Studio Oculistico Romeo Dr. Umberto

Studio Oculistico Romeo Dr. Umberto Il dottor Umberto Romeo è medico chirurgo specialista in oculistica. Il dottore riceve presso il proprio studio a Reggio Calabria, in via Santa Caterina 122.

Il dottore effettua visite di controllo e cure per i difetti e le patologie della vista. Grazie alla competenza acquisita svolge esame dell'OCT, topografia corneale, esame completo del campo visivo e florangiografia retinica. Il dottore garantisce massima competenza anche nell’eseguire interventi di chirurgia oculare e trattamenti con laserterapia.

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26/08/2023

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22/04/2023

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24/06/2021

EDEMA MACULARE DIABETICO

Non si tratta di una malattia infettiva, eppure il diabete di tipo 2 è talmente diffuso – e, per di più, la sua diffusione è talmente in crescita – da sembrare una vera epidemia. Legati prevalentemente a uno stile di vista scorretto, i suoi casi vanno ad aggiungersi a quelli di diabete di tipo 1, portando con loro tutti i rischi di una glicemia fuori controllo.
Fra questi sono incluse anche le complicazioni a livello degli occhi. Qui infatti il diabete può causare pericolose alterazioni della circolazione sanguigna.
Sotto attacco una precisa struttura della retina: la macula, la zona più centrale e più sensibile agli stimoli luminosi. Le conseguenze possono essere molto gravi. Retinopatia diabetica e degenerazione maculare senile sono infatti le principali cause di cecità associata a problemi della retina.
Meglio non sottovalutare il problema
L’edema maculare diabetico è una manifestazione abbastanza frequente della retinopatia diabetica. Colpisce soprattutto le persone che soffrono di diabete da lunga data e coloro che hanno uno scarso controllo glicometabolico.
L’iperglicemia infatti, a lungo andare, può alterare i piccoli vasi sanguigni che irrorano la retina, un fenomeno complesso che comporta, per la retina stessa, anche infiammazione e neurodegenerazione.
La retinopatia diabetica è la principale cause di perdita visiva acquisita in età lavorativa nei Paesi industrializzati ed è più frequente nei diabetici di tipo 1. E la sua complicanza più grave è proprio l’edema maculare diabetico.
A causarlo è un accumulo di liquido che si verifica nella macula: questo succede perché i piccoli vasi sanguigni, in presenza di retinopatia diabetica, risultano più permeabili, quindi lasciano passare liquidi.
Non bisogna mai sottovalutare i campanelli d’allarme: si manifesta in genere con sintomi caratteristici, quali una visione offuscata e deformata. Tutto ciò rende difficile compiere qualunque attività quotidiana che richiede la visione distinta, come leggere, scrivere o guidare l’auto.
Che cos'è
L'edema maculare diabetico è un accumulo di liquidi nella macula, la parte centrale della retina, quella più sensibile alla luce e che permette una visione fine dei dettagli. I fluidi che si accumulano fuoriescono dai vasi sanguigni della retina, provocando il rigonfiamento della macula.
Ne esistono due tipi. L'edema focale, localizzato solo in alcuni punti della retina, è associato a problemi a singoli vasi sanguigni. L'edema diffuso è invece caratterizzato da una perdita di fluidi generalizzata da parte di molti dei capillari della retina.
A volte il liquido si insinua tra i diversi strati della macula, allontanandoli tra loro. In queste situazioni si possono formare numerose cisti che portano all'edema maculare “cistoide”.
Cause
L'edema maculare diabetico è una complicanza della retinopatia diabetica. Quest'ultima è a sua volta una complicanza del diabete.
