Studio Ākāśa Yoga

Studio Ākāśa Yoga Hatha Yoga - Yoga Nidra e Meditazione - Yoga in Gravidanza e accompagnamento alla nascita - Yoga Post parto - Yoga bimbi - Yoga d'argento

25/10/2025

Lo Yoga non è per tutti.
Ma chiunque può vivere lo Yoga.

Condivido una splendida meditazione di una Donna straordinaria che nella sua vita è accompagnata dalla Fibrosi Cistica e che ho l'immenso privilegio di chiamare Amica. Una malattia che per lei si trasforma in occasione di ascolto profondo, padronanza e accettazione di ogni sensazione, di ogni limite, di ogni respiro.

"Stamane ho fatto diversi test di funzionalità respiratoria per valutare la forza muscolare dei miei polmoni.. eccoli quei muscoli invisibili, interni ed interiori che permettono di vivere.. non ce ne rendiamo conto, ma anche qui ci sta allenamento, costante, dove tutta l'energia muscolare e la forza si concentra su due ramificazioni di uno stesso albero.. dove il movimento di inspirazione e riempimento è legato indissolubilmente a quello di espirazione e svuotamento.
I test hanno attestato che nel giro di due anni è peggiorata la mia forza muscolare di inspirazione ma migliorata quella di espirazione che ogni giorno alleno fortemente attraverso la fisioterapia respiratoria..
È magnifica la forza di un respiro.. di un solo respiro.. che può fare la differenza..

La potenza generativa è tutta in un battito, in un respiro."

La disciplina dell'aria,
del tuo essere mantice umano
maestro della forma
che si riempie
e poi si svuota.
Calmo.

Grazie Vita ❤️

🍁 L’Autunno è un dono di Tenerezza 🍁Si aprono oggi i Laboratori del gruppo 18-36 mesi ✨ La Natura autunnale e il bosco c...
22/10/2025

🍁 L’Autunno è un dono di Tenerezza 🍁

Si aprono oggi i Laboratori del gruppo 18-36 mesi ✨

La Natura autunnale e il bosco ci hanno donato le radici di questo percorso di gioco insieme: rami, cortecce, pigne, foglie colorate, melograni maturi, arance profumate, zucche, castagne, noci, mu**hi e licheni, bucce di pannocchie e molto altro 🍁

Tante possibilità di esplorazione ed espressione, travasi, manipolazione, percorsi sensoriali che hanno stimolato la curiosità e i talenti dei piccoli.

E ancora il meraviglioso tema delle tane e dei giacigli degli animali, chi sono gli abitanti del bosco, quali sono le loro particolarità e dove dormono durante il lungo inverno?

Grazie ai bimbi e alle famiglie come sempre per la fiducia e la tenerezza ❤️

18/10/2025

LA PLASTICITÀ DEL CERVELLO

Molte persone, di fronte alla possibilità di cambiare, si rifugiano dietro la frase “sono fatto così”, come se la personalità fosse una struttura immutabile. Ma la psicologia contemporanea ci dice il contrario. Una revisione sistematica ha analizzato decine di studi longitudinali e interventi terapeutici, dimostrando che i tratti della personalità possono cambiare in modo significativo e duraturo. Interventi mirati, come la terapia cognitivo-comportamentale, la mindfulness o l’allenamento alla regolazione emotiva, sono in grado di modificare aspetti profondi della personalità, come la coscienziosità o la stabilità emotiva.

Questo cambiamento è reso possibile dalla neuroplasticità, ovvero la capacità del cervello di creare nuove connessioni neuronali in risposta all’esperienza. Le emozioni vissute durante esperienze significative, soprattutto se reinterpretate attraverso il reappraisal cognitivo, attivano circuiti dopaminergici che favoriscono l’apprendimento e il cambiamento.

