Dott.ssa Daniela Manni - Psicologa

Dott.ssa Daniela Manni - Psicologa Consulenza e sostegno psicologico individuale, di coppia e familiare

𝗜 𝗕𝗔𝗠𝗕𝗜𝗡𝗜 𝗡𝗢𝗡 𝗖𝗜 𝗔𝗦𝗖𝗢𝗟𝗧𝗔𝗡𝗢, 𝗖𝗜 𝗜𝗠𝗜𝗧𝗔𝗡𝗢 🎈​Ci sono volte in cui pensiamo che educare significhi trovare le parole giuste: ...
12/11/2025

𝗜 𝗕𝗔𝗠𝗕𝗜𝗡𝗜 𝗡𝗢𝗡 𝗖𝗜 𝗔𝗦𝗖𝗢𝗟𝗧𝗔𝗡𝗢, 𝗖𝗜 𝗜𝗠𝗜𝗧𝗔𝗡𝗢 🎈

​Ci sono volte in cui pensiamo che educare significhi trovare le parole giuste: spiegare, correggere, convincere. Allora parliamo, parliamo, parliamo...
e non capiamo perché certe cose sembrano non arrivare. ​Ma i bambini imparano prima con gli occhi, poi con le orecchie. Loro osservano chi siamo quando siamo distratti.

Osservano come trattiamo gli altri, come parliamo di noi stessi, come reagiamo quando qualcosa non va. Non giudicano: assorbono le dinamiche del loro sistema. ​Cosa vede tuo figlio nel sistema❓

👉🏻 ​Se ci spazientiamo davanti alle difficoltà, imparano che la difficoltà è qualcosa da temere.
👉🏻 ​Se ci vedono affrontare gli errori con durezza, imparano che sbagliare è una colpa.

​Se, invece, ci vedono fermarci un attimo, respirare, dire: "Ok, posso riprovarci", allora imparano che il mondo è un posto in cui ci si può rialzare 💗

​Non è importante essere sempre calmi.
È importante mostrare come si ritorna alla calma. Non è importante non sbagliare mai. È importante mostrare cosa si fa dopo uno sbaglio.

🌿 ​Loro non cercano adulti perfetti, cercano occhi che li vedano davvero, braccia che sappiano tornare, voci che sappiano anche essere silenzio, quando serve.

​Il 𝙎𝙚𝙢𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝘾𝙤𝙚𝙧𝙚𝙣𝙯𝙖 🌱
​Ogni nostra scelta, all'interno della relazione, diventa un seme. Un seme che loro porteranno dentro quando saranno grandi.

​➡️ Se seminiamo ascolto, raccoglieranno ascolto.
➡️ Se seminiamo rispetto, raccoglieranno rispetto.
➡️ Se seminiamo gentilezza verso noi stessi, cresceranno sapendo che la gentilezza appartiene anche a loro.

​Educare non è modellare. È accompagnare.
E l'accompagnamento più efficace è la nostra presenza autentica nella relazione.

𝕀 𝔹𝔸𝕄𝔹𝕀ℕ𝕀 𝕊𝔼ℕ𝕋𝕆ℕ𝕆 𝕋𝕌𝕋𝕋𝕆: 𝔸ℕℂℍ𝔼 ℂ𝕀𝕆̀ ℂℍ𝔼 ℕ𝕆ℕ 𝔻𝕀ℂ𝕀𝔸𝕄𝕆 💖​I bambini non ascoltano solo le parole. Sentono l’aria, gli sguard...
10/11/2025

𝕀 𝔹𝔸𝕄𝔹𝕀ℕ𝕀 𝕊𝔼ℕ𝕋𝕆ℕ𝕆 𝕋𝕌𝕋𝕋𝕆:
𝔸ℕℂℍ𝔼 ℂ𝕀𝕆̀ ℂℍ𝔼 ℕ𝕆ℕ 𝔻𝕀ℂ𝕀𝔸𝕄𝕆 💖

​I bambini non ascoltano solo le parole.
Sentono l’aria, gli sguardi, i silenzi, i passi che esitano. Sono in profonda connessione con il proprio mondo familiare, e questa connessione non passa attraverso la logica, ma attraverso il sentire. ✨
​È come se fossero dotati di un radar affettivo finissimo: percepiscono le tensioni, gli accordi, le ferite, gli amori inespressi.
Non servono spiegazioni dettagliate perché possano intuire quando qualcosa non scorre, quando un genitore è triste, quando c’è qualcosa che non si può dire… ma che si sente comunque.

