05/10/2025
Più vitae che curriculum
𝙉𝙤𝙢𝙚
Mi chiamo:
“Miriasenzalaemmefinale”.
Diciannove lettere,
nessuna in più, nessuna in meno.
Non è una svista,
è una decisione paterna:
la semplicità sopra ogni cosa.
Io dico Miria,
mi rispondono Miriam.
Eppure non mi sveglio a mezzanotte.
𝘾𝙤𝙜𝙣𝙤𝙢𝙚
Il cognome: Maggetti.
Due g, due t.
All’estero diventa Maghetti.
Al ristorante: Maggini, Maggi, Maggiori.
Lo pronunciano come vogliono,
io lo porto come posso.
𝙍𝙚𝙨𝙞𝙙𝙚𝙣𝙯𝙖
La mia residenza è l’ottava tappa
dopo sette traslochi.
L’ultima ha le mura che raccontano vite precedenti.
È nel centro storico di un paese
dove nacquero Leopardi e Gigli.
Nei vicoli stretti,
le loro presenze respirano ancora.
𝘿𝙤𝙢𝙞𝙘𝙞𝙡𝙞𝙤
Dove studio e lavoro.
Ti aprono la porta le farfalle,
in un ambiente con le pareti rosa.
Vetrate spalancate sul mare,
a volte persino sulla Croazia.
Qui regnano due sovrani:
il campanello
e il telefono.
𝙉𝙖𝙨𝙘𝙞𝙩𝙖
Sono nata il giorno della Liberazione.
Una festa per la nazione,
per mia madre,
per il mio ginecologo.
È anche il giorno delle prime scampagnate,
del primo bagno al mare.
Toro di segno,
ascendente perduto
tra gli equivoci materni.
𝘼𝙨𝙥𝙞𝙧𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙞
Da bambina volevo salvare animali
e diventare ambidestra,
scrivere con entrambe le mani:
una perfezione possibile.
Da adolescente sognavo passerelle,
la musica, Moments in Love
a scandire i miei passi.
Viaggiare con il corpo e con la mente,
aprire porte a mondi inesplorati,
e saltare leggera
sulle nuvole di Heidi.
Poi, come gli astri che si allineano,
ho cercato la mia indipendenza,
con la stessa furia di Brad Pitt
in Vento di passioni.
Ora:
qui e ora.
𝙁𝙤𝙧𝙢𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚
Dalle donne di casa: un goccio di vino fa sangue, la malattia si vince a colpi di tagliatella,
alla tristezza si risponde con una barzelletta
e con la pizza di formaggio, ed
“una bocca muta ne secca cento”.
Da mio padre: con l’autodifesa puoi zittire l’attacco.
Dalle mie amiche: che la borsa si può portare come una baguette,
che in città si gira con i tacchi nello zaino,
e che ridere ha più effetto del botulino.
Dalla mamma con figli fragili:
il divertimento è personale e la forza interiore è potere.
Dal messicano del sombrero Estathé:
se vuoi arrivare all’obiettivo, mira il dito.
Dal buddismo:
si può vivere anche senza essere giudicati.
Dai miei piccoli pazienti: il sorriso nasce
se prima c’è il piacere
e solo dopo il dovere.