01/11/2025
"Di fronte a questo, la posizione di "far vergogna" non consiste nel fissare il soggetto ma nel dissociarlo dal suo legame con il significante-padrone. Lì dove il padrone mostra, e mostra con impudenza, l'oscenità, lo psicoanalista, al contrario, rimette il velo e evoca questo demone sotto la forma della vergogna."
Il "far vergogna" differentemente dall'"avere vergogna" punta a sottolineare un volto che è esattamente quello del padrone che ingiunge - in cambio di moneta sonante - di divenire oggetto dello sguardo dell'Altro sotto lo stesso ombrello: l'intimità s-ver-gogna-ta. Nel farsi sguardo del suddetto si giunge a godere d'un potenziale vergognabile per atterrare in un, sempre potenziale, ingovergnabile.
Dr. Pietro Grossi
Cit: E. Laurent, La vergogna e l'odio di sé.
Opera: P. Klee, La magia dei pesci, 1925.