Angelo Toso - Psicologo

Angelo Toso - Psicologo Svolgo consulenza, diagnosi e supporto psicologico a Reggio Emilia e provincia.

01/01/2022

Sulla cancellazione del bonus psicologo.

In questi anni abbiamo avuto a che fare con eventi che hanno compromesso la salute mentale di molti, aldilà dello stress che questa pandemia ha comportato a tutti, mi premeva fare notare due cose.

Durante il lockdown molti bambini neonati hanno perso il contatto con il caregiver nei primi giorni di vita, perché ricoverati in terapia intensiva. Chiunque abbia studiato Spitz e Bowlby sa quanto la perdita di questo tipo di contatto rappresenti la base per lo sviluppo di possibili problemi emotivi nella vita evolutiva.
Idem dicasi i ragazzini che nel passaggio tra le scuole medie e le scuole superiori, non hanno ricevuto una socializzazione in linea con la loro età, relazionandosi non attraverso i corpi, bensì attraverso schermi, in un momento in cui l'esperienza del contatto è essenziale per i compiti di definizione dell'identità, della sessualità e per avere un distacco reale dalla famiglia d'origine.
Siamo di fronte a un enorme breakdown evolutivo, il più grande mai visto dalla seconda guerra mondiale ad oggi. Le istituzioni di neuropsichiatria infantile affrontano il ritorno di forme di depressione infantile che non si vedevano più da trenta anni.

Quando la generazione che ha vissuto i principali passaggi evolutivi con il fantasma del covid si affaccerà all'età adulta, ecco che tutti i sistemi famigliari e di rete che hanno contenuto questo disagio non ci saranno più, allora i servizi di salute mentale saranno invasi e non avranno la forza di rispondere a queste richieste.

Il bonus psicologo era un cucchiaino che non poteva svuotare il mare, ma poteva rappresentare un primo passo nella direzione della cura della salute mentale e del benessere psicologico dei cittadini.

Evidentemente a chi ci governa di tutto questo non frega nulla.
Bene così dunque...

CONSIGLIO INTERDISCIPLINAREDa qualche tempo seguo gli eventi proposti dalla sezione MAP Parma, volti a dar voce alle min...
10/09/2021

CONSIGLIO INTERDISCIPLINARE

Da qualche tempo seguo gli eventi proposti dalla sezione MAP Parma, volti a dar voce alle minorazione e far luce sulla disuguaglianza di genere. Con piacere condivido il loro prossimo evento!
Qualche filosofo analitico che segue la pagina potrebbe essere interessato 😀
Per gli altri: non è mai troppo tardi per avvicinarsi a differenti approcci!

P.S. È gratis!! 😃😃😃

Siamo felici di annunciarvi il primo incontro della nuova edizione di MAP Flash Talk!

📌"RIMEDI ONLINE AL DISCORSO D'ODIO", con Bianca Cepollaro (Università Vita-Salute San Raffaele)

📆 Venerdì 17 settembre alle ore 16:30 su piattaforma Zoom

👉Il Flash Talk ruoterà intorno alla draft dell'articolo "Rimedi online al discorso d'odio" di Bianca Cepollaro. Modera Valentina Petrolini.

👉Per poter partecipare al dibattito, e ricevere l'articolo prima dell'incontro, è obbligatoria la registrazione alla piattaforma Zoom.

📎 Link per registrarsi:

https://us02web.zoom.us/meeting/register/tZwud-mrqz8rHNbBxlTR4jIHHlL22lbdmnQf.

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LE PERSONE ALDILÀ DELLE MASCHEREPersonalità deriva dal latino "persona", la maschera usata dagli attori in teatro. Molto...
29/06/2021

LE PERSONE ALDILÀ DELLE MASCHERE

Personalità deriva dal latino "persona", la maschera usata dagli attori in teatro.
Molto spesso gli attori, o gli artisti in generale, dicono bugie per raccontare una verità e la maschera è un ottimo modo per affrontare una verità senza che ci colpisca in faccia.