In altre parole, non siamo condannati a ripetere gli stessi schemi: il cervello è programmato per evolversi, e la personalità può riflettere chi scegliamo di essere oggi, non solo ciò che abbiamo vissuto ieri. Abbandonare il “sono fatto così” significa aprirsi alla possibilità di una vita più consapevole, flessibile e autentica.

Segui Psyched se sei appassionato di scienza e divulgazione.

Fonte: “A systematic review of personality trait change through intervention”, B.W. Roberts et al., Psychological Bulletin, 2017
Credit foto: primozong, vecteezy

❤️
18/10/2025

❤️

RIFLESSIONI SUL RISCHIO DI ADULTIZZARE CIÒ CHE E’ DELLE BAMBINE E DEI BAMBINI 🍭

Negli ultimi anni abbiamo parlato tantissimo di loose parts.

Evviva!

In un tempo dove anche il gioco delle bambine e dei bambini è stato sempre di più strutturato in favore di aspettative e obbiettivi (spesso adulti) per me le loose parts erano un nuovo respiro!

Eppure, qualcosa in questo tempo ci è sfuggito.
Qualcosa, nel processo, si è rotto.
O forse si è semplicemente irrigidito.

Abbiamo letto articoli, seguito webinar, acquistato libri.
Abbiamo raccolto, selezionato, catalogato, immagazzinato, esposto, costruito carrelli, scatole, organizzato materiali per colore, grandezza, funzione.

Abbiamo reso sempre di più il materiale a bassa strutturazione protagonista dei nostri setting educativi.

Cosa ne penso a proposito dei setting potete leggerlo qui ▶️ https://www.facebook.com/share/1Ag4uRkKwZ/?mibextid=wwXIfr

Sempre di più, ci capita di vedere le loose parts in proposte strutturate, in setting minuziosamente allestiti dagli adulti.
Le etichettiamo, le suddividiamo, le accompagniamo con indicazioni d’uso più o meno implicite.
Abbiamo trasformato un linguaggio libero in un esercizio guidato.

Abbiamo preso una “scoperta” e l’abbiamo fatta diventare un’attività.

In molti casi, le loose parts non sono più in dialogo con i bambini e le bambine.
Parlano agli adulti.
Parlano ai social.
A un’estetica curata, coerente, pulita, perfetta.

Parlano a Instagram.

Troppo spesso allestiamo con lo sguardo rivolto allo scatto finale.
Creiamo angoli “belli da vedere” più che “vivi da abitare”.
Preoccupati che la luce sia giusta, che i materiali siano “in palette”, che la disposizione sia armoniosa.

E questo può anche andare bene in un certo senso perché potrebbe essere un modo per riavvicinare l’adulto al gioco, ma la linea fra il giocare e l’appropriarsi del gioco è veramente sottile.

Le loose parts non sono un set fotografico!
Sono materiali vivi, che si sporcano, che si rompono, che si perdono.
E il gioco vero non è mai simmetrico. È confuso, è in divenire. È fatto di caos.

Abbiamo sacrificato l’autenticità del gioco spontaneo sull’altare dell’estetica digitale.
E ogni volta che allestiamo per lo sguardo degli adulti, sottraiamo qualcosa allo sguardo dei bambini e delle bambine.

Si. L’occhio, anche quello delle bambine e dei bambini, e l’estetica hanno bisogno della loro parte. Ma forse sono stati un po’ persi di vista gli obbiettivi profondi e reali. Ed è stato superato un po’ il limite.

In tutto questo, a mio parere, c’è un’altra grave questione su cui riflettere.
Abbiamo rubato nuovamente tempo.
Tempo prezioso. Tempo sacro. Tempo lento. Tempo libero.

Il tempo del gioco spontaneo e autodiretto.

Quel tempo in cui il bambino e la bambina esplorano senza aspettative, senza obiettivi, senza adulti che “osservano solo ed esclusivamente per documentare”.
L’osservazione fa parte del ruolo fondamentale dell’adulto, ma il perché è il
come, a mio avviso, si sono un po’ persi di vista.

