21/03/2023
A cosa serve l’EcocolorDoppler TSA ?
L’EcocolorDoppler dei tronchi sovraortici consente al medico di monitorare la circolazione arteriosa che attraverso le carotidi e le arterie vertebrali si dirige verso il cervello.
Con questa procedura è possibile studiare la morfologia dei vasi (pervietà e calibro), riconoscere le lesioni aterosclerotiche (placche), il conseguente grado di stenosi (restringimento).
L’esame permette di rilevare anche le lesioni più piccole delle pareti dei vasi e di valutarne con precisione l’entità.
L’ecocolordoppler TSA viene richiesto dagli specialisti per l’inquadramento di un paziente a seguito di ictus o TIA (attacco ischemico transitorio), e per la diagnosi di aneurisma.
Viene utilizzato anche per il controllo di pazienti con fattori di rishio cardiovascolare (ipertensione arteriosa, diabete, ipercolesterolemia, fumo, ecc.).
Come si svolge l’esame
EcocolorDoppler dei tronchi sovraortici si esegue come una classica ecografia: il paziente si sdraia su un lettino e il radiologo, dopo aver applicato uno strato di gel sul tratto di cute interessato, posiziona sul suo collo la sonda ecografica collegata ad un monitor su cui vengono visualizzate le immagini.
L’esame ha una durata di circa 20 minuti e non comporta alcun disturbo per il paziente.
Chi deve sottoporsi all’EcocolorDoppler dei tronchi sovraortici ?
L’EcocolorDoppler TSA andrebbe eseguito, con finalità di prevenzione, intorno ai 55-60 anni di età e anticipato ai 50 anni nei casi in cui siano presenti condizioni come l’ipertensione, il diabete, uno stile di vita sedentario o un aumento del livello di colesterolo nel sangue evidenziato nell’ultimo anno.
Eseguire preventivamente questo esame può consentire al medico di valutare il rischio di insorgenza di una malattia cerebrovascolare anche in assenza di restringimenti vasali, grazie al solo studio della parete interna dei vasi stessi, la cui alterazione di spessore rappresenta, di per sé, un fattore di rischio cardiovascolare.
L’EcocolorDoppler dei tronchi sovraortici ha la capacità di mettere in risalto anche eventuali alterazioni nel calibro e nello stato di pervietà dei vasi stessi: in particolare permette di individuare possibili condizioni di ostruzione di natura stenotica, che nella maggior parte delle persone non provocano alcuna sintomatologia ma che possono causare, all’improvviso, attacchi ischemici transitori (TIA) o ictus.