Nel lungo termine livelli anomali di zuccheri nel sangue possono infatti compromettere il buon funzionamento dei vasi sanguigni, portando a carenze di ossigeno che stimolano la produzione di fattori di crescita come il VEGF (fattore di crescita vascolare endoteliale), che stimola la produzione di nuovi vasi e aumenta la permeabilità vascolare.
Non solo, la carenza di ossigeno porta alla riduzione del numero di cellule della parete vasale, che si traduce in una maggiore permeabilità.
Questo fenomeno può verificarsi sia in caso di diabete di tipo 1 che in caso di diabete di tipo 2 ed è la causa più comune di perdita della vista in chi è affetto da queste patologie. La sua comparsa è in genere più precoce in caso di diabete di tipo 2 e l'incidenza aumenta all'aumentare della gravità della retinopatia.
Sintomi comuni
L’edema maculare diabetico si manifesta con sintomi quali: una visione offuscata e deformata e un’alterata percezione dei colori. Tutto ciò rende difficile compiere qualunque attività quotidiana che richiede la visione distinta, come leggere, scrivere o guidare l’auto.
Complicazioni
Se non trattato adeguatamente l'edema maculare diabetico può portare a una grave perdita della vista nella parte centrale del campo visivo che rende difficili attività quotidiane come leggere o distinguere i volti. Nei casi più gravi si può arrivare alla cecità.
Le cure
Spesso il trattamento di prima scelta è la fotocoagulazione con il laser, che però in genere non permette di recuperare la vista già persa. Per questo l'uso del laser viene in genere associato o sostituito dal trattamento farmacologico basato su iniezioni intravitreali di farmaci anti-angiogenici diretti contro il VEGF (i farmaci anti-VEGF: pegaptanib, ranibizumab, aflibercept), che insieme agli impianti intravitreali (che permettono il rilascio prolungato di farmaci steroidi nell'occhio) come l’Ozurdex consentono un recupero della visione e non la sola stabilizzazione.
Tra gli anti-VEGF, aflibercept è quello di più recente immissione in commercio. Oltre a essere un anti-angiogenico ad ampio spettro (blocca e cattura tutte le isoforme del VEGF), è anche in grado di modulare il PIGF, (fattore di crescita placentare) che contribuisce ai meccanismi patologici infiammatori di aumento della permeabilità implicati nella formazione dell’edema maculare.
Dopo la fase di “attacco”, che consiste in cinque iniezioni con cadenza mensile, con aflibercept si riescono a ottenere risultati efficaci con iniezioni somministrate ogni due mesi. E questo è un notevole vantaggio per il paziente. Mentre cortisonici a lento rilascio come Ozurdex ha un effetto antinfiammatorio con una durata dai tre mesi ai sei mesi.
Peraltro, al pari di tutti i farmaci utilizzati per via intravitreale nel trattamento dell’edema maculare diabetico, è in grado di rallentare la progressione delle altre manifestazioni della retinopatia.
Più raro è, invece, il ricorso al trattamento chirurgico, che può essere utile quando l'edema non è associato solo a un problema di circolazione ma anche di trazione meccanica esercitata dal vitreo (la sostanza gelatinosa che riempie la parte posteriore dell'occhio) sulla macula.
Quando consultare il medico
L'arma più efficace contro l'edema maculare è la prevenzione. Per questo chi convive con il diabete oltre a tenere il più possibile sotto controllo la glicemia dovrebbe anche sottoporsi regolarmente a visite oculistiche, ricordando di segnalare a ogni controllo eventuali problemi come visione offuscata, difficoltà alla visione dei dettagli fini, lettura, alterazione della visione dei colori.
In questo modo la retinopatia diabetica e l'edema maculare diabetico possono essere diagnosticati e trattati il prima possibile.