​Per questo, i bambini reagiscono. A volte con un comportamento “difficile”, altre con un’eccessiva dolcezza o con un silenzio che pesa.
Non stanno facendo capricci, stanno comunicando. Raccontano con il corpo ciò che le parole non riescono a tradurre.

​Riconoscere questo legame profondo significa imparare a guardare oltre l’apparenza: ad ascoltare ciò che il bambino sa, vede e sente, anche quando non parla. Significa assumersi la responsabilità di ciò che portiamo dentro, perché tutto, nella famiglia, risuona.

​I bambini non chiedono famiglie perfette.
Chiedono 𝘷𝘦𝘳𝘪𝘵𝘢̀ 𝘦𝘮𝘰𝘵𝘪𝘷𝘢 💗

Chiedono adulti che sappiano guardarsi, nominare ciò che vivono, accogliere ciò che provano.
​Perché è nella chiarezza del cuore che l’amore scorre. E quando l’amore scorre, i bambini fioriscono 🌱

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𝙇𝙖 𝘿𝙞𝙨𝙩𝙖𝙣𝙯𝙖 𝙁𝙞𝙨𝙞𝙘𝙖 𝙚̀ 𝙪𝙣 𝙈𝙚𝙨𝙨𝙖𝙜𝙜𝙞𝙤 𝙍𝙚𝙡𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙖𝙡𝙚: 𝘾𝙤𝙨𝙖 𝘿𝙞𝙘𝙚 𝙞𝙡 𝙏𝙪𝙤 𝘾𝙤𝙧𝙥𝙤 𝙖𝙡 𝙏𝙪𝙤 𝙋𝙖𝙧𝙩𝙣𝙚𝙧? ❤️‍🩹Se eviti il contatto fisico c...
07/11/2025

𝙇𝙖 𝘿𝙞𝙨𝙩𝙖𝙣𝙯𝙖 𝙁𝙞𝙨𝙞𝙘𝙖 𝙚̀ 𝙪𝙣 𝙈𝙚𝙨𝙨𝙖𝙜𝙜𝙞𝙤 𝙍𝙚𝙡𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙖𝙡𝙚: 𝘾𝙤𝙨𝙖 𝘿𝙞𝙘𝙚 𝙞𝙡 𝙏𝙪𝙤 𝘾𝙤𝙧𝙥𝙤 𝙖𝙡 𝙏𝙪𝙤 𝙋𝙖𝙧𝙩𝙣𝙚𝙧? ❤️‍🩹

Se eviti il contatto fisico con il tuo partner, il tuo corpo rigido in quell'abbraccio non parla solo di te; parla del sistema coppia e della sua storia.

🔍 Il problema non è mai solo della singola persona, ma è un sintomo che mantiene un certo equilibrio, sebbene doloroso, nel sistema relazionale.
- L'evitamento fisico può essere un modo, spesso inconscio, per regolare la distanza ottimale nella coppia. Se un partner teme l'eccessiva fusione, la distanza fisica serve a ristabilire un confine che percepisce come minacciato.
- La tua "corazza psichica" diventa un segnale non verbale potentissimo: "Ho bisogno di spazio/sicurezza". Il partner che cerca il contatto può non vedere il rifiuto, ma la necessità di quel confine.

🔄 Questo comportamento spesso innesca una 𝘥𝘢𝘯𝘻𝘢 𝘳𝘦𝘭𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦 prevedibile e dolorosa, un circolo vizioso:
- Il Bisogno di Vicinanza: Il partner percepisce la distanza e, sentendosi insicuro, aumenta le richieste di contatto e vicinanza per sentirsi amato.
- L'Attivazione della Corazza: L'aumento della pressione attiva i sistemi di allarme dell'evitante, che percepisce l'insistenza come invasione o "claustrofobia".
- L'Allontanamento Reattivo: L'evitante si ritira ancora di più (evitando baci, abbracci, intimità) per proteggere il suo spazio vitale.
- L'Amplificazione della Paura: Il partner ansioso si sente più solo e rifiutato, ricominciando il ciclo con maggiore intensità.
Il contatto viene evitato non perché non si ama, ma perché la modalità con cui la vicinanza è stata cercata ha innescato un pattern di difesa.