Quel tempo in cui si può dire “no” a una proposta, usando le loose parts in risposta ai propri bisogni e portando avanti i propri interessi costruendo i propri apprendimenti.

Il tempo per non farci niente.

Le loose parts erano un po’ arrivate come una rivoluzione silenziosa,
un invito a rallentare, a lasciare che il gioco tornasse ad essere dei bambini e delle bambine.
Non il nostro, ma il loro.
Non il gioco pensato, ma quello vissuto.
Non il gioco “utile”, ma quello necessario!

Con le loose parts i bambini e le bambine si erano riappropriati del tempo,
di quella dimensione sospesa in cui il pensiero creativo, l’immaginazione, la cooperazione,
potevano fiorire senza essere incanalati o valutati.

E invece, oggi, stiamo rischiando di fare l’ennesimo giro su noi stessi:
abbiamo preso uno strumento nato per liberare e lo abbiamo, di nuovo, reso produttivo, efficiente, instagrammabile.

Abbiamo perso di vista quale dovrebbe essere il ruolo fondamentale del bambino e della bambina e il ruolo fondamentale dell’adulto, che sappiamo bene essere indispensabile ma “in che termini”?

Come ci ricordano le ricerche di Peter Gray il gioco autodiretto è fondamentale per lo sviluppo dell’autonomia, della creatività e dell’autoregolazione.
Ogni volta che lo imbrigliamo, lo interrompiamo, lo incanaliamo, non stiamo proponendo un’alternativa: stiamo togliendo un diritto.

Un diritto antico, profondo, necessario:
il diritto al gioco vero.
Quello che nasce da dentro, che parte da sé, che non ha bisogno di nessuna cornice.

Abbiamo dimenticato che loose parts non sono per noi! O meglio sono anche per noi… ma sono soprattutto delle bambine e di bambini, per le bambine e per i bambini.

Non sono nate per decorare gli ambienti.
Non servono per raggiungere traguardi educativi predefiniti.
Non hanno bisogno di essere “presentate”.

Le loose parts vivono nel mondo reale, nei cortili, nei boschi, nelle tasche dei bambini e delle bambine, nelle case, ovunque!
Sono pezzi di mondo che attendono mani curiose, occhi attenti, corpi in movimento.
Non chiedono altro che essere esplorate e usate!

E per farlo, non hanno bisogno di noi, se non per garantire uno spazio sicuro, del tempo disteso, e uno sguardo che osserva senza dirigere.

La libertà di esplorare senza aspettative è già, di per sé, apprendimento profondo.
Non dobbiamo forzare i significati. Basta lasciare spazio. E fidarci.

Torniamo a fidarci delle bambine e dei bambini.
Torniamo a lasciarli liberi di scegliere, inventare, ignorare.
Torniamo a guardare le loose parts con occhi nuovi, o forse antichi, quelli che sanno che la scoperta autentica non ha bisogno di un piano educativo strutturato.
Ha solo bisogno di presenza. E di rispetto.

Lasciamo che siano le bambine e i bambini a mostrarci cosa possono diventare quelle parti sciolte.

Perché quando le loose parts tornano ad essere davvero loose,
quando sono libere di essere niente e tutto allora diventano di nuovo un diritto dell’infanzia.
Non un’idea di gioco degli adulti.

Ecco cosa sono e soprattutto cosa dovrebbero tornare ad essere le loose parts:
una restituzione simbolica e concreta di quel gioco perduto.

17/10/2025

✨ Yoga in Gravidanza e Accompagnamento alla Nascita ✨

Attraverso il travaglio e il parto, addentrarsi in profondità del sentire corporeo, conoscere la neurocezione, la teoria polivagale, i sistemi coinvolti nella gestione del dolore e delle emozioni intense diventa uno strumento importante che nel tempo interiorizziamo profondamente.