LE INIEZIONI INTRAVITREALI PER MACULOPATIAMolte maculopatie, le malattie che colpiscono la parte centrale della retina, ...
10/06/2021

LE INIEZIONI INTRAVITREALI PER MACULOPATIA
Molte maculopatie, le malattie che colpiscono la parte centrale della retina, possono essere curate mediante iniezioni intravitreali per maculopatia. Queste iniezioni sono delle piccole punture con cui i farmaci, in piccolissime quantità, possono essere somministrati nell’occhio del paziente. Si chiamano intravitreali perché il farmaco viene iniettato direttamente nel corpo vitreo, il gel che riempie l’occhio.

Le iniezioni più utilizzate e conosciute sono quelle di farmaci anti-VEGF. La VEGF è la molecola responsabile della crescita di vasi sanguigni dentro e sotto la retina, che causano la maculopatia e in particolare la degenerazione maculare di tipo umido.

L’Unità Operativa di Oculistia Ospedale di Locri è uno dei centri di riferimento in Calabria specializzati nella cura dell’occhio con autorizzazione sanitaria per trattare le patologie degenerative della retina tramite iniezioni intravitreali per maculopatia, ed utilizza solo farmaci approvati per l’uso specifico. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha infatti recentemente vietato l’uso di farmaci off-label, cioè di farmaci che sono stati creati per un motivo ma vengono usati per un altro scopo.



TERAPIA DELLA DMLE DI TIPO UMIDO
I farmaci anti-VEGF (Lucentis, Eylea, Avastin) bloccano i neovasi che si formano dentro e sotto la retina.
Questi farmaci non sono una cura definitiva: hanno la capacità di bloccare la patologia per un determinato periodo ma non possono interrompere definitivamente la comparsa di questi vasi sanguigni. Per questo motivo, successivamente alla diagnosi di DMLE (o degenerazione maculare senile) di tipo umido, i farmaci anti-VEGF vengono somministrati una volta al mese per tre mesi consecutivi. Alla fine di questo primo ciclo di terapia al paziente verrà richiesto di fare controlli mensili, durante i quali con la misurazione della vista, la visita oculistica e l’esame OCT, il medico oculista valuterà se saranno necessarie o meno nuove punture intraoculari.

Nonostante questi farmaci non curino definitivamente la DMLE di tipo umido, è possibile che il paziente ottenga un notevole miglioramento visivo ed è possibile che mantenga una buona capacità visiva per molto tempo.

In media, nel primo anno di trattamento vengono effettuate 6 o 7 iniezioni intravitreali per maculopatia, e solitamente il numero si riduce progressivamente negli anni seguenti. L’iniezione intravitreale viene eseguita in regime ambulatoriale, in ambiente sterile e dura pochi minuti. E’ praticamente indolore, il paziente infatti avverte solo la sensazione di un piccolo pizzicotto.

08/06/2021

1Come si esegue l’intervento di Cataratta
L’intervento di cataratta consiste nella rimozione della Cataratta e nell’inserimento di una lente artificiale all’interno dell’occhio.

Nell’occhio è presente una lente chiamata Cristallino che permette di mettere a fuoco le immagini, quando questa lente si opacizza si parla di Cataratta.

L’unica cura della Cataratta è l’intervento chirurgico che consiste nell’ estrazione della cataratta e nella sua sostituzione con una lente artificiale di materiale plastico chiamata lente intraoculare o IOL (Intra Ocular Lens).

Ecco le principali fasi dell’intervento:

1. Rimozione della Cataratta
La Cataratta può essere rimossa in diversi modi. Le tecniche più avanzate per la rimozione della Cataratta sono l’intervento Laser e la Facoemulsificazione.

In entrambi i casi si pratica sulla Cornea una piccola microincisione di circa 2 mm e si inietta all’interno dell’occhio una sostanza gelatinosa chiamata viscoelastico che protegge la cornea.

Si apre quindi la capsula dove è contenuta la cataratta e attraverso questa apertura detta capsuloressi la cataratta viene frammentata ed aspirata mediante il Laser ed il Facoemulsificatore.

2. Inserimento della Lente Intraoculare
Rimossa la Cataratta essa viene sostituita da una lente intraoculare. Il l tipo di lente intraoculare che viene impiantata nell’occhio determina il risultato dell’intervento.

Esistono oggi diversi lenti intraoculari, le più innovative o premium permettono di correggere insieme alla Cataratta anche Miopia, Astigmatismo, Presbiopia e Ipermetropia. Inoltre è possibile migliorare la vista di chi soffre di cataratta e Maculopatia.

La lente intraoculare viene inserita all’interno della capsula che conteneva la cataratta

3. Chiusura della Incisione
Dopo aver inserito la lente intraoculare all’interno dell’occhio, si aspira il viscoelastico che era stato inserito all’inizio dell’intervento e si chiude la incisione chirurgica semplicemente idratandola. Non si applicano punti di sutura perché la incisione è talmente piccola da chiudersi da sola. La sede della incisione è di solito laterale ma può anche essere superiore.

