18/11/2025
Molto spesso mi imbatto in persone che ritengono che consumare un alimento rispetto ad un altro possa fare bene o male.
Questa convinzione fa si che l'alimentazione diventi selettiva, con la conseguenza che la persona possa incorrere nel bioaccumulo di sostanze antinutrienti presenti nell'alimento di elezione considerato "buono" (che consuma con alta frequenza e/o quantità) e nella carenza tutto ciò di cui è povero l'alimento prescelto.
Inoltre, l'astinenza forzata che la persona si impone nei confronti di alimenti considerati "cattivi", di cui spesso fanno parte alimenti dolci o ricchi in grassi o ad alta densità calorica, potrebbe creare tensione a livello emotivo con il rischio di innescare abbuffate incontrollate proprio di ciò che si cercava di evitare.
Non esistono alimenti "buoni" o "cattivi", esistono consumi "adeguati" o "non corretti" e questi si valutano in base al nostro fabbisogno energetico e al nostro stato fisiopatologico.
Quando l'alimentazione è consapevole, rispettosa delle corrette frequenze e dei corretti quantitativi, il cibo, di qualsiasi tipo, non ci deve fare paura e deve essere consumato con serenità e, perché no, con piacere.