🗝️ Cosa si può fare? 𝘾𝙖𝙢𝙗𝙞𝙖𝙧𝙚 𝙡𝙖 𝘿𝙖𝙣𝙯𝙖...
Aiutare la coppia a decodificare questo messaggio e modificare il copione relazionale.
- Capire cosa significa veramente la vicinanza per l'evitante (spesso perdita di controllo) e cosa significa la distanza per il richiedente (spesso paura di essere abbandonato).
- Lavorare su nuove modalità di contatto che rispettino i bisogni di entrambi: meno insistenti, più graduali, e soprattutto, liberi dalla pressione del "dovere".
- Riconoscere il circolo vizioso che si è creato è il primo passo per uscirne.

Il problema non siete voi, ma il modo in cui comunicate i vostri bisogni di sicurezza e connessione. Non si tratta di "sbloccare" uno, ma di ri-sintonizzare il sistema per un contatto autentico.

Sei pronto a decodificare il messaggio nascosto dietro la distanza nella tua relazione?

➡️ Contattami per una consulenza.

🧠 𝗧𝗿𝗮𝘂𝗺𝗮 𝗲 𝗗𝗶𝗽𝗲𝗻𝗱𝗲𝗻𝘇𝗮: 𝗡𝗼𝗻 𝘂𝗻𝗮 𝗦𝗰𝗲𝗹𝘁𝗮, 𝗺𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝗦𝘁𝗿𝗮𝘁𝗲𝗴𝗶𝗮 𝗱𝗶 𝗦𝗼𝗽𝗿𝗮𝘃𝘃𝗶𝘃𝗲𝗻𝘇𝗮.​La dipendenza - da sostanze, cibo, relazioni, ...
05/11/2025

🧠 𝗧𝗿𝗮𝘂𝗺𝗮 𝗲 𝗗𝗶𝗽𝗲𝗻𝗱𝗲𝗻𝘇𝗮: 𝗡𝗼𝗻 𝘂𝗻𝗮 𝗦𝗰𝗲𝗹𝘁𝗮, 𝗺𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝗦𝘁𝗿𝗮𝘁𝗲𝗴𝗶𝗮 𝗱𝗶 𝗦𝗼𝗽𝗿𝗮𝘃𝘃𝗶𝘃𝗲𝗻𝘇𝗮.

​La dipendenza - da sostanze, cibo, relazioni, comportamenti compulsivi - trova le sue radici in un bisogno disperato: sopravvivere a un dolore insopportabile del passato.

​Quando attraversiamo un trauma, il nostro sistema nervoso rimane in uno stato di allerta.
Le emozioni sono troppo intense.

Ed è qui che la dipendenza entra in gioco:
​🛠️ Alcol, cibo, droga diventano strumenti per calmarsi, per sentirsi padroni del proprio corpo.
​⛓️ Inizialmente funzionano, danno sollievo.
Ma il corpo si abitua, la mente chiede dosi più alte, e ciò che era nato come tentativo di salvezza si trasforma in una prigione.

​Il dramma della dipendenza è proprio questo:
nasce come tentativo di cura e finisce per diventare malattia. ​Smettere fa paura, perché significa rinunciare all'unico mezzo conosciuto per "restare a galla". Senza l'anestetico, le emozioni sembrano insopportabili.

​A tutto questo si aggiunge la vergogna. "Perché lo sto facendo?". Questo giudizio spietato non fa che alimentare il ciclo: più ci disprezziamo, più cresce il bisogno di lenire quel dolore con gli stessi mezzi che lo provocano.

I comportamenti autodistruttivi sono tentativi di autoregolazione, nati in un momento in cui non c'erano alternative migliori a disposizione.
​Riconoscere la loro funzione è il primo, fondamentale passo.

Solo riconoscendo che sono stati un modo per sopravvivere possiamo iniziare a sciogliere ciò che li rende ancora necessari oggi.