L’intervento dura circa 10 minuti.

L’intervento di cataratta eseguito con le tecniche più avanzate permette di poter guidare, lavorare al computer, leggere tutto senza occhiali in appena 24 ore dall’operazione.

2Tecniche Avanzate: Laser e Facoemulsificazione
Intervento Laser Cataratta
Facoemulsificazione della CatarattaIl laser per la rimozione della cataratta si chiama Femto-Laser o Laser a Femtosecondi e viene utilizzato dal 2012.

Permette di rendere l’intervento di cataratta più preciso e sicuro in casi selezionati.

Di seguito un elenco dei principali benefici dell’intervento di Cataratta con il Laser:

Le incisioni eseguite con il Laser sulla cornea sono estremamente precise e permettono di correggere l’astigmatismo presente insieme alla cataratta.
Il Laser aumenta la precisione durante la delicata fase della capsuloressi. In questa fase si apre la capsula che contiene la cataratta e mediante l’apertura si introduce la lente intraoculare. Una capsuloressi ben eseguita permette un intervento più sicuro e l’utilizzo di lenti intraoculari più innovative.
Il Laser permette di frammentare la cataratta utilizzando poca energia ed in questo modo è meno traumatico rispetto alle strutture circostanti dell’occhio. Questo è vero soprattutto per le Cataratte molto mature o negli occhi con altre malattie come la Cornea Guttata.
Il Laser nell’intervento di Cataratta è uno strumento valido, indispensabile in alcuni casi complessi, inutilizzabile in altri casi come quando c’è una scarsa dilatazione della pupilla oppure delle opacità della cornea. Solo l’esperienza di un bravo oculista saprà consigliarvi se l’intervento con il Laser è indicato oppure no nel caso specifico.

La letteratura scientifica conferma che Laser e Facoemulsificazione sono equivalenti. Ecco alcuni articoli scientifici importanti in merito.

Facoemulsificazione
La Facoemulsificazione è la tecnica più utilizzata nel mondo per la rimozione della cataratta.

L’intervento di Cataratta si svolge mediante un sofisticato strumento ad ultrasuoni chiamato Facoemulsificatore che frammenta ed aspira la cataratta.

E’ fondamentale l’utilizzo di un Facoemulsificatore di ultima generazione per l’esecuzione di un buon intervento di cataratta. Gli strumenti più moderni permettono di minimizzare la quantità di energia utilizzata per la rimozione della cataratta. Così già poche ore dopo l’intervento, l’occhio non presenta segni di infiammazione e il paziente vede bene senza alcun fastidio.

I Facoemulsificatori più moderni inoltre permettono di mantenere costante la pressione all’interno dell’occhio durante l’intervento con grande beneficio per i pazienti che soffrono di glaucoma , ciò permette di ridurre molto i rischi durante l’intervento.

Infine ricordiamo come spesso anche durante l’intervento laser cataratta venga utilizzato il facoemulsificatore per la rimozione di alcuni frammenti della cataratta.

L’invenzione di questa tecnica risale ad un chirurgo oculista americano Charles Kelman che pensò di utilizzare gli ultrasuoni per la rimozione della cataratta osservando il suo dentista utilizzare gli ultrasuoni per la rimozione del tartaro gengivale. I suoi studi vennero compiuti presso il prestigioso Wills Eye Hospital di Philadelphia USA dove il Dottor Badalà ha imparato queste e altre tecniche innovative.

3Lenti Intraoculari
Rimossa la cataratta con la Facoemulsificazione o con il Laser viene sempre inserita una lente all’interno dell’occhio. Questa lente chiamata lente intraoculare o IOL (Intra Ocular Lens) viene inserita all’interno della capsula che conteneva la cataratta. La lente intraoculare è fatta di materiale plastico acrilico o di silicone.

14/03/2021
31/01/2021

Traguardi della biotecnologia. L'ultimo successo arriva dal campo oftalmico. E' stato compiuto con successo il primo trapianto di cornea artificiale al mondo che ha permesso ad un uomo...

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