Le Radici del SOLE

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Su "La Mente è Meravigliosa" ho letto un articolo interessante sui tratti caratteriali distintivi delle persone che poss...
18/09/2020

Su "La Mente è Meravigliosa" ho letto un articolo interessante sui tratti caratteriali distintivi delle persone che posso essere definite: EMOTIVAMENTE FORTI

I tratti che distinguono le persone emotivamente forti non hanno niente a che vedere con la durezza del carattere né con l’inflessibilità o con la tendenza a imporsi sugli altri. Al contrario, la forza emotiva non si esprime attraverso gesti di forza, bensì principalmente attraverso la resistenza e l’autocontrollo.
Insomma i concetti di moderazione ed equilibrio. Veniamo al mondo senza l’una e senza l’altro, ma possiamo potenzialmente sviluppare entrambi. Dipende da ognuno di noi alimentarle.

Autocontrollo è dunque la parola chiave. Ciò NON ha niente a che fare con la REPRESSIONE dei sentimenti, bensì con la capacità di filtrare quello che proviamo, in modo che non “esploda” portandoci ad agire in modo da danneggiare noi stessi e gli altri. I tratti delle personalità emotivamente forti ci parlano proprio di autocontrollo.
Eccone 7!

1. Non cercano di attirare l’attenzione
Una delle caratteristiche delle persone emotivamente forti è che SI STIMANO. Questo significa che non dipendono dall’opinione altrui per pensare o sentire che quello che affermano ha un valore ed è sensato. Si lasciano guidare da se stesse.

Al contrario, una delle caratteristiche della fragilità emotiva è l’eccessiva dipendenza dalle opinioni altrui. Ciò significa che non danno abbastanza valore a se stessi e che danno agli altri il controllo della loro vita.

2. La resilienza
Questa caratteristica è fortemente correlata a quella precedente. Uno dei tratti tipici della forza emotiva è la capacità di AFFRONTARE IL RIFIUTO e gestirlo senza che faccia male, che lasci cicatrici o che condizioni le proprie azioni.

Chiaramente, a chiunque di noi fa male ricevere un rifiuto. Tuttavia, quando essere rifiutati scatena una paura eccessiva, finiamo col dire “sì” quando vorremmo dire “no” solo per paura che gli altri ci escludano o che ci mettano in discussione. Siamo dotati di forza emotiva quando affrontiamo questa paura e impariamo a gestirla nel modo giusto.

3. Fanno quello che desiderano
Fare quello che si desidera non vuol dire agire in modo arbitrario e capriccioso, come fa un bambino. Il “volere” tipico dell’infanzia è diverso da quello dell’adulto. Nel primo caso è il risultato di un impulso, nel secondo è frutto della profonda conoscenza di se stessi e dell’autocontrollo.

Una persona emotivamente forte è capace di decidere cosa vuole dopo un processo di riflessione. Ha anche abbastanza VOLONTÀ da perseguire quello che vuole e non mollare la presa.

4. Non cercano di danneggiare gli altri
Il desiderio di danneggiare gli altri nasce solo quando dentro di noi c’è qualcosa di indefinito o irrisolto. In qualunque circostanza, gli esseri umani hanno bisogno l’uno dell’altro; questo perché siamo esseri interdipendenti.

Una persona emotivamente sana lo sa e per questo vede gli ALTRI COME SUOI PARI. Li rispetta e dà loro un certo valore, così come pretende di essere rispettata e valorizzata a sua volta. Sa che la cooperazione e la comprensione sono le vie per raggiungere una vita piena di soddisfazioni.

5. Scelgono le proprie amicizie
Uno dei tratti propri delle persone emotivamente forti è che sono selettive con chi lasciano entrare nella propria vita. Sanno di non poter aprire a chiunque e completamente le porte del proprio cuore.

Comprendono anche che una parte del proprio benessere dipende dalla qualità delle relazioni che intrattengono con gli altri. Per questo motivo RIFIUTANO LEGAMI NOCIVI, soffocanti, conflittuali o logoranti. Viceversa, cercano rapporti sani.

6. Non hanno paura del cambiamento
Non aver paura del cambiamento è un segnale inequivocabile di forza emotiva. Se siamo, o se ci sentiamo, fragili, la cosa normale è cercare di seguire religiosamente la nostra routine, in modo da sentirci al sicuro. In questo modo, ci sentiamo protetti, per quanto questo ci privi di una vita piena.