In questi mesi di chiusura abbiamo indossato sia una maschera fisica, che una maschera mentale. Se la prima ora possiamo levarla all'aperto, per la seconda facciamo più fatica, perché è più scomoda e più difficile da portare.
Forse per togliere questo genere di maschera abbiamo tutti bisogno di un posto dove possiamo apparire come siamo.
Capire da cosa ci protegge, significa capire cosa ci fa male, trovare le motivazioni di questo dolore. Comprendere perché continua a fare parte della nostra vita ci permette di trovare una maschera migliore, più comoda e funzionale e, a volte, ci permette di essere semplicemente come appariamo.

RESILIENZA?“Mara Selvini Palazzoli, dimostrava bene, d’altra parte, l’importanza decisiva per sé stessa della protezione...
29/04/2021

RESILIENZA?

“Mara Selvini Palazzoli, dimostrava bene, d’altra parte, l’importanza decisiva per sé stessa della protezione che le era stata offerta da una tata capace di darle la sicurezza che una famiglia caotica e distante non le aveva saputo dare e parlava di “resilienza” per indicare quelle situazioni in cui vicende apparentemente molto sfortunate non determinano situazioni sintomatiche nel bambino ne sequele drammatiche nell’adulto, semplicemente perché il bambino può contare su qualcuno che gli permette di crescere in modo sano offrendogli un rapporto tranquillo, solido e senza scosse.”

Luigi Cancrini, La cura delle infanzie infelici.

Uno dei problemi della divulgazione scientifica in Italia, specie nella psicologia, si verifica ogni volta che un concetto raggiunge la dimensione pop, a tal punto da far diventare insignificanti ricerche, vissuti ed esperienze.
“Resilienza” nel corso degli anni è diventata un adesivo da mettere sulla macchina o sul computer, un tatuaggio da mostrare agli amici o un atto di accusa: “non sei stato abbastanza resiliente, ti sei spezzato e non sei stato in grado di riprenderti.”
Atto d’accusa che diventa condanna in una società dove il concetto assume significati lontani dall’origine, che richiamano nuove forme di repressione della sensibilità e della fragilità.
È importante ricordare che accogliere l’altro, significa accogliere le sue battute d’arresto, i suoi traumi e le sue ferite, senza porsi in una posizione di giudizio. Lo spazio del supporto emotivo, se per un verso non è uno spazio “sicuro”, perché espressione delle parti dolorose del nostro essere; allo stesso modo è uno spazio solido, dove poter diventare resilienti assieme.

Immagine: tutti i diritti riservati

CHI HA PAURA DELLE STREGHE?La maggior parte di noi ha le sue storie preferite, che ha letto da solo o che altri gli hann...
16/04/2021

CHI HA PAURA DELLE STREGHE?
La maggior parte di noi ha le sue storie preferite, che ha letto da solo o che altri gli hanno raccontato, così come ognuno di noi trova ancora storie che lo avvincono. I racconti che un tempo ci hanno affascinato esprimono qualcosa su di noi, sui nostri desideri o le nostre nostalgie. Le storie accompagnano le nostre vite e talvolta si ha la sensazione che le storie di alcuni individui siano più reali della cosidetta vita reale. Anche le fiabe sono storie che la maggior parte di noi conosce fin dall'infanzia, sono storie particolari, perchè in esse accadono cose straordinarie [...] tutte soluzioni creative.
Le fiabe vivono in questo luogo intermedio fatto di creatività, di arte, di vita simbolica e pertanto [...] possono rappresentare una riflessione giocosa sulla vita, sui problemi esistenziali e sui processi psichici.

Le Fiabe che curano, Verena Kast

!

