22/10/2025
Litigi frequenti nella coppia: sono davvero il segnale che qualcosa non va? Analisi psicologica e sociologica del conflitto come strumento evolutivo o distruttivo
In ogni relazione di coppia, il conflitto è inevitabile. Ma quando i litigi diventano frequenti, ripetitivi e logoranti, è lecito chiedersi: sono davvero il segnale che qualcosa non va o sono un’occasione per crescere insieme?
Il conflitto: nemico o alleato?
Dal punto di vista psicologico, il conflitto è un segnale. Non necessariamente negativo. Può indicare che due individualità stanno cercando di trovare un equilibrio tra bisogni, desideri e visioni del mondo differenti.
In questo senso, il litigio può essere un luogo di confronto, un laboratorio relazionale dove si sperimenta la negoziazione, si ridefiniscono i confini e si costruisce intimità.
Ma attenzione: non tutti i conflitti sono uguali. Quando i litigi diventano frequenti, accesi e privi di risoluzione, rischiano di trasformarsi in una spirale distruttiva. In questi casi, più che un confronto, si assiste a una lotta di potere.
I drammi del controllo: Redfield e le dinamiche invisibili
James Redfield, nel suo celebre libro La profezia di Celestino, parla dei “drammi del controllo”: strategie inconsce che mettiamo in atto per ottenere energia e attenzione dall’altro.
C’è chi si impone (l’Intimidatore), chi si lamenta (la Vittima), chi si ritira (il Distaccato), chi manipola (l’Interrogatore).
Questi ruoli, se non riconosciuti, alimentano tensioni e incomprensioni.
In molte coppie, i litigi frequenti sono il sintomo di questi drammi in azione. Non si litiga per il tappo del dentifricio, ma per il bisogno di essere visti, ascoltati, riconosciuti.
E quando questo bisogno resta insoddisfatto, il conflitto si ripete, ciclicamente, come un disco rotto che può togliere punteggi di serenità.
La compressione sociale e la fragilità delle relazioni
Viviamo in tempi di compressione sociale: ritmi frenetici, precarietà economica, sovraccarico informativo, isolamento emotivo. Tutto questo si riflette nella vita di coppia.
Le relazioni diventano contenitori di aspettative enormi: amore, sicurezza, crescita personale, complicità, passione, stabilità.
Ma è realistico aspettarsi tutto da una sola persona?
In questo contesto, anche le coppie più affiatate possono vacillare. Quelle meno assortite, invece, rischiano di esplodere o implodere.
Eppure, non esiste la coppia perfetta. Esistono persone disposte a lavorare insieme, a mettersi in discussione, a imparare a comunicare.
Quando il litigio è costruttivo (e quando no)
Un litigio può essere costruttivo se:
- porta a una maggiore comprensione reciproca;
- si conclude con un accordo o una nuova consapevolezza;
- non lascia strascichi emotivi prolungati;
- non coinvolge umiliazioni, minacce o violenza.
Diventa distruttivo quando:
- si ripete sempre sugli stessi temi;
- genera rancore, distanza, sfiducia;
- uno dei due (o entrambi) si sente costantemente svalutato;
- si litiga per “vincere”, non per capirsi.
Esempi pratici
- Marco e Giulia litigano ogni volta che devono decidere dove passare le vacanze. Lei vuole la famiglia, lui la libertà. Dopo anni di discussioni, hanno imparato a pianificare insieme, alternando le esigenze.
- Luca e Serena discutono ogni settimana per la gestione della casa. Nessuno dei due si sente ascoltato. Dopo una terapia di coppia, hanno capito che dietro le lamentele c’era un bisogno di riconoscimento reciproco.
Domande per riflettere
- I nostri litigi portano a una maggiore comprensione o solo a più distanza?
- Riesco a esprimere i miei bisogni senza accusare l’altro?
- Dopo un litigio, ci sentiamo più vicini o più soli?
- Stiamo recitando sempre gli stessi ruoli (vittima, accusatore, silenzioso)?
- Abbiamo mai chiesto aiuto esterno per migliorare la comunicazione?
Restare o lasciarsi?
Le coppie ben assortite trovano più facilmente un linguaggio comune. Ma anche le relazioni più complesse possono osare di restare insieme, ma solo se c’è amore, volontà e margine di cambiamento.
Tuttavia, se dopo aver provato tutto il possibile si ricade sempre negli stessi schemi, forse è il momento di fermarsi e riflettere.
Chiudere una relazione non è un fallimento, ma può essere un atto di cura reciproca.
Continuare a ignorare il problema, invece, è come fare come gli struzzi: si mette la testa sotto terra, ma il pericolo resta lì.
Conclusioni
Il conflitto non è il problema. Il problema è come lo si affronta. Litigare può essere un’occasione per crescere, ma solo se c’è ascolto, rispetto e desiderio di evolvere insieme. Altrimenti, è solo rumore che copre il silenzio di ciò che non si riesce a dire.