09/09/2025
Ogni mattina, tra le lapidi silenziose del cimitero di Pistoia, compare un piccolo gatto bianco e grigio. Cammina piano, con qualcosa tra i denti.
Non è cibo. Non è un gioco.
È un dono.
Si chiama Toldo.
E da quel giorno del 2011, quando il suo amato Renzo è morto, non ha mai smesso di tornare sulla sua tomba. Ogni giorno, con la costanza di chi non si rassegna. Con la fedeltà di chi ha perso tutto.
Lascia un rametto, una foglia, un bastoncino… piccoli oggetti raccolti qua e là, come se potessero colmare un’assenza troppo grande.
Non una volta, non per un po’.
Lo fa da anni. In silenzio. In solitudine.
Per amore.
Chi lo ha visto – la vedova Ada, i vicini, chi visita il cimitero – racconta sempre la stessa scena. Sempre lo stesso dolore muto, che si ripete.
E a pensarci bene, Toldo non visita una tomba.
Toldo cerca ancora il suo umano.
Forse spera che quei doni lo sveglino.
O forse è solo il modo che ha trovato per dirgli:
"Io sono ancora qui. Non ti ho dimenticato."
E pensare che i gatti li credevamo freddi, distanti.
Forse dovremmo imparare da loro cosa vuol dire amare… anche quando l’amore non può più essere ricambiato.