05/11/2025
DAL WEB. NON SO CHI ABBIA SCRITTO QUESTO ARTICOLO MA MI TROVO D'ACCORDO. AGGIUNGO ANCHE : PERCHÈ I LIBRI SI POSSONO ANNUSARE. L'ODORE DELLA CARTA STAMPATA DI UN LIBRO NON HA EGUALI
Perché il cervello preferisce i libri di carta?
Il cervello umano è in grado di percepire un testo nella sua interezza, come se fosse una sorta di paesaggio fisico. E quando leggiamo, non stiamo solo ricreando un mondo con le parole della storia, ma stiamo costruendo una rappresentazione mentale del testo stesso.
Quando giriamo le pagine di un libro di carta, svolgiamo un'attività simile a quella di lasciare un'impronta dopo l'altra lungo un percorso; c'è un ritmo, una cadenza e una registrazione visibile nello scorrere delle pagine stampate.
La prestigiosa rivista Scientifican American ha pubblicato un articolo che cerca di spiegare questo paradosso: nell'era dell'iperconnettività, quando disponiamo sempre più di apparecchiature che ci permettono di leggere più facilmente e abbiamo accesso a intere biblioteche in formato elettronico, molti preferiscono ancora la forma in carta .
Il libro tradizionale, la rivista, il giornale, continuano ad essere i preferiti del grande pubblico. Anche se può essere difficile da credere, dato che i formati digitali aprono le porte a molte libertà.
Carta contro pixel In molti lavori si parla del fatto che le persone leggono più lentamente sullo schermo e, inoltre, ricordano meno. Le persone hanno bisogno di sentire il foglio mentre leggono, il cervello lo chiede inconsciamente.
Non siamo nati con circuiti cerebrali dedicati alla lettura, perché la scrittura è stata inventata in tempi relativamente recenti nella nostra evoluzione: circa quattro millenni prima di Cristo.
Nell'infanzia il cervello improvvisa nuovi circuiti per leggere e per farlo utilizza parte di altri dedicati alla parola, alle cui capacità si aggiungono la coordinazione motoria e la visione.
Il cervello inizia a riconoscere le lettere sulla base di linee curve e spazi e utilizza processi tattili che richiedono occhi e mani. I circuiti di lettura dei bambini di 5 anni mostrano attività quando praticano la scrittura a mano, ma non quando digitano lettere su una tastiera.
L’esatta natura di tali rappresentazioni rimane poco chiara, ma alcuni ricercatori ritengono che siano simili a una mappa mentale che creiamo del terreno, come montagne e città, e degli spazi fisici interni, come appartamenti e uffici.
Parallelamente, nella maggior parte dei casi, i libri di carta hanno una topografia più evidente rispetto al testo sullo schermo: un libro aperto presenta due ambiti chiaramente definiti: le pagine sinistra e destra e un totale di otto angoli in cui ci si orienta.
Al contrario, la maggior parte dei dispositivi digitali interferisce con la navigazione intuitiva di un testo e, sebbene gli e-reader (libri elettronici) e i tablet replichino il modello della pagina, sono effimeri. Una volta lette, quelle pagine svaniscono.
“La sensazione implicita di dove ci si trova in un libro fisico diventa più importante di quanto pensassimo”, dice l’articolo di Scientific American.
In uno studio sulla comprensione del testo, confrontando gli studenti che leggevano su carta con altri che leggevano un testo in versione PDF sullo schermo, si è concluso che i primi avevano prestazioni migliori.
L'inchiostro elettronico riflette la luce ambientale proprio come l'inchiostro di un libro di carta, ma gli schermi di computer, smartphone e tablet proiettano la luce direttamente sui volti delle persone e la lettura può causare affaticamento degli occhi, mal di testa e visione offuscata.
È probabile che l’organismo dei nuovi nativi digitali crei altre reti neurali che permettano loro di preferire l’elettronica alla carta, ma intanto oggi il resto della popolazione continua a preferire il contatto con i fogli storici.