Quando percepiamo noi stessi come persone emotivamente forti, si accende in noi il desiderio di esplorare, di cambiare. Per questo CERCHIAMO NUOVE ESPERIENZE. Tutto quello che è nuovo produce solitamente una sorta di timore, ma in alcuni momenti della nostra vita è anche l’unico modo per andare avanti.

7. Non sono influenzabili
Una persona emotivamente forte mette in discussione le informazioni che riceve. Prima di accettarle come vere, le analizza e le valuta. Non è attento alle tendenze della moda, o a quelle fisiche o mentali del momento.

Ovviamente questo richiede abbastanza fiducia in se stessi. Ma, soprattutto, richiede che ognuno di noi SAppia COSA È MEGLIO PER SE STESSO. Per questo motivo, tutto quello che è scelto e seguito dalla maggioranza diventa oggetto d’esame.

Quelli elencati sono solo alcuni tratti tipici delle persone emotivamente forti. L’importante non è capire se rientrate nella categoria, ma prendere queste informazioni come punto di riferimento per un’autocritica costruttiva.

BUONA AUTOCRITICA E SOPRATUTTO BUONA VITA!

03/10/2019
Leggendo come mio solito svariati articoli , mi sono imbattuta in questa sintetica ma esplicativa pagina. Spiega perfett...
26/09/2019

Leggendo come mio solito svariati articoli , mi sono imbattuta in questa sintetica ma esplicativa pagina.
Spiega perfettamente cosa succede, quando scappando da noi stessi, mettiamo a rischio la nostra felicità e la relazione (se ne abbiamo una).

Articolo a cura della Dott.ssa Emanuela Gamba, Psicologa Roma e Formia (LT)

13/07/2019

Recentemente ho letto un articolo interessante. Una donna scrive davvero a cuore aperto cosa ha significato nella sua vita il "non essere amata da piccola". E' toccante percepire la osfferenza e la battaglia che la vita riserva a chi ,come lei, ha avuto degli squilibri emotivi da piccolo, che come sappiamo, riflettono squilibri emotivi anche da "adulti".
Preso dal Blog DiariodiAdamo ecco il testo , buona lettura:

Mi vesto di abiti antichi per rispolverare un dolore moderno, quello dei “non amati”. Una ferita ora che non brucia più, ma spero che il ricordo ancora vivo del suo dolore possa illuminare ciò che intendo scrivere.
La mia storia è la storia di tutte le persone che, nel corso di tutta la vita, non sono riuscite e non riescono a pensare e tanto meno a dire “non sono stato amato”. Una frase come questa, terribile, distruttiva, non può affiorare nel silenzio di un dialogo interiore. Eppure, la sua fondamentale verità cerca incessantemente di esprimersi, poiché la via più breve, quella della esplicita affermazione, le è preclusa. La consapevolezza del proprio “essere non amato” si apre complicate vie di fuga. Lo scenario è un vuoto affettivo che si cela dietro molte maschere.