𝑺𝒑𝒆𝒛𝒛𝒂𝒓𝒆 𝒊𝒍 𝒄𝒊𝒄𝒍𝒐 𝒔𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒔𝒑𝒆𝒛𝒛𝒂𝒓𝒆 𝒊𝒍 𝒍𝒆𝒈𝒂𝒎𝒆 ✨Molti genitori si sentono feriti quando si parla di carenze affettive, come ...
31/10/2025

𝑺𝒑𝒆𝒛𝒛𝒂𝒓𝒆 𝒊𝒍 𝒄𝒊𝒄𝒍𝒐 𝒔𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒔𝒑𝒆𝒛𝒛𝒂𝒓𝒆 𝒊𝒍 𝒍𝒆𝒈𝒂𝒎𝒆 ✨

Molti genitori si sentono feriti quando si parla di carenze affettive, come se fosse un’accusa al loro amore. Ma non si tratta di colpa.
Si tratta di consapevolezza. 💭

Per generazioni è mancato il linguaggio emotivo necessario per trasmettere davvero l’amore.
C’erano cuori pieni, ma senza parole per esprimersi.

Ci sono persone che hanno dato tutto ciò che avevano… ma quel “tutto” era limitato da ciò che avevano ricevuto a loro volta.

Chi è cresciuto senza un modello affettivo sano spesso fa fatica a vedere le proprie ferite, perché ammetterlo può sembrare di mettere in discussione la propria famiglia. Nasce così una fedeltà invisibile che porta a proteggere i genitori come un tempo si è dovuto proteggere se stessi.

Da adulti, molti pensano che la propria infelicità dipenda dal carattere, dalla fragilità o dal destino.
In realtà, nessuno ha insegnato loro a collegare il disagio alle prime ferite non riconosciute.
E così il ciclo continua.

Ma non si tratta di colpa.
Si tratta di responsabilità intergenerazionale.

👉🏻 La colpa dice:
“Avresti potuto fare meglio e non l’hai fatto.”
🌱 La responsabilità affettiva dice:
“Hai fatto ciò che potevi con ciò che avevi.
Ora puoi imparare ciò che ti è mancato.”

Guarire non significa accusare.
Significa vedere, accogliere e scegliere
E così, il ciclo continua. diversamente. 💗

È questo che permette di guarire senza distruggere il legame, di riconoscere la ferita senza negare la realtà.

Spezzare la catena significa vedere la propria storia, accogliere il dolore e scegliere di agire con consapevolezza. Non serve essere genitori perfetti, è impossibile. Serve solo imparare ad ascoltare.

Perché l’affetto non basta se non è accompagnato da un ascolto profondo, e l’ascolto degli altri inizia sempre dall’ascolto di sé. ✨

𝙂𝙪𝙖𝙧𝙞𝙧𝙚 𝙚̀ 𝙧𝙞𝙩𝙧𝙤𝙫𝙖𝙧𝙚 𝙘𝙖𝙨𝙖 𝙙𝙚𝙣𝙩𝙧𝙤 𝙙𝙞 𝙨𝙚́ 🏡 Siamo fatti di molte parti.Alcune vivono nel presente,altre restano ferme dove...
24/10/2025

𝙂𝙪𝙖𝙧𝙞𝙧𝙚 𝙚̀ 𝙧𝙞𝙩𝙧𝙤𝙫𝙖𝙧𝙚 𝙘𝙖𝙨𝙖 𝙙𝙚𝙣𝙩𝙧𝙤 𝙙𝙞 𝙨𝙚́ 🏡

Siamo fatti di molte parti.
Alcune vivono nel presente,
altre restano ferme dove il dolore le ha lasciate.

Ogni parte di noi nasce da una relazione:
da un legame, da un bisogno, da un silenzio.
Ha imparato a muoversi nel mondo per proteggerci,
per mantenere l’equilibrio, per farci sopravvivere.

C’è la parte che sorride e va avanti
e quella che si nasconde, ferita e silenziosa.
C’è la parte che giudica
e quella che chiede solo di essere vista.

Tutte, a modo loro, hanno fatto del loro meglio.
Tutte meritano di essere accolte, ascoltate, amate.