Come possiamo navigare in questo oceano costruendo una consapevolezza e una presenza sempre più radicate? Come possiamo vivere il corpo e i suoi movimenti favorendo una pienezza dell'esperienza? Come possiamo respirare per rimanere presenti e partecipi, come possiamo osservare ciò che ci accade senza esserne travolte?
Come possiamo vivere un'esperienza di parto positiva e partecipata?

Oggi il mio cuore canta il tuo cuore
Canta in silenzio un canto interiore
Canta la vita e canta l’attesa
La meraviglia e la sorpresa
Battito ascolto, battito voce
Cuore raccolto, cuore veloce
Cuore risponde a cuore che chiama
Cuore si fonde, battito ama.

Canto del primo battito

✨Piccole luci,bimbi nostri,parlateci di voi,diteci chi siete!Ditecelo nel sussurrio del vento,nel canto del merlo prima ...
15/10/2025



Piccole luci,
bimbi nostri,
parlateci di voi,
diteci chi siete!

Ditecelo nel sussurrio del vento,
nel canto del merlo prima dell’alba,
nel crepitio del fuoco,
nello scrosciare della pioggia.

Mostrateci, bimbi,
la vostra purezza
nella bellezza del creato,
rivelatevi nel bagliore delle stelle,
nelle chiazze languide del tramonto, nelle fiammelle tremule delle candele ,nel riflesso del cielo nel fiume.

Avvolgeteci in abbracci di consolazione nel tepore della sabbia, nell’erba fresca e morbida, nella corrente del mare,
nella neve candida.

Nutriteci e dissetateci della vostra essenza,
nell’acqua di una fonte montana
bevuta dalle mani a conca,
nel vino allegro di una domenica di sole in campagna,
nella dolcezza di uno spicchio di arancia, nel tepore fragrante del pane appena sfornato.

Che i nostri sensi non scordino mai la vostra presenza,
voi che solo per poco siete passati nella carne e nel sangue,
ma che per sempre,
vivrete dentro di noi.

Siate lampade ai nostri passi,
piccole luci.



Giornata Mondiale della Consapevolezza sulla Perdita perinatale e infantile

07/10/2025

EDUCAZIONE SESSUALE E CONSENSO NELLA PRIMA INFANZIA

I commenti al post di ieri, i messaggi che ho ricevuto e i primi risultati del test di oggi sull’educazione sessuale nella primissima infanzia (puoi farlo qui ▶️ https://forms.gle/Btf58VThotjyQm696) hanno dimostrato quanto sia sempre più necessario, ancora più necessario parlarne.

Soprattutto di consenso.

Parlare di educazione sessuale nella prima infanzia disturba.

C’è ancora molta confusione attorno a questo tema, spesso legata all’idea sbagliata che “educazione sessuale” significhi parlare di sesso in modo inappropriato con bambini e bambine troppo piccoli.

In realtà, educare alla sessualità nella prima infanzia significa costruire fin da subito un terreno sicuro in cui ogni bambina e ogni bambino impari a riconoscere il proprio corpo, le emozioni, i confini, e il diritto a essere ascoltato e rispettato.

In questo contesto, il consenso quindi è una competenza fondamentale che si costruisce giorno dopo giorno, sin dai primi giorni di vita.

L’educazione sessuale per i più piccoli e le più piccole è prima di tutto educazione affettiva e relazionale. Significa accompagnare a riconoscere e nominare le emozioni, costruire un senso positivo del proprio corpo, imparare a dire “no” e a rispettare il “no” degli altri, riconoscere situazioni che fanno stare bene e quelle che fanno sentire a disagio.

Non si tratta di informare sulla sessualità adulta, ma di formare alla conoscenza e al rispetto di sé, degli altri, e dei confini personali.

E’ importante inziare fin dal primo giorno perché i bambini e le bambine sono persone a tutti gli effetti fin dalla nascita.