In un senso più profondo, questa verità vale anche per coloro che non sono stati amati a sufficienza, per chi è stato amato troppo o nel modo sbagliato. Tutto ciò, ostacola un amore libero perché solo la libertà genera amore.
Per questo motivo… Porto ancora addosso una forma di anestesia corporea, la stessa che permeava tutti i miei cinque sensi nel momento in cui mia madre respingeva ogni richiesta di tenerezza e affetto. La stessa che mi ha permesso di non sentire e di proteggermi rispetto a una ferita troppo grande per due occhi troppo piccoli. Ricordo ancora le sue braccia nervose ed infastidite, quasi imbarazzate, quando cercavo di accovacciarmi sulle sue gambe. Mi sono ritrovata a elemosinare quotidiane dosi di amore.
Ritorno così, al mio stato di “non amata” che c’è alla base dell’incapacità di vivere di una persona. La stessa di mia madre, priva di qualsiasi strumento affettivo, che non le ha permesso di cogliere il rapporto sentimentale più importante: quello con sua figlia.
Questa sensazione, da parte mia, è stata repressa proprio in quanto decisiva per il mio equilibrio emotivo. Quando infine sono riuscita ad ammetterla, ha rivelato tutta la sua prepotente dominanza. Tuttavia il processo di guarigione, è iniziato nel momento in cui sono stata in grado di riconoscerla e legittimarla. Darle voce è stato il primo atto d’amore e di rispetto verso questo dolore che ho teso ad allontanare. Come? Attraverso forme di occultamento che hanno preso le fattezze di vere e proprie maschere, che ho indossato senza averne minimante consapevolezza.
“La ferita risana, la cicatrice resta” diceva Seneca… Resta nel momento in cui, come ho detto sopra, si costruiscono nel tempo, delle maschere per non vedere allo specchio le paure che rimangono intatte nell’anima di coloro che sentono una qualsiasi forma di vuoto affettivo… Non importa l’intensità, non importa la quantità di amore ricevuto o perso…
Ma quali sono queste ferite? Le mie… Quelle dei “non amati”, coloro che sono stati svuotati e ripuliti di affetti necessari alla propria crescita ed evoluzione interiore.
Queste ferite sono state procurate dalle persone più vicine (i nostri genitori), in modo inconsapevole, molto spesso loro stessi sono stati oggetto di questa dinamica a loro tempo nell’infanzia, ma non avendola vista e modificata, l’hanno riproposta automaticamente senza saperlo.
La maschera propone ai non amati un personaggio, con modi di pensare, di parlare, di proporre il corpo, di camminare, di respirare. E’ la risposta che quella bambina ha trovato a suo tempo, per sopravvivere nel modo migliore alla ferita; è un meccanismo di difesa, un modo per ritrovare un ruolo attivo e di controllo su una situazione subita, eccessivamente dolorosa.
Ciascuno di noi può avere più maschere, anche se generalmente ce n’è una, che risulta maggiormente predominante e strutturante rispetto alle altre. C’è quella del dipendente affettivo del maniaco del controllo, dell’anaffettivo e del narcisista. Tutte ugualmente dolorose, tutte che viaggiano in direzione opposta a quella della costruzione di una sana relazione.
Talvolta la ferita principale, quella più profonda, è quella meno visibile, si nasconde sotto altre più evidenti ed superficiali. Personalmente me le sono procurate tutte… A ognuna di esse ho dato un nome e una collocazione, per poterne disporre una volta guarita. Adesso posso utilizzarle come strumento di conoscenza e condividerle con voi e con i “non amati”… i reclusi affettivi, gli aventi diritto di qualche punto di vantaggio nella corsa all’amore.
La solitudine è il peggior nemico di chi ha vissuto la ferita d’abbandono durante l’infanzia. Ci sarà una costante attenzione alla carenza, che porterà chi ne ha sofferto ad abbandonare il suo partner o i suoi progetti quando ancora è presto, per paura di essere loro stessi quelli che verranno abbandonati. È una sorta di “ti lascio prima che sia tu a lasciare me”, “nessuno mi appoggia, non posso sopportare tutto questo”, “se vai via, non tornare”… Desolante e molto frustrante.
Il rifiuto… Chi soffre questa dolorosa esperienza sente di non meritare l’affetto né la comprensione di nessuno e si isola nel suo vuoto interiore per paura di essere non voluto. Diventa esso stesso “sfuggente”. Per questo motivo, è indispensabile lavorare sul proprio timore, sulle proprie paure interiori e sulle situazioni che generano panico. Altrimenti, anche in questo caso, l’amore sarà negato, non disponibile, come quando eravamo piccoli.
L’umiliazione… Questa ferita si genera dalla continua disapprovazione e critica che distrugge l’autostima infantile. Il sentire di essere “sempre sbagliati” nei confronti della vita.
I “non amati” come degli errori naturali, difettosi, mancanti di qualche ingranaggio strutturale, che impedisce di fare bene qualsiasi cosa. In questo modo, il tipo di personalità che si crea è totalmente dipendente da conferme esterne. “Io valgo in quanto tu (amore), esisti…”. E purtroppo, aggiungo, qualsiasi tipo di amore, anche quello più violento.
I problemi che abbiamo vissuto durante l’infanzia predicono come sarà la qualità della nostra vita sentimentale da adulti. L’amore libero, quello sano è concesso a pochi a mio avviso. La mia ricerca, quella di tutti i “non amati” (apparenti e reali), è stata quella, e deve esserlo tuttora, di ricostruire un io “amabile”. Una sorta di riconciliazione tra la nostra parte ferita, quella dipendente da dolore, e quella intatta, che vuole parlare con la felicità.
Se io non mi amo abbastanza da desiderare e ricercare il meglio per me stesso, come posso sperare che altri provino per me un amore più grande di quello che mi concedo?
Per sentirsi degni di amore, bisogna riacquistare pregio ai propri occhi; e non vi è altro modo di farlo, che quello di rimboccarsi le maniche, smettere di compatirsi e rialzare la testa, impegnandosi con ogni fibra a realizzare la propria evoluzione umana.
Solo un tale impegno ci renderà belli e desiderabili; solo così acquisteremo un valore evidente, che ci renderà amabili agli occhi dell’altro. Solo così saremo persone libere dalla prigionia del “non amore”. E solo a quel punto, poiché il simile attira il simile, l’incontro fra due anime non sarà più una evasione fuggevole, capace magari di lasciarsi dietro delusione e amarezza, ma la comunione di due anime desiderose e capaci di arricchirsi reciprocamente, di donarsi l’un l’altra, di scegliere di amarsi, ogni giorno.
MENZIONE D’AMORE a mia madre, e al suo coraggio di lasciar andare la sua vita, per rendere libera la mia. Anche questo è amore; quando i sensi si indeboliscono, un altro si rafforza. La memoria. Essa diviene tua compagna. Tu l’alimenti, tu la serbi, ci danzi assieme. La vita deve avere un termine, l’amore no. Seppure non ne conservi il ricordo cosciente, sento vivamente il legame corporeo che ci ha unite. A volte percepisco il tepore che mi avvolge mentre alberga comodamente dentro il mio ricordo. Perdonami, mamma, per queste lacrime, è che oggi sento più forte il bisogno di abbracciarti e, invece, posso star qui soltanto a sognarti.