Guarire non è eliminare ciò che fa male,
ma riconnettere ciò che è stato separato.
È dare voce al silenzio, abbracciare la paura,
ringraziare la forza che ci ha tenuti in vita.

Solo così possiamo tornare interi,
e sentirci — finalmente — a casa 💗

✨ 𝑸𝒖𝒂𝒍𝒆 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒆 𝒅𝒊 𝒕𝒆, 𝒐𝒈𝒈𝒊, 𝒄𝒉𝒊𝒆𝒅𝒆 𝒅𝒊 𝒆𝒔𝒔𝒆𝒓𝒆 𝒂𝒔𝒄𝒐𝒍𝒕𝒂𝒕𝒂?

    🌱
22/10/2025

🌱

Nelle scuole italiane si parla di educazione emotiva, di inclusione e di progetti di prevenzione, ma il benessere psicol...
21/10/2025

Nelle scuole italiane si parla di educazione emotiva, di inclusione e di progetti di prevenzione, ma il benessere psicologico continua a essere trattato come un optional. Un passo indietro enorme!

🔴 Ddl Valditara ed educazione sessuale: con(tro)-senso informato e violazione dei diritti

I nostri interventi di prevenzione nelle scuole sono a rischio!

Il DDL Valditara impone limiti e divieti che potrebbero vietare ogni attività svolta da professionisti della salute sui temi dell’affettività e della sessualità fino alla scuola superiore.

Un passo indietro enorme, che ignora l’evidenza scientifica e il nostro ruolo di sanitari esperti nella prevenzione di bullismo, violenza e disagio nel contesto scolastico.

📚Nel suo articolo, Marta Giuliani smonta i nodi critici del disegno di legge e richiama con forza l’urgenza di una cultura scientifica capace di tutelare davvero la crescita dei nostri ragazzi.

🔗 Leggi l’articolo completo su AltraPsicologia:
https://www.altrapsicologia.it/articoli/ddl-valditara-ed-educazione-sessuale-controsenso-informato-e-violazione-dei-diritti/

21/10/2025
“𝑪𝒉𝒊 𝒏𝒐𝒏 𝒉𝒂 𝒖𝒏 𝒑𝒂𝒅𝒓𝒆, 𝒔𝒆 𝒍𝒐 𝒅𝒆𝒗𝒆 𝒅𝒂𝒓𝒆.” ~ 𝑵𝒊𝒆𝒕𝒛𝒔𝒄𝒉𝒆💔 Ci sono ferite che non si vedono, ma che parlano attraverso la rabb...
20/10/2025

“𝑪𝒉𝒊 𝒏𝒐𝒏 𝒉𝒂 𝒖𝒏 𝒑𝒂𝒅𝒓𝒆, 𝒔𝒆 𝒍𝒐 𝒅𝒆𝒗𝒆 𝒅𝒂𝒓𝒆.” ~ 𝑵𝒊𝒆𝒕𝒛𝒔𝒄𝒉𝒆

💔 Ci sono ferite che non si vedono, ma che parlano attraverso la rabbia, la sfida o il silenzio.
Molti ragazzi oggi portano dentro una forza che non trova direzione. Una forza che, se non incontra uno sguardo capace di contenerla, rischia di trasformarsi in violenza.

🌀 Ogni comportamento è parte di una storia più grande: quella della famiglia.
Quando un figlio “agisce”, con rabbia, sfida o chiusura, spesso sta cercando, a modo suo, un equilibrio perduto tra le figure di riferimento.

👨‍👦 La funzione paterna non è solo una presenza fisica, ma una presenza simbolica: la forza che dà limiti, direzione e fiducia. Il padre è colui che custodisce senza dominare, che insegna che si può essere forti senza ferire.

✨ Quando questa forza gentile manca, il ragazzo può cercarla altrove, nel gruppo, nella rabbia, o in gesti estremi. Ma la buona notizia è che le relazioni possono essere riscritte:

▪️Una madre può sostenere la funzione paterna.
▪️Un padre può imparare a esserci davvero.
▪️Un figlio può ritrovare fiducia nella relazione.

🫂 Non servono padri perfetti, ma presenze autentiche, disposte a restare anche quando è difficile.

