Dott.ssa Federica Delle Fave

Dott.ssa Federica Delle Fave Psicologa Clinica e Psicoterapeuta in formazione. Ricevo Online e in Studio in Via Madonna,60 Rho(MI)

In genere, siamo soliti percepire le nostre emozioni negative come qualcosa da evitare e scacciare, con la convinzione c...
28/09/2023

In genere, siamo soliti percepire le nostre emozioni negative come qualcosa da evitare e scacciare, con la convinzione che in tal modo prima o poi svaniranno da sole.

La nostra cultura ci insegna da sempre a reprimere le nostre emozioni negative, persuadendoci del fatto che meno le mostreremo e minore sarà la probabilità di provarle in futuro.

Sebbene a primo impatto possa essere convincente l'idea che sia meglio disfarsi di ciò che non ci fa stare bene, in realtà ignorarlo o reprimerlo non è affatto funzionale né tanto meno sano.

Immaginate che le vostre emozioni negative siano un sottile - o spesso - strato di polvere sul pavimento. Se la nascondessimo sotto il tappeto, in un primo momento sarebbe invisibile ai nostri occhi e potremmo proseguire con la nostra vita di tutti i giorni. I giorni passano e ogni volta che ricompare la polvere torniamo a nasconderla sotto il tappeto.
E così, giorno dopo giorno, se ne accumulerà un po’ di più.

Accumulare emozioni negative - come quella polvere che nascondete sotto il tappeto - non farà altro che posticipare l’inevitabile. A un certo punto, tutte quelle emozioni finiranno per manifestarsi ed è persino probabile che lo faranno tutte insieme, esplodendo all’unisono.

Imparare ad accogliere e ad ascoltare le nostre emozioni, anche quelle più disturbanti, ci aiuterà a soddisfare i nostri bisogni, incoraggiandoci e motivandoci a relazionarci con noi stessi e a comunicare con gli altri in modo autentico.

Si sente spesso parlare di NARCISISMO come di una forma di egoismo e di individualismo sempre più diffusa nella popolazi...
21/09/2023

Si sente spesso parlare di NARCISISMO come di una forma di egoismo e di individualismo sempre più diffusa nella popolazione.

Quando, però, è corretto utilizzare questo termine in senso clinico e diagnostico?

È innanzitutto fondamentale fare una distinzione. Esiste infatti un narcisismo “sano” e un narcisismo “patologico”, così come viene classificato all’interno del libro sacro degli psicologici, il DSM-5.

Ciascuno di noi ha bisogno di essere guardato dal mondo, di sentirsi riconosciuto e amato come persona nella sua eccezionalità, e questo fa parte del narcisismo sano: senza la giusta quantità di narcisismo non possiamo riuscirci. La dose di narcisismo che tutti naturalmente possediamo è primaria per agire costruttivamente nella vita: ottenere dei buoni voti durante il percorso scolastico, impegnarsi per uno sviluppo professionale, curarci nell’aspetto fisico, conquistare il partner che ci faccia felici, permetterci di godere dei piaceri della vita. Esso contiene quindi degli aspetti funzionali e favorevoli che ci permettono di andare nel mondo e stare con in relazione con gli altri.

Il narcisismo patologico, invece, è un gravissimo disturbo di personalità caratterizzato da una serie di aspetti di cui il soggetto è poco consapevole: un senso grandioso del proprio sé, difficoltà a coinvolgersi in una relazione dal punto di vista affettivo, mancanza di empatia nei confronti degli altri.

Il narcisista patologico non è un vigliacco né tanto meno un imbroglione; al contrario, è una persona gravemente compromessa che si mimetizza in rapporti superficiali e scarsamente significativi presentando all’altro una mera facciata dietro la quale abita un immenso vuoto.

La maggior parte delle ricerche sostengono l’idea che a causare il disturbo contribuisca la storia familiare. Nello specifico, alla base del disturbo narcisistico di personalità si riscontra spesso un ambiente familiare incapace di fornire al bambino le necessarie attenzioni e cure, di riconoscere adeguatamente, nominare e regolare le sue emozioni, nonché di sostenere la sua autostima e i suoi bisogni evolutivi.

Pensate all'ultima volta in cui siete stati davvero in ansia. Avete notato di esservi completamente focalizzati sulla vo...
21/09/2023

Pensate all'ultima volta in cui siete stati davvero in ansia. Avete notato di esservi completamente focalizzati sulla vostra ansia e di non potervi concentrare su nient'altro intorno a voi?

L'ansia produce proprio questo: distorce i processi mentali, tanto da farci focalizzare esclusivamente sulla minaccia, il pericolo e sulla nostra impotenza. Questo pensiero focalizzato è estremamente importante per la nostra sopravvivenza in presenza di un reale pericolo. Se qualcuno che sembra minaccioso vi si avvicina per strada, la vostra attenzione deve essere completamente dedicata a immaginare se questa persona stia per rapinarvi o sia inoffensiva. Non c'è tempo per guardare le vetrine, dare un occhio al cellulare, pensare a cosa mangiare per cena. Dovete prendere una decisione in fretta e identificare una rapida via di fuga.

Ma cosa succede se non c'è un reale pericolo esterno? Quando il pericolo è solo ipotizzato, il vostro pensiero ansioso, purtroppo, continuerà ad essere selettivo. Quando siete in ansia è probabile che non siate consapevoli di questa visione limitata, ma il modo in cui vedete la realtà di fatto è distorto.

Ecco allora l'elenco di una serie di "errori" di pensiero che sono il risultato della distorsione che avviene quando le persone sono in ansia.

Quando questi errori cognitivi concentrano la vostra attenzione esclusivamente sulla minaccia e sul pericolo vi rendono impossibile prendere in considerazione interpretazioni meno negative o più favorevoli di una situazione. Questa impossibilità prolunga l'esperienza dell'ansia.

Quante volte ti capita di esclamare "Che ansia!" in vari momenti delle tue giornate scolastiche, lavorative, familiari o...
21/09/2023

Quante volte ti capita di esclamare "Che ansia!" in vari momenti delle tue giornate scolastiche, lavorative, familiari o di coppia? O quante volte ti capita di avere il fiato corto e il peso al petto senza riuscire a comprenderne la causa?

Proviamo a fare un affondo iniziale sull'enorme tematica dell'ANSIA.

Quali sono i suoi segnali fisici e quali gli aspetti cognitivi che si celano dietro di essi?

E, infine, quali possono esserne i precursori rintracciabili nel nostro passato familiare?

Scopriamolo insieme!

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Mi chiamo Federica Delle Fave, lavoro come Psicologa Clinica e sono Psicodiagnosta e Psicoterapeuta in formazione ad ori...
20/09/2023

Mi chiamo Federica Delle Fave, lavoro come Psicologa Clinica e sono Psicodiagnosta e Psicoterapeuta in formazione ad orientamento breve-integrato. Offro supporto psicologico in presenza e online: grazie a Skype o Whastapp, infatti, posso esserti vicino ovunque ti trovi.

Aiuto adulti e adolescenti ad affrontare momenti di stress o di crisi che possono sfociare in sintomi quali ansia, depressione, attacchi di panico, isolamento e ritiro.

Il mio obiettivo è quello di aiutarti a riprendere in mano in maniera più consapevole il timone di te stesso e della tua vita eliminando i sintomi e attrezzandoti di strumenti utili a padroneggiare i tuoi vissuti emotivi.

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