Qual' è la vostra fiaba preferita?
Rispondete nei commenti

BISOGNO DI UN GURU? SUPERA LA NECESSITA' DEL MAESTROLa verità non libera le persone. I fatti non mutano gli atteggiament...
02/04/2021

BISOGNO DI UN GURU?
SUPERA LA NECESSITA' DEL MAESTRO

La verità non libera le persone. I fatti non mutano gli atteggiamenti.

"Il monito - Se incontri il Buddha per la strada uccidilo! - insegna a non cercare la realtà in ciò che è esterno da noi. Uccidere il Buddha, significa distruggere la speranza che qualcuno all'infuori di noi possa essere il nostro padrone".

Se incontri il Buddha per la strada uccidilo.
Sheldon B. Kopp.

QUI ED ORA: RINUNCIA ALL' ILLUSIONE DEL CONTROLLOQuesto è il mio zaino da gdr, dentro ci sono le schede per giocare a D&...
26/03/2021

QUI ED ORA: RINUNCIA ALL' ILLUSIONE DEL CONTROLLO

Questo è il mio zaino da gdr, dentro ci sono le schede per giocare a D&d, un blocco per appunti, l'astuccio, i dadi e un mazzo di magic, da circa sei mesi a questa parte è sempre preparato per quando verrà il momento di metterlo in spalla, e so che un giorno lo userò.
Quest'anno è ancora più frustrante e più problematico dell'anno precedente e come più dell'anno precedente ci mette in contatto con la nostra impotenza. Dobbiamo rinunciare all'illusione del controllo per comprendere bene quello che sta accadendo e ricordare che per quanto possiamo sperare nel futuro non bisogna mai perdere di vista il qui e ora. Quello che possiamo fare qui e ora è poco, ma può avere un grande valore. È l'equivalente di costruire le rotaie prima che passi il treno, imparare a saper attendere e tenersi pronti. Io tengo pronto lo zaino.

Ogni tanto è utile puntare i piedi ed esprimere una propria posizione forte. Si chiama etica.
04/12/2020

Ogni tanto è utile puntare i piedi ed esprimere una propria posizione forte. Si chiama etica.

Ciao! Stiamo lentamente per uscire dalla pausa "estiva" che ci eravamo presə, ritorneremo a gennaio con alcune novità 🔜

Nel frattempo pubblichiamo un contributo di Angelo Toso - Psicologo, che ci parla del ruolo di personaggi come Marco Crepaldi nel campo della psicoterapia, e di come quest'ultima venga utilizzata in modo strumentale contro il femminismo.