🌿 Il nostro compito, come genitori, educatori e terapeuti, è fare in modo che nessun ragazzo debba farlo da solo.


𝗗𝗮𝗹 𝗱𝗼𝗹𝗼𝗿𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗿𝗮𝗱𝗶𝗰𝗲: 𝗹𝗮 𝗳𝗼𝗿𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝗰𝗵𝗶 𝗿𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗶𝗻 𝗽𝗶𝗲𝗱𝗶. 💫A volte la vita ci mette di fronte a perdite, separazioni, frat...
19/10/2025

𝗗𝗮𝗹 𝗱𝗼𝗹𝗼𝗿𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗿𝗮𝗱𝗶𝗰𝗲: 𝗹𝗮 𝗳𝗼𝗿𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝗰𝗵𝗶 𝗿𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗶𝗻 𝗽𝗶𝗲𝗱𝗶. 💫

A volte la vita ci mette di fronte a perdite, separazioni, fratture che sembrano insostenibili. Persone che se ne vanno, ruoli che cambiano, equilibri che si spezzano. In quei momenti possiamo sentirci “meno”: meno forti, meno sicuri, meno interi.

Eppure, ogni crisi è anche un passaggio evolutivo.
Ogni rottura nel sistema relazionale (la coppia, la famiglia, la rete affettiva) apre uno spazio di riorganizzazione: qualcosa finisce, ma qualcosa di nuovo inizia a prendere forma.

La paura nasce quando ci identifichiamo troppo con ciò che stiamo perdendo, dimenticando che l’identità si costruisce sempre nella relazione, e le relazioni, anche quando cambiano, ci continuano a trasformare. Ciò che rimane, dopo il dolore, è una versione di noi più consapevole, più libera dai ruoli imposti, più autentica.

In terapia, spesso si lavora proprio su questo:
non eliminare la paura, ma comprenderla come un segnale di transizione, come il sintomo di un sistema che si sta muovendo verso un nuovo equilibrio.

Chi ha attraversato il dolore non è più fragile: è diventato più radicato. E chi è radicato non si spezza. Si adatta. Cresce. Sempre. 🌿

Non avere paura di ricominciare... ✨

“𝙋𝙚𝙣𝙨𝙖𝙫𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙢𝙞𝙖 𝙢𝙖𝙙𝙧𝙚 𝙖𝙢𝙖𝙨𝙨𝙚 𝙙𝙞 𝙥𝙞𝙪̀ 𝙢𝙞𝙤 𝙛𝙧𝙖𝙩𝙚𝙡𝙡𝙤…” 💔Quante volte, nei racconti familiari, emerge questa ferita. Ma nel...
13/10/2025

“𝙋𝙚𝙣𝙨𝙖𝙫𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙢𝙞𝙖 𝙢𝙖𝙙𝙧𝙚 𝙖𝙢𝙖𝙨𝙨𝙚 𝙙𝙞 𝙥𝙞𝙪̀ 𝙢𝙞𝙤 𝙛𝙧𝙖𝙩𝙚𝙡𝙡𝙤…” 💔
Quante volte, nei racconti familiari, emerge questa ferita. Ma nel lavoro terapeutico impariamo a guardare oltre la superficie delle relazioni.

Dal punto di vista sistemico-relazionale, ogni figlio entra in un momento diverso della storia familiare - e incontra una madre diversa, con risorse, paure e sogni che cambiano nel tempo.

Non è “preferenza”. È differenza di sguardi, di bisogni, di fasi di vita. Ogni figlio porta qualcosa di unico e riceve qualcosa di unico, dentro un sistema in continuo movimento.

A volte ciò che percepiamo come disamore è solo una forma diversa d’amore. Un amore che ha dovuto scegliere, resistere, adattarsi. Un amore che non sempre si è potuto mostrare, ma che ha comunque sostenuto la vita del legame.

Forse non serve capire “chi è stato amato di più”, ma riconoscere come ognuno è stato amato, a modo suo. E da lì, cominciare a vedere la propria storia con occhi nuovi. ❤️🌿

Indirizzo

Via Re Federico 97
Ribera
92016

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 13:00
15:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 13:00
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Venerdì 09:00 - 13:00
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