Le neuroscienze oggi ci confermano quanto i primi anni di vita siano fondamentali per lo sviluppo del cervello: le esperienze precoci, soprattutto quelle relazionali e corporee, plasmano il modo in cui i bambini e le bambine imparano a percepire sé stessi e gli altri. Il rispetto dei confini, l’ascolto, la comunicazione affettiva e corporea non sono “accessori educativi”, ma veri e propri stimoli strutturanti che influenzano le connessioni neuronali, la regolazione emotiva e la costruzione dell’identità. Parlare di consenso fin dai primi giorni significa anche favorire uno sviluppo neuro-emotivo sano, equilibrato e sicuro.

Educare al consenso e alla sessualità in modo sano e adeguato all’età significa proteggerli, rafforzare la loro autostima e dar loro strumenti per comunicare, chiedere aiuto, difendersi.

Pensiamo a quante volte forziamo gesti affettuosi “per educazione”: un bacio alla zia, un abbraccio al compagno. Ma se un bambino o una bambina si tira indietro, si gira dall’altra parte, si irrigidisce, sta comunicando qualcosa.

Educare al consenso significa ascoltarlo, non sminuire quelle reazioni, non dirgli “su, non fare il timido”, ma insegnargli che può scegliere cosa fare con il proprio corpo.

Durante il test proposto oggi, è emersa una difficoltà significativa su due affermazioni in particolare. La più fraintesa è stata:

“Le bambine e i bambini nella prima infanzia non provano mai imbarazzo rispetto al proprio corpo o alla nudità.”

Molti l’hanno considerata vera, ma è falsa.

Anche i bambini e le bambine molto piccoli possono provare imbarazzo, disagio o pudore. Questi segnali non vanno ignorati né considerati “strani” o “preoccupanti”. Al contrario: sono passaggi fondamentali dello sviluppo del senso di sé e della propria identità corporea.

Alcuni bambini e bambine iniziano a mostrare pudore già verso i 2-3 anni, spesso anche prima. Si coprono, vogliono chiudere la porta, chiedono privacy. Questo va accolto con rispetto, senza ironia, perché è proprio lì che si costruisce la base del consenso.

Non sono paranoie dell’adulto, come qualcuno le definisce, sono stati d’animo, emozioni, sensazioni che vanno osservate, ascoltate e accolte.

“Ma se non parlano, come possono darci il consenso?”

Un’altra convinzione diffusa è che il consenso valga solo per chi sa parlare.

“È un neonato, non capisce”,
“Ha un anno, cosa vuoi che ne sappia?”,
“Chiedere il permesso a un bebè? Ma dai…”

In realtà, anche un neonato può comunicarci il suo consenso o il suo rifiuto con il corpo, con lo sguardo, con la tensione, con il pianto o la tranquillità, con piccoli segnali che ci dicono molto se li sappiamo ascoltare.

Chiedere il consenso a un bebè significa:
-Parlare mentre ci prendiamo cura di lui e di lei: “Adesso ti cambio il pannolino”, “Ti sollevo”, “Sto per lavarti”.
-Osservare le sue reazioni: si irrigidisce? Si tranquillizza? Si gira?
-Rispettare i segnali di disagio: rallentare, spiegare, rassicurare.

Anche se non c’è risposta verbale, iniziamo a costruire una relazione basata sul rispetto, che rafforza la fiducia, la sicurezza emotiva e la consapevolezza corporea.

Il consenso si insegna ogni giorno, in piccoli gesti

Non serve una lezione frontale per parlare di consenso: lo insegniamo con il nostro esempio, con il modo in cui tocchiamo, ascoltiamo, parliamo, accogliamo le emozioni.

Ecco alcuni esempi concreti:
♥️Chiedere permesso prima di entrare nel bagno, anche a casa o al nido;
♥️Accettare un “no”, anche quando ci sembra esagerato;
♥️Usare i nomi reali del corpo, senza vergogna né diminutivi confusi;
♥️Chiedere sempre il permesso prima di toccare il corpo, spogliare, lavare, cambiare.
♥️Rispettare i tempi di ogni bambina e bambino: non tutti sono pronti allo stesso modo.