Marco Crepaldi, tra giudizi e colpe
di Angelo Toso - Psicologo

Due premesse.
1) Chi scrive ha venduto la sua anima alle scienze psicologiche. Chiunque mi conosce sa che Freud, Skinner, Vigotskij, Bowlby e tanti altri autori sono stati i miei punti di riferimento per tanto tempo.
2) Chi scrive fa parte anche di quella parte di maschi bianchi etero che vengono da una posizione di privilegio e che avendo per vie traverse sviluppato una coscienza politica, devono farci i conti, in un modo o nell'altro.
Queste premesse sono utili per spiegare come mai devo addentrarmi in un argomento spinoso e non proprio a me congeniale: i parlare di chi strumentalizza i saperi clinici ed empirici per farne una pappa omogeneizzata, al fine non solo di far passare una posizione ideologica come scienza, ma anche di evitare il confronto con il suo privilegio.
Non voglio dilungarmi nello spiegare che anche il nostro privilegio ha un prezzo, che gli uomini sono minoranza nelle professioni di cura, che l'impronta educativa del maschio è ancora basata su modelli incredibilmente competitivi e sulla colpevolizzazione del fallimento e che questo fallimento viene punito duramente dalla società. È importante, a mio avviso, sottolineare che questo prezzo deriva dal nostro voler a tutti i costi ancora occupare una posizione egemone.
Vorrei però mostrare come il tema del giudizio e della colpevolizzazione siano temi pesanti per chiunque cerchi sistematicamente di eludere il confronto con il femminile e come questi temi vengano usati molto spesso solo per indicare dei nemici.
Nel mondo di Marco Crepaldi i nemici sono tanti, ci sono i genitori colpevoli di pretendere troppo dai figli, c'è la scuola che concorre alla loro alienazione, ci sono gli psicologi incompetenti incapaci di comprendere realmente il fenomeno hikikomori. Ma nel mondo di Marco Crepaldi c'è soprattutto il femminismo incarnato in una sorta di mostro spaventoso che esclude gli uomini e demonizza le loro potenzialità.
Quello che sta facendo Crepaldi fuoriesce dal ruolo di tutela della salute mentale e promozione del benessere psicologico e diventa creatore di un immaginario. Un immaginario semplice, e anche un po' infantile, in cui essere portatori di un disagio significa essere vittime di qualcuno. Da un punto di vista etico, trovo che questa posizione danneggi in primo luogo proprio le persone che vorrebbe tutelare, e che per questo motivo sia inaccettabile.
Chi viene da una scuola psicologica di matrice relazionale sa o almeno sceglie di credere che il sintomo esprima una domanda e che la relazione di cura fa si che questa domanda possa mettere in contatto l'individuo con il mondo.
Questo è un punto di divergenza fondamentale tra il professionista e il dilettante ed è uno dei prerequisiti etici del voler davvero aiutare le persone: non importa quanto traumatica possa essere la tua storia, quanto sofferente sia la tua mente, quanto alienante sia il tuo contesto di vita, io devo credere in te e nel fatto che hai o avrai gli strumenti per migliorare la tua condizione.
E per farlo non posso giudicare la tua persona né indicare quali sono i tuoi nemici: sei tu a doverli scegliere nel tuo pieno diritto. Con scegliere i propri nemici intendo posizionarsi, costruire attivamente la propria identità sociale e mettere il proprio pensiero in opposizione a quello di un altro. Ok, qualcuno dirà: "e se arrivasse veramente un ragazzo socialmente isolato a dirti che il femminismo è la causa dei suoi problemi? Lui ha già scelto i suoi nemici, come la mettiamo?"
Nella relazione di cura chi porta la sua domanda in forma di sofferenza porta anche i suoi giudizi, le sue posizioni e le sue passioni, e chi risponde sospende il suo giudizio, mette in luce le sue posizioni e placa le sue passioni. Perché il vissuto altrui è sempre valido, ma c'è una forte differenza tra comprendere e giustificare, tra indirizzare e giudicare e tra formare e consigliare: è in questo divario che si gioca la nostra professionalità. Esserne consapevoli è il primo passo per aiutare veramente chi ci sta di fronte, perché ci aiuta a comprendere il suo vissuto, a separarlo dal nostro e a capire entrambi che la realtà è qualcosa di più complesso.
Crepaldi questo aspetto fondamentale del lavoro di cura non lo ha ancora compreso.

19/11/2020

"Quanto al fatto di diventare psicoterapeuta, la cosa avviene dopo aver percorso altre strade. Questa non è una professione che uno pensa subito di fare. E forse non è nemmeno una professione."
"Neppure la mia. Quindi entrambi abbiamo fatto tanta fatica per ritrovarci senza un lavoro"
(Marie Balmarie, il monaco e la psicanalista)

Spesso nelle situazioni sociali, lavorative e personali si possono esperire dinamiche di potere che fanno leva sul senso...
13/11/2020

Spesso nelle situazioni sociali, lavorative e personali si possono esperire dinamiche di potere che fanno leva sul senso di colpa per imporre determinati pensieri e comportamenti. La consulenza psicologica può aiutare a fare chiarezza su queste situazioni permettendo di agire così nel pieno diritto riconoscendo i limiti e le risorse di tutti in modo empatico e responsabile, cercando di portare una risposta possibile ad una situazione impossibile.

Indirizzo

Reggio Nell Emilia
42124

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