GAIA PARENTI

Mi sento di dire GRAZIE a Lei e a chi diffonde queste parole di verità e di possibile rinascita.

L importanza del silenzio...nella nostra vita.Shhh...
05/07/2019

L importanza del silenzio...nella nostra vita.
Shhh...

Il silenzio è di vitale importanza per tutti noi, e a dimostrarlo è anche la scienza con diversi studi che ne hanno evidenziato il ruolo benefico.

Oggi : articolo interessante che pone l accento sulla depressione all interno delle coppie. Un piccolo spunto in realtà ...
17/06/2019

Oggi : articolo interessante che pone l accento sulla depressione all interno delle coppie.
Un piccolo spunto in realtà per un problema che molti sentono enorme.
Visto che la depressione viene molto spesso scambiata per altre cose e viceversa, questo blogger traccia una chiara ed utile tabella Causa-Effetto.
Leggiamo...
https://www.huffingtonpost.it/antonio-borrello-phd/la-depressione-sta-distruggendo-il-vostro-rapporto-undici-sintomi-solitamente-sottovalutati_b_8151702.html

E aggiungo un elenco che usa anche altri termini, per essere più chiara:

*Abbassamento del tono dell umore
*Una sorta di anestesia affettiva, dove si fà fatica a provare risonanza affettiva ed emotiva
*L'Anedonia, ovvero la perdita di interessa per i piaceri (cibo,sesso,sonno) spesso accompgnata da iperinsonnia,astenia e perdita della libido.
*Una rinuncia continua a tutto, sopratutto ai problemi, perchè si percepiscono le situazioni come immodificabili
*Un marcato senso di impotenza verso se stessi, gli altri e il mondo esterno
*Un forte senso di colpa e rovina
*Demoralizzazione,avvilimento e tristezza
*La percezione di non ricevere aiuto
*La percezione che il tempo ristagni
*La pesantezza del corpo che induce immobilità

Ascoltatevi,informatevi, aiutatevi e fatevi aiutare.
Coraggio , si può risalire!! Ma dovete volerlo Voi!!

La qualità della nostra vita dipende dalla qualità delle nostre relazioni con gli altri. I rapporti sono una grandissima fonte di felicità e appagamento, ma possono anche portare sofferenze e dolore. Quando abbiamo problemi nelle nostre relazioni più importanti, è difficile trovare gioia in alt...

https://psicoadvisor.com/le-ferite-infantili-dei-non-amati-e-le-dinamiche-di-coppia-in-eta-adulta-1318.html?fbclid=IwAR2...
26/02/2019

https://psicoadvisor.com/le-ferite-infantili-dei-non-amati-e-le-dinamiche-di-coppia-in-eta-adulta-1318.html?fbclid=IwAR29R4PGH9HdRPHYjgB1zfJgr5RVh3t3pdjFWEv_iut2DRBECoHJdryI0Do

Molto interessante, leggete anche se pensate di essere stati amati da piccoli. La cultura non fà mai male.

Esistono elementi di carattere psicologico che influenzano la scelta di un partner? Esistono delle affinità che fungono da collante per il mantenimento e la stabilità di un legame sentimentale? Nella maggior parte delle storie di vita delle coppie, le lacune dei loro attuali rapporti, hanno radici...

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42123

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Mercoledì 13:30 - 20:00
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Venerdì 13:30 - 20:00

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