Parlare di consenso e di educazione sessuale nella prima infanzia non è una forzatura, né qualcosa di “troppo” per loro.
È, al contrario, un atto profondo di cura, protezione e rispetto.

Educare fin da piccoli E da piccole al rispetto, ai confini e alla comunicazione corporea è il primo passo per prevenire abusi, rafforzare l’autonomia, e crescere persone più libere, consapevoli e capaci di stare in relazione con gli altri in modo sano.

Ne parleremo il 23 ottobre in un incontro formativo e dialogato con la Dott.ssa Stefania Rocchi, psicologa e consulente sessuale e Stefania Cappa, esperta in educazione sessuale .

Info e iscrizioni nei commenti.

Ilenia 🍭

✨ Menopausa - Il Codice dell'Età d'Oro ✨🗓 Incontro gratuito | 15 Novembre 2025🕘 Dalle 9.00 alle 13.00📍 Studio Akasa Yoga...
06/10/2025

✨ Menopausa - Il Codice dell'Età d'Oro ✨

🗓 Incontro gratuito | 15 Novembre 2025

🕘 Dalle 9.00 alle 13.00

📍 Studio Akasa Yoga - Centro Medico San Michele
Via Roma 93/c, Quarto D'Altino (VE)

Un evento dedicato a tutte le donne che vogliono vivere la menopausa come una nuova fase di forza, consapevolezza e benessere. ✨

Un’occasione preziosa per ricevere strumenti concreti e naturali per affrontare con serenità questa fase della vita. ✨

La menopausa è un momento delicato per ogni donna. Le medicine complementari possono essere un supporto validissimo per superare con agilità questo momento di passaggio e per prevenire e/o gestire i tanti sintomi che spesso la accompagnano.

Con l’arrivo della menopausa, la riduzione degli estrogeni può portare al rischio di aumento di peso, osteoporosi, infiammazione cronica, sindrome metabolica. Un’ alimentazione adeguata può fare la differenza perché aiuta a regolare il metabolismo e il peso, a supportare ossa, muscoli e cuore, ridurre il rischio di diabete e ipertensione e ad un migliore benessere psicologico. L’alimentazione antinfiammatoria in menopausa è uno dei pilastri per puntare ad un un invecchiamento in buona salute mirando ad uno stile di vita anti-aging.

Oltre a questi temi In questo incontro affronteremo pratiche di riequilibrio e regolazione che rappresentano un valido aiuto per contrastare lo stress ossidativo e la disregolazione del sistema nervoso autonomo, il grado di infiammazione e di deperimento osteoarticolare, migliorando la mobilità, la vitalità, il rilassamento psicocorporeo, la qualità del sonno e della respirazione.

📌 Posti limitati – Prenotazione obbligatoria!

👉 Iscriviti compilando il form al link: https://docs.google.com/forms/d/181aqaxuQnCvU7EQ49vhLm92u9y-oGsRnOnuuVie4_XI/edit

Indirizzo

Quarto D'Altino

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Ākāśa Yoga

Mi chiamo Martina, sono un’indologa, insegnante di Hatha Yoga e filosofie orientali, amante della ricerca e della meraviglia. Ākāśa Yoga nasce con lo scopo di creare uno Spazio di ascolto e scoperta di sé, uno Spazio di relazione e gentilezza dove poter vivere e sperimentare se stessi attraverso il respiro, il movimento e la ripresa del naturale ritmo interiore.

Ākāśa (आकाश) è un termine sanscrito che viene tradotto come Spazio o Etere, quell’elemento

naturale che insieme alle altre quattro qualità essenziali (Terra, Acqua,Fuoco e Aria) forma

tutto ciò che siamo e tutto ciò che ci circonda, il Macrocosmo (Universo) e il Microcosmo