specchio,
ma come un altro essere umano, libero, imperfetto, vivo.
E allora l’amore smette di essere catastrofe e diventa rivelazione:
non più il luogo dove cercare la madre perduta,
ma quello dove due adulti si riconoscono —
e si scelgono, non per bisogno, ma per verità.
✒️ Dr. Carlo D’Angelo
Voce delle Soglie – Psicoterapia, amore e verità dell’umano